Premessa.
La Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, fin dai primi mesi dal suo insediamento, ha acquisito elementi di conoscenza e documenti interessanti la regione Liguria. Tra gli altri, la Legambiente ed il WWF hanno fatto pervenire un documentato rapporto denominato «Rifiuti connection Liguria», portante una serie di dati su presunti traffici illegali dei rifiuti in Liguria e sulle sue connessioni con altri bacini di utenza posti nelle regioni Piemonte, Lombardia e Toscana. La puntualità ed il dettaglio delle informazioni contenute nel citato rapporto, unitamente agli altri elementi in possesso della Commissione ed ai primi riscontri con le autorità giudiziarie della Regione, hanno indotto la Commissione medesima ad avviare un'approfondita indagine su tutto il territorio regionale.
Al fine di offrire un quadro unitario delle complesse ed articolate situazioni, alcune delle quali hanno generato inchieste e procedimenti di natura penale, sono state deliberate audizioni e visite sopralluogo per verificare l'attuale stato dell'azione dei pubblici poteri in tema di rifiuti, le questioni pendenti aventi riflessi di carattere penale, i comportamenti delle imprese impegnate nel settore, gli impatti sull'ambiente derivanti dalle politiche sui rifiuti e dai comportamenti dei soggetti interessati, gli interessi di natura economica e le eventuali infiltrazioni della criminalità comune ed organizzata nell'affaire rifiuti.
Nel corso dell'indagine, sono emersi collegamenti con alcune questioni riguardanti la regione Piemonte. Infatti, un'importante indagine, avviata dalla procura della Repubblica di Asti, riguardante smaltimenti e traffici di rifiuti nei quali sono implicati amministratori locali, soggetti appartenenti alla pubblica amministrazione ed imprenditori, è stata successivamente trasferita per competenza alla procura della Repubblica di La Spezia. Tali connessioni ed altri elementi hanno consigliato la Commissione a trattare congiuntamente le questioni concernenti le due regioni e ad avviare anche un'indagine per la regione Piemonte.
Per tali ragioni, pur trattandosi di realtà diverse e pur rispettando le specificità di ciascuna regione, la Commissione ha deciso di riferire in unico contesto.
1. Le audizioni e le missioni riguardanti la Liguria.
2. La normativa regionale sui rifiuti.
Complessivamente, dunque, per tutto il territorio regionale, esistono n. 14 discariche autorizzate ed un solo inceneritore. Sono previsti altre 10 discariche ed altri 4 inceneritori. Manca un monitoraggio degli impianti abusivi.
3.2. Rifiuti speciali ospedalieri.
3.4. Rifiuti speciali, tossici e nocivi.
di Vado Ligure), vi sarà una discarica che accoglierà le ceneri ENEL di Savona e di Genova (sita nel comune di Borghetto Santo Spirito, in località Cava Fazzari) ed un inceneritore di rifiuti speciali ospedalieri sia per il bacino di Savona che della Valle Bormida. La cava Fazzari di Borghetto Santo Spirito è stata oggetto di sequestro per rinvenimento di fusti tossici e nocivi, e si è provveduto alla messa in sicurezza del sito tramite intervento della prefettura.
Nel bacino ottimale di Imperia saranno collocate una stazione di concentrazione e di pretrattamento (sita nell'area industriale del comune di Imperia) ed una linea di caricamento di rifiuti speciali ospedalieri da installare nell'impianto di incenerimento di rifiuti solidi urbani di S. Remo. Infine, nel bacino ottimale di La Spezia, oltre ad una stazione di concentrazione e pretrattamento (sita nell'area industriale della Val di Magra), troveranno collocazione due discariche, rispettivamente per ceneri ENEL (sita nel comune di Carro, località Costa le Gruzze) e per scarti della lavorazione del marmo (sita nel comune di Castelnuovo Magra, in località Cava Filippi) ed una di tipo 2B. È prevista anche, per il bacino ottimale di La Spezia, una linea di caricamento di rifiuti speciali ospedalieri da installare nell'impianto di incenerimento di rifiuti solidi urbani di Arcola.
Era inoltre prevista una piattaforma integrata regionale di trattamento di inertizzazione con annessa discarica di smaltimento di tipo 2B per rifiuti inertizzati: non era indicata la localizzazione di tale piattaforma. Si deve osservare che non è più prevista la realizzazione della piattaforma, a seguito della decadenza della legge n. 47 del 1987 e viste le limitate quantità di rifiuti industriali prodotte in Liguria, secondo i dati delle dichiarazioni annuali pervenute, che possono essere smaltite nelle regioni limitrofe.
Come detto, i dati sopra riportati sono stati tratti dal piano di organizzazione dei servizi di smaltimento. Relativamente alla sola provincia di La Spezia, tale piano è stato modificato con la deliberazione del consiglio regionale n. 21 del 7 marzo 1995. Si riportano qui di seguito le più significative novità adottate con tale ultima delibera.
Il territorio provinciale è stato suddiviso in tre ambiti: A (La Spezia e comuni limitrofi), B (riviera spezzina), C (Val di Vara) e sono stati previsti i seguenti nuovi impianti:
2 impianti di pretrattamento RSU localizzati ad Arcola e Borghetto;
2 discariche nel comune di La Spezia (Val di Bosca) e di Borghetto (località Bosco di Checco).
4. L'attività di inchiesta dell'amministrazione regionale.
meramente ricognitivi e con i limiti connessi (vi è un monitoraggio di tutti gli impianti esistenti), non appare avere fornito elementi utili per una puntuale denuncia delle situazioni a rischio, né per la regolarizzazione delle situazioni contra legem. La commissione speciale ha riconosciuto i limiti dell'indagine, dovuti a vastità del campo di indagine, a ristrettezza dei tempi a disposizione per il lavoro, alla mancanza di mezzi di gestione informatizzata, della vasta mole di dati forniti dal servizio ambiente e dagli organismi esterni, all'impossibilità di attivare consulenze, all'insufficienza di personale adeguato alla rilevanza del compito. Essa, tuttavia, ha fornito i seguenti dati:
le discariche di rifiuti urbani nella regione ammontano a 24, di cui:
3 autorizzate con DPGR ai sensi dell'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1982;
15 autorizzate dal sindaco ai sensi dell'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1982;
6 autorizzate dalla GR ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1982. Queste ultime sono le discariche di:
Tribogna in località Rio Marsiglia;
Riccò del Golfo in località Vallescura*;
Magliolo in località Casei*;
Vado Ligure in località Boscaccio;
Savona in località Cima Montà*;
Imperia in località Ponticelli*.
Le discariche contrassegnate con il segno (*) sono insufficienti a far fronte razionalmente alle esigenze di smaltimento della regione, con conseguente aggravio dei costi di smaltimento e lievitazione degli stessi in regime di monopolio, che alimentano fenomeni di eco-business (costo oltre 250 lire/kg).
È da notare che il richiamo alle disposizioni di cui all'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1982 non sta ad attestare la regolarità degli impianti, ma piuttosto il riconoscimento da parte delle autorità regionali di situazioni di emergenza da tollerare più che da disciplinare.
Ed infatti, ben diciotto delle ventiquattro discariche sono regolamentate da ordinanze contingibili ed urgenti, più volte reiterate per brevi periodi di tempo e senza alcun indicazione per una normalizzazione a regime. Caso eclatante è la discarica di Monte Scarpino di Genova (*). Solo cinque discariche sono a norma di legge. Negli ultimi anni numerose piccole discariche incontrollate sono state chiuse e si rendono necessarie operazioni di bonifica.
L'alternativa dello smaltimento per incenerimento è impraticabile, in quanto i due inceneritori di GE-Volpara ed Arcola-Boscalino sono chiusi in attesa di adeguamento al decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1982. Inoltre, l'inceneritore di Val Bisagno non è più previsto dal piano regionale di smaltimento ed è stato disattivato.
Per contro sono state rilasciate autorizzazioni per:
11 discariche di speciali;
11 stoccaggi provvisori e trattamento di speciali;
8 rottamatori di rifiuti speciali;
5 rottamatori di rifiuti pericolosi;
4 impianti di incenerimento di speciali;
l'impianto di incenerimento di rifiuti pericolosi;
10 stoccaggi provvisori di rifiuti pericolosi in conto terzi;
16 stoccaggi provvisori di rifiuti pericolosi in conto proprio;
1 impianto di trattamento di rifiuti pericolosi;
3 progetti approvati per stoccaggio provvisorio di rifiuti pericolosi;
11 inceneritori di rifiuti ospedalieri;
25 impianti di RSU;
Il proliferare dei provvedimenti (postumi) di autorizzazione delle discariche abusive esistenti sulla base del monitoraggio effettuato dalla commissione d'inchiesta denuncia, indubbiamente, che per moltissimi anni il territorio ligure è stato governato in carenza di adeguati controlli nel settore. Questa Commissione confida che, sulla scorta delle conoscenze ora acquisite, l'attività di controllo da parte della regione e degli enti locali sia più rispondente alle emergenze emerse ed ad una programmazione degli interventi, che tenga conto anche del gravissimo stato di degrado del territorio regionale.
5.
Soggetto Gestore | Sede impianto | Tipologia impianto | Tipologia rifiuti | Potenzialità | Provenienza rifiuti | No delibera aut. gestione | Scadenza | Note |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
SISTEMI
AMBIENTALI S.p.A. | Loc. Pitelli
La Spezia | Inceneritore | Ospedalieri + altri speciali | 1100 t/a | Prodotti da terzi | 250 del 18/1/91 | ||
IGAM s.r.l.
| Loc. Sereghè
Isola del Cantone (GE) | Tratt. biologico e chimico-fisico Stocc. provv. | emulsioni oleose, acque di lavaggio | 12.000 t/anno | Prodotti da terzi | 3992 del 4/8/88 | ||
ECOLOGITAL s.r.l.
| Via Wagner
Genova | Tratt. biologico e chimico-fisico. Stocc. provv. | solidi, liquidi e fanghi organici e inorganici | 30.000 t/anno liquidi 8.000 t/anno solidi e fanghi | Prodotti da terzi | 4764 del 30/10/90 | ||
I.L.S.O.D. s.a.s.
| Villanova d'Albenga (SV)
| Tratt. finalizzato al recupero delle argille e degli oli e stocc. provv. | terre da decolorazione e filtrazione oli e grassi alimentari, sanse | 4.000 t/anno | Prodotti da terzi | 3879 del 6/9/90 | ||
GIGRA di Piombo
Fausto | Campoligure (GE)
| Trattamento di elettrodeposizione galvanica e stocc. provv. | liquidi sviluppo, fissaggio, stampa e fotolitografici.
