COMMISSIONE PARLAMENTARE DI CONTROLLO SULL'ATTIVITA' DEGLI ENTI GESTORI DI FORME OBBLIGATORIE DI PREVIDENZA E ASSISTENZA SOCIALE
XIII LEGISLATURA
TAVOLE RIASSUNTIVE DEI DATI
elaborati sulla base del Modello unico di analisi
SULLA
ATTIVITA DEGLI ENTI PREVIDENZIALI
(1995-1999)
(ALLEGATE AL RESOCONTO DELLA 122° SEDUTA DEL 16 NOVEMBRE 2000)
SOMMARIO
PARTE PRIMA: Illustrazione del contenuto delle tavole
PARTE SECONDA: Le tavole
ELENCO DEGLI ENTI *
1. Onaosi
2. Cassa dottori commercialisti
3. Cassa forense
4. Cassa geometri liberi professionisti
5. Cassa del notariato
6. Cassa ragionieri e periti commerciali
7. Ente nazionale consulenti del lavoro
8. Enam
9. Enasarco
10. Enpaf
11. Enpaia
12. Enpals
13. Enpam
14. Ente nazionale veterinari
15. Fasc
16. Inail
17. Inarcassa
18. Inpdai
19. Inpdap
20. Inpgi
21. Inps
22. Ipost
23. Ipsema
24. Fondo spedizionieri doganali (dal 1° gennaio 1998 assorbito dallInps)
* LEnte Sportass non ha compilato il Modello unico danalisi.
ILLUSTRAZIONE
DEL CONTENUTO DELLE TAVOLE
Il contenuto delle tavole e lelaborazione dei dati
Introduzione
Nella tavola 1 sono state indicate per ciascun Ente monitorato le tipologie di prestazioni erogate, che risultano raggruppate in tre categorie (prestazioni previdenziali, altre prestazioni previdenziali e altre prestazioni) sulla base di una classificazione meramente convenzionale. La tipologia prevalente di prestazione coperta è riconducibile allassicurazione IVS; tuttavia, una buona parte degli Enti considerati provvede anche allerogazione di prestazioni in forma di capitale direttamente connesse al collocamento a riposo (indennità di liquidazione, indennità acconti, ecc.) e/o di altre prestazioni di natura prettamente assistenziale che assumono la forma di rendite economiche temporanee (assegni per il nucleo familiare, trattamenti di disoccupazione, di cassa integrazione, di malattia e maternità, di invalidità, indennità di mobilità, ecc.) e/o di prestazioni di servizi e sovvenzioni straordinarie (concessioni di crediti e prestazioni per attività sociali, quali borse di studio, soggiorni in case di riposo, convitti, ecc.).
Sezione I
Gestione economico-finanziaria: gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali
A. Gestione economico finanziaria
La tavola 2 contiene informazioni utili a valutare le risultanze e levoluzione della gestione finanziaria (di competenza e di cassa), tramite levidenziazione dei due saldi (di parte corrente e in conto capitale) che rilevano ai fini della determinazione del risultato complessivo di gestione.
Le partite correnti danno conto, in entrata, delle riscossioni contributive, dei trasferimenti attivi (dallo Stato, Regioni e altri Enti) e di altre partite (proventi derivanti dal patrimonio mobiliare e immobiliare, entrate derivanti dalla vendita di beni e prestazioni di servizi, ecc.) e, in uscita, degli oneri per prestazioni istituzionali, dei trasferimenti passivi (allo Stato, Regioni e altri Enti) e di altre spese (oneri finanziari, oneri tributari, spese di funzionamento, ecc.).
Le operazioni in conto capitale danno conto, in entrata, dei proventi per alienazione di beni patrimoniali e riscossione crediti, dei trasferimenti e accensione di prestiti e, in uscita, delle spese per lestinzione di mutui e anticipazioni, delle minusvalenze realizzate e di altre spese minori.
