AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE (9ª)
MERCOLEDI' 20 NOVEMBRE 2002
106ª Seduta (antimeridiana)
Presidenza del Presidente
RONCONI
Interviene il sottosegretario di Stato alle politiche agricole e forestali Delfino.
La seduta inizia alle ore 9,10.
IN SEDE CONSULTIVA
(1827 e 1827-
bis
)
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2003 e bilancio pluriennale per il triennio 2003-2005 e
relative
Note di variazioni
, approvato dalla Camera dei deputati
-
(Tabb. 13 e 13-
bis
)
Stato di previsione del Ministero delle politiche agricole e forestali per l'anno finanziario 2003
(1826)
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2003)
, approvato dalla Camera dei deputati
(Rapporto alla 5ª Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende l'esame congiunto sospeso nella seduta pomeridiana di ieri.
Interviene la senatrice DE PETRIS, la quale osserva che la legge finanziaria, nel testo pervenuto dalla Camera, conferma che il comparto agroalimentare non costituisce un settore strategico per lo sviluppo del Paese nelle priorità del Governo, il che è tanto più grave in quanto la manovra si colloca in un contesto particolarmente delicato per le imprese agricole e della pesca, alle prese con l'imminente riforma delle politiche comunitarie, con l'ingresso dei Paesi PECO e con la revisione degli accordi commerciali in sede WTO. Esprime perciò preoccupazione per l'atteggiamento del Governo, che si limita ad una finanziaria di proroghe ed interventi per fronteggiare alcune emergenze sanitarie, in assenza di qualsiasi misura strutturale per sostenere lo sviluppo delle imprese e rispondere alla domanda di qualità che viene dai consumatori.
Sottolinea che le ripetute dichiarazioni "altisonanti" del ministro Alemanno che annunciavano "una finanziaria di svolta per l'agroalimentare" si sono infatti tradotte in un bilancio decisamente deludente rispetto al
plafond
finanziario necessario per il settore. Sul fronte fiscale il Governo si limita alla proroga di alcune agevolazioni già in vigore, concernenti il regime speciale IVA, l'aliquota IRAP, l'accisa zero per il gasolio agricolo e i benefici fiscali per le aree boschive, mantenendo un carattere di provvisorietà al regime fiscale che non consente alle imprese una efficace programmazione. In particolare, l'accesso al credito d'imposta per le aziende del settore agricolo, nonostante alcuni correttivi, permane fortemente limitato da un
plafond
di risorse assolutamente insufficiente, su cui insiste anche l'agroindustria; segnala inoltre una disposizione introdotta dall'articolo 43, comma 1, lettera
f)
, che rischia di rendere tale strumento pressoché inapplicabile agli investimenti del settore agricolo. Preannuncia emendamenti al riguardo.
Ricorda che sono stati inseriti alla Camera alcuni interventi concernenti la malattia vescicolare dei suini e la scrapie degli ovini, insistenti peraltro interamente su risorse già stanziate in passato, mentre non c'è traccia delle iniziative necessarie a fronteggiare la vera emergenza sul fronte della sicurezza delle carni, rappresentata dal preoccupante stato di arretratezza e degrado degli impianti di macellazione. Per la programmazione negoziata, la legge finanziaria introduce lo strumento dei contratti di filiera, ma non affronta il nodo della quantificazione delle risorse riservate al settore e delle priorità in sede CIPE, che vede costantemente penalizzate le iniziative del comparto agroalimentare.