Oli alimentari esausti | 500 m3anno
500 m3/anno | Prodotti da terzi | 3604 del 8/8/90 modificata con la n. 759 del 12/3/93 e 6351 del 23/12/93 | ||
ECO-TRE di Zerega
Graziella | loc. Quartaie, 8
Comune di Cicagna (GE) | Tratt. di evaporazione, condensazione, resine, ossidanti e stocc. provv. | bagni esausti da laboratori fotografici e radiografici | 3.000 l/giorno | Prodotti da terzi | 671 del 3/3/93 | ||
BOSSARINO s.r.l.
| Vado Ligure (SV)
| Discarica 2B | rifiuti speciali non tossici o nocivi | 700.000 m3 residui | Prodotti da terzi | 4777 del 16/10/92 rettificata con la n. 313 del 4/2/93 e modificata con la n. 3698 dell'11/6/93 | ||
SISTEMI
AMBIENTALI S.p.A. | Loc. Pitelli
La Spezia | Discarica 2B | Rifiuti speciali | 320.000 m3 | Prodotti da terzi | 250 del 18/1/1991 | ||
D.R.I. PAGLIARI
s.r.l. | Loc. Saturnia
La Spezia | Discarica 2B | Ceneri ENEL e alcune tipologie di speciali non T.N. | 900.000 m3 | Prodotti da terzi | 3141 del 23/7/93 |
Azienda o Ente | Sede impianto | Tipologia impianto | Tipologia rifiuti | Potenzialità | Provenienza rifiuti | No delibera aut. gestione | Scadenza | Note |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
ECOBONIFICHE
S.p.A. | Loc. ex Cava Filippi
Castelnuovo Magra (SP) | Discarica 2B | Fanghi e pezzame lavorazioni lapidee | 635.000 m3 | Prodotti da terzi | 4268 del 18/9/92 | ||
ROSSETTI G. & C.
S.n.c. | Località
Costa Cavaggino Rapallo (GE) | Discarica 2A | Rifiuti inerti | 20.000 m3 | Prodotti da terzi | 395 del 31/1/91 | ||
DALL'O' S.r.l.
| Località Curagnata
Cairo Montenotte (SV) | Discarica 2A | Rifiuti inerti | 70.000 m3 | Prodotti da terzi | 4860 del 18/10/91 | ||
IMMOBILIARE
COLLI S.r.l. | Località Colli
Taggia (IM) | Discarica 2A | Rifiuti inerti | 1,5 milioni m3 | Prodotti da terzi | 1295 del 31/3/92 | ||
SEPOR S.r.l.
| Porto Mercantile
di La Spezia | Stoccaggio provvisorio e trattamento | Acque nere, oleose e di sentina emulsioni oleose | tratt. = 15 m3/anno
stocc. = 510 m3 | Prodotti da terzi | 5386 del 20/11/92 | ||
CRESTA LUISA &
C. S.n.c. | Via Carnia, 91 r.
Genova | Stoccagio provvisorio | Rifiuti inerti | 20 m3 max. istantaneo | Prodotti da terzi | 1576 del 30/4/93 | ||
UCOVICH S.r.l.
| Via al Santuario N.S.
della Guardia - Genova | Stoccaggio provv. e trattamento | Fusti metallici ex contenitori oli minerali | 60.000-80.000 fusti | Prodotti da terzi | 1434 del 23/4/93 | ||
ECORICICLO S.r.l.
| Str. Pubblico
Macello, 20 Sanremo (IM) | Stoccaggio provvisorio | Oli vegetali esausti Oli minerali esausti Liquidi anilinici Morchie e vernici secche Fanghi di depurazione Contenitori vuoti | 4 m3 10 m3 10 m3 10 m3 10 m3 30 m3 | Prodotti da terzi | 5050 del 25/10/91 |
Soggetto Gestore | Sede impianto | Tipologia impianto | Tipologia rifiuti | Potenzialità | Provenienza rifiuti | No delibera aut. gestione | Scadenza | Note |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
ex U.S.L. 10
| Ospedale Celesia
GE Rivarolo | Inceneritore | Osp. | 200 kg/h | Conto proprio | 5874 del 30/12/86 modificata con la n. 4780 del 27/6/94 | ||
Ospedale Galliera
| Genova
| Inceneritore | Osp. | 1200 kg/giorno | Conto proprio | 2556 del 16/6/89 modificata con la n. 1082 dell'11/3/94 | ||
Istituto G. Gaslini
| Genova
| Inceneritore | Osp. | 1000 kg/giorno | Conto proprio | 4453 dell'8/9/88 modificata con la 5833 del 18/12/92 | ||
ex U.S.L. 19
| Ospedale
di S. Andrea (SP) | Inceneritore | Osp. | 500 kg/giorno | Conto proprio | 872 del 1/3/91 | ||
ex U.S.L. 19
| Ospedale
di Felettino (SP) | Inceneritore | Osp. | 1000 kg/giorno | Conto proprio | 873 del 1/3/91 | ||
Comune di Genova
| Cimitero di Staglieno
| Inceneritore | Cimiteriali | 165 kg/h | Conto proprio | 218 del 31/1/92 modificata con la n. 5156 del 15/7/94 | ||
3M ITALIA S.p.A.
| Cairo Montenotte
(SV) Loc. Baraccamenti | Discarica 2B | fanghi di processo | 10.000 m3 | Conto proprio | 1146 del 15/3/91 | ||
3M ITALIA S.p.A.
| Cairo Montenotte
(SV) Loc. Prà Sottano | Discarica 2B | Rifiuti solidi | 11.000 m3 max | Conto proprio | 4030 del 4/8/88 | Chiesto amplia- mento | |
COGEFAR S.p.A.
| Loc. Fossarelli
Costarinera (IM) | Discarica 2A | Rifiuti inerti | 300.000 m3 | Conto proprio | 4378 del 12/10/90 | Scaduta non esaurita | |
AGRIMONT S.p.A.
| Cairo Montenotte
(SV) Loc. S. Giuseppe | Discarica dedicata | Rifiuti speciali inerti, fanghi palabili etc. | 10.000 m3 | Conto proprio | 4563 del 3/10/91 | 30/6/2001 | |
FUNIVIARIA ALTO
TIRRENO S.p.A. | Cairo Montenotte
(SV) Loc. Bragno | Discarica dedicata | polverino di carbone, materiali derivanti dalla pulizia di vagoni ferroviari, inerti | 5.000 m3 | Conto proprio | 2183 del 14/5/92 |
Soggetto Gestore | Sede impianto | Tipologia impianto | Tipologia rifiuti | Potenzialità | Provenienza rifiuti | No delibera aut. gestione | Scadenza | Note |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
DELIA s.r.l.
| Loc.
Isorelle Savignone | Stoccaggio provvisorio | liquidi fanghi solidi solventi esausti da verniciatura e acque cabine verniciatura | 15 t 10 t 18 t | Prodotti da terzi | 1148 del 15/3/91 1936 del 30/4/92 modificate con la n. 2278 dell'11/6/93 | 15/3/2001 | |
ECORICICLO S.r.l.
| Strada Pubblico
Macello, 20 Sanremo (IM) | Stoccaggio provvisorio | batterie al piombo Solv. e diluenti es. Residui lavanderie Contenitori T/F Pastiglie freni e frizione Farmaci e medicinali scaduti Pile esauste | 15 m3 6 m3 10 m3 8 m3
7 m3 15 m3 10 m3 | Prodotti da terzi | 5050 del 25/10/91 | 15/3/2001 | |
F.I.D.ECO. s.r.l.
| Via alla Ferriera, 2
Genova/Pontedecimo | Stoccaggio provvisorio | tossici e nocivi | 145 t | Prodotti da terzi | 1147 del 15/3/90 modificata con la n. 1667 del 7/5/93 | ||
ROCHEM
CHEMICALS & EQUIPMENT s.r.l. | Lungobisagno
d'Istria, 14 r. Genova | Stoccaggio provvisorio | tossici e nocivi | 17 t | Prodotti da terzi | 1123 del 15/3/91 | 31/3/2001 | |
SISTEMI
AMBIENTALI S.P.A. | Loc. Pitelli -
La Spezia | Inceneritore | Rifiuti solidi e liquidi | 1.500 t/a | Prodotti da terzi | 250 del 18/1/91 |
Soggetto Gestore | Sede impianto | Tipologia impianto | Tipologia rifiuti | Potenzialità | Provenienza rifiuti | No delibera aut. gestione | Scadenza | Note |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
3M ITALIA
| Via della Libertà, 57
fraz. Ferrania CAIRO MONTENOTTE (SV) | Stoccaggio provvisorio | miscela solv. organ. (acquosa) miscela solv. organ. (non acquosa) | 130 m3
50 m3 | Conto proprio | 5315 del 13/11/1992 | 31/12/2002 | |
ACNA CHIMICA
ORGANICA S.p.A. | Cengio
| Stoccaggio provvisorio | scarti lavorazione | Conto proprio | 2611 del 6/6/1991 | 31/3/2001 | ||
ACNA CHIMICA
ORGANICA S.p.A. | Cengio (SV)
| Stoccaggio provvisorio | scarti lavorazione | Conto proprio | 4535 dell'8/9/1988 e 4643 del 21/9/1988 | |||
BOERO COLORI
S.r.l. | Via Molassana, 60
GENOVA | Stoccaggio provvisorio | vernici obsolete acque cabine verniciatura solventi esausti sacchi materie prime | 30 t.
20 m3 60 t. 6 t. | Conto proprio | 1899 del 26/4/1991 | 31/3/2001 | |
CISTEL S.p.A.
| Via Pillea, 8
GENOVA | Stoccaggio provvisorio | cloruro rameico morchie per clorotene fanghi di risulta | 9 m3
12 t. 8 mc 7,5 t. | Conto proprio | 1028 dell'8/3/1989 | ||
ELSAG BAILEY
S.p.A. | Via G. Puccini, 2
GENOVA | Stoccaggio provvisorio | rifiuti liquidi (petrolio esausto e freon TF esausto) | 10 m3 | Conto proprio | 562 del 18/2/94 | 31/3/2001 | |
ENEL S.p.A.
| Centrale
Termoelettrica di LA SPEZIA Via Valdilocchi, 32 | Stoccaggio provvisorio | PCB Solventi clorurati Residui contaminati da PCB Residui contenenti amianto | 0.5 t. 0.5 t. 0.5 t
10 t. | Conto proprio | 3036 del 16/7/93 | 1/7/2003 | |
ENEL S.p.A.
| Ponte S. Giorgio
Porto GENOVA | Stoccaggio provvisorio | residui amianto accumulatori al piombo batterie ricaricabili e pile solventi organici esausti solv. org. clorurati esausti, lampade, relè, ecc. contenenti mercurio | 40 mc.
