INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO (10ª)

MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014
107ª Seduta

Presidenza del President
MUCCHETTI
Intervengono, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, Carlo Mapelli, esperto in materia e Antonio Gozzi, Presidente di Federacciai, accompagnato da Agostino Conte e Marco Fraquelli, assistenti alla Presidenza.

La seduta inizia alle ore 14,10.


SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

Il presidente MUCCHETTI comunica che è stata chiesta la trasmissione audiovisiva per la procedura informativa che sta per iniziare e che la Presidenza del Senato ha già preventivamente fatto conoscere il proprio assenso.

La Commissione conviene.


PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito dell'indagine conoscitiva sul Gruppo Ilva nel quadro della siderurgia e dell'industria italiana: audizione del professor Carlo Mapelli, esperto in materia, e del Presidente di Federacciai

Prosegue l'indagine conoscitiva, sospesa nella seduta del 15 ottobre scorso.

Il presidente MUCCHETTI rivolge un indirizzo di saluto al professor Mapelli e lo invita a svolgere il suo intervento, con particolare riferimento al tema del preridotto.

Il professor MAPELLI illustra un documento, che deposita agli atti della Commissione.
In premessa definisce il preridotto come un semilavorato siderurgico contenente prevalentemente ferro metallico ottenuto a partire da palline di minerale ferroso trattate per mezzo di monossido di carbonio e idrogeno e fa presente che in Italia viene già utilizzato, ma non anche prodotto, quindi le aziende sono costrette ad importarlo dall'estero, prevalentemente dalla Libia. Ne evidenzia poi i relativi vantaggi in termini di riduzione delle emissioni, in quanto prodotto con processi a basso impatto ambientale, e spiega che può essere utilizzato, sia negli altoforni, con diminuzione del consumo di coke, sia nei forni convertitori e nei forni elettrici ad arco, in sostituzione del rottame.
Ricorda poi che, secondo una proiezione, nel 2014 l'Italia produrrà 24,9 milioni di tonnellate di acciaio, per il 26 per cento da minerale, con l'utilizzo di altoforni e coke, e per il rimanente 74 per cento da rottame, con l'utilizzo di forni elettrici (presenti in tutti gli impianti italiani, ad eccezione di quello di Trieste). A tal proposito sottolinea che, a parte la Spagna, tutti gli altri Paesi produttori hanno percentuali quasi invertite, con un rapporto 35-65 per cento.
Entrando nel dettaglio dei processi di preriduzione, illustra due tecnologie di produzione e definisce la prima, italo-messicana, come più sicura e flessibile rispetto alla seconda, statunitense, che utilizza il gas naturale tal quale e non trattato. Al PRESIDENTE che chiede informazioni sulla tecnologia Danieli, replica il professor MAPELLI chiarendo che la tecnologia Danieli è proprio quella italo-messicana cui lui stava facendo riferimento.
Con riferimento allo scenario italiano, fa presente che la filiera da forno elettrico è affetta da carenza strutturale di rottame, che viene importato in 6-7 milioni di tonnellate all'anno, con costi che incidono più di quelli dell'energia elettrica, e denuncia che la sua qualità sta progressivamente scemando a causa della crescente concentrazione di stagno e rame.
Ritiene che per produrre preridotto in Italia sarebbe necessario avere la garanzia di un adeguato approvvigionamento di gas naturale, magari sfruttando l'attuale capacità di rigassificazione (15 miliardi di metri cubi all'anno, per l'80 per cento inutilizzata) per calmierare i relativi prezzi.
Confronta poi, con riferimento alle emissioni ambientali di CO2, le diverse combinazioni produttive, cioè ciclo tradizionale, configurazione ibrida (20 per cento preridotto in altoforno e 10 per cento nel convertitore) e 100 per cento preridotto e forno elettrico e considera la soluzione intermedia come utile, nel caso di Ilva, a spegnere alcune cokerie e a concentrare gli sforzi per il contenimento degli inquinanti sulle altre rimaste in funzione. Ritiene tuttavia che la migliore in assoluto per gli impianti italiani sarebbe quella con un mix di 50 per cento di preridotto e 50 per cento di rottame.
Si sofferma poi sulla ipotesi di produzione del preridotto in Italia, il cui costo varierebbe a seconda del prezzo del gas al metro cubo, che a gennaio 2014 era a 0,36 euro e oggi è a 0,20.

Si apre il dibattito e le richieste di quesiti.

Il senatore CIOFFI (M5S) fa notare che, a prescindere dalla tecnologia impiegata, il Paese dovrebbe comunque dipendere dalle importazioni di materie prime. Chiede dunque se esista una soluzione per ovviare a questa problematica e se si possa avere acciaio di qualità anche solo grazie al rottame.

