CAMERA DEI DEPUTATI - SENATO DELLA REPUBBLICA
COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
SUL CICLO DEI RIFIUTI E SULLE ATTIVITA'
ILLECITE AD ESSO CONNESSE
44.
SEDUTA DI GIOVEDI' 28 MAGGIO 1998
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MASSIMO SCALIA
INDICE
Sulla pubblicità dei lavori. *
Seguito dell'esame del documento predisposto dal gruppo di lavoro coordinato dal vicepresidente, deputato Franco Gerardini, relativo alla realizzazione di un sistema industriale nella gestione dei rifiuti per una nuova politica ambientale. *
La seduta comincia alle 13.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, rimane stabilito che la pubblicità della seduta sia assicurata anche attraverso gli impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame del documento elaborato dal gruppo di lavoro coordinato dal collega Gerardini, relativo alla realizzazione di un sistema industriale nella gestione dei rifiuti per una nuova politica ambientale, il cui esame è iniziato nella seduta del 31 marzo ed è proseguito in quella del 22 aprile scorsi. Tale documento, con le modifiche introdotte dallo stesso relatore, è del seguente tenore:
(Il testo della proposta è disponibile nella versione definitiva in formato PDF)
Nell'odierna seduta si procederà all'esame e alla votazione delle proposte emendative presentate, nonché alla approvazione del documento nel suo complesso.
Ricordo che successivamente il gruppo di lavoro coordinato dal vicepresidente Gerardini si occuperà di altre tematiche connesse.
Ricordo altresì che il 5 giugno prossimo, nei locali di via del Seminario, si svolgerà la presentazione del rapporto sulla gestione dei rifiuti solidi urbani in Italia realizzato con l'Osservatorio nazionale rifiuti ed in collaborazione con l'ANPA, di cui mi permetto di segnalare l'importanza. Credo infatti si tratti della prima fotografia, che spero e credo esaustiva, della gestione dei rifiuti dal punto di vista degli enti territoriali e, soprattutto, dei comuni. Abbiamo inviato un questionario, abbastanza complesso, a tutti i comuni italiani e moltissime sono state le risposte, a cominciare da tutti i capoluoghi di provincia. I dati che emergeranno ritengo quindi che potranno essere estremamente significativi per una rappresentazione dello stato dell'arte. Segnalo questa ricerca in particolare al collega Specchia perché ritengo faccia parte integrante dell'attività del gruppo di lavoro che egli coordina.
SPECCHIA. Aspettavamo questi dati, presidente.
PRESIDENTE. Saranno una buona base dalla quale partire.
Ciò detto, invito il collega Gerardini ad esprimere il parere
sugli emendamenti pervenuti.
FRANCO GERARDINI. Segnalo ai colleghi che al documento prima ricordato è allegata una proposta di articolato riguardante gli incentivi alle imprese per lo sviluppo sostenibile, sulla scorta delle audizioni che abbiamo svolto anche in questa sede (mi riferisco in particolare agli incontri con i membri del comitato EMAS, il cui lavoro è coordinato dall'ingegner Bianchi).
In ordine a questa proposta di articolato invito la Commissione a procedere ad alcune rapide ma mirate audizioni, che consentano di approfondire l'articolato stesso ed offrano eventualmente un contributo ai fini della sua integrazione. Ciò nella speranza che si tratti di integrazioni di carattere migliorativo. Anche questa ipotesi, quindi, potrà interessare il prosieguo del lavoro del gruppo che mi onoro di coordinare.
Al documento alla nostra attenzione, che è stato inviato a tutti i colleghi, dal titolo "Realizzare un sistema industriale nella gestione dei rifiuti per la nuova qualifica ambientale" sono stati presentati dal presidente Scalia e dal deputato Oreste Rossi alcuni emendamenti. Esprimerò in primo luogo il parere su questi ultimi.
