SENATO DELLA REPUBBLICA
-------------------- XVI LEGISLATURA --------------------

10a Commissione permanente
(INDUSTRIA, COMMERCIO, TURISMO)


101ª e 102ª seduta: martedì 17 novembre 2009, ore 13 e 15,30
103ª seduta: mercoledì 18 novembre 2009, ore 14


ORDINE DEL GIORNO



PROCEDURE INFORMATIVE

I. Interrogazioni.
Interrogazioni svolte.
II. Seguito dell'indagine conoscitiva sulla condizione competitiva delle imprese industriali italiane, con particolare riguardo ai settori manifatturiero, chimico, meccanico e aerospaziale: audizione del presidente di Farmindustria, dottor Sergio Dompè e audizione del presidente di Federchimica, dottor Giorgio Squinzi.



IN SEDE CONSULTIVA

Esame congiunto del disegno di legge:
Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2009 (Approvato dalla Camera dei deputati).
(Relazione alla 14ª Commissione)
(1781)
- e del documento:
Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, anno 2008.
(Parere alla 14ª Commissione)
(Doc. LXXXVII, n. 2)
Esame congiunto e rinvio
- Relatore alla Commissione VICARI.

IN SEDE REFERENTE

I. Esame del disegno di legge:
GRAMAZIO ed altri.- Disposizioni in materia di produzione di sostanze ad elevata concentrazione tossica, nonché in materia di custodia e di utilizzo delle medesime sostanze negli esercizi commerciali con licenza di somministrazione di bevande e di generi alimentari. - Relatore alla Commissione VICARI.
(Pareri della 1a, della 5a e della 12a Commissione)
Esame e rinvio(1598)

II. Esame congiunto dei disegni di legge:
1. LEGNINI.- Misure per il riconoscimento della qualifica di pizzaiolo.
(Pareri della 1a, della 5a Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(68)
2. COSTA.- Riconoscimento della patente europea pizzaioli (PEP).
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a, della 7a e della 14a Commissione)
Esame congiunto e rinvio(426)
- Relatore alla Commissione PISCITELLI.

INTERROGAZIONI ALL’ORDINE DEL GIORNO

        CHITI, ROILO, ADAMO, PASSONI, VIMERCATI. – Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro, salute, politiche sociali. – Premesso che:

            Eutelia S.p.A. è una società operante da pochi anni nel settore delle telecomunicazioni;
            la società Eutelia ha acquisito negli anni passati alcune aziende tra cui EdisonTel e nel 2006 anche le società italiane dei gruppi multinazionali di Informatica Getronics (ex Olivetti) e Bull con circa 2.200 dipendenti;
            le organizzazione sindacali nel corso degli anni hanno spesso denunciato la difficile situazione finanziaria e occupazionale delle società acquisite, la riduzione di quote di fatturato, una prospettiva industriale non definita in due settori molto competitivi quali Information Technology (IT) e Telecommunications (TLC) e che necessitano di investimenti continui, la perdita negli ultimi mesi di commesse pubbliche e private significative non compensate da nuovi ordini, le continue dimissioni di persone con competenze significative e la mancanza di processi di riqualificazione adeguati;
            per la dimensione e la storia delle società acquisite il Ministero dello sviluppo economico esercita un controllo sull’evoluzione industriale della società, oggi composta da 2.700 dipendenti;
            a maggio 2008 Eutelia ha annunciato un pesantissimo processo di ristrutturazione con riduzione di costi generalizzati, chiusure di sedi, trasferimenti e l’apertura della procedura di Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) per crisi per 772 unità;
            il giorno 6 maggio 2008 si è svolto presso il Ministero dello sviluppo economico un incontro sulla società Eutelia nel corso del quale sono stati ripercorsi gli eventi più significativi che hanno portato all’attuale criticità produttiva ed occupazionale, fra i quali l’aver proceduto ad una serie di acquisizioni, tese da un lato a ricercare un incremento dei volumi produttivi, dall’altro a recuperare attività che erano state perse per cause esogene;
            è stata anche esposta dai rappresentanti della società la ridefinizione strategica dell’azienda, che sarà focalizzata verso il settore IT delle piccole e medie imprese (PMI), dal momento che il gruppo vanta già un portafoglio clienti di PMI nel settore TLC potenziali acquirenti della nuova linea di prodotti. La strategia illustrata rappresenta, secondo la società, una risposta del
management aziendale alla crisi che ha colpito l’area IT;
            il giorno 20 maggio 2008 si è svolto presso il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali un incontro tra i rappresentanti della società Eutelia e le organizzazioni sindacali sull’apertura da parte della società della procedura di CIGS per 772 lavoratori per dodici mesi;
            in quella sede la società si è impegnata a presentare entro il termine di quindici giorni (quindi entro il 4 giugno) il nuovo Piano industriale ed a incontrare nuovamente i rappresentanti delle organizzazioni sindacali entro sette giorni dalla presentazione del suddetto Piano;
            la società si è altresì impegnata a non procedere, nel periodo di confronto tra le parti, a chiusure di sedi, trasferimenti di personale e ad ogni altro atto unilaterale;
        considerato che:
            la chiusura di alcune sedi di lavoro è una misura che, invece di risollevare l’azienda, porterebbe al definitivo abbandono delle attività IT, al forte ridimensionamento dell’attuale organico e ad effetti pesantissimi sui lavoratori e le loro famiglie;
            sulle linee strategiche esposte dalla società Eutelia per fronteggiare la crisi, le organizzazioni sindacali hanno espresso grave preoccupazione, in particolare manifestando dubbi circa la concreta possibilità di dare attuazione al piano industriale e, in particolare, hanno sottolineato le difficoltà di «aggredire» un nuovo segmento di mercato caratterizzato da un’elevata competitività,
        si chiede di sapere:
            quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di favorire lo sviluppo dei settori dell’alta tecnologia, impoveriti negli ultimi anni da scelte di disinvestimento da parte delle multinazionali;
            se non si ritenga opportuno convocare al più presto un tavolo tra i Ministeri e le istituzioni interessate, l’azienda e le parti sociali, per valutare il piano industriale che deve essere presentato dalla società per affrontare la crisi;
            quali iniziative urgenti si intendano adottare al fine di garantire, con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, la salvaguardia
degli attuali livelli occupazionali e delle professionalità dell’azienda ed il patrimonio produttivo della società Eutelia.


