CAMERA DEI DEPUTATI - SENATO DELLA REPUBBLICA
COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
SUL CICLO DEI RIFIUTI E SULLE ATTIVITA'
ILLECITE AD ESSO CONNESSE
42.
SEDUTA DI GIOVEDI' 14 MAGGIO 1998
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MASSIMO SCALIA
INDICE
Sulla pubblicità dei lavori. *
Esame della relazione relativa alla regione Campania. *
Comunicazioni del presidente. *
La seduta comincia alle 14.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, rimane stabilito che la pubblicità della seduta sia assicurata anche attraverso gli impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
Avverto inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.
Esame della relazione relativa alla regione Campania.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame della relazione relativa alla regione Campania.
Oggi la Commissione inizia una serie di impegni che rappresentano sostanzialmente la maturazione del lavoro svolto finora; il calendario sarà particolarmente intenso perché sono i preparazione diversi documenti da sottoporre all'esame della Commissione.
In qualità di relatore sulla Campania, oggi mi limito a presentare una bozza di relazione, alla quale mi riservo di apportare modifiche o integrazioni, in modo che i colleghi abbiano il tempo necessario per approfondirla.
La relazione sul ciclo dei rifiuti in Campania segue le missioni che delegazioni di questa Commissione hanno effettuato in quella regione (in particolare nelle provincie di Caserta, Napoli e Salerno) e le audizioni - svolte sia in missione che a Roma - che hanno avuto come oggetto questo particolare argomento.
Com'è noto, la Campania è una delle regioni in stato di emergenza per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (il primo decreto risale al febbraio 1994) ed è questo uno degli aspetti su cui si è concentrata l'attenzione della Commissione nel corso delle missioni e delle audizioni e che anche questa relazione tratta in maniera approfondita. In particolare si è ritenuto di valutare se da parte dei diversi istituti chiamati a superare l'emergenza smaltimento vi sia stata nel corso di questi anni un'azione congrua o meno.
E' mia opinione che il giudizio su tale aspetto vada evidentemente separato: la struttura commissariale impegnata a individuare siti di smaltimento è riuscita fino a questo momento ad affrontare in maniera abbastanza efficiente la situazione. Sono state requisite discariche già esistenti, sono stati individuati nuovi siti di smaltimento e (particolare certo non secondario) tali impianti sono stati finalmente gestiti in maniera più accettabile. L'attuale situazione, tuttavia, offre quasi esclusivamente discariche per lo smaltimento dei rifiuti urbani, essendo rari gli esempi di impianti di recupero e di riciclaggio.
L'azione di questa struttura commissariale non può tuttavia durare ancora a lungo ed anzi è il caso di auspicare che un'emergenza in questo settore lunga quattro anni rappresenti un'esperienza da non ripetere (e penso ai casi della Puglia e della Calabria). Per consentire di superare la fase emergenziale è tuttavia necessario che l'altra struttura commissariale esistente in Campania, vale a dire quella deputata alla programmazione, ad un'operatività di medio termine e quindi all'emanazione di un piano regionale, cioè a individuare un futuro per il ciclo dei rifiuti in quella regione, sia in grado di mettere "a regime" il settore.
In effetti la struttura commissariale al piano rifiuti ha emanato nel luglio '97 un documento in materia: l'attenta lettura che se ne è fatta ha evidenziato una certa indeterminatezza dello stesso. Sono rari gli impianti per i quali viene prevista l'esatta localizzazione ed anche gli obiettivi di raccolta differenziata (non di recupero come invece richiesto dal decreto legislativo 22/97) sono indicati in maniera "matematica" senza specificare in quale maniera possano essere raggiunti.