0,710 mc. 0,300 mc. 0,480 mc. 0,240 mc. 0,480 mc. | Conto proprio | 852 del 19/3/1993 1495 del 25/3/1994 | 1/3/2003 |
Soggetto Gestore | Sede impianto | Tipologia impianto | Tipologia rifiuti | Potenzialità | Provenienza rifiuti | No delibera aut. gestione | Scadenza | Note |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
ENEL S.p.A.
| Via A. Diaz, 128 -
VALLEGGIA DI QUILIANO VADO LIGURE (SV) | Stoccaggio provvisorio | PCB solventi clorurati residui contenenti PCB residui cont. amianto batterie ricaricabili e pile solv. org. es. non clorurati lampade, relè, ecc. contenenti mercurio | 0,25 t. 0,480 mc.
0,25 t. 8 t. 0,300 mc. 0,480 mc. 0,240 mc. | Conto proprio | 853 del 19/3/1993 7814 del 11/11/1994 | 1/3/2003 | |
F.LLI TASSANI
S.p.A. | Via al Santuario N.S. della Guardia, 44
GENOVA/Bolzaneto | Stoccaggio provvisorio | rifiuti provenienti da vernici e smalti fango essicato (idropittura) solventi (nafta da carbone) | 20 m3 6 t.
19 m3 | Conto proprio | 1385 del 5/4/1991 3328 del 10/7/1992 | 30/6/2002 | |
FONDERIE
E OFFICINE SAN GIORGIO S.p.A. | Via G. Ratto, 27
GENOVA/Prà | Stoccaggio provvisorio | fanghi (polveri di recup.) batterie al piombo esauste |
30 m3 1,5 t. | Conto proprio | 3034 del 19/6/1991 | 30/6/2001 | |
INDUSTRIE
AERONAUTICHE E MECCANICHE RINALDO PIAGGIO S.p.A. | FINALE LIGURE
(SV) | Stoccaggio provvisorio | scarti lavorazione | Conto proprio | 1730 del 19/4/1991 modificata con la n. 1356 del 16/4/93 | 31/3/2001 | ||
ATTILIO
CARMAGNANI «AC» S.P.A. | Via Reggio 2
GENOVA | Stoccaggio provvisorio | slops da lavaggi serbatoi e tubazioni | 50 mc. | Conto proprio | 6921 del 7/10/1994 | 31/12/1997 | |
NORD
ELETTRONICA S.p.A. | loc. Isolagrande
ALTARE (SV) | Stoccaggio provvisorio | soluzione cuproammoniacale cloruro di metilene esausto liquido incisione acida bagno esausto pulizia chimica | 25 t. 20 m3
1 t. 35 t. 2 t. | Conto proprio | 3993 del 4/8/1988 | ||
R. PIAGGIO S.p.A.
| Via Cibrario, 4
Genova | Stoccaggio provvisorio | scarti lavorazione | Conto proprio | 2700 del 12/6/92 | 30/6/2002 | ||
SUPERBA S.r.l.
| Via Multedo
di Pegli, 15 GENOVA | Stoccaggio provvisorio | slops | 100 t. | Conto proprio | 5314 del 13/11/92 | 13/11/1997 |
6. Valutazioni conclusive sullo stato degli impianti.
6.2. Siti contaminati e piano di bonifica (ai sensi del decreto ministeriale 16 maggio 1989).
la mancanza di inceneritori di rifiuti pericolosi conto terzi autorizzati. Un aggravamento sembra da addebitare anche alla chiusura, disposta dalla magistratura, del forno malfunzionante ed inquinante della Fumeco di Tovo S. Giacomo: forno che era anche divenuto centro di traffico illegale di rifiuti sanitari e pericolosi. All'attualità, secondo le conoscenze cui la Commissione è pervenuta direttamente, lo smaltimento dei rifiuti sanitari di ospedali e cliniche avviene, tranne le eccezioni di alcuni ospedali (Celesia, Gaslini, Galliera, Felettino), fuori della regione. Ciò anche a causa del mancato rilascio da parte della regione delle autorizzazioni richieste per l'installazione di nuovi impianti.
6.5. Rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.
7. La discarica di Pitelli (La Spezia).
8. Le analisi e l'azione delle associazioni ambientaliste.
si configura in Liguria, al di là delle peculiarità territoriali, sembra essere un unico sistema integrato, con forti analogie e canali di interrelazione». Ma, anche a prescindere dalle possibili ipotesi della presenza di fattispecie di natura penale, l'associazionismo ligure appare preoccupato per le gravissime aggressioni al territorio che derivano dagli impianti che trattano rifiuti. Documentano, in dettaglio, la situazione delle varie province nel modo che segue.
Nella provincia di La Spezia, la rete delle oltre 15 discariche - autorizzate e non - e delle 35 cave individuate nel territorio provinciale ha provocato, e sta provocando, un grave dissesto idrogeologico ed un progressivo inquinamento dei fiumi Magra, Vara, Durasca e delle falde acquifere (Fornola), da dove viene emunta l'acqua potabile per la città di La Spezia e per i centri rivieraschi del Golfo dei Poeti e delle Cinque Terre.
La causa di tali disastri ambientali viene indicata dalla presenza di attività criminali di tipo mafioso nei settori dello smaltimento e dell'attività estrattiva. A conforto di tale assunto, vengono portate ad esempio le vicende legate alle discariche del comprensorio spezzino, quali la discarica consortile di Vallescura (oggi riattivata nonostante i ripetuti interventi della magistratura, alla cui gestione sono interessate ditte quale la Contenitore Trasporti di Orazio Duvia, più volte indagata per reati connessi all'ambiente); la discarica di Pitelli, in ordine alla quale un incidente probatorio è finalizzato a verificare l'ipotesi di disastro ambientale; la vasca di stoccaggio provvisorio di Bosco di Checco, oggetto di allarmati rapporti da parte del Corpo forestale dello Stato; la discarica di Monte Montada, che forma oggetto di procedimento penale per ipotesi di falso, abuso ed omissione di atti d'ufficio nei confronti di amministratori e dirigenti del comune di La Spezia. Vengono anche richiamate le vicende delle discariche di Val Bosca, Saturnia e Monte Santa Croce, tutte implicate in indagini da parte del Corpo forestale e della magistratura spezzina.
Il filone che lega tutte le inchieste sulle gestioni delle varie discariche di La Spezia sarebbe, secondo le associazioni ambientaliste, il collegamento tra società operanti in Liguria e soggetti appartenenti a gruppi camorristici campani fatti oggetto di provvedimenti giudiziari per i fatti che hanno riguardato la «rifiuti connection» della zona di Caserta (la vicenda giudiziaria, da inquadrarsi nell'ambito della cosiddetta operazione Adelphi, risale al 1993 ed ha visto implicato, tra gli altri, Ferdinando Cannavale, titolare della società Transfermar, il cui pacchetto azionario è, per il cinquanta per cento, detenuto dalla società Contenitori Trasporti di Orazio Duvia).
I dettagli tra le varie implicazioni e gli intrecci di interessi che legano le varie imprese che operano nel settore, con i loro asseriti collegamenti con organizzazioni appartenenti alla criminalità di stampo mafioso, formano oggetto di indagine e di approfondimenti da parte della magistratura inquirente.
9. Le principali indagini sul ciclo dei rifiuti in Liguria.
9.1. Le infiltrazioni della criminalità organizzata.
9.2. Le responsabilità della pubblica amministrazione.
9.3. L'attività dell'autorità giudiziaria.
9.4. Gli altri episodi di illeciti nel ciclo dei rifiuti.
rifiuti nella regione Piemonte. In particolare concentrò la propria attenzione su: le gravi compromissioni all'ambiente causate dalle irregolarità registrate nel trattamento di rifiuti tossico-nocivi derivanti dalla produzione di coloranti nell'area della ex Interchim di Ciriè (Torino); l'impianto di compostaggio dei rifiuti sito nel comune di Novara e le complesse vicende giudiziarie connesse alla sua realizzazione con i fondi pubblici in relazione al suo mancato funzionamento; lo stoccaggio e l'incenerimento di rifiuti speciali e tossico-nocivi da parte della società Ecolibarna operante nel comune di Serravalle Scrivia (Alessandria), nonché la situazione connessa al recupero dell'area.
L'anticipata conclusione di quella legislatura impedì il prosieguo dell'indagine sulle altre situazioni di allarme esistenti nella regione, nonché di seguire gli sviluppi delle inchieste già avviate.
Con l'insediamento di questa Commissione d'inchiesta che, sia pure rinnovata e potenziata (da monocamerale in bicamerale), si colloca per esplicita volontà del Parlamento in una linea di continuità con quella operante nella passata legislatura, l'indagine ha avuto nuovo impulso e sono stati effettuati ulteriori approfondimenti. Peraltro, poiché da alcune situazioni di particolare rilievo, e dallo stato di alcuni procedimenti giudiziari, sono scaturite connessioni con questioni interessanti anche la regione Liguria, la Commissione, pur rispettando la specificità delle due realtà territoriali, ha deciso di riferirne nel medesimo contesto.
10. L'attività conoscitiva della Commissione.
10.1. Le audizioni e le missioni riguardanti il Piemonte.
smaltimento rifiuti e risanamento atmosferico, ed Agata Milone, dirigente del settore rifiuti della regione), del rappresentante dell'Unione industriali di Torino, Massimo Settis, del sostituto procuratore della Repubblica presso la procura circondariale di Torino, Cesare Parodi, del sostituto procuratore della Repubblica di Novara, Marina Caroselli, del direttore di Legambiente del Piemonte, Attilio Tornavacca, e del responsabile regionale di Ambiente e/è vita del Piemonte, Franco Bosco.
La Commissione ha, inoltre, acquisito, nel corso di questo primo scorcio di legislatura, numerosi documenti relativi a specifiche questioni regionali, atti di polizia giudiziaria e provvedimenti giudiziari. Sono pervenute anche istanze e denunce di associazioni ambientaliste, riguardanti particolari questioni di interesse regionale. È stata acquisita ed ha formato oggetto di esame la normativa regionale in tema di rifiuti, con i provvedimenti amministrativi di attuazione.