Il primo emendamento presentato dall'onorevole Rossi è del seguente tenore:
"Al capitolo 3, tredicesimo comma, dopo le parole: 'della nozione di rifiuto (e di disfarsi)' aggiugere: 'Tanto è vero che nella versione definitiva del decreto che disciplina le procedure 'agevolate' sul recupero dei rifiuti non pericolosi (DM 5 febbraio 1998, pubblicato in SO n. 72 alla Gazzetta Ufficiale n. 88 del 16 aprile 1998) i ministri concertanti hanno soppresso le MPE' - cioè le materie prime equivalenti - 'ripristinando il termine di materie prime secondarie' (ossia le cosiddette MPS). Probabilmente per timore di incorrere in ulteriori procedure di infrazione in sede Ue, poiché il concetto di MPS si allontana meno di quello di MPE dalla legislazione e soprattutto dalla giurisprudenza europea, che è risultata sempre meno propensa ad escludere dalla nozione di rifiuto quelle sostanze od oggetti suscettibili di riutilizzazione economica (Corte di giustizia europea 25 giugno 1997, Tombesi), anche se inserite in un processo di produzione industriale (Corte di giustizia europea 18 dicembre 1997)".
Ritengo accettabile il contenuto di tale emendamento, perché effettivamente, esso mette a fuoco il problema che abbiamo incontrato nell'emanazione del decreto attuativo sui rifiuti non pericolosi. In un primo tempo si è posta la questione delle materie prime equivalenti per evidenziare una gamma di rifiuti che, sostanzialmente, rifiuti non sono. E' chiaro però, anche alla luce delle audizioni che si sono tenute presso la Commissione ambiente della Camera, che questa terminologia è al di fuori di qualsiasi riferimento comunitario, per cui nel decreto attuativo, recentemente applicato, sul recupero dei rifiuti non pericolosi figura oggi la dizione "materia prima secondaria", che è la formula utilizzata anche nelle direttive comunitarie. Esprimo pertanto parere favorevole sull'emendamento, chiedendo solo una piccola riformulazione, nel senso di modificare l'espressione "ripristinando le materie prime secondarie", con la seguente: "ripristinando il termine di materie prime secondarie".
Il secondo emendamento del collega Oreste Rossi è del seguente tenore: "Al capitolo 6.1, subito prima del paragrafo 'Gli accordi di programma' aggiungere: 'Un altro strumento volontario di politica ambientale, di cui è auspicabile la diffusione, sono le norme delle serie ISO 14000 (certificazione di qualità ambientale). La certificazione, secondo tali norme, per certi aspetti simili all'EMAS e in parte meno vincolanti (manca, infatti, nel sistema ISO l'onerosa 'dichiarazione ambientale'), ha il vantaggio di essere riconosciuta su scala internazionale - e non solo in ambito strettamente Ue, come l'EMAS - ed è ottenibile piuttosto agevolmente da chi ha già ottenuto la registrazione del sito come EMAS. Inoltre le ISO 14000, al contrario dell' EMAS, si rivolgono a tutti i tipi di aziende e non solo ai siti industriali".
Anche su questo emendamento esprimo parere favorevole perché effettivamente i punti trattati nel documento corrispondono a realtà. Vi è una maggiore agibilità, diciamo così, nella possibilità di aderire alle norme ISO 14000, peraltro più ampie rispetto alle norme EMAS.
Il primo emendamento presentato dal presidente Scalia prevede: "Al capitolo 1, primo comma, sostituire le parole: 'costituisce un vincolo' con le parole: 'ha costituito sino all'emanazione del decreto legislativo n. 22 del 1997 un vincolo".
Su questo emendamento esprimo parere favorevole perché, in effetti, è stato probabilmente un mio errore usare il termine "costituisce", come se vi fosse ancora una sorta di attualità del vincolo, nonostante l'approvazione di una nuova disciplina, che è il decreto legislativo n. 22. Con questo emendamento si presuppone che quel decreto non costituisca un nuovo vincolo ma anzi, come penso sia, un incentivo ad una migliore politica ambientale, soprattutto da parte dei comuni, degli enti pubblici in generale e delle industrie.
Il secondo emendamento del presidente Scalia è il seguente: "Al capitolo 1, quarto comma, sostituire le parole: 'non sono previste' con le parole: 'non erano previste'. L'emendamento si riferisce alle autocertificazioni. Anche in questo caso il parere è favorevole perché quello dell'autocertificazione è uno strumento effettivamente introdotto.
Il terzo emendamento propone quanto segue: "Al capitolo 2, sesto comma, dopo le parole: 'alcuni aspetti' aggiungere le parole: '- anche per via dei limiti imposti dalla legge delega-'. Su questo emendamento il parere è ancora favorevole. Si tratta peraltro di una problematica più volte esposta anche durante il dibattito in Assemblea, nel corso del quale abbiamo sempre sostenuto che se vi erano alcuni aspetti non sufficientemente trattati da parte del decreto legislativo n. 22 del 1997, il cosiddetto decreto Ronchi, era anche per un motivo fondamentale, ossia a causa dei paletti che la delega del Parlamento poneva al Governo per l'emanazione della nuova normativa.