(3-00049)

        CHITI, ROILO, ADAMO, PASSONI, VIMERCATI. – Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro, della salute e delle politiche sociali. – Premesso che:

            nell’atto di sindacato ispettivo 3-00049, presentato dagli interroganti il 5 giugno 2008, a proposito della chiusura di alcune sedi di Eutelia spa – società, quotata in borsa, operante dal 1998 nei settori telecomunicazioni e informatica con circa 2.500 addetti, 2.000 dei quali impegnati proprio nei settore IT – che a maggio 2008 aveva annunciato un drastico processo di ristrutturazione con chiusure di sedi, trasferimenti e l’apertura della procedura di Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) per crisi per 772 unità, si chiedeva al Governo quali iniziative intendesse adottare al fine di favorire lo sviluppo dei settori dell’alta tecnologia e se non ritenesse opportuno convocare al più presto un tavolo tra i Ministeri e le istituzioni interessate, l’azienda e le parti sociali, per valutare il piano industriale che doveva essere presentato dalla società per affrontare la crisi;
            nell’incontro svoltosi l’8 gennaio 2009 con le organizzazioni sindacali, Eutelia ha comunicato ufficialmente la deliberazione del Consiglio di amministrazione di dismissione di tutte le attività legate al settore di Information technology (IT), cioè dell’industria tecnologica che comprende molti settori (dall’informatica alla gestione degli applicativi, dalla progettazione del
software a quello dell’hardware) e di sviluppo di un piano industriale legato alle sole attività di telecomunicazioni;
            l’azienda non ha fornito alcuna motivazione sui motivi di carattere economico ed industriale legati alla scelta della dismissione;
            se da un lato la decisione di vendere i servizi IT ha provocato il rialzo del titolo Eutelia, tanto che lo stesso è stato sospeso per eccesso di rialzo, dall’altro si profila una situazione disastrosa sul fronte occupazionale;
            a seguito di questa decisione i lavoratori del settore IT, tutti in possesso di un’elevata professionalità, rischiano di perdere definitivamente il posto di lavoro senza avere nessuna alternativa;
            in particolare, rischiano nell’immediato di perdere il posto di lavoro i circa 500 lavoratori (su 550) che, nell’ambito dell’unità produttiva di Pregnana Milanese, operano nell’area IT;
            per far fronte a questa situazione nel giugno 2008 sono stati definiti presso il Ministero dello sviluppo economico accordi sui contratti di solidarietà che prevedono la cassa integrazione a rotazione;
            la società Eutelia non ha ancora fornito informazioni di dettaglio sulla sua strategia: a tutt’oggi non sono note le sedi ed i reparti per i quali si annuncia la dismissione, né per quali sedi, né per quanti addetti;
            le organizzazioni sindacali nazionali ed il coordinamento delle rappresentanze sindacali unitarie del settore metalmeccanico e telecomunicazioni di Eutelia, il 12 gennaio 2009, si sono incontrati con l’azienda presso il Ministero dello sviluppo economico;
            le organizzazioni sindacali hanno ricordato la sottoscrizione dei contratti di solidarietà ed hanno manifestato la propria preoccupazione e sconcerto di fronte alla scelta della società Eutelia di disconoscere completamente i suddetti accordi;
            questo atteggiamento della società Eutelia conferma l’inadeguatezza della proprietà e del
management, sotto il profilo sia della gestione industriale, economica e finanziaria, sia della correttezza delle relazioni industriali e delle relazioni con le istituzioni;
            dinanzi a questa prospettiva, è già stato unitariamente deciso dai sindacati uno sciopero nazionale di tutto il gruppo con una manifestazione programmata per il 23 gennaio ad Arezzo,
        si chiede di sapere:
            se il Governo non ritenga opportuno e doveroso chiarire i motivi che hanno portato la società Eutelia a disattendere gli accordi definiti con il Ministero dello sviluppo economico;
            quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di garantire, con il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali, delle professionalità dell’azienda e del patrimonio produttivo della società Eutelia.