Stigmatizza poi la mancata considerazione delle esigenze della pesca, che necessita invece di urgenti iniziative per favorire l'occupazione e la differenziazione multifunzionale delle imprese, in vista della prevedibile riduzione dello sforzo di pesca (mancano in particolare risorse adeguate per il Piano triennale e per far decollare la programmazione negoziata del settore). Ma problemi di rilievo si registrano anche in materia di risorse per la gestione ordinaria. In relazione all'inserimento nella finanziaria dello stanziamento necessario a fronteggiare le pendenze con l'Unione europea (517 milioni di euro) chiede chiarimenti sul periodo di riferimento; tale regolazione debitoria ha determinato una forte contrazione, rispetto al 2002, delle risorse spendibili a disposizione del Ministero, che non potrà non riflettersi negativamente sul settore e una grave carenza di stanziamenti per l'AGEA (carente di almeno 50 milioni); segnala poi l'esigenza di rimpinguare il Fondo di Solidarietà nazionale (100 milioni, in assenza dei quali appare improponibile l'accesso alle assicurazioni multirischio previste dalla recente riforma), e il settore bieticolo-saccarifero (20 milioni), un comparto che rischia il tracollo.
Per impostare una finanziaria in grado di promuovere lo sviluppo – prosegue la senatrice De Petris - occorre una progettualità che il Governo non appare in grado di mettere in campo. In primo luogo sul terreno della sicurezza alimentare e della qualità, con la previsione di risorse idonee all'istituzione dell'Agenzia nazionale per la sicurezza in attuazione del Regolamento CE n. 178/2002 e di agevolazioni fiscali alle imprese che promuovono la certificazione della qualità di filiera e la tracciabilità dei prodotti, laddove il Ministro ha annunciato solo un Segretariato generale. A partire dal 2005 la tracciabilità diviene infatti obbligatoria ed è urgente predisporre il sistema delle imprese ad un cambiamento strutturale, anche sostenendole adeguatamente sul fronte dei costi; sottolinea che le risorse stanziate dalla Finanziaria 2002 (100 milioni) per la qualità non sono state impegnate in alcun modo dal Governo e questo pone evidenti interrogativi sulle disponibilità inserite per il 2003. Occorre un impegno straordinario per affrontare la crisi idrica che ha effetti drammatici sulla produzione agricola in vaste aree del Paese, adeguando le risorse per il piano delle infrastrutture irrigue, e promuovendo l'impiego delle tecnologie innovative a basso consumo e delle acque reflue. Preannuncia emendamenti al riguardo. Devono poi essere finanziati adeguatamente gli strumenti della programmazione negoziata in campo agroalimentare, asse innovativo di sviluppo territoriale; devono anche essere assicurate le disponibilità per l'attuazione delle riforme previste dalla legge d'orientamento e va affrontata la situazione di difficoltà delle imprese agricole, derivante anche dal ripetersi di situazioni climatiche fortemente avverse. Occorre anche una rimodulazione dello stato dei crediti previdenziali e delle relative procedure di cartolarizzazione. Per il comparto della pesca è necessario sostenere con risorse aggiuntive il Piano triennale orientandolo al sostegno della multifunzionalità, agevolare anche fiscalmente lo sviluppo del pescaturismo, destinare finanziamenti aggiuntivi alla tutela delle risorse biologiche del mare, estendendo gli sgravi previdenziali e fiscali previsti dalla legge n. 30 del 1998 e le opportunità offerte dalla programmazione negoziata. In conclusione l'agricoltura e la pesca italiana attendono dalla legge finanziaria risposte significative che possono arrivare solo con l'accoglimento da parte del Governo di significativi emendamenti al testo pervenuto dalla Camera, in assenza dei quali i settori di competenza rischiano di subire una penalizzazione particolarmente grave.
Il senatore MURINEDDU esprime preliminarmente apprezzamento per l'ampia e approfondita relazione del senatore Bongiorno, che ha offerto una utile interpretazione dei dati finanziari della manovra per il settore, che però si colloca all'interno di un disegno politico che egli non può condividere.