B. Gestione entrate contributive-spese per prestazioni istituzionali
Nellambito della gestione finanziaria di ciascun Ente, di particolare interesse risulta la gestione delle entrate contributive e della spesa per prestazioni istituzionali, che dà conto degli equilibri/disequilibri finanziari delle singole gestioni, con effetti rilevanti ai fini della determinazione sia del risultato complessivo della gestione sia degli elementi dello stato patrimoniale, fra cui assumono particolare importanza le riserve obbligatorie.
La pluralità degli Enti e lestrema varietà delle gestioni nellambito di ciascun Ente (che si sono create in periodi diversi e che risentono della situazione occupazionale di specifici settori produttivi), rendono necessario esaminare la situazione di ciascuna singola gestione ai fini della sostenibilità finanziaria, evidenziando ed isolando il peso dei fattori demografici e del quadro normativo-istituzionale nella determinazione e nellevoluzione degli avanzi/disavanzi delle singole gestioni.
In relazione a ciascun Ente e a ciascuna tipologia di prestazione erogata, la tavola 3 raccoglie informazioni generali sulla base assicurativa (numero degli assicurati ed entrate contributive) e sullo stock di prestazioni (numero dei trattamenti e relativo onere), al fine di evidenziare il saldo complessivo dellEnte fra entrate contributive e spesa per prestazioni.
In riferimento alle tipologie di prestazioni coperte, oltre alle pensioni IVS (che rappresentano le gestioni maggioritarie nellambito di ciascun Ente, quanto a numero di assicurati e prestazioni erogate), quasi la totalità degli Enti monitorati provvede alla copertura di prestazioni di natura diversa, anche se tale attività risulta nella maggior parte dei casi residuale. Solo due Enti svolgono tale attività in modo generalizzato, rivolgendosi ad una ampia platea di soggetti: ci riferiamo allInpdap per le indennità di liquidazione (rivolte alla quasi totalità dei lavoratori pubblici) e allInps per i trattamenti economici temporanei (rivolti alla quasi generalità dei lavoratori dipendenti del settore privato).
Sulla base delle informazioni raccolte nella tavola 3 sono stati costruiti alcuni indicatori di equilibrio finanziario: il rapporto fra entrate contributive e spesa per prestazioni (per rapporti superiori allunità la gestione presenta un avanzo); il rapporto demografico fra il numero degli assicurati e quello delle prestazioni (valori superiori allunità e crescenti devono essere letti in senso migliorativo ai fini della sostenibilità finanziaria); i rapporti demografici sui dati di flusso (indici di carico annuale), che esprimono, rispettivamente, il numero di nuovi assicurati per ciascuna nuova prestazione erogata (valori superiori allunità e crescenti devono essere letti in senso migliorativo) e il numero di assicurati cessati per ciascuna nuova prestazione cessata (valori inferiori allunità e decrescenti devono essere letti in senso migliorativo).
Le tavole 4-6 esaminano nel dettaglio gli equilibri finanziari delle gestioni dei trattamenti pensionistici IVS (tavola 4) e di altre tipologie di prestazioni, quali le indennità di liquidazione (tavola 5) e i trattamenti economici temporanei (tavola 6).
Per ciascuna tipologia di prestazione vengono evidenziate le componenti che concorrono alla determinazione delle entrate contributive e della spesa per prestazioni istituzionali, al fine di fornire una griglia di indicatori che consente di valutare il peso dei fattori demografici (base assicurativa e numero di prestazioni) e del quadro normativo-istituzionale (importo medio della pensione e aliquota di contribuzione), ai fini della determinazione dellequilibrio/disequilibrio finanziario (differenza fra entrate contributive e spesa per prestazioni), dellaliquota di equilibrio (rapporto fra spesa per prestazioni e monte reddituale imponibile) nonché dellequilibrio macroeconomico (rapporto fra spesa per prestazioni e Pil).
Levoluzione dei fattori demografici è connessa, da un lato, al processo di progressivo invecchiamento della popolazione (relativo e assoluto) e, dallaltro lato, alla capacità del mercato del lavoro di assorbire forza lavoro così da reperire le risorse necessarie per il finanziamento del sistema.