Il discorso sulla localizzazione degli impianti assume poi particolare rilevanza alla luce di quanto registrato da questa Commissione nel corso delle audizioni e delle missioni svolte in Campania: si è infatti rilevato, ad esempio, come nell'area di Eboli-Battipaglia non vi sia alcuna disponibilità da parte degli enti locali e dei comitati cittadini alla localizzazione in quel territorio di un impianto di termodistruzione (previsto invece dal piano regionale); altrettanta indisponibilità è stata espressa dagli enti locali e dalla popolazione del giuglianese a fronte della previsione di una nuova discarica nell'area. Su tale specifica questione sarà tuttavia opportuno ritornare più avanti, nella parte dedicata alle bonifiche.
Il piano elaborato dalla struttura commissariale appare assai attento nella parte dedicata alla situazione esistente e nella suddivisione del territorio negli ATOS, ambiti territoriali ottimali di smaltimento; per quanto riguarda però la gestione dei rifiuti nei diversi ATOS viene indicato più uno stato delle necessità che non ipotesi di smaltimento vere e proprie.
Per le tipologie di rifiuti distinte da quelli solidi urbani e quindi per la gestione dei rifiuti che più richiedono attenzione, come quelli pericolosi, tutto viene demandato a successive elaborazioni. Gravemente insufficiente appare in particolare la situazione relativa allo smaltimento dei rifiuti ospedalieri e dei rifiuti pericolosi: per entrambe queste tipologie si registra un deficit pressoché assoluto di impianti autorizzati; soprattutto, della quasi totalità dei rifiuti pericolosi prodotti in Campania è assolutamente ignoto il destino. Si tratta evidentemente di elementi sui quali questa Commissione invita gli organismi competenti ad intervenire in tempi rapidi e con la massima efficacia possibile.
Nel corso delle missioni effettuate è stato tuttavia possibile registrare positivi segnali di inversione di tendenza, specie nei comuni capoluogo dove la raccolta differenziata viene da alcuni mesi effettuata con un'ottima risposta da parte dei cittadini. Si tratta, mi sembra, di una dimostrazione implicita del ritardo con cui la gestione dei rifiuti si sta modernizzando: in tale settore, infatti, sembra che le decisioni e gli strumenti arrivino dopo la crescita di sensibilità da parte dei cittadini.
Ulteriori segnali positivi riguardano il maggior controllo del territorio che i diversi organismi dello Stato riescono a mettere in atto in alcune aree campane, in maniera tuttavia ancora insufficiente. A titolo di esempio si evidenzia la situazione dell'agro aversano e del litorale domitio-flegreo, dove sono state finalmente abbattute le attrezzature utilizzate per l'attività estrattiva abusiva da società spesso in contatto con la criminalità organizzata: un'attività che ha determinato nel corso degli anni la creazione dei famosi "laghetti" nei quali, secondo i collaboratori di giustizia, sarebbero stata smaltite in maniera illecita indefinite quantità di rifiuti.
Tale attenzione, peraltro, potrebbe paradossalmente avere anche effetti negativi su altri territori: inchieste della magistratura evidenziano infatti come gli smaltimenti illeciti si stiano propagando in maniera preoccupante ad altre aree del paese, in particolare ai territori confinanti con la provincia di Caserta (Lazio meridionale, Abruzzo e Molise).
A proposito dell'attività dell'autorità giudiziaria, questa Commissione ha dedicato grande attenzione alle indagini poste in essere dalla magistratura campana in merito ai traffici illeciti di rifiuti e alle implicazioni della criminalità organizzata; nella relazione si è inteso da un lato rendere conto di quanto è stato possibile apprendere negli incontri con i magistrati, dall'altro fornire una lettura organica dei diversi livelli di illegalità esistenti e delle condizioni che hanno consentito l'evolversi e il ramificarsi di tali traffici.
Va anzitutto detto che da parte dei magistrati ascoltati in audizione è stata evidenziata l'attuale insufficienza del quadro sanzionatorio nei confronti dei traffici di rifiuti (argomento sul quale si rimanda evidentemente al documento già approvato da questa Commissione in merito all'introduzione del delitto ambientale nel codice penale italiano). Tuttavia va aggiunto che - pur nell'assenza di previsioni di reato specifiche - il codice penale già oggi prevede reati collegati che consentirebbero a chi indaga sui traffici di rifiuti di utilizzare strumenti investigativi (quali le intercettazioni telefoniche o ambientali) che paiono senz'altro necessari.
