CAMERA DEI DEPUTATI - SENATO DELLA REPUBBLICA
COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA
SUL CICLO DEI RIFIUTI E SULLE ATTIVITA'
ILLECITE AD ESSO CONNESSE
9.
SEDUTA DI GIOVEDI' 25 SETTEMBRE 1997
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MASSIMO SCALIA
INDICE
Sulla pubblicità dei lavori. *
Audizione del dottor Alberto Cisterna, sostituto procuratore distrettuale di Reggio Calabria. *
La seduta comincia alle 11,30.
(La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, rimane stabilito che la pubblicità della seduta sia assicurata anche attraverso gli impianti audiovisivi a circuito chiuso.
(Così rimane stabilito).
Audizione del dottor Alberto Cisterna, sostituto procuratore distrettuale di Reggio Calabria.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del dottor Alberto Cisterna, sostituto procuratore distrettuale di Reggio Calabria.
Nel ringraziare il nostro ospite per la sua presenza, gli ricordo che, qualora egli dovesse affrontare argomenti sottoposti ad un regime di riservatezza, potremo procedere in seduta segreta.
Al dottor Cisterna, il quale conosce certamente i compiti e l'ambito di interesse della nostra Commissione, chiediamo di riferirci in generale sulla sua attività, di illustrarci il quadro della situazione, specificando anche se i problemi di coordinamento con le procure ordinarie vengano affrontati in termini che risultino efficaci per lo svolgimento delle indagini. In particolare, poiché a suo tempo la procura di Reggio Calabria ha trasferito alla procura distrettuale antimafia gli atti relativi alle cosiddette navi a perdere, questo induce a ritenere (il dottor Cisterna potrà eventualmente confermarlo) che, nel corso delle indagini condotte dalla procura di Reggio Calabria, siano emersi aspetti rilevanti dal punto di vista del coinvolgimento di associazioni mafiose o similari.
Do ora la parola al dottor Cisterna, chiedendogli di affrontare questi temi, nonché tutti gli altri aspetti su cui vorrà informarci.
ALBERTO CISTERNA, Sostituto procuratore distrettuale di Reggio Calabria. Molte delle affermazioni che mi accingo a rendere hanno natura riservata perché attengono al tema dell'indagine. Questa è, per altro, la prima sede in cui ho modo di esternare i risultati della stessa al di là della sfera prettamente giudiziaria, quindi sia della procura distrettuale di Reggio Calabria sia della Direzione nazionale antimafia che, nella persona del dottor Maritati, aveva seguito anche il coordinamento tra le procure distrettuali e quelle ordinarie. Molti degli argomenti che affronterò - come dicevo - hanno natura riservata.
PRESIDENTE. Le chiedo, allora, di dividere il suo intervento in due parti.
ALBERTO CISTERNA, Sostituto procuratore distrettuale di Reggio Calabria. Certamente; mi soffermerò dapprima sulla parte non riservata delle mie comunicazioni.
Rilevo innanzitutto che sono sorte questioni attinenti ai profili di coordinamento perché l'oggetto stesso dell'indagine, ossia la verifica dell'illiceità di alcuni affondamenti di motonavi avvenuti nel Mediterraneo nel periodo compreso tra il 1976 al 1990, ha determinato l'esigenza di confrontarsi con le competenze per territorio di diverse procure. Infatti, alcune motonavi sono affondate in aree ricadenti nella giurisdizione della procura di Reggio Calabria, altre in siti diversi e comunque sono stati avviati procedimenti penali in varie procure. Ricordo, per esempio, che il procedimento relativo all'affondamento di una di queste motonavi si è già concluso: la procura di La Spezia ha condotto un'indagine che si è chiusa con la condanna degli imputati per una truffa ai danni delle assicurazioni; si tratta peraltro del caso più sospetto nell'ambito di questa indagine, per cui evidentemente gli atti si trovavano tutti in quella sede ed è stato necessario raccoglierli.
PRESIDENTE. Può rivelarci il nome della motonave?
ALBERTO CISTERNA, Sostituto procuratore distrettuale di Reggio Calabria. Si tratta della motonave Rigel.
PRESIDENTE. Se ricordo bene, il suo affondamento si verificò il 21 settembre 1987.
ALBERTO CISTERNA, Sostituto procuratore distrettuale di Reggio Calabria. Sì. Per quanto riguarda questo affondamento, mi soffermerò successivamente su ciò che è stato appurato e sui risultati conseguiti fino a questo momento nel corso dell'indagine.
Come dicevo, sono emerse questioni attinenti ai profili di coordinamento e ricordo che, quando l'indagine è stata trasferita alla procura distrettuale, contestualmente i carabinieri hanno presentato un'informativa di reato nella quale evidenziavano una serie di collegamenti tra la criminalità organizzata calabrese e soggetti che sono risultati coinvolti, per il tramite di alcune società estere, in questa attività di smaltimento di rifiuti tossici o addirittura radioattivi, secondo quanto veniva ipotizzato dalla procura presso la pretura, che ci trasmise per competenza il fascicolo.