Con riferimento ai fattori demografici, sono stati costruiti alcuni indicatori sui dati di stock (che fotografano la situazione al 31/12 di ciascun anno) e sui dati di flusso su base annua. Nelle colonne A e B risulta evidenziato il rapporto fra il numero degli assicurati totali (e degli assicurati attivi, che rappresenta il sottoinsieme di coloro che finanziano effettivamente il sistema) e il numero delle prestazioni a fine anno: per valori pari allunità il numero delle prestazioni erogate è uguale a quello degli assicurati; per valori superiori (inferiori) allunità il numero delle pensioni risulta inferiore (maggiore) rispetto al numero degli assicurati. Nelle colonne C e D risultano evidenziati i dati di flusso: levoluzione della base assicurativa risente del flusso netto delle cessazioni e dei nuovi assicurati così come landamento dello stock di prestazioni dipende dal flusso netto delle cessazioni di pensioni e dellingresso di nuovi percettori di pensione. Ai fini dellequilibrio finanziario, gli effetti in senso migliorativo si avranno per valori inferiori allunità (e decrescenti) del rapporto della colonna C (il flusso annuo degli assicurati cessati è minore del flusso annuo dei nuovi assicurati) e/o per valori superiori allunità (e crescenti) del rapporto della colonna D (il flusso annuo delle prestazioni cessate è maggiore del flusso annuo dei nuovi pensionati): leffetto combinato di questi due rapporti si riflette sullandamento del rapporto della colonna A che esprime quanto cresce la base assicurativa rispetto allo stock di prestazioni.
Con riferimento al quadro normativo-istituzionale, si può esaminare levoluzione del rapporto pensione media/retribuzione media (colonna F), dellaliquota legale di contribuzione (colonna G) nonché di quella effettiva, determinata sulla base del rapporto fra entrate contributive e monte reddituale imponibile (colonna L).
In relazione al rapporto pensione media/retribuzione media, esso risulterà estremamente differenziato fra le gestioni a causa delladozione di regole diverse (più o meno favorevoli) nellottica degli equilibri finanziari parziali: anche se dal 1992 le regole di calcolo della pensione sono state progressivamente armonizzate (con la riforma Amato e Dini e, in ultimo, con la finanziaria per il 1998), esse interessano solo le pensioni di nuova liquidazione che rappresentano una quota esigua dellintero stock di pensioni. Anche in relazione allaliquota contributiva, emergeranno differenziazioni di rilievo fra le gestioni che, ad opera del processo di armonizzazione non ancora completato, tendono ad attenuarsi nel tempo, evidenziando una tendenza alla crescita. Laliquota effettiva può presentare differenze rispetto a quella legale per la presenza di aliquote differenziate in relazione ai diversi livelli reddituali, per lesistenza di minimali e massimali contributivi o ancora per la previsione di quote capitarie corrisposte in somma fissa.
Leffetto combinato dei fattori demografici e normativo-istituzionali si riflette sugli equilibri finanziari delle gestioni (rapporto entrate cotributive/spesa per prestazioni) e sullaliquota di equilibrio, che esprime la percentuale di reddito del contribuente necessaria a finanziare la spesa per prestazioni in pagamento. Questultima, essendo determinata in base al rapporto fra la spesa per prestazioni e il monte retributivo, può essere espressa come il prodotto di due fattori, quali il rapporto numero prestazioni/numero assicurati e il rapporto prestazione media/retribuzione media: leffetto combinato degli andamenti di questi due fattori si riflette sullevoluzione dellaliquota di equilibrio, che tenderà a migliorare per valori decrescenti di entrambi i rapporti o qualora la riduzione di uno riesca a più che compensare la crescita dellaltro.
Al fine di evidenziare la parte di spesa di natura previdenziale e assicurativa (corrisposta in base allappartenenza ad una cassa e al versamento di regolari contributi) rispetto a quella di natura più propriamente assistenziale (svincolata dal versamento contributivo e dallo svolgimento di unattività lavorativa), sono state considerate le rate di pensione al netto degli oneri a carico dello Stato, che possono rappresentare con un buon grado di approssimazione la parte assistenziale della spesa pensionistica.