(3-00491)

        ROILO, ADAMO, BASSOLI, VIMERCATI, ROSSI Paolo. – Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro, della salute e delle politiche sociali. – Premesso che:

            a tutt’oggi non hanno ottenuto alcuna risposta gli atti di sindacato ispettivo 3-00049 e 3-00491, presentati rispettivamente in data 5 giugno 2008 e 26 gennaio 2009, con si chiedeva al Governo di intervenire con la massima urgenza e determinazione per la soluzione della grave finanziaria ed occupazionale che sta coinvolgendo la Eutelia SpA, società quotata in borsa e operante dal 1998 nel settore delle telecomunicazioni e informatica;
            attualmente Eutelia SpA, quarto operatore italiano nel settore delle telecomunicazioni, occupa negli stabilimenti distribuiti sull’intero territorio italiano circa 2.500 lavoratori, 550 dei quali impiegati presso la sede produttiva di Pregnana Milanese in Lombardia dove, tra l’altro, si registra una forte presenza di figure professionali altamente specializzate, con un’età media di circa 50 anni, nonché una notevole presenza femminile;
            presso tale sede si svolgono servizi che riguardano la vendita, la progettazione e lo sviluppo di
software, l’assistenza tecnica, la teleassistenza, l’amministrazione e i servizi generali, detiene commesse principalmente nella pubblica amministrazione (Regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano), nonché nei più importanti gruppi bancari, nel settore dei trasporti e della grande distribuzione;
            nel mese di maggio del 2008 Eutelia SpA ha annunciato un pesantissimo processo di ristrutturazione con riduzione di costi generalizzati, chiusure di sedi, trasferimenti nonché l’apertura della cassa integrazione straordinaria per crisi per 772 unità. Il 23 giugno 2008, dopo una durissima fase di lotte e di trattative, è stato sottoscritto un accordo che prevede l’applicazione di contratti di solidarietà per 12 mesi nei confronti di 2.202 lavoratori, nonché garanzie sulle chiusure delle sedi e dei trasferimenti, incontri preventivi su eventuali cessioni di attività e
asset e, inoltre, un percorso di per affrontare i temi contrattuali e sindacali;
            nonostante tale accordo avesse consentito alla Eutelia SpA di attuare una sensibile riduzione dei costi e dell’orario settimanale, il 12 gennaio 2009, durante un incontro presso il Ministero dello sviluppo economico, i rappresentanti della suddetta società hanno annunciato la decisione di dismettere il settore relativo alla Information Technology (IT) e di sviluppare un nuovo piano industriale per il settore delle telecomunicazioni; nello stesso tempo ha annunciato l’avvio di una procedura di licenziamenti collettivi per circa 2000 persone e, successivamente, la cassa integrazione per cessazione di attività;
            successivamente, nel mese di marzo, durante un incontro presso lo stesso Ministero, l’azienda ha presentato un «Piano d’Impresa 2009-2010» in cui sostanzialmente venivano confermate le decisioni assunte durante l’incontro del 12 gennaio;
            a seguito di ciò è stata decisa la convocazione di un tavolo di crisi con la presenza della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Ministero dello sviluppo economico e delle Regioni;
            con una lettera del 19 maggio 2009, il Presidente del Consiglio di amministrazione della Eutelia SpA ha comunicato alle rappresentanze sindacali unitarie e alle maggiori associazioni sindacali di categoria l’intenzione di voler procedere alla cessione del ramo relativo alle IT della società Eutelia SpA con sede legale in Arezzo alla cessionaria Agile srl con sede legale in Potenza, parteciapata al 100 per cento da Eutelia;
            nella citata lettera veniva specificato, inoltre, che tale cessione «ha come scopo quello di meglio definire e razionalizzare il ramo IT in vista e al fine della successiva dismissione, come già deliberata dal Consiglio di Amministrazione di Eutelia» e che tutti i lavoratori del ramo IT, che alla data della programmata cessione (alla data odierna n. 1.735 unità oltre n. 47 co.co.pro. e n. 25 dirigenti) risulteranno in forza delle n. 18 unità produttive aziendali, passeranno alle dipendenze della Società Agile srl senza alcuna interruzione dei rispettivi rapporti di lavoro con conservazione di tutti i diritti esistenti al momento della cessione, sia quelli nascenti dal contratto individuale, sia quelli derivanti dalla normativa collettiva, sia quelli in corso di formazione (scatti di anzianità)«;
            considerato che a seguito di tale grave decisione i lavoratori della Eutelia SpA hanno proclamato per il 28 maggio 2009 una giornata di sciopero, con presidi presso il Ministero dello sviluppo economico e nonché presso le sedi regionali,
        si chiede di sapere:
            quali siano le valutazioni in merito alla decisione assunta da Eutelia SpA;
            se non si ritenga che tale decisione, per i tempi e i modi in cui è avvenuta, non rappresenti un’inaccettabile forzatura da parte di un’azienda che, in presenza di un confronto a livello istituzionale, ha deciso di procedere nel suo esclusivo interesse e in spregio del destino di migliaia di lavoratori;
            se non si ritenga opportuno intervenire presso Eutelia SpA affinché riconsideri la decisione di procedere cessione del ramo relativo alla IT;
            se, alla luce dei fatti esposti, non si ritenga opportuno convocare con urgenza un tavolo di crisi a cui prendano parte tutte le parti coinvolte dalla decisione assunta da Eutelia SpA, al fine di salvaguardare l’occupazione delle attuali unità lavorative occupate nella stessa azienda, nonché per evitare un’ulteriore contrazione del tessuto imprenditoriale e produttivo sull’intero territorio nazionale;
            infine, quali iniziative si intenda adottare al fine di impedire che la prevista cessione del ramo relativo alla IT non sia in realtà un modo surrettizio finalizzato alla espulsione dei lavoratori attualmente impiegati presso l’azienda, eludendo per tale via le norme che garantiscono la stabilità del lavoro.