11. Le normative regionali e lo stato di attuazione. L'azione delle pubbliche amministrazioni.
11.1. La normativa sui rifiuti nella regione Piemonte.
11.2. La mappa degli impianti in Piemonte e l'azione programmatoria dell'amministrazione regionale.
11.2.1. Gli impianti - Discariche per i rifiuti solidi urbani.
l'impianto di riciclaggio «Consorzio Alessandrino» di Castelceriolo (capacità di 150 t/d) è avviato, con frazione organica raccolta separatamente nell'alessandrino ed in altri territori regionali;
l'impianto di termodistruzione «CONSERVCO» di Mergozzo (capacità complessiva prevista 240 t/d) ha in fase di collaudo le prime due linee ristrutturate per una potenzialità di 120 t/d (terza linea da realizzare);
l'impianto di termodistruzione del comune di Vercelli (capacità complessiva prevista 225 t/d) ha le linee 2 e 3 ristrutturate ed in fase di collaudo, per una capacità totale di 150 t/d, mentre la linea 1, non funzionante, è da ristrutturare;
l'impianto «Thermoselect» (potenzialità nominale di 4,2 t/h, funzionante a 2 t/h, come riscontrato in occasione di controlli effettuati dall'ARPA, dipartimento provinciale di Novara, nel maggio 1997) è privo di autorizzazione della regione Piemonte ed ha richiesto una lunga fase di messa a regime. Il suo esercizio, comunque, pone seri problemi, come è stato evidenziato in esito ai suddetti controlli.
È, inoltre, in fase di avviamento l'impianto di trattamento e di valorizzazione del secco-leggero del consorzio chierese, per una potenzialità complessiva di 6.000 t/anno.
Complessivamente, al 31 agosto 1996, risultano operanti, in costruzione o solo autorizzati 15 impianti di compostaggio di grandi dimensioni, che ricevono fanghi urbani, frazione verde e rifiuti agro-alimentari, per una potenzialità complessiva superiore alle 250.000 t/anno. Vi sono, infine, ulteriori impianti di compostaggio di piccole dimensioni (complessivamente otto) con potenzialità inferiore alle 1.000 t/anno.
Per una più completa descrizione delle discariche autorizzate operanti sul territorio regionale, si allegano tre tabelle tratte dal piano regionale dei rifiuti della regione Piemonte (BUR Piemonte n. 38 del 29 settembre 1997, III supplemento speciale) (allegati 1, 2, 3).
11.2.2. La raccolta differenziata.
ottemperanza ai decreti ministeriali del 30 dicembre 1989 e del 31 ottobre 1991, concorrendo nella misura massima del 50 per cento alle spese di investimento per la realizzazione di impianti e servizi finalizzati all'utilizzo ed alla commercializzazione dei materiali derivanti dalla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e rifiuti urbani pericolosi. In totale, i contributi previsti dal Ministero ammontano a lire 6.273.510.000; tali somme tuttavia, per la gran parte, non risultano disponibili, per cui molte iniziative progettuali sono avviate solo in parte o non sono neppure iniziate, mentre altre sono state terminate nonostante i contributi non siano stati erogati. La regione Piemonte, dal canto suo, ha erogato con cadenza annuale, dal 1988 al 1995, l'importo totale di lire 14.335.418.000, con il quale sono stati finanziati ben 107 progetti presentati da aziende e consorzi piemontesi.
La regione Piemonte, nell'ambito del «Programma triennale per la tutela ambientale 1994-1996», ha previsto degli interventi che riguardano, complessivamente, la costruzione di 10 impianti, fra i quali alcune aree attrezzate, impianti di compostaggio e trattamento della frazione verde, un impianto di trattamento e selezione RSU e RUP, ed un impianto di trattamento e selezione dei contenitori in plastica. Tanto risulta dal prospetto che segue:
Strutture a servizio della raccolta differenziata finanziate dalla regione Piemonte
BACINO | SOGGETTO | TIPOLOGIA DEL PROGETTO | NOTE | ||
---|---|---|---|---|---|
Area Attrezzata | Stazione Conferimento | Località | Tipo di finanziamento (oltre a quello regionale) | ||
1 | ASPAN Verbania Con. Serv. V.C.O.
| 1 | Mergozzo | Finanziamento nazionale | |
2 | AMSNU Novara
| 1 | Novara | ||
5 | CONSORZIO OVADESE
| 1 | Novi Ligure | ||
6
| AMNU Alessandria
| 1 | Castelceriolo | Finanziamento nazionale | |
CONSORZIO CASALESE
| 1 | Casale | Finanziamento nazionale | ||
7
| CONSORZIO ASTIGIANO
| 1 | Asti | Finanziamento nazionale | |
ASP Asti
| 1 | Asti | |||
8 | CONSORZIO ALBA-BRA
| 1
| 3 | Sommariva Perno Montà, Canale, Monticello | Monticello finanziata dal Consorzio |
9 | C.M. ALTA LANGA MONTANA
| 1 | Gissone | Finanziamento CEE | |
11
| CONSORZIO FOSSANESE
|
|
| Revoca del contributo | |
CONSORZIO SALUZZESE
| Revoca del contributo | ||||
12
|
ACEA Pinerolo | 1*
|
3 | Pinerolo Angrogna, Rorà, Villar Pellice |
|
14 | CONSORZIO TO-SUD
| 1 | Moncalieri | ||
15
| CIDIU Collegno
| 1 <>
| 1 |
Collegno | |
16
| CONSORZIO TO-NORD
| 2 | Non ancora definite | ||
ASM Settimo
| 1 | Settimo | Finanziamento nazionale | ||
17
| AUDI Ivrea
| 1 | Ivrea | Finanziamento nazionale | |
CONSORZIO CANAVESANO
| 1 | Rivarolo | Finanziamento nazionale |
Nell'ambito degli interventi riservati agli enti pubblici è previsto, inoltre, un progetto di compostaggio dei rifiuti ad elevata natura organica, per una potenzialità di 25.000 t/anno, da realizzarsi nella provincia di Asti e presentato dal consorzio di smaltimento astigiano. Sono, ancora, previsti un insieme di interventi riguardanti le strutture di servizio della raccolta differenziata interessanti, in particolare, le comunità montane, in quanto contemplano la realizzazione di:
quattro aree attrezzate per lo stoccaggio e la valorizzazione dei materiali recuperati a servizio di più comunità montane;
ventotto stazioni di conferimento a servizio comunale o sovracomunale: al riguardo si rinvia alla tabella di cui all'allegato n. 5.
11.3. Riepilogo della situazione delle strutture a servizio della raccolta differenziata.
l'impianto per il trattamento e la selezione dei contenitori in plastica del CIDIU di Collegno, l'impianto di trattamento e selezione dei RUP e dei rifiuti ingombranti previsto dalla città di Torino, e gli interventi per il trattamento dei RSA e degli ingombranti previsti nell'ambito del regolamento CEE 2081/93 per il verbano, l'ovadese e la provincia di Torino.
Al 30 giugno 1997, la situazione delle discariche di prima categoria per RSU autorizzate è quella che risulta nella tabella allegata n. 6.
La regione Piemonte fa notare che la necessità di discariche di servizio all'anno 2001 è sostanzialmente indipendente da quelle attualmente esistenti e dalle loro capacità residue, anche perché destinate ad esaurirsi o quasi entro tale data. Tiene, comunque, fermo l'impegno a far rispettare il criterio secondo cui ogni discarica di servizio che verrà progettata o proposta dovrà possedere una capacità sufficiente per almeno 7-8 anni di conferimento degli scarti del bacino.
11.4. Ripartizione degli ambiti territoriali e di bacino in Piemonte.
2) realizzazione della terza linea di incenerimento dell'impianto di Mergozzo. Attualmente l'inceneritore, con recupero energetico, ha una potenzialità nominale di progetto di 36.000 t/a di RSU indifferenziato, con un potere calorifico inferiore (PCI) medio di 1.800 kcal/kg; tale potenzialità corrisponde ad una capacità nominale massima di trattamento di 21.600 t/a di frazione combustibile preselezionata avente un PCI di 3.000 kcal/kg. Con il completamento della terza linea, la capacità nominale massima salirà a 43.200 t/a di frazione combustibile preselezionata;
3) impianto di compostaggio già progettato e finanziato a Mergozzo, per il trattamento dei rifiuti organici selezionati ed i rifiuti del bacino, con una potenzialità di 5.000 t/a;
4) realizzazione di un ulteriore impianto di compostaggio per il trattamento dei fanghi di depurazione urbana e dei materiali organici previsti dagli obiettivi della raccolta differenziata;
5) individuazione di impianti di discarica cui conferire le scorie e le ceneri provenienti da impianti di termocombustione, gli scarti di preselezione, i fanghi di depurazione urbana non compostabili e gli altri rifiuti non trattabili.
Per ciò che concerne, invece, la fase transitoria di breve periodo (1998), la regione Piemonte prevede di:
a) completare ed attivare le strutture di servizio in corso di realizzazione e quelle che saranno previste nel programma provinciale;
b) attivare l'impianto di compostaggio, già progettato e finanziato a Mergozzo, per il trattamento dei rifiuti organici selezionati, con una potenzialità di 5.000 t/a;
c) verificare la potenzialità termica dell'impianto di Mergozzo, in connessione con la preselezione ai fini della definizione della terza linea dell'inceneritore.
B) L'ambito territoriale ottimale della provincia di Novara, coincidente con il bacino 2, comprende 88 comuni (all. n. 8). La produzione totale di RSU nel 1995 è stata di 131.075 t, di cui 6.734 t sono state separate dalla raccolta differenziata. I RSU rimanenti sono stati smaltiti in varie discariche, Ghemme e Bicocca, ormai esaurite, ed attualmente a Barengo. Nel 2001 i RSU da smaltire al netto dei recuperi saranno 95.620 t/a, mentre la quantità di materiali recuperabili è pari a 42.180 t. Anche in questo caso la competenza per i vari servizi di raccolta, trasporto, ecc., resterà ai consorzi di bacino, mentre il sistema integrato di smaltimento per l'ambito territoriale ottimale della provincia di Novara prevede i seguenti interventi articolati per la situazione a regime (anno 2001):
1) adeguamento e adattamento della linea RDF dell'impianto di riciclaggio di Novara, per avere una preselezione dei RSU indifferenziati (al netto delle raccolte differenziate), con una potenzialità indicativa di circa 70.000 t/a, con la previsione di una separazione e messa in funzione della linea di compostaggio dal resto dell'impianto: tale
Nella fase transitoria di breve periodo (1998), la regione Piemonte prevede di:
completare ed attivare le strutture di servizio in corso di realizzazione e quelle che saranno previste nel programma provinciale;
adeguare l'impianto di riciclaggio di Novara per la messa in funzione della linea di compostaggio della potenzialità indicativa di 25.000 t/a per i rifiuti organici, frazione verde e fanghi di buona qualità;
realizzare due discariche, una nel medio novarese ed una nel basso novarese, della potenzialità complessiva di almeno 600.000 mc.