Sezione II
Gestione immobiliare e mobiliare
A. Gestione immobiliare
Con riferimento alla gestione immobiliare, la tavola 7 contiene per ciascun anno del periodo esaminato (1995-99) i dati relativi alla consistenza del patrimonio immobiliare gestito da ciascun Ente valutato in base al valore di bilancio, al valore catastale, ai prezzi di acquisto e ai prezzi di mercato. Gli immobili sono stati in primo luogo classificati in immobili da reddito locati a terzi e in immobili strumentali adibiti ad usi diretti; nellambito di ciascuna categoria, gli immobili sono stati poi classificati in base allimpiego (unitario della gestione unificata e/o riconducibile alle singole gestioni) e alla destinazione (usi commerciali, usi abitativi, ecc.).
La tavola 7 contiene inoltre informazioni relative ai redditi e proventi derivanti dal patrimonio immobiliare. I redditi lordi sono costituiti sostanzialmente dagli affitti; per gli immobili adibiti ad usi diretti essi sono rappresentati dai fitti figurativi ad essi imputabili. I redditi netti sono stati ottenuti sottraendo dai redditi lordi gli oneri complessivi imputabili alla gestione del patrimonio immobiliare: questi ultimi sono costituiti dalle spese per il personale, dalle spese di manutenzione, dalle spese di amministrazione, dai compensi ad eventuali società di gestione, dalle quote di ammortamento nellanno e dalle imposte e tasse.
Sulla base dei dati raccolti relativi alla consistenza degli immobili e ai proventi su di essi realizzati, sono stati costruiti alcuni indicatori di redditività del patrimonio immobiliare per il complesso degli immobili e, ove possibile, in corrispondenza di ciascuna categoria. I rendimenti (al lordo e al netto dei costi di gestione) sono stati calcolati con riferimento al valore di bilancio, alla valutazione ai prezzi dacquisto e a quella ai prezzi di mercato.
Ai fini di una corretta comparazione dei dati sulla redditività del patrimonio immobiliare fra i diversi Enti, si avanzano le seguenti considerazioni. I rendimenti calcolati sul patrimonio valutato ai prezzi di acquisto non tengono conto del fatto che gli immobili possono essere stati acquistati in periodi diversi; i rendimenti calcolati sul valore catastale risentono di criteri diversi di valutazione basati sugli estimi catastali; lindicatore più significativo ai fini di un corretto confronto potrebbe essere rappresentato da quello calcolato sul patrimonio valutato ai prezzi di mercato; tuttavia, solo un numero limitato di Enti ha fornito tale valutazione e di questi la maggior parte non si è affidata per la perizia ad organi esterni allEnte. Inoltre, passando a considerare i rendimenti netti, gli Enti possono adottare criteri diversi di contabilizzazione dei costi di gestione e delle quote di ammortamento, introducendo in tal modo distorsioni ai fini comparativi.
Nellambito di ciascun Ente si può invece esaminare landamento dei rendimenti nellarco temporale considerato (1995-99), facendo attenzione al fatto che non sempre una diminuzione della redditività è dovuta ad un peggioramento della gestione, in quanto può essere connessa non tanto ad un calo dei redditi quanto a processi di rivalutazione degli immobili.
Inoltre, dato che esprimere una valutazione sul livello delle entrate complessive non risulta agevole (in quanto esse derivano da contratti di locazione che sono sorti in periodi diversi nellambito di un determinato quadro normativo), lefficienza di gestione dellEnte può essere valutata in modo più corretto con riferimento alla gestione dei costi sostenuti, dove il vincolo alla loro espansione è rappresentato dallammontare complessivo dei redditi realizzati sul patrimonio immobiliare. Per ciascun Ente si possono dunque parametrare i costi di gestione allentità dei proventi realizzati, cercando di valutare il peso di ciascuna componente di costo e la sua evoluzione nel periodo esaminato. Una volta considerato il costo di gestione complessivo, esso viene depurato dalle imposte e dalle quote di ammortamento nellanno, per isolare gli elementi che sono direttamente riconducibili allefficienza gestionale dellEnte, quali le spese di manutenzione, le spese di amministrazione e i compensi ad eventuali società di gestione.