(3-00770)

        BUGNANO, CARLINO, MASCITELLI, LANNUTTI. – Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro, della salute e delle politiche sociali. – Premesso che:

            in data 20 ottobre 2009 la firmataria del presente atto di sindacato ispettivo ha presentato insieme ad altri senatori un’interrogazione sul caso Eutelia Agile 4-02120;
            nella predetta interrogazione si denunciava, fra l’altro, come appariva ormai chiaro l’intento dilatorio dei vertici aziendali che continuavano a promettere la presentazione di un piano industriale di riunione in riunione senza mai concretizzarlo;
            si evidenziava altresì come nell’ultimo incontro presso i Ministeri dello sviluppo economico e del lavoro si fosse manifestato in maniera sempre più evidente l’obiettivo reale dell’azienda, ovvero la perdita delle principali commesse, finalizzato a poter successivamente sostenere la presenza di un esubero di lavoratori;
            il 22 ottobre 2009 la dirigenza dell’azienda ha comunicato ai sindacati, al Ministero del lavoro, all’Assessorato al lavoro della Regione Lazio, alla direzione regionale del lavoro del Lazio, alla direzione provinciale del lavoro di Roma – settore politiche del lavoro che gli esuberi sono pari a 1.192 unità complessive tra quadri, impiegati ed operai su una forza lavoro di 1.880 lavoratori (di cui 1.870 a tempo indeterminato e 10 a tempo determinato), cui si aggiungono 26 collaboratori e 31 dirigenti. La motivazione addotta risulta essere la necessità di comprimere la forza lavoro per la sproporzione con il numero delle commesse al fine di garantire la sopravvivenza dell’azienda. L’azienda ha esplicitato che non esistono misure alternative al licenziamento e che non è praticabile il ricorso alla cassa integrazione guadagni, né ai contratti di solidarietà;
        considerato che, ad opinione dell’interrogante:
            la cessione dei lavoratori da Eutelia ad Agile risponde solo a giochi finanziari dell’azienda, in spregio dei diritti dei lavoratori e delle loro famiglie, nonché degli interessi del Paese e al di là di un ragionevole confronto al livello istituzionale;
            è apparso chiaro, all’esito della riunione del 14 ottobre 2009, che ci si trova di fronte a una proprietà che non aveva intenzione di attivare un piano industriale serio, ma solo di «sfruttare» quello che rimane di questa azienda;
            il Governo sino ad oggi non ha svolto alcuna azione efficace e risolutiva della vicenda Agile Eutelia, in particolare non è intervenuto per mantenere ferme le commesse della pubblica amministrazione, intervento che pure era stato promesso;
            si rende necessaria un’assunzione di responsabilità direttamente da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri,
        si chiede di sapere se e quali iniziative concrete il Governo intenda porre in essere per tutelare migliaia di lavoratori e le loro famiglie anche al fine di salvaguardare l’occupazione e lo sviluppo di un settore all’avanguardia quale quello informatico.


(3-01002)

        ROILO, ADAMO, BASSOLI, VIMERCATI, ROSSI Paolo, FONTANA. – Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro, della salute e delle politiche sociali. – Premesso che:

            l’interrogante ha presentato e sottoscritto precedenti atti di sindacato ispettivo (3-00049, 3-00491 e 3-00770), con cui si chiedeva al Governo di valutare le scelte societarie di Eutelia SpA, società quotata in borsa e operante dal 1998 nel settore delle telecomunicazioni e dell’informatica, interessata da una grave finanziaria ed occupazionale;
            la situazione societaria attuale dimostra quanto fossero fondate le preoccupazioni espresse nelle citate interrogazioni, da intendersi tutte qui richiamate come parte integrante della premessa, rimaste, purtroppo, senza risposta;
            specificamente, l’interrogazione più recente (3-00770) lamentava le perplessità e i rischi occupazionali conseguenti ad una lettera del 19 maggio 2009, con la quale il Presidente del Consiglio di amministrazione della Eutelia SpA aveva comunicato alle RSU e alle maggiori associazioni sindacali di categoria l’intenzione di voler procedere alla cessione del ramo relativo alla I.T. Information technology della società Eutelia SpA con sede legale ad Arezzo alla cessionaria Agile srl con sede legale in Potenza, partecipata al 100 per cento da Eutelia; nella lettera citata, la cessione era motivata con lo scopo di «meglio definire e razionalizzare il ramo I.T in vista e al fine della successiva dismissione, come già deliberata dal Consiglio di Amministrazione di Eutelia» e era assicurato che «tutti i lavoratori del ramo I.T., che alla data della programmata cessione (alla data odierna n.1.735 unità oltre n. 47 co.co.pro. e n.25 dirigenti) risulteranno in forza delle n. 18 unità produttive aziendali, passeranno alle dipendenze della Società Agile srl senza alcuna interruzione dei rispettivi rapporti di lavoro con conservazione di tutti i diritti esistenti al momento della cessione, sia quelli nascenti dal contratto individuale, sia quelli derivanti dalla normativa collettiva, sia quelli in corso di formazione (scatti di anzianità)»;
            nella realtà è accaduto che, con lettera del 22 ottobre 2009, la Agile srl, con sede legale a Roma, ha comunicato, ai sensi degli artt. 4 e 24 della legge n. 223 del 1991 e successive integrazioni, l’avvio della procedura di riduzione del personale. Nelle motivazioni, la società deduceva la necessità di «rapportare l’organico alle reali esigenze organizzative e produttive e pervenire al necessario riequilibrio economico-produttivo dell’azienda». In ragione di questo, le eccedenze erano indicate in 1.192 unità complessive tra quadri, impiegati ed operai su una forza lavoro di 1.880 lavoratori (di cui 1.870 a tempo indeterminato e 10 a tempo determinato) cui si aggiungevano 26 collaboratori e 31 dirigenti; la società escludeva, espressamente, il possibile ricorso a soluzioni alternative al licenziamento;
            considerato che la decisione ha prodotto un drammatico allarme tra i lavoratori che hanno intrapreso ogni iniziativa sindacale utile e organizzato occasioni di denuncia e di lotta,
        si chiede di sapere:
            se, anche in ragione delle precedenti interrogazioni, i Ministri in indirizzo siano a conoscenza degli effetti occupazionali drammatici che si sono prodotti e continueranno a prodursi a causa delle scelte assunte da Eutelia SpA;
            se non giudichino che tutti i passaggi compiuti da Eutelia SpA evidenzino contraddizioni e impegni non mantenuti, ad avviso degli interroganti inaccettabili sul piano della serietà industriale e di mercato e avvenute in spregio dei diritti di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie;
            se non intendano prioritario sospendere la procedura di riduzione del personale e quali iniziative urgenti intendano intraprendere, nell’ambito delle proprie competenze, per fermare l’emorragia occupazionale a tutela i diritti dei lavoratori e, più specificamente, se non intenda avviare un tavolo di crisi a cui prendano parte tutte le parti coinvolte dalla decisione assunta da Eutelia SpA.