C) Nell'ambito territoriale della provincia di Vercelli, coincidente con il bacino 3, sono compresi 86 comuni (all. n. 9). La produzione totale di RSU nel 1995 è stata di 75.592 t, di cui 2.140 t sono state separate mediante la raccolta differenziata. Attualmente i rifiuti sono smaltiti presso l'inceneritore di Vercelli, in fase di avviamento della seconda linea, e la discarica di Alice Castello. Nel 2001 i RSU da smaltire saranno 55.110 t/a al netto dei recuperi derivanti dalla raccolta differenziata che al 2001, per questo ambito ottimale, risulterà di 24.290 t. Il sistema integrato di smaltimento per l'ambito territoriale ottimale della provincia di Vercelli prevede una serie di interventi articolati per la situazione a regime (anno 2001), quando dovranno essere operativi i seguenti impianti:
1) l'inceneritore di Vercelli, con la previsione dell'entrata in funzione della terza linea già pianificata nel progetto iniziale. La potenzialità attuale dell'impianto è di 45.000 t/a di RSU indifferenziato, avente un PCI medio di 2.000 kcal/kg. Tale potenzialità corrisponde a 30.000 t/a di frazione combustibile preselezionata avente un PCI di 3.000 kcal/kg. La potenzialità nominale dell'impianto, con l'entrata in funzione della terza linea, sarà di 67.500 t/a di RSU indifferenziato, con un potere calorifico inferiore (PCI) di 2.000
Nella fase transitoria di breve periodo (1998), la regione Piemonte ha programmato di:
completare ed attivare le strutture di servizio in corso di realizzazione e quelle che saranno previste nel programma provinciale;
attivare una stazione di trasferimento in Val Sesia;
adeguare l'inceneritore di Vercelli, con l'entrata in funzione della terza linea, per una potenzialità complessiva pari a 67.500 t/a di RSU tal quale;
allestire una discarica di almeno 500.000 mc per sopperire all'esaurimento della discarica di Alice Castello.
D) L'ambito territoriale ottimale della provincia di Biella, coincidente con il bacino 4, comprende 83 comuni (all. n. 10). La produzione totale di RSU nel 1995 è stata di 76.353 t, di cui 3.839 t separate dalla raccolta differenziata. I rifiuti del biellese sono stati smaltiti, negli ultimi anni, nella discarica di Masserano. Per quanto riguarda il sistema integrato di gestione di questo ambito territoriale, la regione Piemonte stima che, nel 2001, i RSU da smaltire saranno 55.700 t al netto della raccolta differenziata che, per quell'anno, sarà pari a 24.600 t. I servizi di raccolta, trasporto, raccolta differenziata, eccetera rimarranno di competenza dei consorzi di bacino, mentre si prevedono i seguenti interventi articolati per la situazione a regime (anno 2001):
1) un impianto di preselezione, indicativamente per 60.000 t/a, per separare la frazione combustibile, che verrà inviata in parte all'inceneritore di Vercelli, se avrà ancora una potenzialità disponibile, il resto all'inceneritore con recupero energetico, da collocare o nell'ambito territoriale ottimale della provincia di Novara o in quello della provincia di Biella;
2) un impianto di compostaggio in grado di trattare l'organico raccolto, la frazione verde ed i fanghi urbani di buona qualità prodotti nel bacino;
3) la realizzazione degli impianti di discarica cui conferire le scorie e le ceneri provenienti da impianti di termocombustione, gli scarti di preselezione, i fanghi di depurazione urbana non compostabile
Nella fase transitoria di breve periodo (1998), invece, si prevede di:
completare ed attivare le strutture di servizio in corso di realizzazione e quelle previste nel programma provinciale, per smaltire l'organico raccolto, la frazione verde ed i fanghi urbani di buona qualità prodotti nel bacino;
allestire una discarica di almeno 400.000 mc.
E) L'ambito territoriale ottimale della provincia di Alessandria (all. n. 11) comprende 190 comuni e, per tale ambito, la regione Piemonte si propone un'articolazione in due bacini: il bacino 5 (Valle Scrivia- Ovadese-Acquese) ed il bacino 6 (Alessandrino-Casalese). La produzione totale di RSU nel 1995 è stata di 213.045 t, di cui 6.570 t separate dalla raccolta differenziata. In particolare, la situazione nei due bacini è la seguente.
Il bacino 5 (Valle Scrivia-Ovadese-Acquese) comprende 114 comuni della provincia di Alessandria. La produzione totale di RSU nel 1995 è stata di 95.617 t, di cui 2.327 t separate dalla raccolta differenziata; negli ultimi anni i RSU non recuperati sono stati smaltiti nelle discariche di Novi Ligure e di Tortona, con l'eccezione dei rifiuti dell'acquese, che sono stati collocati per un certo periodo in discariche fuori provincia. La produzione di rifiuti totali prevista per il 1998 è di 98.300 t, che aumenteranno a 100.500 t nel 2001, per cui, considerando le 30.810 t da avviare al recupero, la previsione di rifiuti da smaltire al 2001 è di 69.700 t.
Il bacino 6 (Alessandrino-Casalese) comprende 76 comuni della provincia di Alessandria, attualmente facenti parte dei consorzi alessandrino e casalese. La produzione totale di RSU nel 1995 è stata di 117.429 t, di cui 4.244 t separate dalla raccolta differenziata; negli ultimi anni i RSU non recuperati sono stati smaltiti presso la discarica e l'impianto di riciclaggio di Castelceriolo per il consorzio alessandrino, con diverse soluzioni di smaltimento esterne al bacino, quale il collocamento presso l'inceneritore di Vercelli, per il consorzio casalese. Per tale area la stima di produzione di rifiuti totali è pari a 120.700 t nel 1998 e 123.400 t nel 2001, con un recupero nel 2001 di 37.810 t ed una quantità di rifiuti da smaltire di 85.590 t/a. Per quanto riguarda il sistema integrato di gestione di questo ambito territoriale, la regione Piemonte stima che, nel 2001, i RSU da smaltire saranno 223.900 t, con un recupero previsto attraverso la raccolta differenziata di 68.610 t ed una quantità di rifiuti da smaltire pari a 155.290 t. A proposito della discarica di Castelceriolo, si pone l'urgenza della sua bonifica per bloccare la fuoriuscite di metano e percolato; il costo del risanamento è valutato dalla provincia di Alessandria tra i 24 e i 40 miliardi.
I servizi di raccolta, trasporto, raccolta differenziata, eccetera, rimarranno di competenza dei consorzi di bacino, mentre si prevedono i seguenti interventi articolati per la situazione a regime (anno 2001):
1) impianto di preselezione e stazione di trasferimento per l'area casalese, avente una potenzialità indicativa di 25.000 t/a, la cui
Nella fase transitoria di breve periodo (anno 1998), la regione Piemonte ha programmato di:
completare ed attivare le strutture di servizio in corso di realizzazione e quelle che saranno previste dal programma provinciale per i due bacini;
attivare a pieno regime l'impianto di compostaggio di Tortona, già funzionante, avente una capacità di 33.000 t/a, che dovrà essere in grado di trattare la maggior parte dei fanghi compostabili prodotti nel tortonese; a tale impianto, compatibilmente con le capacità recettive dello stesso, andranno preferibilmente indirizzati anche parte dei rifiuti ligno-cellulosici prodotti nell'ambito territoriale ottimale;
prevedere una stazione di trasferimento per l'acquese con annesso impianto di selezione e valorizzazione del rifiuto, con una capacità indicativa di 15.000 t/a; tale impianto dovrà essere strettamente correlato con l'impianto di valorizzazione della frazione secco-leggera finanziata ai sensi del regolamento CEE 2081/93, localizzato a Tortona e con gli altri impianti dell'ambito territoriale ottimale;
adeguare l'impianto di riciclaggio di Alessandria (Castelceriolo), la cui linea di compostaggio e la linea di produzione di RDF dovranno essere in grado di raggiungere le potenzialità di progetto definite nel sistema a regime;
predisporre una stazione di trasferimento, con una linea di preselezione, nel casalese, avente una capacità indicativa di 25.000 t/a; la frazione combustibile selezionata potrà essere avviata ad impianti con recupero energetico esistenti in altri ambiti territoriali ottimali, in attesa dell'entrata in funzione dell'impianto di termoutilizzazione previsto nell'ambito territoriale ottimale della provincia di Alessandria;
allestire una discarica nell'alessandrino di circa 250.000 mc, oltre a quelle già autorizzate. Nelle discariche troveranno collocazione, in un primo tempo, i rifiuti non recuperati e, successivamente, i sovvalli degli impianti, i fanghi non recuperabili ed i rifiuti non ulteriormente trattabili. A proposito della programmata discarica di circa 250.000 mc, si ricorda che essa, individuata dal consorzio in località Mugarone nel comune di Bassignana, è bloccata per il ricorso al TAR da parte di due comuni: Bassignana e Pecetto.
F) L'ambito territoriale ottimale della provincia di Asti, coincidente con il bacino 7, comprende 120 comuni (all. n. 12). La produzione totale di RSU nel 1995 è stata di 78.709 t, di cui 3.103 t separate dalla raccolta differenziata. Tutto il territorio provinciale ha vissuto, negli ultimi anni, una grave situazione di emergenza, con i rifiuti smaltiti in discariche extraprovinciali site, principalmente, a Torino. Per quanto riguarda il sistema integrato di gestione di questo ambito territoriale, la regione Piemonte prevede una produzione, per il 1998, di 80.900 t mentre, nel 2001, i RSU da smaltire saranno 82.700 t., con un recupero di 25.310 ed una riduzione del quantitativo dei rifiuti da smaltire di 57.390 t. I servizi di raccolta, trasporto, raccolta differenziata, eccetera, rimarranno di competenza dei consorzi di bacino, mentre si prevedono i seguenti interventi articolati per la situazione
Nella fase transitoria di breve periodo (anno 1998), la regione Piemonte prevede di:
completare ed attivare le strutture di servizio in corso di realizzazione e quelle che saranno previste dal programma provinciale;
attivare la stazione di trasferimento per la Valle Belbo, con una capacità indicativa di 12.000 t/a;
attivare l'impianto di compostaggio dell'organico selezionato, della frazione verde e dei fanghi compostabili da utenze selezionate;
attivare una discarica avente una capacità minima di 350.000 mc, identificabile in una delle due discariche già autorizzate al consorzio astigiano.
G) L'ambito territoriale ottimale della provincia di Cuneo comprende 190 comuni e, per tale ambito, la regione Piemonte si propone un'articolazione in quattro bacini: il bacino 8 (Albese-Braidese) (all. n. 13), il bacino 9 (Monregalese) (all. n. 14), il bacino 10 (Cuneese) (all. n. 15) e il bacino 11 (Fossanese-Saluzzese) (all. n. 16). La produzione totale di RSU nel 1995 è stata di 203.654 t, di cui 8.985 t separate dalla raccolta differenziata. In particolare, la situazione nei quattro bacini è la seguente.