B. Gestione mobiliare
Con riferimento alla gestione del patrimonio mobiliare, la tavola 8 contiene per ciascun Ente e per ciascun anno del periodo esaminato (1995-99) i dati relativi alla consistenza degli investimenti mobiliari (valutati in base al valore di bilancio, ai prezzi di acquisto e ai prezzi di mercato), evidenziando anche il flusso annuo delle acquisizioni nette (differenza fra valori mobiliari acquistati e quelli venduti). I valori mobiliari sono stati classificati, in base alla durata e alla natura del titolo, nelle seguenti tipologie: le attività liquide (che comprendono i conti correnti e gli altri depositi bancari e postali, quali i buoni fruttiferi, i depositi a risparmio, ecc.); i titoli a breve e medio lungo termine (che comprendono i titoli di Stato, le obbligazioni delle banche e delle imprese, i titoli esteri, ecc.); le azioni e partecipazioni; i crediti a breve e a medio-lungo termine; gli altri investimenti (quote di fondi comuni, ecc.). A fronte delle attività, viene anche indicato lammontare delle passività finanziarie, rappresentate dai debiti (verso privati e enti pubblici economici) diversi da quelli verso la Pubblica Amministrazione.
Oltre alla consistenza dei valori mobiliari, nella tavola 8 sono stati anche indicati i redditi e i proventi derivanti dal patrimonio mobiliare (al lordo e/o al netto delle imposte) e gli interessi passivi sulle eventuali passività finanziarie. La voce redditi da interessi, utili o partecipazioni si riferisce ai redditi realizzati in seguito al pagamento di cedole (titoli a reddito fisso e variabile) e alla distribuzione dei dividendi; la voce utili o perdite da realizzo si riferisce ai guadagni o alle perdite in conto capitale realizzate al momento delle vendita; la voce plusvalenze o minusvalenze maturate si riferisce invece ai guadagni o alle perdite in conto capitale maturate ma non ancora realizzate (espresse dal differenziale fra i valori mobiliari ai prezzi di mercato ad inizio e a fine anno). Sono stati inoltre indicati i costi sostenuti per la gestione del patrimonio mobiliare (compensi ad eventuali società di gestione, spese bancarie e di intermediazione), al fine di valutarne la redditività complessiva.
Sulla base delle informazioni sulla consistenza dei valori mobiliari e sui proventi realizzati (e/o maturati), è stato possibile calcolare alcuni indicatori di redditività.
In primo luogo, la redditività è stata determinata in base al rapporto fra le rendite finanziarie complessive (realizzate e/o maturate) e la consistenza dei valori mobiliari (valore in bilancio e ai prezzi di mercato): la redditività è stata calcolata sia sui valori mobiliari nel loro complesso sia in relazione ad alcune tipologie di attività finanziarie (quali i titoli, le azioni e le partecipazioni e gli altri investimenti, riconducibili nella maggior parte dei casi a quote di fondi comuni) considerate valori mobiliari in senso proprio.
In secondo luogo, al fine di valutare le risultanze della gestione mobiliare nel suo complesso è stato calcolato il risultato lordo e netto di gestione finanziaria. Il risultato lordo di gestione finanziaria, determinato sottraendo ai redditi e proventi complessivi gli oneri di gestione, è stato parametrato alla consistenza dei valori mobiliari a fine anno; il risultato netto di gestione finanziaria, determinato sottraendo al risultato lordo gli interessi passivi, è stato parametrato alla consistenza netta del patrimonio mobiliare (differenza fra attività e passività finanziarie).
Sezione III
Situazione patrimoniale-Riserve
Nella tavola 9 viene esaminata la situazione economico-patrimoniale, con particolare attenzione alla costituzione delle riserve obbligatorie.
In primo luogo, risulta evidenziato il risultato economico di esercizio (determinato sulla base del saldo dei movimenti finanziari di parte corrente e del saldo delle partite di natura strettamente economica), che rileva ai fini della determinazione e dellandamento dei saldi dello stato patrimoniale.
In riferimento alla situazione patrimoniale, risultano evidenziati gli elementi attivi e passivi e il patrimonio netto che può essere ottenuto in base alla loro differenza, oppure come somma dellavanzo/disavanzo patrimoniale e delle riserve obbligatorie, o ancora come somma del patrimonio esistente ad inizio anno e delle variazioni intervenute per effetto della gestione economica.