(3-01024)

        ROILO, NEROZZI. – Ai Ministri dell’interno e del lavoro, della salute e delle politiche sociali. – Premesso che:

            come denunciato dalla Fiom Cgil all’alba della mattina del 10 novembre 2009 una quindicina di uomini, con a capo l’ex amministratore delegato della società Eutelia, Samuele Landi, facevano irruzione all’interno degli stabilimenti di Roma da giorni presidiati dai lavoratori in agitazione;
            secondo quanto riportato dagli stessi sindacalisti l’irruzione veniva compiuta con strumenti atti a divellere le porte degli uffici e i lavoratori presenti in quel momento venivano svegliati alla luce delle torce elettriche e veniva loro intimato di esibire i documenti. Quest’ultima richiesta veniva avanzata da tali individui facendo intendere di essere rappresentanti delle Forze dell’ordine,
        si chiede di sapere:
            se i fatti esposti in premessa rispondano al vero e se in tal caso non si sia in presenza di gravi violazioni tali da determinare l’iniziativa delle autorità giudiziarie competenti;
            se non si ritenga indispensabile la convocazione urgente di un tavolo di confronto, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, sul futuro industriale e occupazionale di Eutelia Agile al fine di scongiurare ulteriori momenti di tensione.


(3-01036)

        BUGNANO, BELISARIO, CARLINO, LANNUTTI, DI NARDO, MASCITELLI, RUSSO. – Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro, della salute e delle politiche sociali. – Premesso che:

            nel 1998 fu costituita la società Internet service provider. Nel 2004 l’Internet service provider con l’acquisto della Plug it ed Edisontel provvedeva al lancio del marchio Eutelia. Eutelia è una società quotata in borsa dal 2005 e posseduta al 25,745 per cento dalla finanziaria Italia e al 13,432 per cento dalla famiglia Landi. Eutelia, società operante nel settore delle telecomunicazioni, ha sede legale ad Arezzo e sedi operative a Pregnano Milanese, Roma, Ivrea, Torino, Napoli, Avellino e Bari;
            il 19 dicembre 2004 Eutelia acquisiva la totalità delle azioni della società New Deal, azienda produttrice dei
software dialer. Nel 2005 provvedeva ad acquisire l’80 per cento di Nts-Freedomland, società operante nel settore dei media e di Internet e il 71,5 per cento della Noicom, operante nel settore delle telecomunicazioni. Nel 2006 provvedeva ad acquisire alcune aziende del settore, tra cui i Gruppi multinazionali di informatica Getronics e Bull. Nel 2007 diveniva leader nei settori dell’Information tecnology and comunication e nella distribuzione di servizi telefonici, acquisendo C3 ed Alpha Telecom del gruppo Tele2 e procedendo con la fusione per incorporazione di Eunics;
            Eutelia occupa nel settore delle telecomunicazioni circa 2.500 lavoratori, 300 dei quali impiegati in Piemonte, nella sede di Ivrea e Torino, presso le quali si registra la presenza di figure professionali altamente specializzate;
            nel maggio 2008 Eutelia annunciava un pesantissimo processo di ristrutturazione, con una generalizzata riduzione di costi, chiusure di sedi, trasferimenti e apertura della procedura di cassa integrazione guadagni straordinaria per 772 unità;
            nel mese di giugno 2008 veniva sottoscritto un accordo che prevedeva l’applicazione di contratti di solidarietà per 12 mesi nei confronti di 2.202 unità, con una sensibile riduzione dei costi e dell’orario settimanale;
            il 12 gennaio 2009, nel corso di un incontro presso il Ministero dello sviluppo economico, i rappresentanti dell’Eutelia decidevano di dismettere il settore relativo all’Information Tecnology (IT), di sviluppare un nuovo piano industriale per il settore delle telecomunicazioni e di procedere al licenziamento collettivo di circa 2.000 unità;
            in marzo veniva presentato, durante un incontro presso il Ministero dello sviluppo economico, un Piano d’impresa 2009-2010, in cui si confermavano le decisioni dell’incontro del 12 gennaio. Veniva poi convocato un tavolo di crisi con la presenza della Presidenza del Consiglio dei ministri, del dicastero dello sviluppo economico e delle Regioni;
            vista la gravità della situazione, le associazioni sindacali e le istituzioni piemontesi si sono attivate per trovare una soluzione a tutela dei diritti dei lavoratori. Nella scorsa primavera, in occasione del presidio dei lavoratori innanzi alla sede della Giunta regionale e del Lingotto, per l’inaugurazione del salone dell’informatica, è stato espresso un formale appoggio ai lavoratori di Eutelia da parte del Presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso e del Sindaco di Torino Sergio Chiamparino;
            il 19 maggio 2009 il Presidente del Consiglio di amministrazione di Eutelia comunicava alle rappresentanze sindacali unitarie e alle maggiori associazioni sindacali di categoria l’intenzione di voler procedere alla cessione del ramo relativo alle IT della società Eutelia alla cessionaria Agile srl con sede legale in Potenza, partecipata al 100 per cento da Eutelia. Si specificava che la
ratio sottesa alla suddetta cessione dovesse ravvisarsi nella necessità di una maggior razionalizzazione del ramo IT in vista della successiva, ma già deliberata, dismissione di Eutelia. Si specificava inoltre che i lavoratori in forza, alla data di cessione, presso Eutelia sarebbero passati alle dipendenze della società Agile srl senza interruzione alcuna dei relativi rapporti di lavoro;
            sino ad oggi Agile ha rifiutato il confronto con le organizzazioni sindacali di categoria e non ha ancora presentato alcun piano d’impresa e, fatto ancor più grave, da luglio ha lasciato i lavoratori senza stipendio. A quanto risulta agli interroganti Eutelia è, ad oggi, ancora fornitrice di servizi agli enti pubblici, ivi inclusi gli enti locali. Come si ha modo di leggere nella proposta sindacale sulla vertenza Eutelia del 19 marzo 2009 tra i suoi clienti sono annoverabili: il Senato della Repubblica, la Camera dei deputati, Inail, Inpdap, Consiglio di Stato, Ministero del lavoro, salute e politiche sociali, Ministero dell’interno, Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero dell’economia e delle finanze, Ministero della giustizia, Arma dei Carabinieri, Regioni, Province, Comuni, AUSL, Poste italiane, Enel. Nel settore assicurativo e bancario si ricordano: San Paolo IMI, BNL, Banca d’Italia, Capitalia, Intesa, gruppo MPS, CRF, Banca Antonveneta, Unicredit, Banca Popolare di Novara-Verona, Banca Popolare Milano, Cassa di Risparmio Parma e Piacenza, Banca Sella, Carige, Axa, Aurora assicurazioni. Nel settore della grande distribuzione figurano: Coop, Esselunga, Conad; nel settore dei trasporti: Aeroporti di Roma, Alitalia, Autostrade, TSF del gruppo Ferrovie dello Stato; nel settore industria: Fiat, Pininfarina, Ferrero, Shell Italia, EMC; nel settore telecomunicazioni e
media: Telecom, Fastweb, Infostrada-Wind, BT Italia, Tiscali, Omnitel-Vodafone, RAI, Sky Italia e altre;
            il 22 settembre 2009 presso il Ministero dello sviluppo economico si è svolto un incontro, a giudizio degli interroganti disastroso, tra le parti sociali, che ha contribuito soltanto ad inasprire i rapporti tra i sindacati e la direzione aziendale, al punto da indurre i dipendenti a dare corso alle prime azioni legali contro l’azienda;
            il 14 ottobre 2009 si è svolto un ulteriore incontro presso il Ministero: l’azienda si è presentata rappresentata da un «presidente» che ha dichiarato di non aver ancora accettato l’incarico, il quale ha mostrato un piano industriale di «quattro pagine» e che alla domanda «sapete quante risorse occorrono per risanare l’azienda» ha risposto «oggi non parlo di cifre»;
        considerato che, ad opinione degli interroganti:
            la cessione dei lavoratori da Eutelia ad Agile risponde solo a giochi finanziari dell’azienda, in spregio dei diritti dei lavoratori e delle loro famiglie, nonché degli interessi del Paese e al di là di un ragionevole confronto al livello istituzionale;
            è apparso chiaro, all’esito della riunione del 14 ottobre 2009, che ci si trova di fronte a una proprietà che non ha nessuna intenzione di attivare un piano industriale serio ma solo di «sfruttare» quello che rimane di questa azienda;
            Eutelia ha posto in essere un vero e proprio licenziamento collettivo, non provvedendo al pagamento né dei trattamenti di fine rapporto né dei costi derivanti dall’applicazione degli ammortizzatori sociali e in elusione delle norme a tutela della stabilità del lavoro,
        si chiede di sapere:
            quali iniziative concrete di competenza il Governo intenda porre in essere al fine di ottenere da parte dei nuovi vertici di Agile srl la definizione di un concreto piano industriale che assicuri la salvaguardia dell’occupazione e della produzione, e in generale salvaguardare l’occupazione e lo sviluppo in un settore all’avanguardia quale quello informatico;
            quali iniziative intenda assumere al fine di ottenere il pagamento degli stipendi non ancora corrisposti e di ogni altro emolumento maturato dai lavoratori ed al fine di garantire la stabilità del lavoro.


(3-01037)

        LANNUTTI, BELISARIO, CARLINO, DI NARDO, MASCITELLI, RUSSO. – Ai Ministri dello sviluppo economico e del lavoro, della salute e delle politiche sociali. – Premesso che:

            Eutelia SpA, una società attiva nel campo delle telefonia e dell’informatica, è arrivata ad impiegare 2.600 persone circa comprando ed inglobando aziende storiche del panorama informatico e tecnologico italiano (Getronics, Bull, NoiCom, Edisontel, Freedomland ed altre) dotate di un cospicuo patrimonio in termini di capitali liquidi e immobili, alcuni di notevole pregio e valore di mercato, e di clienti importanti e strategici (Ministeri, Regioni, Poste, banche e vari enti locali) oltre ad una riconosciuta professionalità e credibilità sul mercato;
            in data 25 maggio 2009 Eutelia trasferiva alla neocostituita società Agile srl (di proprietà, al 100 per cento, della stessa Eutelia) il ramo d’azienda denominato «perimetro information technology» comprensivo di circa 2.160 dipendenti, ed in base allo stato patrimoniale allegato all’atto di cessione si evidenziava, tra le altre voci contabili, il passaggio ad Agile srl sia dell’intero ammontare del fondo di trattamento di fine rapporto relativo ai dipendenti trasferiti, sia dei debiti tributari di titolarità del cedente;
            in data 15 giugno 2009 Eutelia cedeva le proprie quote della Agile Srl alla società Omega SpA;
            la Agile, pur non avendo dichiarato stato di crisi, ad oggi non risulta aver pagato né gli emolumenti dei mesi di luglio ed agosto 2009 né le spettanze maturate nel corso del rapporto con Eutelia (contributi previdenziali, buoni pasto, fondi complementari di previdenza, fondi sanitari interaziendali, rimborsi spese) se non a pochissimi lavoratori e non risulta neppure aver onorato i debiti verso i fornitori, i quali avrebbero interrotto le consegne con gravissime conseguenze per la società, considerata l’importanza della sua clientela sia pubblica (Ministeri, Polizia, tribunali, eccetera) che privata (Poste italiane);
            nonostante quanto più volte affermato dai nuovi dirigenti della Agile, non è stato presentato alcun piano industriale per il rilancio o la ricapitalizzazione della società ma, al contrario, il nuovo amministratore unico, dott. Claudio Marcello Massa, in una missiva al Ministero dello sviluppo economico datata 18 settembre 2009, dichiarava di aver conteggiato una sacca di esuberi ammontanti a circa 1.300 addetti, improduttivi;
            in data 24 luglio 2009 le organizzazioni sindacali di categoria iniziavano la raccolta di firme per chiedere la revoca della cessione del ramo
information technology dalla società Eutelia SpA alla società Agile srl;
        considerato che risulterebbe evidente, ad opinione degli interroganti, come la cessione dei lavoratori da Eutelia ad Agile sia stata effettuata con il solo scopo di alleggerire la società di provenienza da qualsiasi onere derivante dalla gestione del personale, operazione rivelatasi nei fatti una sorta di licenziamento collettivo dove Eutelia non avrebbe pagato né trattamenti di fine rapporto e né i costi derivanti dall’applicazione degli ammortizzatori sociali,
        si chiede di sapere quali iniziative concrete intenda porre in essere il Governo al fine di: a) ottenere il pagamento per tutti i lavoratori di tutte le spettanze arretrate anche attraverso l’utilizzo diretto delle risorse provenienti dai clienti dell’azienda Agile; b) ottenere da parte dei nuovi vertici di Agile srl la definizione di un concreto piano industriale che assicuri la salvaguardia dell’occupazione e della produzione; c) in generale, salvaguardare l’occupazione e lo sviluppo in un settore all’avanguardia quale quello informatico.


(3-01038)

        FIORONI, AGOSTINI, SBARBATI. – Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dello sviluppo economico. – Premesso che:

            il gruppo Antonio Merloni SpA, che opera principalmente nel campo della produzione di elettrodomestici, con stabilimenti siti nei territori di Umbria, Marche ed Emilia Romagna, a seguito della lunga crisi che ha attraversato è stato posto in amministrazione straordinaria, ai sensi del decreto-legge n. 347 del 2003 (cosiddetta «legge Marzano»), convertito, con modificazioni, n. 39 del 2004, attraverso il decreto del Ministero dello sviluppo economico del 14 ottobre 2008;
            la procedura di amministrazione straordinaria è stata poi estesa anche alle società controllate dal gruppo: Antonio Merloni Cylinder & Tanks Srl, Tecnogas SpA ed Elmarc SpA, rispettivamente in data 22 ottobre 2008, 7 novembre 2008 e 25 novembre 2008;
        in risposta all’interpellanza 2-00030 presentata dalla senatrice Fioroni ed altri, in data 23 aprile 2009 il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Romani, ha riferito in Senato sulla vicenda della crisi del gruppo Merloni e sulle sue conseguenze economiche ed occupazionali;
            in quell’occasione, il sottosegretario Romani aveva reso noto che in data 6 aprile 2009 era stato depositato il programma di cessione delle società in amministrazione straordinaria: Antonio Merloni SpA, Antonio Merloni Cylinder & Tanks Srl, Tecnogas SpA ed Elmarc SpA;
            il Sottosegretario di Stato aveva altresì fatto presente che il Ministero dello sviluppo economico aveva costituito un gruppo di lavoro tecnico finalizzato all’individuazione di programmi di riqualificazione e reindustrializzazione dei territori interessati dalle attività del gruppo Antonio Merloni; inoltre, il Sottosegretario aveva riferito che in data 17 aprile 2009, ad Ancona si era svolto un incontro, cui avevano partecipato i rappresentati del Ministero e i rappresentanti delle Regioni Marche, Umbria ed Emilia Romagna, per verificare gli sviluppi della situazione del gruppo. Nel corso dell’incontro, era stato manifestato un impegno a sostenere l’Accordo di programma presentato dalle Regioni e a consolidare gli effetti produttivi ed occupazionali in esso contenuti;
        considerato che:
            l’area interessata dalla crisi della Antonio Merloni, in particolare quella umbra, comprende un ampio territorio della fascia appenninica che deve affrontare insieme sia gli effetti recessivi della crisi economica e finanziaria in atto, sia la conclusione della ricostruzione
post terremoto, che vanno a gravare su una più generale debolezza economica dovuta alla storica marginalità di quei territori;
            la grande preoccupazione relativa alle sorti degli stabilimenti del gruppo Merloni si assomma a quella più generale relativa alla struttura del sistema economico dell’area, dal momento che la crisi della Merloni determina effetti diretti sulla rete di fornitori e sub-fornitori, e indiretti sull’intera economia e sui livelli occupazionali;
            di conseguenza, la riduzione consistente dei livelli di attività della Merloni o la sua fine produrrebbe un gravissimo
vulnus economico, produttivo e sociale, che non può essere affrontato e risolto dalle sole forze locali o regionali;
            le Regioni Umbria, Marche ed Emilia-Romagna hanno manifestato la propria disponibilità e volontà di collaborazione con le istituzioni statali per una gestione condivisa della crisi, come d’altronde risulta evidente da contenuti e impegni assunti nella proposta di Accordo di programma; obiettivi delle Regioni e del territorio sono sostenere il reddito dei lavoratori, attrarre nuovi investimenti nell’area, accelerando la disponibilità dei finanziamenti e degli incentivi previsti dalla delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica del 26 giugno 2009, garantire alle imprese l’accesso al credito, rafforzare la dotazione infrastrutturale dell’area sostenendo lo sviluppo locale,
        si chiede di sapere se il Governo, e in particolare il Ministro in indirizzo, non ritenga di dover giungere ad una sottoscrizione quanto più rapida possibile dell’Accordo di programma di cui in premessa, che già in aprile il Ministero, per il tramite del Sottosegretario di Stato Romani, aveva manifestato il proprio impegno a sostenere, così da evitare ulteriori e più gravi danni economici e occupazionali alle aree interessate.