La criminalità organizzata di stampo camorristico continua ad intervenire in maniera diretta sui traffici illeciti di rifiuti, lucrando notevoli somme di denaro: si tratta di un'affermazione che ha avuto una corale evidenza nel corso delle audizioni e che quindi va assunta in questa relazione. Del resto, sono stati anche i collaboratori di giustizia a illustrare a questa Commissione lo schema di intervento della camorra, nonché una versione storicizzata dei fatti. La criminalità organizzata si pone come terminale del traffico, nel senso che assicura il territorio ove smaltire illecitamente i rifiuti: può fare ciò perché è la camorra stessa a controllare e gestire ogni metro quadro di ampie aree del territorio campano. In particolare la provincia di Caserta presenta zone controllate manu militari dalla criminalità organizzata, che addirittura organizza staffette per pattugliare le strade e attua attività di controllo sulle macchine non conosciute che transitano per quelle vie.
Si tratta evidentemente di una situazione intollerabile, così come è intollerabile che i boss che controllano tali traffici (in particolare il noto Francesco Schiavone, "Sandokan", boss dei casalesi) possano continuare a vivere tranquillamente nei loro domini e a procreare in maniera indisturbata negli ospedali del servizio sanitario nazionale. Si tratta di una dimostrazione di forza criminale contro cui lo Stato deve assolutamente reagire.
Tale controllo legale non va però inteso come occupazione militare, ma come recupero ambientale in senso lato. Devono pertanto essere avviati in tempi rapidi gli studi e i lavori propedeutici alla bonifica del territorio, quale segnale della nuova attenzione che lo Stato intende dare a queste zone. In particolare si ritiene che questa operazione (di grande portata economica) debba essere supportata dallo Stato a livello centrale, intendendola come risarcimento per aree e popolazioni inquinate da rifiuti prodotti principalmente in altre zone del paese.
E' questa la strada che lo Stato deve seguire se intende dare risposte positive alla popolazione di questi territori e contestualmente recuperare alla legalità aree attualmente in mano alla criminalità organizzata: combattere il degrado ambientale avrà effetti positivi anche nella lotta al degrado sociale e per il ripristino della legalità.
Come ho già sottolineato, questa è solo una bozza di relazione; attendo le osservazioni dei colleghi che ritengo preliminari rispetto all'esame formale che avverrà con la presentazione degli emendamenti.
Ho anticipato questa bozza di relazione sulla Campania a quella del collega Lasagna sulla Liguria ed il Piemonte, che cronologicamente avrebbe dovuto essere svolta per prima, in quanto il senatore Lasagna si trova in Cina e non è quindi in condizioni di svolgere la sua relazione.
Comunque, sia la relazione da me svolta sia quella del collega Lasagna verranno formalmente sottoposte all'esame della Commissione. Vi anticipo che tutti i documenti e le relazioni prodotti consentiranno di predisporre una relazione parziale della Commissione al Parlamento, in cui sostanzialmente verrà sintetizzato il suo primo anno d'attività. Come ho ricordato anche nella seduta di ieri, abbiamo molta carne al fuoco e molto lavoro da compiere.
Incardineremo pertanto queste relazioni in Commissione in modo da dar tempo a tutti i commissari di far prevenire le proprie proposte e poi in modo piuttosto celere si procederà all'approvazione di tutto questo materiale, così da giungere alla predisposizione della relazione al Parlamento.
Il seguito della discussione è pertanto rinviato ad altra seduta.
PRESIDENTE. Avverto che la Commissione tornerà a riunirsi martedì prossimo, 19 maggio 1998, alle 12, per ascoltare il comandante dei Carabinieri per la regione Campania ed il comandante provinciale dei Carabinieri di Caserta.
La seduta termina alle 14,45.