In ultimo, risultano indicati i dati relativi alla consistenza e allevoluzione delle riserve obbligatorie, la cui gestione rileva ai fini degli interessi e della tutela degli assicurati: un buon utilizzo dei flussi finanziari e unattenta gestione del patrimonio costituiscono importanti presupposti per una buona gestione non solo in relazione ai fondi integrativi (basati sulla capitalizzazione), ma anche in relazione ai regimi pubblici (basati sulla ripartizione e tendenti al pareggio delle entrate e delle spese). Le riserve obbligatorie assumono poi particolare importanza per gli Enti privatizzati: in base al decreto legislativo 509/94 esse dovevano provvedere alla copertura di almeno 5 annualità delle rate di pensioni in pagamento nel relativo anno; nellambito delle disposizioni della finanziaria per il 1998 (legge 449/97) si fa invece riferimento al livello delle pensioni in essere nel 1994.
Sezione IV
Efficienza dellEnte
Le tavole di questa sezione contengono informazioni per una valutazione dellefficienza operativa e produttiva dellEnte.
Nella tavola 10 vengono riportati i costi di gestione complessivi che rappresentano le risorse necessarie per il funzionamento degli uffici dellEnte, in quanto direttamente riconducibili allo svolgimento dellattività dellEnte. Essi risultano costituiti dalle spese per il personale in attività di servizio e in quiescenza, dalle spese per lacquisto di beni di consumo e servizi e da altri oneri (spese per gli Organi dellEnte, ecc.); non risultano compresi in tale aggregato gli oneri di gestione imputabili agli immobili locati a terzi e ad eventuali altri immobili adibiti ad usi diversi da quelli strumentali (termali, case di riposo, ecc.), in quanto non direttamente riconducibili allo svolgimento dei compiti istituzionali dellEnte.
Sulla base di questi dati è stato possibile determinare lindice di costo amministrativo che, misurando lincidenza delle spese di gestione sullammontare delle prestazioni istituzionali erogate, dà conto dellefficienza produttiva dellEnte, che risulterà tanto maggiore quanto più contenuto sarà tale rapporto.
La tavola 11, relativa alla gestione del personale, contiene informazioni sul numero di unità del personale in organico e in servizio, classificato per qualifica funzionale, per ripartizione territoriale e in base alle diverse sedi operative (direzione centrale, sedi periferiche e altre strutture).
Sulla base delle informazioni è stato possibile calcolare alcuni indicatori volti a valutare la produttività e lefficienza del personale in servizio. Lindice di occupazione, che esprime lincidenza del personale in servizio su quello in organico, consente di valutare il dimensionamento funzionale dellEnte. Lindice di produttività, determinato in base al rapporto fra il numero complessivo delle prestazioni erogate e il numero di unità del personale in servizio, consente di quantificare il numero di prestazioni per ciascun singolo dipendente in servizio; la produttività risulterà tanto maggiore quanto più elevato sarà tale rapporto.
La tavola 12 contiene informazioni sul numero delle pratiche relative a domande di prestazioni (pervenute allEnte in prima istanza) e al numero dei ricorsi, che vengono esaminati separatamente. I dati raccolti sulle pratiche e sui ricorsi (pervenuti nellanno, definiti nellanno e giacenti a fine anno) consentono di esprimere una valutazione dellattività svolta dallEnte, tramite la determinazione del grado di evasione, che consente di quantificare quante pratiche (o ricorsi) vengono definite nellanno rispetto a quelle pervenute nel medesimo periodo. Valori elevati di questo indicatore sono segno di efficienza dellEnte; tuttavia, dato che le pratiche definite possono riferirsi anche a quelle presentate negli anni precedenti, tale indicatore non fornisce indicazioni su quante delle pratiche pervenute in un anno siano state effettivamente definite.
Nella tavola 13 viene esaminata la gestione dei crediti contributivi, con particolare attenzione allattività svolta direttamente dallEnte ai fini del recupero dei crediti.