I carabinieri di Reggio Calabria - lo ripeto - hanno presentato un'informativa nella quale, tracciando il quadro dei risultati d'indagine pregressi, hanno accertato che soggetti facenti parte della criminalità organizzata ionica della provincia di Reggio Calabria, in parte residenti in territorio tedesco, erano cointeressati all'attività di alcune società tedesche che, per altro aspetto, figuravano nei libri contabili o comunque nella documentazione acquisita nel corso di perquisizioni effettuate nell'ambito dell'indagine relativa all'affondamento delle navi, che interessa più direttamente questa Commissione.
Partendo da tutto ciò, grazie ad alcune collaborazioni (in particolare quella di un cittadino straniero che aveva indicato un tramite diretto di scambio tra soggetti operanti in Germania ed altri operanti in Italia, precisamente nella provincia di Reggio Calabria, nell'ambito di un traffico di armi) e mettendo in correlazione questo dato con quanto emerso da fonti testimoniali acquisite nel procedimento relativo alle motonavi, era emerso sostanzialmente che alcune società tedesche, in particolare una, avvalendosi di alcuni mezzi aerei acquistati dalla ex Unione sovietica, avevano utilizzato taluni piani posti ad una certa altitudine nella provincia di Reggio Calabria, in Aspromonte, per sbarcare armi destinate alla stessa zona. Questa fonte riferiva contestualmente sui tipi di commercio intercorsi, sulla quantità delle armi arrivate e su quale fosse la società interessata.
Il testimone, la cui deposizione è stata acquisita nel processo, poi riunito, relativo alle motonavi, affermava che alcune di esse venivano affondate nello Ionio dove, grazie alla collaborazione della criminalità organizzata locale, l'equipaggio veniva fatto sbarcare, in modo che il sinistro non fosse denunciato e non risultasse alle autorità marittime locali. Quindi, una volta attuato l'affondamento doloso della nave, i membri dell'equipaggio veniva recuperati e rimandati nei rispettivi paesi di origine (si trattava per la maggior parte di stranieri).
Queste due indagini si collegano e ricordo, tra l'altro, che i carabinieri hanno segnalato un episodio che è risultato particolarmente sospetto: mi riferisco alla presenza di un generale della polizia polacca in un paese dell'Aspromonte, davanti alla casa di un pregiudicato ed in presenza di altri pregiudicati. Questo fatto non è stato chiarito: la persona in questione era in compagnia di altro soggetto ritenuto vicino ad elementi criminali reggini in seno stretto, quindi della città di Reggio Calabria. La circostanza della sua presenza in un paese preaspromontano, davanti alla casa di un pregiudicato, non è stata assolutamente chiarita, in quanto la stessa persona si è avvalsa della sua qualifica ed ha affermato che si trovava in quel luogo per caso in veste di semplice accompagnatore della persona che era con lui. Egli è stato poi rilasciato, in quanto non vi era nulla di illegale da imputargli, ed ha fatto rientro nel suo paese.
Credo che questo dato sia stato inserito dai carabinieri nell'informativa perché il SISMI aveva collaborato per molto tempo con gli stessi carabinieri proprio nell'ambito dell'indagine relativa alle motonavi, in quanto la questione era stata evidentemente giudicata rilevante sul piano della sicurezza nazionale. Il SISMI aveva quindi prestato un'attività di collaborazione autorizzata dalla magistratura inquirente, tanto che io stesso ho rinnovato il decreto con cui si chiedeva tale collaborazione, ovviamente per il tramite degli ufficiali di polizia giudiziaria, come prevede la legge.
Quel dato, che fu comunicato dal SISMI ai carabinieri, tendeva ad evidenziare una correlazione tra la presenza di soggetti in qualche modo vicini ad ambienti dell'ex Unione sovietica o comunque dell'area ex comunista e quel traffico di armi, questione che, in base alle fonti di cui ho parlato, si riteneva potesse interessare la fascia ionica della provincia di Reggio Calabria.
D'ora in poi, presidente, mi soffermerò sui risultati delle indagini in senso stretto, che quindi richiedono un regime di riservatezza.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, proseguiamo i nostri lavori in seduta segreta. Dispongo la disattivazione del circuito audiovisivo interno.
(La Commissione procede in seduta segreta).
Riprendiamo i nostri lavori in seduta pubblica. Dispongo la riattivazione del circuito audiovisivo interno.
Nel ringraziare il dottor Cisterna per il contributo offerto ai lavori della Commissione, sottolineo che gli saranno chieste altre informazioni sulle problematiche esposte, anche sulla base dei sopralluoghi che verranno effettuati in Calabria e degli studi che saranno predisposti dai collaboratori tecnici della Commissione.
Avverto che la Commissione tornerà a riunirsi martedì prossimo, 30 settembre 1997, alle ore 18, per ascoltare il presidente dei Consorzi obbligatori, dottor Curzi, ed il presidente dell'Assoambiente, dottoressa Ferrofino.
Comunico infine che, al termine della predetta audizione, è prevista una riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi.
La seduta termina alle 13.