In particolare rileva che il ministro Alemanno ha più volte sostenuto il carattere strategico dell'agricoltura nell'economia italiana, ma tale dichiarazione di principio - pienamente condivisibile, giacché diversamente la posizione economica del Paese ne uscirebbe fortemente indebolita – non risulta tradotta in una concreta dotazione finanziaria della manovra. Nel ricordare come l'immagine positiva del Paese all'estero sia fortemente sostenuta dalla qualità e dall'eccellenza delle sue produzioni agricole ed agroalimentari, stigmatizza come il ministro Alemanno sia di fatto il primo critico severo della manovra finanziaria 2003 che, a suo avviso, disattende gli obiettivi dichiarati, come si evince dalle considerazioni espresse nell'intervento svolto dal Ministro nella seduta antimeridiana di ieri. Pur dichiarando di non appartenere al novero di chi ritiene sbagliato tutto quello che compete alle decisioni della maggioranza, al di là di qualsiasi manicheismo, ritiene indispensabile mettere in evidenza alcune questioni specifiche di grande rilievo per il settore e che saranno oggetto di proposte emendative da parte del suo gruppo.
In primo luogo non ritiene condivisibile l'affermazione che con la manovra in esame si incrementino le risorse per il settore rispetto alla precedente finanziaria, in quanto la dotazione finanziaria viene ridotta almeno del 15 per cento. In particolare, i 517 milioni di euro destinati alle regolazioni debitorie relativi alle quote latte assorbono larga parte dell'accantonamento di Tabella A. Al riguardo richiama tutto l'impegno profuso dal Governo di centrosinistra, che oltre a tracciare un quadro reale del fenomeno, aveva messo in moto meccanismi per il recupero delle somme e altre iniziative per il sostegno al settore: ciò nonostante, è stato tacciato di incapacità programmatica ed operativa, ed i Cobas del latte hanno finito con l'essere per almeno tre anni strumento di lotta per le forze del centro destra. Chiede pertanto come l'attuale Governo intenda risolvere o abbia già risolto il problema di tale importante settore.
Passa quindi ad esaminare un'altra questione attinente alla BSE, ricordando le positive iniziative legislative assunte dal precedente Governo, che ha stanziato somme importanti per far fronte a un fenomeno di proporzioni devastanti: ritiene che la situazione attuale sia peggiorata, come denota la condizione degli allevatori e la questione ancora aperta dello smaltimento dei rifiuti ad alta pericolosità. E' facile pertanto immaginare che a causa degli oneri a carico dei produttori, si possa preferire la via degli smaltimenti clandestini, non essendo stato ancora raggiunto il previsto accordo interprofessionale.
Al di là delle mere dichiarazioni di principio, la manovra per il settore contiene, a suo avviso, prevalentemente proroghe di iniziative già in vigore assunte dalla precedente compagine governativa (per l'IRAP, l'IVA, il credito d'imposta, le accise sul gasolio, l'imprenditoria giovanile e l'emergenza idrica). Passi indietro si registrano inoltre negli interventi strutturali per le aree depresse e anche per il riemergere di forme di centralismo che smentiscono la conclamata spinta alla sussidiarietà verticale (richiamando al riguardo gli articoli 41, 42 e 46 dell'A.S. 1827). Richiama infine i tagli per la finanza regionale e anche la scarsità di risorse per il Fondo di solidarietà che – pur se rimpinguato come auspicato ieri dal ministro Alemanno – comunque sarà insufficiente per le esigenze del comparto. Alla luce di tali considerazioni, nel preannunciare la presentazione di emendamenti alla manovra, esprime un giudizio sfavorevole sui provvedimenti all'esame.
Il senatore FLAMMIA preannuncia che svolgerà alcune considerazioni di ordine generale sulla sostanziale contraddittorietà tra le varie iniziative legislative attualmente all'esame del Senato relative alla manovra finanziaria, alla
devolution
(dell'A.S. 1187)
e alle disposizioni contenute nel collegato agricolo (A.S. 1599), con riferimento all'architettura costituzionale dei rapporti fra lo Stato, le regioni e le province. Al riguardo stigmatizza come, al di là delle dichiarazioni quasi esasperate sulla deriva federale dello Stato, si possano riscontrare nuovi centralismi, che delineano un quadro fortemente contraddittorio che rischia di provocare gravissimi danni al tessuto istituzionale del Paese.
Sul piano strettamente economico, segnala come la manovra sia basata su un incremento più che altro presunto del gettito fiscale, trattandosi di maggiori entrate di natura estemporanea o di difficile realizzazione.