Il bacino 8 (Albese-Braidese) comprende 53 comuni, per la quasi totalità facenti parte del consorzio Alba-Brà. La produzione totale di
Nella fase di transizione di breve periodo (anno 1998), la regione Piemonte prevede di:
completare ed attivare le strutture di servizio in corso di realizzazione e quelle che saranno previste dal programma provinciale;
predisporre una stazione di trasferimento per la comunità montana Alta Langa, avente una capacità indicativa di 5.000 t/a, in grado di trasferire i rifiuti all'impianto di preselezione previsto nel monregalese o, direttamente, all'impianto provinciale, da valutare sulla base di un'analisi costi-benefìci;
rendere attivo l'impianto di compostaggio della frazione verde, con annesso centro di stoccaggio per i RUP, già autorizzato e previsto a Farigliano, avente una potenzialità di 5.000 t/a;
H) L'ambito territoriale ottimale della provincia di Torino comprende 315 comuni e, per tale ambito, la regione Piemonte si propone un'articolazione in sette bacini: il bacino 12 (Pinerolese) (all. n. 17), il bacino 13 (Chierese) (all. n. 18) il bacino 14 (Torino sud-ovest) (all. n. 19), il bacino 15 (Torino ovest) (all. n. 20), il bacino 16 (Torino nord-Chivassese) (all. n. 21), il bacino 17 (Canavese-Eporediese) (all. n. 22) ed il bacino 18 (città di Torino) (all. n. 23). La produzione totale di RSU nel 1995 è stata di 968.222 t, di cui 30.793 t separate dalla raccolta differenziata. In particolare, la situazione nei singoli bacini è la seguente.
Il bacino 12 (Pinerolese) comprende 47 comuni della provincia di Torino, distribuiti nella piana pinerolese e nelle Valli Chisone, Germanasca e Pellice. La produzione totale di RSU nel 1995 è stata di 55.280 t, con un recupero attraverso la raccolta differenziata di 3.390 t. Nel 2001 i RSU netti da smaltire saranno 40.310 t/a.
Il bacino 13 (Chierese) comprende 18 comuni della provincia di Torino, nell'area sud-est di Torino, gravitanti intorno a Chieri. La produzione totale di RSU nel 1995 è stata di 45.450 t, con un recupero attraverso la raccolta differenziata di 1.686 t. Lo smaltimento è avvenuto presso la discarica di Riva di Chieri, ormai esaurita, mentre stanno per entrare in funzione la discarica di Cambiano e l'impianto di selezione del secco-leggero di Chieri. Nel 2001 i RSU netti da smaltire saranno circa 33.000 t.
Il bacino 14 (Torino sud-ovest) comprende 19 comuni della provincia di Torino, collocati nell'area sud-ovest di Torino. La produzione totale di RSU nel 1995 è stata di 100.087 t, con un recupero attraverso la raccolta differenziata di 2.663 t. Lo smaltimento è
4) uno o più impianti di termodistruzione con recupero energetico, per una potenzialità di circa 380.000 t/a di frazione combustibile preselezionata; la provincia di Torino, nell'ambito del programma provinciale, definirà potenzialità, numero e collocazione degli impianti suddetti;
5) tutte le strutture di servizio per la raccolta differenziata, mirate alla valorizzazione dei materiali già definiti nell'ambito dei finanziamenti pubblici, come:
a) l'impianto di selezione del secco-leggero di Chieri;
b) l'impianto di selezione dei contenitori di plastica, di valenza regionale, localizzato a Collegno, con una potenzialità di 5.000 t/a, già previsto e finanziato sui fondi PTTA 1994-1996;
c) l'impianto di selezione e valorizzazione dei materiali recuperabili da RSA e RSU, di valenza provinciale, con una potenzialità di 90.700 t/a, previsto a Collegno e finanziato nell'ambito del regolamento CEE 2081/93;
d) l'impianto di trattamento e selezione dei RUP e dei rifiuti ingombranti con potenzialità di 15.000 t/a, la cui parte relativa al trattamento pile ha valenza regionale;
6) allestimento di discariche opportunamente localizzate sul territorio, eventualmente dotate di più vasche separate per ricevere ceneri e scorie degli impianti di termocombustione, previsti nell'ambito territoriale ottimale, fanghi non recuperabili e sovvalli dei diversi impianti di trattamento. Le discariche, individuate nel «breve periodo» secondo un criterio di rotazione, potranno essere ridotte di numero con l'entrata in funzione degli impianti previsti nel sistema a regime, in quanto destinate solo a ricevere sovvalli, scarti, ceneri, scorie e rifiuti non trattabili.
La regione Piemonte precisa, inoltre, che il programma provinciale dovrà affrontare il problema dello smaltimento dei fanghi del Po-Sangone privilegiando, se possibile, soluzioni alternative allo smaltimento in discarica o comunque riduttive dell'impatto e dei volumi da smaltire in discarica.
Nella fase di transizione di breve periodo (1998), la regione Piemonte prevede di:
completare ed attivare per tutti i bacini le strutture di servizio al recupero ed alla raccolta differenziata in corso di realizzazione e quelle che saranno previste nel programma provinciale;
allestire una discarica di servizio per l'area pinerolese o ampliamento, se possibile, dell'attuale per coprire il periodo intermedio al 2001;
attivare per l'area del chierese l'impianto di digestione anaerobica della frazione organica, che dovrà avere una potenzialità di 32.000 t/a di RSU indifferenziato;
rendere operante l'impianto di selezione dei contenitori in plastica, di potenzialità di 5.000 t/a e di ambito regionale, già previsto e finanziato sui fondi PTTA 1994-1996;
attivare l'impianto di compostaggio della frazione verde per il bacino 15, già autorizzato, per una potenzialità di 11.000 t/a;
allestire, per l'area Torino-ovest, almeno una discarica di circa 400.000 mc, in quanto le capacità residue di Mattie e Cassagna sono limitate;
rendere attivo l'impianto di compostaggio della frazione verde, nonché dell'organico proveniente da utenze selezionate in grado di trattare questi tipi di rifiuti provenienti da Torino: tale impianto dovrà identificarsi con quello in corso di realizzazione a Borgaro con una potenzialità di 54.000 t/a;
attivare l'impianto di trattamento e di selezione dei RUP e dei rifiuti ingombranti di Volpiano, con una potenzialità di 15.000 t/a, la cui parte relativa al trattamento pile ha valenza regionale;
predisporre una discarica di servizio per l'area Torino nord-Chivassese, per rendere lo smaltimento finale indipendente dalla discarica di Torino, con almeno 500.000 mc di capacità;
realizzare, nella zona nord della provincia di Torino, un impianto di compostaggio della frazione verde, della frazione organica proveniente da utenze selezionate, eventualmente dei fanghi di buona qualità, con una potenzialità di circa 20.000 t/a;
allestire, per l'area Torino sud-ovest, una discarica di circa 300.000 mc.
11.5.
11.5.1. Smaltimento per incenerimento dei rifiuti ospedalieri.
dentistici, gli studi veterinari e le farmacie, ammontano ad un totale di 39.537 tonnellate/anno. Lo smaltimento avviene, in prevalenza, fuori dalla regione, essendo gli impianti di termodistruzione all'interno di poche strutture sanitarie (peraltro in decremento, a causa dell'inadeguatezza tecnica degli impianti medesimi). L'ipotesi di piano regionale prevede che la potenzialità di incenerimento dei rifiuti infetti debba concretizzarsi con iniziative superprovinciali in un unico polo regionale.
In effetti, per ciò che concerne lo smaltimento per incenerimento, il precedente piano regionale di smaltimento rifiuti, approvato nel 1988, prevedeva la realizzazione di cinque poli di incenerimento per i rifiuti ospedalieri piemontesi, localizzati nei comuni di Alessandria, Cuneo, Novara, Vercelli e Torino. Tale ipotesi prevedeva la costruzione in tempi rapidi (peraltro non verificatasi) di impianti di modeste dimensioni e potenzialità. Successive valutazioni ed approfondimenti tecnico-economici, effettuati dalla regione Piemonte per l'aggiornamento del piano, hanno evidenziato l'opportunità di ridurre drasticamente il numero dei poli di incenerimento innalzando la potenzialità dell'impianto.
Per l'individuazione del numero ottimale, e quindi della loro potenzialità, la regione Piemonte ha considerato essenzialmente i seguenti parametri:
quantità di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo prodotti dalle strutture sanitarie in Piemonte;
stima delle produzioni nell'anno 1998;
determinazione della minima potenzialità di impianto di termodistruzione, con caratteristiche tecniche che garantiscano l'incenerimento dei rifiuti e l'abbattimento delle emissioni secondo la normativa vigente e, in termini competitivi, rispetto al mercato.
Sulla base delle suesposte considerazioni, la regione ritiene che, attualmente, in Piemonte sia sufficiente un unico polo di incenerimento per i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo. La collocazione dell'impianto dovrebbe tenere conto dell'incidenza del trasporto dei rifiuti al polo di smaltimento dalle sedi di produzione e, quindi, collocarsi in posizione baricentrica rispetto ad esse.
A fronte di una produzione di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo di circa 7.300 t/a, la potenzialità di incenerimento necessaria risulta tra le 25 e 30 t/die (a seconda dei giorni lavorativi).
Il polo di termodistruzione dovrà essere dotato di un deposito temporaneo, opportunamente dimensionato, oltre che per il rifiuto da incenerire anche per le ceneri e le scorie derivanti dall'impianto di incenerimento. Lo smaltimento delle ceneri e delle scorie deve avvenire nel rispetto della legislazione vigente. Definendo le ceneri come prodotti ultimi di combustione e le scorie come materiali incombustibili (metalli, vetro, eccetera) presenti nei rifiuti trattati, può essere valutata la possibilità di separare gli uni dagli altri per ridurre gli scarti eventualmente risultanti tossici e nocivi rispetto agli altri.
11.6. Lo smaltimento di rifiuti contenenti amianto.
11.8. Rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.
Discariche IA
| 214.000 tonnellate |
Discariche IIA
| 519.000 tonnellate |
Discariche 2B
| 321.000 tonnellate |
Discariche 2SP
| 576.000 tonnellate |
Inertizzazione
| 114.000 tonnellate |
Trattamento chimico-fisico e biologico | 205.000 tonnellate |
|
Se si considera la richiesta complessiva di impianti di smaltimento unitamente ai dati degli impianti già autorizzati, si ricavano le percentuali di fabbisogno non soddisfatto che sarà la base per identificare gli interventi di piano da inserire nel sistema di smaltimento integrato. Il fabbisogno non soddisfatto risulta complessivamente del 37,4 per cento sul totale di rifiuti prodotti (2.285.000 mc/a), così ripartito:
Discariche IA | 9,8%di 357.000 mc/a |
Discariche IIA | 5,1%di 591.000 mc/a |
Discariche 2B | 30,5%di 321.000 mc/a |
Discariche 2SP | 91,3%di 576.000 mc/a |
Termodistruzione | 47,4%di 114.000 mc/a |
Inertizzazione | 50,4%di 121.000 mc/a |
Trattamento chimico-fisico e biologico | 24,9%di 205.000 mc/a |
11.10. Gestione dei veicoli a motore fuori uso e loro parti, destinati alla demolizione, al recupero ed alla rottamazione.