Il quarto emendamento propone: "al capitolo 2, ultimo comma, aggiungere dopo le parole: 'sistema industriale' le parole: 'ed istituzionale-amministrativo". In sostanza si fa riferimento ad una più ampia difficoltà del sistema, pubblico e privato, nell'adeguarsi alle nuove norme in materia di rifiuti. Esprimo pertanto parere favorevole anche su questo emendamento.
L'ultimo emendamento propone: "al capitolo 6.2, nel paragrafo 'dalla tassa alla tariffa' sopprimere l'ultimo comma".Posso comprenderne il significato, cioè la preoccupazione che, se non si affronta il problema dell'IVA, non si può emanare il decreto attuativo che regolamenterà il passaggio dalla tassa alla tariffa, uno dei punti cardine dalla riforma; a mio parere, però, si può rimodulare la dicitura. Si potrebbe cioè dire che è opportuno affrontare la problematica relativa all'IVA connessa alla tariffa.
PRESIDENTE. Il relatore ha ben compreso quale sia la difficoltà, perché subordinare il passaggio da tassa a tariffa ad una revisione dell'IVA significa andare ad una situazione ancora più complessa il cui risultato sarebbe di rendere ancora più difficile questo passaggio che credo rappresenti invece un obiettivo da cogliere nei tempi fissati dal decreto legislativo.
FRANCO GERARDINI. Darei quindi parere negativo alla proposta di soppressione e proporrei al collega Scalia di modificarlo nel senso da me suggerito.
PRESIDENTE. Va bene.
FRANCO GERARDINI. Segnalo che questo è uno dei problemi seri nella definizione del decreto attuativo che trasformerà la tassa in tariffa perché l'IVA finisce per essere un costo aggiuntivo per gli utenti in ragione del fatto che la tariffa è soggetta ad IVA. Poiché si tratta di un servizio pubblico, probabilmente non sarebbe sbagliato affrontare il problema in sede di discussione del provvedimento concernente interventi in campo ambientale. Non dovrebbe infatti gravare su un servizio pubblico un onere aggiuntivo quale quello dell'IVA, come avete potuto ascoltare anche nel corso delle audizioni da parte per esempio del presidente dell'Osservatorio nazionale sui rifiuti, dottor Squitieri, si ipotizza un aumento dei costi per il cittadino di circa il 5-6 per cento ed i costi aggiuntivi dell'IVA arrivano al 10-12 per cento. Eliminare quest'onore introduce una convenienza in più per passare dalla tassa alla tariffa.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli emendamenti.
Pongo in votazione il primo emendamento del collega Oreste Rossi, accettato dal relatore.
(E' approvato).
Pongo in votazione il secondo emendamento del collega Oreste Rossi, accettato dal relatore.
(E' approvato).
Passiamo al primo emendamento Scalia.
GIUSEPPE SPECCHIA. Credo che quando il relatore ha scritto "costituisce" volesse dire esattamente quello, perché diversamente non si comprenderebbe quanto è scritto più avanti quando vi sono affermazioni che si riferiscono alla situazione attuale e non a quella precedente il decreto legislativo n. 22. Quest'ultimo, infatti nel poco tempo che è passato dalla sua approvazione non avrebbe potuto pretendere di modificare la situazione, pertanto oggi ci sono ancora problemi pesanti e questa è una delle ragioni per le quali esiste la nostra Commissione. Non credo che il relatore volesse esprimere una critica al decreto legislativo, credo che volesse fotografare una situazione che esiste a prescindere da esso e che anzi attraverso la sua attuazione dovremmo cercare di correggere. Sono pertanto contrario a questo emendamento e chiedo al relatore di valutare l'opportunità di mantenere il testo originario.