Entrando poi nel merito della manovra per il settore primario, ritiene che sia possibile cogliere nelle stesse parole del ministro Alemanno, intervenuto nella seduta antimeridiana di ieri, un senso di delusione, per la enunciazione degli ulteriori obiettivi da raggiungere, che comunque configurano – quand'anche raggiunti - una manovra di segno deludente. Ritiene inoltre pienamente carente una visione unitaria e coordinata dei problemi del settore, indispensabile per una unicità di indirizzi. Nell'esprimere infine rammarico per la mancata inclusione nelle poste di bilancio di risorse finanziarie per affrontare alcuni dei problemi di approvvigionamento idrico, in ordine ai quali la Commissione agricoltura ha svolto un importante lavoro di approfondimento con l'indagine conoscitiva
ad hoc
, in corso di conclusione, invita a fornire un giudizio realistico della manovra in esame.
Il senatore VICINI, nel richiamarsi ai precedenti interventi svolti dai senatori Murineddu e Flammia, osserva che nonostante gli apprezzabili sforzi svolti dal relatore, che ha tentato di ricostruire un quadro organico degli interventi per il settore agricolo, agroalimentare e agroindustriale, ritiene che il disegno sotteso non prende le mosse dalla necessità di risolvere i problemi fondamentali del comparto, le cui esigenze finanziarie vengono anzi misconosciute. E' a suo avviso assai grave che inoltre permanga un quadro di incertezze, per esempio nel settore delle quote latte (e qui esprime apprezzamento per lo sforzo di chiarezza sempre svolto dal senatore Agoni al riguardo), come pure deve registrare un'assenza di interventi per la BSE e la mancanza di un quadro programmatorio per promuovere le iniziative di ricerca in agricoltura.
Segnala inoltre le esigenze del settore dell'agricoltura di montagna, in grave crisi anche per la chiusura di moltissime aziende agricole, ed anche i problemi posti dalle calamità naturali, mentre mancano provvedimenti straordinari per affrontare la situazione delle regioni Sicilia e Sardegna.
Dopo aver poi ribadito l'esigenza di un chiarimento nell'assetto dei rapporti fra Stato e regioni che tenga conto anche dell'importante ruolo svolto per l'agricoltura dalle province, si sofferma sull'importanza delle produzioni di qualità, che richiederebbero anche una migliore definizione del carattere di eccellenza (come per alcune produzioni quali il prosciutto di Parma o il Parmigiano reggiano), e anche maggiori iniziative a favore delle coltivazioni biologiche, di grande rilievo per lo sviluppo del comparto primario.
Il senatore BASSO osserva che la recente affermazione che la manovra finanziaria per il settore della pesca verrà incardinata al Senato conferma la giustezza delle gravi critiche rivolte dai deputati di opposizione nel corso dell'esame in prima lettura, rispetto ad una manovra finanziaria che non fornisce alcuna risposta positiva alle esigenze di sviluppo, di innovazione e di aumento della competitività avanzate da tale settore.
Ritiene che sia completamente assente dai provvedimenti finanziari in esame la preoccupazione per gli interessi del settore ittico, come d'altronde ha finito per ammettere lo stesso ministro Alemanno quando, ieri, ha indicato fra gli ulteriori obiettivi da conseguire quelli connessi ad interventi per il Piano triennale della pesca. Si tratta comunque di una visione inadeguata, che non può che suscitare forti critiche, quand'anche tale modesto obiettivo venisse conseguito. Una reale considerazione dei problemi della pesca deve infatti includere – in tal senso preannuncia sin d'ora delle proposte emendative – l'estensione degli sgravi fiscali già previsti dalla legge n. 30 del 1998, l'attivazione degli investimenti per la programmazione negoziata anche per il settore, iniziative a sostegno del pescaturismo e dell'ittiturismo e, infine, il rifinanziamento del prestito d'onore alla piccola pesca costiera.