12. Le problematiche connesse agli impianti visitati dalla Commissione.
12.1. Impianto Thermoselect di Verbania.
12.2. Impianto digestore di Novara.
12.3. Centro ENEA di Saluggia (Vercelli).
Presso l'impianto sono custoditi circa 1.142 metri cubi di rifiuti solidi di bassa attività e 200 metri cubi di alta radioattività, nonché 109 metri cubi di rifiuti liquidi acquosi di bassa attività, 28 metri cubi di solventi organici debolmente contaminati e 112 metri cubi di rifiuti liquidi acquosi di alta radioattività.
Per quanto attiene ai rifiuti liquidi ad alta attività, la soluzione scelta dall'ENEA per la loro messa in sicurezza è quella di realizzare un impianto di vetrificazione denominato CORA (condizionamento rifiuti ad alta radioattività), che sarà realizzato all'interno di quattro celle dell'esistente impianto EUREX. I rifiuti liquidi verranno inglobati in una matrice vetrosa al borosilicato, ad altissima stabilità, e trasferiti temporaneamente in un deposito ricavato all'interno dello stesso impianto. Il programma dei lavori, che è stato illustrato alla Commissione, prevede la realizzazione dell'opera in circa 55 mesi, con inizio del processo di inglobalizzazione in matrice vetrosa nel 2001. Seguiranno tre anni di operazioni, durante i quali verranno prodotti 120 pots in acciaio inossidabile da 150 litri cadauno, per un totale di circa 18 metri cubi di rifiuto vetrificato.
In questo quadro complessivo di circa dieci anni di attività, spiega il presidente dell'ENEA, l'impatto socio-economico di tale attività dovrebbe avere in un primo momento positivi effetti occupazionali nel settore meccanico, elettronico ed impiantistico, e nel seguito rappresentare un ottimo investimento per l'avanzata tecnologia utilizzata, che potrà avere positive ripercussioni per progetti estesi nel settore.
Nel corso dell'esposizione, alcuni dirigenti dell'ENEA hanno manifestato una grande preoccupazione per la crescente riduzione di personale qualificato che si sta verificando nel settore dell'ingegneria nucleare e per il mancato ricambio generazionale di operatori del settore causato dalla moratoria nucleare.
La Commissione ritiene auspicabile che vengano accolte le richieste di risorse economiche dell'ENEA, sia per poter concludere in tempi certi le operazioni di messa in sicurezza degli impianti e dei rifiuti radioattivi, sia per poter positivamente proseguire il lavoro nel campo
In questo contesto, e nell'ambito di un più ampio programma di ricerca, finanziato dalla Comunità europea (si tratta di tre progetti di ricerca mirati), l'ENEA sta sviluppando la tecnologia della separazione (progetto partitioning) in collaborazione con altri partners anche dell'est europeo.
Attraverso la partecipazione a questi contratti di ricerca, l'ENEA si propone di mantenere una costante partecipazione fattiva in campo internazionale, per poter giungere in un prossimo futuro a soluzioni del tutto innovative nel settore della sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi ad alta radioattività.
12.4. Impianto LaFuMet di Villastellone (To).
12.5. Area ex Interchim di Ciriè (Torino).
Si tratta solo di una parte dei lavori da realizzare da parte della società Servizi Industriali, con l'obiettivo di eliminare le potenziali cause di rischio ambientale esistenti sull'area in oggetto. Dalla documentazione esistente presso la Commissione risulta peraltro che l'intera opera di bonifica è coperta da una somma di 5.855 miliardi di lire assegnata al comune di Ciriè con l'ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento della protezione civile, n. 2410 del 4 agosto 1995, recante come titolo «Realizzazione degli interventi di bonifica idonei a fronteggiare la situazione di emergenza derivante dalla presenza di stoccaggi abusivi di rifiuti tossici e nocivi nell'ex stabilimento Interchim».
12.6. Le discariche di Chieri.
b) la concessione.
Nel maggio 1991 viene sottoscritto uno schema di convenzione ed un disciplinare dal consorzio chierese, comprendente ventuno comuni del comprensorio, di cui capofila è il comune di Chieri e l'INSER spa, per la concessione per 25 anni a quest'ultima della progettazione, costruzione e gestione di un centro integrato di servizi per il trattamento e smaltimento di RSU ed RSA. L'INSER spa modifica parzialmente il proprio oggetto sociale, inserendovi le attività riguardanti i rifiuti.
Presupposti della convenzione:
individuare un ente di sicuro prestigio per sviluppare il progetto;
INSER spa è in grado di soddisfare le esigenze del consorzio chierese;
INSER spa ha maturato particolare esperienza nell'espletamento di attività similari;
INSER spa, per i suoi caratteri di affidabilità tecnica ed economica, può mettere a disposizione del consorzio il suo know-how organizzativo, gestionale ed economico.
Caratteristiche principali della convenzione:
durata di 25 anni dalla data di inizio della gestione degli impianti;
il concessionario progetta, finanzia, paga gli espropri, realizza e gestisce gli impianti, propone le tariffe sulla base del costo di realizzazione dell'opera approvato con il progetto costruttivo degli impianti;
progettisti, direttori dei lavori e collaudatori sono nominati dalla concessionaria.
c) gli impianti.
c1) l'impianto di trattamento di Fontaneto (Chieri).
Il progetto elaborato dall'INSER spa e approvato dal consorzio è stato autorizzato dalla regione Piemonte nel maggio 1992. Nel progetto approvato è previsto un sistema integrato per il trattamento e lo smaltimento dei RSU e RSA; sono compresi gli espropri (circa 16 ettari), il piano territoriale di raccolta differenziata, la preparazione e l'urbanizzazione dell'area, gli edifici per uffici, custode, laboratorio e attrezzature complementari, un impianto di pretrattamento dei rifiuti tal quale in entrata, un impianto di biodigestione anaerobica, il tutto dimensionato per trattare 62.500 tonnellate/anno. In realtà il consorzio chierese produce non più di 42.000-45.000 tonnellate/anno. Il costo dell'intervento già approvato dal consorzio e compreso nel progetto autorizzato dalla regione Piemonte è pari a 26,8 miliardi; a questi vanno aggiunti i costi per la costruzione dell'impianto di biodigestione (circa 17 miliardi) il cui progetto esecutivo è stato presentato solo nel corso del 1997, ma che il consorzio non ha ancora approvato e che pertanto, sia pur già approvato come progetto di massima nell'ambito del sistema integrato, non è stato ancora autorizzato dagli organi competenti.
Nel dicembre 1993, la regione Piemonte approva una variante al progetto e uno stralcio al lotto funzionale con il quale si modifica un capannone già in progetto per destinarlo ad un impianto di valorizzazione della frazione dei rifiuti secco-leggero, derivante dalla raccolta differenziata per un quantitativo massimo trattabile di 9000 tonnellate/anno. Il tutto determina un sovrapprezzo rispetto al primo progetto approvato di circa 950 milioni.
Allo stato attuale, degli impianti previsti e approvati sono stati realizzati: l'esproprio e la predisposizione dell'area, recinzione, uffici, casa custode, cabine di trasformazione, pesa e il capannone con le apparecchiature per l'impianto di valorizzazione del secco-leggero. È stato iniziato (fondazioni) il capannone per il pretrattamento dei rifiuti e l'edificio per il laboratorio di analisi.
Nessuno di questi impianti è oggi in funzione. È stato terminato il collaudo dell'impianto del secco-leggero, dopo che un primo tentativo di collaudo a fine estate aveva evidenziato una lunga e consistente serie di difetti. L'impianto non è stato ancora preso in carico dal consorzio in quanto, secondo quest'ultimo, l'INSER spa, finora, si rifiuta di fornire tutti i chiarimenti richiesti dal consorzio in ordine ai costi di realizzazione dell'impianto, alla regolarità dal punto di vista amministrativo dei lavori realizzati e al pagamento delle indennità di esproprio (con gravi rischi al consorzio per azioni di rivalsa da parte dei proprietari). Il consorzio lamenta inoltre il mancato rispetto di alcune norme che regolano il rapporto concessionario.
Preoccupazione principale del consorzio è poi che impianto e costi siano stati notevolmente sovradimensionati, che l'impianto non abbia una sua reale funzionalità e utilità, e che in definitiva i cittadini rischino di doversi accollare i costi di una sorta di «cattedrale nel deserto». Peraltro la convenzione non dà al consorzio stesso concreti strumenti, se non una lunga, faticosa e poco ottimistica opera di contrattazione, per migliorare l'efficacia dei risultati dell'impianto.
c2) l'impianto di discarica di prima categoria di Cambiano.
Il progetto elaborato dall'INSER e approvato dal consorzio è stato autorizzato dalla regione Piemonte nel novembre 1994. Il volume lordo della discarica è di 400.000 mc, mentre il volume netto è di 328.000 mc.
Sul sito prescelto esiste la vecchia discarica comunale di Cambiano, dal fondo non impermeabilizzato, per la quale nell'ambito del progetto è previsto il trasferimento dei rifiuti presenti, qualora compatibili, nella discarica consortile oppure a discariche per rifiuti speciali o tossici.
Il costo approvato delle opere necessarie in progetto, compresi i macchinari indispensabili per la gestione, la bonifica della vecchia discarica e gli espropri, è pari a oltre 11 miliardi di lire, compresi gli oneri di concessione.
La discarica è entrata in funzione, limitatamente alla prima vasca, il 25 novembre 1996. Per lo smaltimento dei rifiuti il consorzio paga una tariffa provvisoria di lire 90/kg, soggetta in questo momento a una travagliata procedura di lodo arbitrale.
Dopo una complessa trattativa, la vigente convenzione è stata parzialmente rivisitata. Caratteristiche principali della nuova convenzione:
si limita la concessione ai soli due siti attualmente autorizzati, con durata di 25 anni a partire dalla data della convenzione;
finanziamento a totale carico dell'INSER;
possibilità di subappalto nel rispetto delle leggi e su espressa autorizzazione del concedente;
se l'INSER non è in grado di far fronte agli impegni finanziari entro un anno dalla data della nuova convenzione, questa si intende decaduta e ogni controversia tra le parti è demandata a un lodo arbitrale;
si stabiliscono una serie di fattispecie per l'automatica risoluzione della concessione.
d) i problemi derivanti dal rapporto di concessione.