FRANCO GERARDINI. Comprendo le considerazioni del collega Specchia, ma vorrei chiarire il senso finale della mia riflessione. Dire che la normativa sui rifiuti costituisce un vincolo è come distinguere tra il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno. Di fatto il decreto legislativo n. 22 è una normativa che incentiva comportamenti virtuosi del settore pubblico e privato, resta però il fatto che questa riforma è attuata ancora solo in parte perché mancano una serie di decreti attuativi da mettere ancora a regime. Pertanto interpreterei in maniera favorevole l'entrata in vigore della nuova normativa e con questo spirito ho accolto la giusta osservazione del collega Scalia. Se facciamo una riflessione più generale, rileviamo che oggi abbiamo un quadro legislativo organico che ci permette di caratterizzare la nuova normativa in termini molto più favorevoli.
PRESIDENTE. Aggiungo che la modesta ma significativa modifica proposta risente un po' del clima che abbiamo tutti registrato nel convegno organizzato dalla Commissione il 9 e 10 marzo: sostanzialmente c'era una sorta di coralità nel riconoscere nel decreto legislativo uno strumento utile ed un insieme di norme che fornivano un quadro di riferimento per ricondurre "a norma" il tribolato sistema dei rifiuti italiano. Per tradurre questa potenzialità riconosciuta da molti e non attestarci su una visione più tradizionale, in qualche modo anche superata, ritengo significativa questa piccola modifica.
Pongo in votazione il primo emendamento Scalia, relativo al capitolo 1, primo comma, accettato dal relatore.
(E' approvato).
Pongo in votazione il secondo emendamento Scalia, relativo al capitolo 1, quarto comma, accettato dal relatore.
(E' approvato).
Pongo in votazione il terzo emendamento Scalia, relativo al capitolo 2, sesto comma, accettato dal relatore.
(E' approvato).
Pongo in votazione il quarto emendamento Scalia, relativo al capitolo 2, ultimo comma, accettato dal relatore.
(E' approvato).
Circa l'emendamento soppressivo dell'ultimo comma del capitolo 6.2, il relatore ha proposto una nuova formulazione del periodo sulla quale concordo.
GIUSEPPE SPECCHIA. Alcune fonti solitamente molto attendibili prevedono - ahimè - con la tariffa un appesantimento degli oneri a carico degli utenti ben oltre il 10 per cento: si parla addirittura di 3 mila miliardi e, in molti casi, di raddoppio. Si afferma anche che saranno penalizzati coloro che possiedono case di piccole dimensioni o le famiglie numerose, quindi i meno abbienti. Il tema è molto delicato.
A questo si aggiunge il problema dell'IVA che, secondo noi, avrebbe dovuto essere già affrontato, e che, peraltro, era già stato segnalato in precedenti occasioni. A mio avviso il Governo avrebbe già dovuto prendere posizione ed intervenire.
Le intenzioni del relatore sono condivisibili, ma comprendo le motivazioni alla base della proposta emendativa del presidente. Personalmente sceglierei una via di mezzo, perché avere il decreto attuativo e non sapere se l'IVA vada pagata ed in quale misura potrebbe creare qualche confusione. In questo senso, invece di sopprimere il comma, si potrebbe adottare la seguente nuova formulazione: "E' opportuno che si affronti, contestualmente all'emanazione del decreto attuativo, la problematica relativa all'IVA connessa con la tariffa".
PRESIDENTE. Mi pare che il senso della sua proposta sia chiaro a tutti e che il termine "contestualmente" traduca le preoccupazioni espresse. Sono quindi d'accordo con la sua proposta.
FRANCO GERARDINI. Anch'io sono favorevole alla proposta del collega Specchia.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento come modificato, accettato dal relatore.
(E' approvato).
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
GIUSEPPE SPECCHIA. Desidero innanzitutto ringraziare il collega relatore e i componenti del comitato per l'egregio lavoro svolto, nonché i consulenti e la segreteria della Commissione.
Io e la mia parte politica non abbiamo condiviso il decreto legislativo Ronchi, pur tuttavia la legge esiste per cui dobbiamo fare in modo che sia applicata nel modo migliore. Tutte le leggi possono essere migliorate e perfezionate soprattutto dopo averne verificato l'impatto sulla realtà.
Sia pure in quest'ottica, che non ci ha visto favorevoli in particolare su alcuni aspetti del decreto legislativo, come quello relativo alla tassa-tariffa che abbiamo fortemente criticato sin dall'inizio, devo apprezzare il lavoro svolto soprattutto per quanto riguarda le proposte operative ed i principi del decreto legislativo che condividevamo e condividiamo (una cosa sono i principi, altra cosa sono i mezzi per realizzarli ed affermarli).