Le informazioni raccolte danno conto dellazione di vigilanza che si concretizza nel numero di posizioni in contenzioso, nel flusso di contributi evasi accertati nellanno e nel numero di aziende ispezionate, nellammontare di crediti contributivi recuperati per attività diretta dellEnte (ovvero in via amministrativa e in via legale rispetto ad altre modalità, quali il condono), nel costo sostenuto per il recupero dei crediti (cercando di isolare la quota imputabile allattività di vigilanza da quella riconducibile alla gestione del contenzioso, quali le spese legali).
Lammontare dei crediti contributivi non consente di far emergere nel suo complesso il fenomeno dellevasione contributiva, in quanto essi si riferiscono in gran parte ad imprese che, pur avendo denunciato la propria posizione, ritardano il pagamento dei contributi in quanto si trovano in difficoltà finanziarie.
Il flusso annuo dei crediti contributivi recuperati (parametrato ai crediti contributivi complessivi e a quelli accertati su base annua) può fornire utili indicazioni per valutare lattività e lefficienza dellEnte. Tuttavia, per far emergere lattività svolta direttamente dallEnte, si deve procedere ad isolare nellambito del complesso dei crediti recuperati la quota recuperata in via amministrativa e in via legale rispetto a quella recuperata tramite altre modalità non connesse allattività dellEnte.
Lincidenza dei costi sostenuti per il recupero crediti sullammontare dei crediti recuperati per attività diretta dellEnte (distinguendo fra costi connessi allattività di vigilanza e costi legali per la gestione del contenzioso), consente di valutare lonerosità dellattività svolta dallEnte.
Nella tavola 14 vengono indicati, per ciascuna tipologia di trattamento economico e per ripartizione territoriale, i tempi medi di liquidazione delle prestazioni. Ciò consente di valutare lefficienza operativa dellEnte e può essere esaminato in relazione allandamento dellindice di produttività, che esprime il numero di prestazioni erogate rispetto al numero di unità del personale in servizio.
INDICE DELLE TAVOLE
Prestazioni erogate da ciascun Ente classificate in base alla tipologia
Note e osservazioni alla tavola
SEZIONE I
Gestione economico-finanziaria: gestione entrate contributive-spesa per prestazioni istituzionali
La situazione economico-finanziaria
Note e osservazioni alla tavola
Assicurati, entrate contributive e prestazioni istituzionali: indicatori di equilibrio finanziario
Note e osservazioni alla tavola
Gestioni trattamenti previdenziali: indicatori di equilibrio finanziario
A. Analisi della contribuzione
B. Analisi delle prestazioni
C. Indicatori relativi allequilibrio finanziario delle gestioni pensionistiche
Note e osservazioni alla tavola
Gestioni indennità di liquidazione: indicatori di equilibrio finanziario
Note e osservazioni alla tavola
Gestioni trattamenti economici temporanei: indicatori di equilibrio finanziario
Note e osservazioni alla tavola
SEZIONE II
Gestione immobiliare e mobiliare
Gestione immobiliare
A. Consistenza, redditi e proventi patrimoniali: indicatori di redditività
Note e osservazioni alla tavola
Gestione mobiliare
A. Consistenza, redditi e proventi patrimoniali
B. Indicatori di redditività del patrimonio mobiliare
Note e osservazioni alla tavola
SEZIONE III
Situazione patrimoniale-Riserva
La situazione patrimoniale e la costituzione delle riserve
Note e osservazioni alla tavola
SEZIONE IV
Efficienza dellEnte
I costi di gestione nel loro complesso: indice di costo amministrativo
Personale in organico e in servizio per qualifica funzionale e ripartizione territoriale: indice di occupazione e di redditività
Note e osservazioni alla tavola
Gestione delle pratiche e dei ricorsi relativi a domande di prestazione: grado di evasione e costo medio dei ricorsi
Note e osservazioni alla tavola
A. Crediti contributivi: consistenza, recupero e gestione contenzioso
B. Indicatori relativi alla gestione dei crediti contributivi
Note e osservazioni alla tavola
Tempi medi di liquidazione delle prestazioni
Note e osservazioni alla tavola