Il consorzio chierese avverte disagi nel rapporto concessivo che sembra affidare al privato, oltre la gestione, decisioni e scelte di competenza dell'amministrazione. In particolar modo «soffre» per i contenuti della convenzione, che sembrano penalizzanti e disequilibrati, a tutto vantaggio del concessionario, che si trova a godere senza meriti particolari di una rendita di posizione monopolistica. Il consorzio «soffre», inoltre, per la doppia veste di concedente e di socio (in una spa) di minoranza (quindi senza sostanziali poteri, se non sul controllo di gestione) della concessionaria. Questa posizione, secondo il consorzio, lo rende continuamente condizionabile, ricattabile e, in definitiva, senza possibilità di autonoma iniziativa.
I rappresentanti del consorzio hanno inoltre segnalato che:
il consiglio di amministrazione dell'INSER spa ha deliberato un prestito dal socio Servizi Ecologici spa al tasso del 14 per cento. Su
tale comportamento i rappresentanti del consorzio hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica di Torino;
esistono timori e preoccupazioni sulla chiarezza dei bilanci e sulla regolarità della gestione dell'INSER spa;
è in corso un difficile lodo arbitrale sulla determinazione della tariffa di smaltimento degli RSU in discarica, attualmente fissata provvisoriamente in lire 90/kg. La richiesta di tariffa da parte dell'INSER spa in sede di lodo arbitrale è stata di lire 493/kg. Recentemente il consorzio ha intentato presso il tribunale di Torino un procedimento di ricusazione nei confronti dell'arbitro di designazione INSER spa, ingegner Melidoro, avendo appurato che risultava socio in società in cui comparivano anche soci e amministratori della INSER spa e della Servizi Ecologici spa, nonché essendo il progettista e il direttore dei lavori di una serie di discariche costruite e gestite dalla Servizi Ecologici spa. Si è in attesa della sentenza;
gli espropri per gli impianti di Cambiano e, soprattutto, di Fontaneto non sono ancora stati pagati ai proprietari nonostante le continue diffide;
la vicenda della «bonifica» della vecchia discarica non impermeabilizzata di Cambiano. Sul sito prescelto, come già detto in precedenza, esiste la vecchia discarica comunale di Cambiano, per la quale è previsto il trasferimento dei rifiuti presenti, qualora compatibili, nella discarica consortile oppure a discariche per rifiuti speciali o tossici. Il trasferimento di questi vecchi rifiuti è necessario per la realizzazione della seconda vasca di discarica. Sia il consorzio che la INSER spa hanno posto un quesito al Ministero delle finanze al fine di conoscere se lo spostamento di tali rifiuti dalla vecchia discarica alla nuova è soggetto alla tassa regionale che si applica all'atto del conferimento dei rifiuti in discarica. Il Ministero delle finanze ha dato risposte diverse, essendo stati posti due quesiti sullo stesso argomento, ma tra loro differenti. Tale contenzioso è per ora terminato, ma il prolungarsi dei tempi di avvio dei lavori di spostamento ha provocato una diffida al consorzio da parte della giunta provinciale di Torino. Comunque i tempi di trasloco, dovuti a motivi vari, si sono ulteriormente dilatati e non si è ancora pervenuti al termine dell'operazione. Per questo motivo la seconda vasca non è stata ancora completata e collaudata, e il consorzio rischia a breve, così permanendo lo stato dei fatti, di andare in emergenza. È ancora in atto un contenzioso poiché l'INSER spa, a seguito di analisi fatte da propri tecnici, sostiene che una parte dei rifiuti da trasferire non possono essere collocati, per le loro caratteristiche, nella nuova discarica; il consorzio sta verificando e farà eseguire delle proprie controanalisi, anche per valutare i comportamenti dell'INSER spa in merito.
Tra i problemi di funzionamento degli impianti sono emersi:
mancato collettamento delle acque bianche meteoriche perimetrali, che determina danni in occasione di forti precipitazioni ai campi vicini e alla vicina sede ferroviaria (con gravi rischi per la sicurezza della stessa);
realizzazione di un by-pass tra pozzetto di monitoraggio sottotelo e pozzetto raccolta liquami; una sorta di terrapieno scoperto dai tecnici del consorzio da cui poteva fuoriuscire percolato in occasione di abbondanti precipitazioni;
errato posizionamento del pozzetto di monitoraggio sottotelo, allagabile in occasioni di forti precipitazioni;
mancato funzionamento della centralina meteorologica e dei segnalatori di carico nelle vasche di accumulo del percolato.
Ultimo fatto segnalato dal consorzio, nel marzo scorso, è l'attivazione, da parte della concessionaria, dell'impianto di trattamento di Fontaneto, senza l'autorizzazione del consorzio, che non ha ritenuto valida la documentazione di collaudo presentata. Senza alcuna comunicazione al consorzio e agli altri enti di controllo, sempre secondo il consorzio, la INSER spa avrebbe accolto e «trattato» rifiuti probabilmente di origine industriale e di questi ne avrebbe infine smaltiti 13,5 tonnellate presso la discarica di Cambiano, senza avere anche qui l'autorizzazione del consorzio e senza che i mezzi utilizzati per il trasporto avessero l'autorizzazione ad accedere alla discarica. Su questo fatto il consorzio ha sporto denuncia ai carabinieri.
e) contenzioso in corso.
A partire dal febbraio 1996 si sono succedute una serie di iniziative in sede giudiziaria e aspre polemiche, che hanno visto coinvolti tutti gli attori della vicenda. I rappresentanti della parte pubblica nel consiglio di amministrazione INSER, in sintesi, lamentano:
atteggiamenti di arroganza del socio di maggioranza privato;
dubbi sul bilancio della società e sulle capitalizzazioni di costi nello stesso;
dubbi sulla legittimità dell'aumento del capitale sociale da 2 a 5 miliardi.
Ricorsi prodotti da due ex rappresentanti della parte pubblica nel consiglio di amministrazione al tribunale di Torino sono stati accolti, con successivo reintegro nelle loro funzioni di presidente e consigliere di amministrazione, fino al 31 dicembre 1996.
Ulteriori iniziative in sede giudiziaria sono in corso o sono preannunciate dai rappresentanti della parte pubblica. Anche i rapporti tra il comune di Chieri e l'INSER spa sono tesi e sono in corso due arbitrati su aspetti della concessione dei parcheggi; il comune di Chieri si appresta ad intraprendere una causa in sede amministrativa per uscire dall'INSER spa.
In esito alle posizioni espresse dai rappresentanti del consorzio e agli accertamenti effettuati in loco dai consulenti della Commissione, sono ancora in corso approfondimenti sulla complessa questione, sicché non possono trarsi esaustive conclusioni.
13. La congruità dell'azione dei pubblici poteri e le situazioni di crisi in Piemonte.
14. L'imprenditoria di settore.
e restituire competitività a molte aziende attualmente costrette ad operare in regime di non piena legalità. Peraltro una corretta politica di integrazione toglierà anche l'attuale posizione di «alibi» nel dichiararsi impotenti sulla questione rifiuti. La Commissione auspica che da parte delle associazioni degli industriali vengano formulate concrete proposte per dare soluzione al problema, anche con un impegno reale a fare nascere un'imprenditoria di settore, tecnologicamente avanzata, e che operi nel pieno rispetto delle norme ambientali.
elementi, che testimoniano che l'attività investigativa sulla presenza di infiltrazioni di criminalità organizzata in Piemonte è tuttora viva, come testimonia anche la relazione sullo stato della criminalità in Italia presentata dal Ministero dell'interno nel settembre 1997 (che denuncia tentativi di clan di Cosa Nostra di infiltrarsi nel settore dello smaltimento dei rifiuti pericolosi in provincia di Torino). In particolare, nel corso dell'audizione tenuta dalla Commissione il 19 febbraio 1998, il sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Torino ed il sostituto procuratore presso la DDA di Palermo hanno confermato la sussistenza di un fitto intreccio di interessi tra imprese collegate alla criminalità organizzata operanti nel settore dei rifiuti in Sicilia ed in Piemonte, con ipotesi di traffici illeciti e di riciclaggio di denaro proveniente da reato. Lo stato delle indagini, all'attualità, non consente ulteriori precisazioni. Comunque ogni ipotesi resta collegata all'attività della discarica abusiva di Montanaro e le fattispecie di reato sulle quali stanno lavorando le magistrature piemontesi e siciliane riguardano reati ambientali (è un fatto notorio che l'alluvione del 1994 aveva portato in superficie bidoni contenenti rifiuti tossici) e, per la Sicilia, disastro ambientale ed avvelenamento doloso di acque. Gli ispettori ecologici incaricati dalla procura di Torino hanno accertato che nella citata discarica erano stati smaltiti, in zone diverse, rifiuti provenienti da sfridi e ritagli provenienti da lavorazione di gomma e plastiche, rifiuti solidi urbani, rifiuti da polvere di fonderia (alluminio), rifiuti di altro tipo contaminati da coloranti in pasta ed in polvere. La contestazione concernente la realizzazione della discarica abusiva si è conclusa con un decreto penale di condanna, ma, a detta del procuratore di Torino, non sembra che possa darsi seguito all'ipotesi di disastro ambientale, anche a causa delle difficoltà di inquadrare questa particolare fattispecie di reato all'interno dell'articolo 434 del codice penale.
A tale proposito, la Commissione riconferma le perplessità più volte manifestate in ordine all'adeguatezza delle misure penali esistenti in materia ambientale, sia per quanto riguarda specifiche fattispecie di reato, sia per ciò che concerne gli strumenti di indagine (ivi compresi i termini di prescrizione, che, allo stato, attesa la complessità delle indagini, appaiono incongrui a perseguire le ipotesi delittuose). Sulla delicata tematica, la Commissione, preso atto dei lavori dell'apposito gruppo di studio composto di esperti nominati dal ministro dell'ambiente e dell'autonoma elaborazione condotta al proprio interno, rinnova il suo impegno a sollecitare, nei tempi più brevi, le condizioni per l'inserimento nel sistema penale di nuove fattispecie di reato ambientale ed idonei strumenti di indagine, anche per quanto riguarda l'articolazione e la competenza di organi investigativi specializzati in materia ambientale. Sul punto la Commissione fa rinvio alle conclusioni dell'apposito gruppo di lavoro, che ha formulato proposte inviate ai Presidenti delle Camere e delle Commissioni parlamentari competenti nel mese di marzo 1998.