Il senatore AGONI dichiara di non volersi sottrarre a una disamina dei problemi posti dalle questioni attinenti alla BSE e alle quote latte, ma ritiene comunque opportuno svolgere alcune osservazioni preliminari in ordine alla questione del federalismo e della
devolution
. Al riguardo ricorda che, nell'ultimo scorcio della passata legislatura, con pochi voti di maggioranza, è stata approvata una modifica al Titolo V della Costituzione, contrassegnata da un disegno di forte ambiguità istituzionale, che il Governo in carica ha assunto l'impegno di chiarire; di qui i disegni di legge in corso di esame presso il Senato, che invita a valutare senza preclusioni demagogiche.
Il senatore Agoni si sofferma quindi sullo stanziamento per regolazione debitoria per 517 milioni di euro nella Tabella A della legge finanziaria in esame, ricordando che la regolazione debitoria per le quote latte prende le mosse dalla conclusione del cosiddetto "accordo Ecofin", siglato dal ministro
pro tempore
Poli Bortone nel 1994. Precisa al riguardo che tale accordo prevedeva il pagamento, a titolo di multa, di un ammontare pari a circa 3.600 miliardi che, a quanto consta, doveva essere saldato con 5 rate annuali di oltre 700 miliardi l'una che avrebbero dovuto consentire di chiudere le multe per tale pregresso nell'anno 2000. Peraltro, fa riferimento alla documentazione prodotta dall'altro ramo del Parlamento per la Commissione XIII della Camera dei deputati sugli Atti Camera 3201 e 3201-
bis
, dalla quale emergerebbe che, come enunciato nella relazione governativa illustrativa alle Tabelle, l'accantonamento sarebbe quasi per intero riferito al pagamento del superprelievo per l'eccessiva produzione lattiera e che nell'esercizio 2001, con l'iscrizione in Tabella A dell'importo di 320,2 milioni di euro, era terminato il pagamento del rateizzo disposto dalla Unione europea. Al riguardo osserva inoltre che, alla luce di chiarimenti forniti dal Rappresentante del Governo alla Commissione XIII presso l'altro ramo del Parlamento nel corso dell'esame in prima lettura dei documenti di bilancio, risulterebbero (da un documento, trasmesso dal MIPAF al Ministero dell'economia e delle finanze del novembre 2001) le situazioni debitore ancora da definire a quella data. In particolare nella seduta del 9 ottobre 2002 viene precisato che l'importo per l'AGEA non ancora reintegrato si riferisce in parte a situazioni pregresse e definite, relative all'accordo Ecofin 1994, riguardante le quote latte, in parte al prelievo supplementare trattenuto dall'Unione europea per quote latte non ancora versate dagli allevatori all'erario, a causa della mancata definizione delle specifiche situazioni loro riguardanti, e in parte a correzioni finanziarie effettuate dalla stessa Unione europea verso l'Italia.
Al riguardo chiede pertanto chiarimenti definitivi per comprendere bene a quali poste facciano riferimento le regolazioni debitorie in esame, per una indispensabile esigenza di trasparenza verso il settore dei produttori di latte. Illustra poi dettagliatamente i contenuti di una sentenza della Corte del Lussemburgo del 29 aprile 1999 (di cui peraltro è venuto recentemente a conoscenza), da cui emergerebbe il non riconoscimento dell'obbligo, per gli acquirenti di latte, alla trattenuta, come pure fa riferimento a una sentenza di una Corte francese in relazione a correzioni negative concernenti prelievi supplementari applicate alla Repubblica francese. In ordine a tutte tali questioni chiede un chiarimento.
Il presidente RONCONI, nel far rilevare al senatore Agoni che, stante il concomitante inizio dei lavori dell'Assemblea, potrà concludere il suo intervento nella seduta pomeridiana già convocata per le ore 15,30, propone sin d'ora di fissare il termine per la presentazione di eventuali ordini del giorno per le parti di competenza dei disegni di legge in esame, nonché per eventuali emendamenti compensativi alla Tabella 13, alle ore 12 di oggi.
Conviene la Commissione.
Il seguito dell'esame congiunto è dunque rinviato.
La seduta termina alle ore 10,30.