(3-00888)

        RUSCONI, BODEGA. – Ai Ministri del lavoro, della salute e delle politiche sociali e dello sviluppo economico. – Premesso che:

            la produzione motociclistica italiana ha sempre rappresentato un elemento di eccellenza del made in Italy, storicamente riscuotendo ampi apprezzamenti internazionali sia per gli aspetti tecnici sia per il design, con una diffusa e affezionata clientela in tutto il mondo;
            in tale contesto, si inserisce la vicenda dell’azienda Moto Guzzi, prestigioso marchio noto a livello mondiale, che sin dal 1921 produce nello stabilimento di Mandello del Lario (Lecco) moto di eccellenza, dallo stile inconfondibile, di alta qualità ed esportate in tutto il mondo;
            l’azienda di Mandello del Lario, seppure attraverso alcuni periodi di difficoltà, è riuscita nel corso dei suoi 85 anni di storia ad offrire sempre un prodotto di alta qualità e dalle caratteristiche inconfondibili e, grazie ai forti investimenti nell’innovazione e nella ricerca, anche fortemente innovativo e all’avanguardia; tali risultati sono stati possibili anche grazie alla competenza, all’esperienza e alla professionalità del personale impiegato presso tale stabilimento;
            gli effetti della crisi economica internazionale che si stanno ovviamente riflettendo anche sul comparto motociclistico hanno colpito duramente anche tale prestigioso marchio e rischiano di compromettere un patrimonio produttivo di eccellenza, di grande professionalità e di lunga tradizione industriale;
            per fronteggiare la grave crisi che sta attraversando la Moto Guzzi, è stata invocata l’attuazione del piano di rilancio della Moto Guzzi sottoscritto nel 2006 con le organizzazioni sindacali e con il coinvolgimento delle istituzioni comunali e provinciali che hanno sempre dimostrato grande attenzione verso questa azienda;
            infatti, forte è il legame tra l’azienda mandellese ed il territorio lecchese che ha sempre beneficiato della presenza di tale azienda, prezioso riferimento per l’economia locale non solo in quanto fonte di occupazione ma anche per il benefico effetto sullo sviluppo del turismo grazie all’afflusso in questi luoghi dei tanti appassionati di motociclismo;
            considerato che il mantenimento di una forte presenza produttiva motociclistica in un territorio che storicamente ha rappresentato un ideale contesto culturale, professionale e organizzativo, non può che non essere un obiettivo di interesse nazionale,
        si chiede di sapere:
            quali siano le valutazioni dei Ministri in indirizzo in merito alla grave situazione che sta coinvolgendo la storica azienda Moto Guzzi di Mandello del Lario e quali urgenti iniziative intendano adottare, nell’ambito delle rispettive competenze, al fine salvaguardare tale prezioso patrimonio industriale;
            quali urgenti iniziative intendano adottare per garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali della suddetta azienda anche al fine di non disperdere il ricco patrimonio di professionalità per evitare un’ulteriore contrazione del tessuto imprenditoriale e produttivo sull’intero territorio lecchese;
            se, in particolare, non si ritenga opportuno prevedere nei confronti di tale azienda un piano volto al salvataggio dello storico marchio, definendo, anche attraverso il coinvolgimento delle amministrazioni locali interessate e delle parti sociali, le nuove priorità, il contrasto alla delocalizzazione, le strategie più efficaci per garantire la conservazione degli attuali livelli occupazionali, nonché le linee giuda per favorire una nuova imprenditoria che tenga contro del delle professionalità già esistenti;
            infine, quali politiche il Governo intenda adottare, nell’ambito del più volte enunciato rilancio del sistema e del marchio
made in Italy, al fine di garantire che tutte le aziende storicamente impegnate nel settore della produzione motociclistica possano conservare nel tempo le proprie caratteristiche di eccellenza e salvaguardare le professionalità che da sempre hanno consentito il raggiungimento degli alti livelli qualitativi dei loro prodotti, orgoglio del Paese.


(3-00985)