Il presidente MUCCHETTI domanda se, con l'utilizzo del preridotto, a Piombino si potrebbero costruire prodotti di alta qualità, come le rotaie ferroviarie che rappresentano un mercato oligopolistico.

Il senatore MARTELLI (M5S) chiede una precisazione sugli inquinanti che entrano nel ciclo dei rottami e se esistano tecnologie di riduzione senza l'utilizzo del monossido di carbonio.

La senatrice NUGNES (M5S) sottopone all'audito la questione di eventuali tecnologie a basso impatto ambientale.
Quanto all'Ilva, chiede perché si possano chiudere solo alcune cokerie e non tutte e come mai la soluzione di cui si parla per Piombino non potrebbe essere estesa anche alle acciaierie di Terni.

Il senatore GIROTTO (M5S) domanda se l'acciaio potrebbe essere sostituito da un altro materiale.

Il senatore PETROCELLI (M5S) chiede quali sarebbero le conseguenze per il nostro Paese se non producessimo più acciaio.

Con riferimento a varie domande poste dai commissari, il professor MAPELLI specifica che il rottame si inquina durante la raccolta e non è possibile averlo puro. Ricorda che il più puro di tutti è quello utilizzato a Novi Ligure, che ha una bassa concentrazione di rame e zolfo.
In risposta al Presidente precisa che, per avere acciaio pulito con le proprietà meccaniche desiderate, negli altoforni si potrebbe usare preridotto, che non contiene zolfo in quanto non entra mai a contatto con derivati del carbone.
Quanto alle tecnologie senza carbonio, ricorda l'esperienza di piccoli impianti pilota ad idrogeno in Giappone, che tuttavia possono avere caratteristiche di economicità solo in presenza di impianti nucleari, che garantiscono ampia e continua disponibilità di energia elettrica. Ritiene che attualmente la tecnologia migliore sia quella che utilizza gas naturale, che comporta anche una riduzione del 60 per cento delle emissioni di CO2.
In risposta alla senatrice Nugnes, ritiene fisiologico che, in un impianto come quello di Taranto, le cokerie, in collegamento con la trasformazione dell'impianto, si chiudano progressivamente e non tutte insieme. Quanto alle acciaierie di Terni, fa notare che l'impianto, pur forte in una produzione di nicchia, come quella dei lingotti di ferro, soffre della concorrenza aggressiva dei produttori cinesi e indiani nel settore di massa della produzione di acciaio inossidabile.
Al senatore Girotto chiarisce che nessun altro materiale può vantare le qualità di resistenza e tenacità dell'acciaio.
Quanto alla domanda del senatore Petrocelli, considera pericoloso rinunciare alla produzione di acciaio, in quanto ciò potrebbe portare alla perdita di piattaforme produttive complete e quindi all'incapacità di realizzare un prodotto, come nel caso dell'automobile, dalla sua progettazione all'effettiva costruzione.

Il presidente MUCCHETTI ringrazia il professor Mapelli per il contributo fornito e dichiara conclusa la sua audizione. Rivolge quindi un indirizzo di saluto al professor Gozzi, presidente di Federacciai, invitandolo a svolgere il suo intervento con particolare riferimento alle situazioni di crisi nel settore siderurgico di Piombino, Terni e Taranto. Chiede altresì di concentrare l'intervento anche sulla descrizione della situazione economica delle acciaierie presenti nel Nord Italia.