Come dicevo, siamo d'accordo sulle proposte operative ed in particolare sulla nozione "rifiuti" che è importantissima sotto vari aspetti, sulla questione della minimizzazione dei rifiuti, sulla necessità di una modifica del sistema autorizzativo volta a renderlo più snello e flessibile, sulla nuova cultura dell'ambiente, sul discorso dell' EMAS, sui maggiori controlli e così via. Ritengo che il documento elaborato potrà essere l'occasione per l'inizio di una cultura nuova rivolta all'ambiente di stampo innovativo, in cui l'attività della pubblica amministrazione, ed in particolare degli enti locali, possa costituire il segno di una nuova epoca. A tale proposito segnalo la necessità che siano posti in essere gli adeguati controlli affinché non continuino ad essere attuati, ai danni dell'ambiente, quei comportamenti che attentano alla vita sociale ed alla salute pubblica.
Il mio voto finale sarà quindi positivo, ribadendo però le riserve già manifestate sulla parte del documento relativo alla tassa-tariffa. Si tratta comunque di un particolare in un contesto generale che apprezziamo.
PIERLUIGI COPERCINI. Siamo d'accordo sulla premessa e sulle finalità del documento in esame, al quale si potrebbero fare piccolissimi appunti che però avremo occasione di esporre nella discussione che si svolgerà in altre Commissioni.
Si spera che fatta la legge - mi riferisco al decreto Ronchi - non sia contestualmente fatto l'inganno, secondo una consuetudine italica ben inveterata. Ora si tratta di rendere attuabili alcuni concetti e smussare certi spigoli: ma questo lo si vedrà nell'ambito dei lavori che si svolgeranno in questa Commissione, anche verificando i risultati prodotto nella società civile.
Esprimo apprezzamento per il lavoro del collega Gerardini. Dobbiamo ora lavorare sodo e cercare di rendere questa valle di lacrime un mondo vivibile. Auspico in particolare che vengano attuati al più presto i principi contenuti nel decreto legislativo n. 22 del 1997, che incontra ancora - come è emerso dalle audizioni svolte nei giorni scorsi in Sicilia - considerevoli resistenze.
Esprimerò pertanto voto favorevole sul documento nella certezza che il miglioramento dell'ambiente costituisca la premessa per un migliore futuro della vita della popolazione.
PRESIDENTE. Prima di passare al voto finale, ricordo che il gruppo coordinato dal vicepresidente Gerardini ha elaborato anche un progetto di legge relativo agli incentivi alle imprese per lo sviluppo sostenibile: data la sua complessità, ritengo che possa essere esaminato nelle prossime settimane.
FRANCO GERARDINI. Sono d'accordo con la proposta testé avanzata dal presidente.
Come ho già accennato, se il presidente ed i colleghi sono d'accordo, propongo di svolgere alcune brevi e mirate audizioni con riferimento all'articolato, nel senso di ascoltare i soggetti interessati, ed in particolare i rappresentanti delle piccole imprese, gli artigiani e le loro associazioni, il comitato EMAS, l'ENEA e l'ANPA. Sarebbe anche utile approfondire le esperienze molto valide di alcune regioni, ma avremo modo di riflettere successivamente su come procedere.
A mio avviso questo ulteriore lavoro ci aiuterà a raccogliere eventuali proposte integrative dell'articolato per migliorarlo e renderlo più organico e compiuto.
Mi sembra comunque importante cogliere il senso del testo elaborato: incentivare l'applicazione in Italia del sistema EMAS che - voglio ricordarlo a tutti - è volontario. Molte volte però la volontarietà finisce con l'essere un handicap e non una sollecitazione positiva, per cui una serie di incentivi può aiutare l'attuazione di questa importantissima direttiva comunitaria.
PRESIDENTE. D'accordo, per quanto riguarda l'articolato di cui si è detto, quindi, procederemo ad una serie di audizioni per poi passare al voto in un successiva seduta.
Pongo in votazione il documento nel suo complesso, come modificato dagli emendamenti approvati.
(E' approvato).
Collegamento al testo definitivo del Doc. XXIII n. 9, Relazione sulle proposte per la realizzazione di un sistema industriale nella gestione dei rifiuti per una nuova politica ambientale.
La seduta termina alle 14.15.