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AVVERTENZA

 

Il volume riporta il resoconto dei lavori del convegno su "La politica dei rifiuti in Italia", organizzato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, tenuto presso la Sala del Cenacolo della Camera dei deputati il 9 e 10 marzo 1998. Dopo l’introduzione del presidente della Commissione, Massimo Scalia e la relazione del Ministro dell’ambiente Edo Ronchi, il convegno si è articolato in una serie di interventi e tavole rotonde, cui hanno partecipato magistrati, rappresentanti delle autonomie locali, esperti del settore, ambientalisti ed esponenti delle forze dell’ordine. Nella giornata del 10 marzo sono intervenuti il Presidente della Camera dei deputati, Luciano Violante, e il Ministro di grazia e giustizia, Giovanni Maria Flick.

Dal testo stenografico sono stati espunti soltanto alcuni brevi interventi di tipo tecnico ed alcune annotazioni di raccordo (come gli annunci di sospensione e ripresa dei lavori) non essenziali alla comprensione del testo.

Nell’indice del volume sono riportati tutti gli oratori intervenuti, non tenendo tuttavia conto delle brevi interruzioni e immediate riprese degli interventi, né delle domande e osservazioni dei moderatori delle tavole rotonde.

 

PRESENTAZIONE

 

Istituita con la legge 10 aprile 1997, n. 97, la Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse si è costituita il 25 giugno 1997: in questi primi mesi di lavoro ha compiuto audizioni di carattere generale e missioni specifiche in diverse regioni italiane.

Da questa prima fase dei lavori è emersa la decisione di convocare un convegno nazionale per fare il punto sull’impatto del decreto legislativo n. 22 del 1997, che come noto ha recepito in Italia le direttive comunitarie di gestione dei rifiuti solidi urbani. Per affrontare in maniera più efficace una materia così importante il convegno è stato suddiviso in tavole rotonde tematiche dedicate agli enti locali, al mondo imprenditoriale, all’autorità giudiziaria ed alle forze dell’ordine.

La lettura degli atti che qui pubblichiamo conferma l’opportunità di quella scelta; una simile suddivisione dei lavori ha infatti consentito di affrontare in profondità le singole tematiche all’ordine del giorno. Argomenti sui quali la Commissione sul ciclo dei rifiuti era già impegnata, come dimostrano i due documenti recentemente esaminati relativi ad altrettanti temi in discussione al convegno: una proposta di modifica al codice penale italiano con l’introduzione della nozione di delitto ambientale, che è stata approvata e che viene allegata a questi atti, ed un primo documento sul ruolo delle imprese nell’ambito di una più moderna ed adeguata gestione dei rifiuti.

Il convegno è stato inoltre la sede per una discussione franca tra gli operatori e gli esponenti del Governo che vi hanno preso parte, che qui intendo ringraziare per la loro disponibilità. I temi dibattuti una corretta gestione dei rifiuti e l’attività di contrasto in questa materia sono del resto argomenti di grande rilevanza, anche in rapporto alla situazione di arretratezza che purtroppo caratterizza il nostro paese in questo settore: non si può, ad esempio, dimenticare che tuttora oltre l’80 per cento dei rifiuti solidi urbani prodotti ha come destinazione finale la discarica e che circa i 2/3 delle discariche sono abusive o fuori norma.

L’unità di intenti registrata anche in questo convegno fa tuttavia sperare che per i rifiuti possa essere vicina la fine di quella che definirei "l’epoca del Far-West", che ha imperversato per oltre dieci anni consentendo tra l’altro l’infiltrazione della criminalità organizzata e l’avvelenamento di ampie parti del territorio italiano.

Perché quest’obiettivo possa effettivamente realizzarsi occorre però l’impegno concreto da parte di tutti: gli enti locali debbono rapidamente adeguarsi al dettato della legge mettendo i cittadini nelle condizioni di praticare la raccolta differenziata; le agenzie regionali per la protezione dell'ambiente debbono essere istituite nelle troppe aree dove tuttora mancano e gli enti regionali debbono varare piani di smaltimento certi e credibili. Le imprese infine devono mutare il loro atteggiamento, da utenti di un servizio a protagonisti di un’attività.

Sono, insomma, ancora molti i passi da compiere per essere un paese davvero europeo anche dal punto di vista della gestione dei rifiuti. A questo proposito è mia convinzione che il 35 per cento di riciclaggio proposto dal "decreto Ronchi" sia da considerare un obiettivo minimo, essendo in altri paesi europei attive esperienze di riciclaggio fino al 50 per cento dei rifiuti prodotti, con importanti vantaggi ambientali, sanitari ed economici.

La Commissione, dal canto suo, proseguirà la sua azione di stimolo nei confronti di tutti gli attori coinvolti, dalle aziende alle forze dell’ordine, dagli enti locali alle associazioni ambientaliste.

Il mio auspicio, insieme a quello dell’Ufficio di Presidenza e di tutti i commissari, è che queste problematiche vengano sempre più intese come possibilità e fattore di sviluppo e non come un ostacolo o un fastidioso obbligo di legge: la tutela dell’ambiente, la corretta gestione dei rifiuti urbani, la bonifica e il risanamento delle aree più degradate non possono che portare vantaggi a tutto il paese, che proprio nella bellezza del suo territorio ha una delle sue maggiori ricchezze.

Massimo Scalia

Presidente della Commissione parlamentare

d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività

illecite ad esso connesse

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