Il professor GOZZI ringrazia preliminarmente la Commissione per l'invito ricevuto rilevando che la siderurgia europea è al momento particolarmente esposta alla competizione globale caratterizzata dalla presenza di players internazionali di sempre maggiori dimensioni. L'industria siderurgica italiana è seconda in Europa e prima in quanto a produzione di forni elettrici e soffre quindi l'esposizione alla concorrenza globale in maniera corrispondente.
Per quanto riguarda le imprese siderurgiche operanti nel Nord Italia (specialmente in Lombardia e Triveneto) fa presente che la loro situazione economica dipende molto dalla tipologia di prodotto. Si tratta soltanto di produzioni con forni elettrici finalizzate sia alla realizzazione di prodotti a basso valore aggiunto e di lavorati per il settore delle costruzioni (che da solo assorbe il 50 per cento della produzione di acciaio), sia di prodotti ad alto valore aggiunto. Le produzioni a basso valore aggiunto e quelle destinate alle costruzioni hanno una capacità installata doppia rispetto alla domanda e quindi sono in forte sofferenza, mentre le produzioni ad alto valore aggiunto esportano molto e quindi non mostrano rilevanti segnali di crisi. Cita ad esempio il gruppo Arvedi che ha una produzione mista caratterizzata da una rilevante innovazione tecnologica che ne fa un benchmark mondiale.
Per quanto concerne il gruppo Ilva segnala che l'attuale crisi è da inscriversi al sistema paese e non a problemi strutturali di natura industriale degli specifici impianti. Si tratta infatti di uno degli stabilimenti più efficienti a livello europeo sia per le economie di scala dimensionale, sia per il vantaggio logistico che ha in relazione alla particolare connotazione del porto di Taranto che consente l'ormeggio di navi di grandi dimensioni che esaltano i vantaggi delle economie di scala. Anche dal punto di vista ambientale rileva che l'Ilva è perfettamente in linea con gli standard europei.
Rileva, poi, che le premesse per garantire la continuità della produzione a Taranto sono quelle di ristabilire condizioni normali di gestione, che al momento sono fortemente condizionate dalla magistratura, e di rivedere i contenuti e la tempistica delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA) che oggi sono più stringenti rispetto agli standard europei costituendo, così, un significativo svantaggio competitivo per qualsiasi potenziale investitore privato nazionale o estero. In particolare cita la richiesta, ivi contenuta, di copertura dei parchi minerali il cui costo è pari a 300 milioni di euro e che non trova eguale applicazione in nessun altro impianto europeo.
In qualità di Presidente di Federacciai, dichiara di aver avuto recenti contatti con il Gruppo Arvedi il quale ha manifestato l'interesse a rilevare il gruppo Ilva, con il supporto della CDP SpA, senza il necessario coinvolgimento di altri soggetti esteri, a condizione che vi sia una razionalizzazione dei piani di produzione.
Rileva come gli operatori economici europei che agiscono in regime di oligopolio abbiano forti interessi nella chiusura degli stabilimenti di Taranto, elemento che invece indebolirebbe gli interessi nazionali visto che l'impianto di Taranto è l'architrave della filiera del metallo in Italia che alimenta la parte più significativa della manifattura italiana. D'altro canto, rileva che il solo contributo del settore privato domestico non è in grado di muovere risorse necessarie a supportare il gruppo Ilva. Vede con favore un ruolo complementare dello Stato, seppure transitorio, a supporto del sistema privato (nazionale o estero) con l'obiettivo di difendere rilevanti interessi nazionali. Esso è ancora più necessario nel caso di accesso di investitori esteri per fissarne le condizioni a salvaguardia degli interessi nazionali. I tempi sono molto ristretti perché l'Ilva continua a perdere a causa della ridotta capacità produttiva.
Sulla situazione dello stabilimento Acciai Speciali Terni ritiene che la situazione sia meno problematica. La scelta della proprietà di uscire dalla produzione dell'acciaio inossidabile potrebbe essere rimeditata alla luce della crisi che sta interessando il principale leader mondiale nel settore. Sebbene la produzione stia operando in perdita a seguito di noti problemi gestionali, tuttavia si può prevedere un recupero di efficienza e redditività, data la qualità degli impianti e la possibilità di future quote di mercato rese libere da competitori che stanno uscendo dal mercato. In replica ad un quesito posto dal PRESIDENTE, rileva come il Gruppo Thyssenkrupp abbia in passato privilegiato gli interessi nazionali tedeschi a quelli italiani anche quando l'efficienza degli stabilimenti italiani era superiore.
Infine, per quanto riguarda Piombino, rileva come l'impianto abbia sempre avuto debolezze strutturali (un altoforno senza cokerie ed un porto inadeguato rispetto alle esigenze di scala richieste dall'esercizio di tale impianto). Nonostante l'urgenza di trovare acquirenti per risolvere le ricadute occupazionali, ritiene necessario procedere con molta prudenza valutando la qualità dei piani industriali e la solidità finanziaria degli offerenti.
Una soluzione per l'impianto di Piombino potrebbe essere la trasformazione dello stesso per la produzione di preridotto tanto richiesto dai produttori che si avvalgono di forni elettrici nel Nord Italia. Il recente abbassamento dei costi del minerale di ferro e del gas rendono ora percorribile un investimento che un anno fa era considerato non plausibile.

Si apre il dibattito in cui interviene la senatrice NUGNES (M5S) per esprimere un giudizio critico sull'intervento testé svolto nella parte che sottovaluta le questioni di salute pubblica sottese all'AIA. Strumento che pone limiti accertati a livello scientifico per la tutela della salute, richiesti dalla magistratura sulla base di una legge e non di scelte discrezionali.

Il senatore TOMASELLI (PD) interviene per esprimere apprezzamento per il contributo di Federacciai sebbene non ritiene di condividerne pienamente tutti i profili sollevati, soprattutto in relazione all'AIA per Taranto. Chiede quindi di esplicitare meglio quale contributo possa essere fornito dal settore privato per governare l'attuale fase di eccesso di capacità produttiva rispetto alla domanda in un contesto globale. In relazione all'AIA per Taranto, ritiene poi che essa abbia costituito un giusto equilibrio tra l'interesse alla continuità aziendale di un grande player industriale europeo e la tutela del territorio. Sollecita un intervento tempestivo di Federacciai per risolvere la questione dell'Ilva.

Il senatore PEPE (Misto-MovX) precisa di non condividere le valutazioni svolte dal professor Gozzi in merito all'irragionevolezza dei requisiti previsti nell'AIA in particolar modo con riferimento alla richiesta di coprire i parchi minerari. I costi richiesti da tale bonifica sarebbero più che compensati dai risparmi della sanità in quell'area del paese. Infatti, rileva come il numero di alcune patologie respiratorie a Taranto si sia significativamente ridotto contestualmente alla riduzione dell'attività dell'Ilva. Infine fa presente che le conoscenze tecnologiche che si possono sviluppare nel campo delle bonifiche potrebbero divenire un'opportunità per l'Italia di raggiungere una posizione leader nel settore.

Il senatore MARTELLI (M5S) interviene per chiedere una stima del volume di metalli che sfuggono al ciclo del recupero in Italia. Chiede infine se esistano modi alternativi per fermare il decadimento della qualità dei rottami ferrosi recuperati.

Il senatore GIROTTO (M5S) chiede quale impatto potrebbe avere l'impiego di preridotto a Taranto e quale è il costo degli interventi necessari di manutenzione sull'altoforno 5 che verrà escluso dai cicli produttivi nel 2015.

Il senatore CIOFFI (M5S) rivolge un quesito sullo scenario che si determinerebbe se in Italia si producesse la quantità di acciaio sufficiente a compensare soltanto la domanda interna e quali politiche protezionistiche potrebbero essere adottate in ambito europeo per proteggere i produttori europei dalla competizione mondiale.

Il presidente MUCCHETTI (PD) chiede ulteriori chiarimenti sull'ipotesi di impiego del preridotto nell'impianto di Piombino.

Il professor GOZZI, replicando al quesito del senatore Cioffi, fa presente che l'Europa è il mercato che tende a proteggersi meno dalla competizione globale. Ritiene storicamente difficile immaginare politiche protezionistiche in Europa nel campo dell'acciaio e cita alcune iniziative di cui si è fatto interprete per l'istituzione di un dazio sul rottame ferroso che non hanno avuto seguito per l'opposizione di paesi nord europei. In risposta ad un quesito rivolto, fa presente che il costo di manutenzione dell'altoforno 5 potrebbe aggirarsi intorno a 200 milioni di euro. L'uso di preridotto avrebbe invece l'impatto di abbattere le emissioni inquinanti di Taranto. In replica ad un quesito del senatore Martelli, fa presente che l'Italia è il paese con il più alto tasso di riciclo di materiale ferroso. In risposta al senatore Tomaselli, rileva che il capitalismo privato italiano non appare in grado di risolvere il problema di Taranto. Ribadisce che le prescrizioni dell'AIA richieste a Taranto rappresentano un concreto ostacolo all'individuazione di un acquirente estero. Preannuncia che a giorni potrebbe pervenire l'offerta del gruppo Mittal che consentirà di capire meglio lo scenario futuro più verosimile. Ritiene di essere tra coloro che auspicano il risanamento ambientale senza chiudere gli impianti di Taranto, ma ritiene difficile che la gestione commissariale riesca a chiudere una trattativa con impianti sotto sequestro della magistratura.
In risposta alle richieste del presidente Mucchetti fa presente che con circa 400 milioni di euro si potrebbe fare un investimento per consentire una migliore connettività di Piombino alla rete elettrica nazionale e per garantire la produzione di 2,5 milioni di tonnellate di preridotto a caldo. Tali volumi sarebbero in parte certamente appetibili per le imprese siderurgiche del centro Nord. Gli investimenti potrebbero essere finanziati con maggior ricorso al debito, per la parte che concerne la connettività alla rete elettrica grazie all'intervento di Terna (che si è resa disponibile ad acquisire la proprietà degli impianti all'uopo realizzati), e con maggior ricorso a capitale di proprietà per la parte che riguarda l'impianto di produzione di preridotto vista la rilevante volatilità dei prezzi del gas e delle materie prime.

Il presidente MUCCHETTI ringrazia il professor Gozzi per il contributo fornito e dichiara conclusa la sua audizione. Comunica altresì alla Commissione che la documentazione consegnata dagli auditi, poiché nulla osta da parte di questi ultimi, sarà pubblicata sulla pagina web della Commissione e che le registrazioni video delle audizioni stesse verranno pubblicate nella medesima pagina web non appena disponibile.

La Commissione prende atto.

Il seguito dell'indagine conoscitiva viene dunque rinviato.


La seduta termina alle ore 16,25.