AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3a)

MARTEDÌ 28 OTTOBRE 2003
149a Seduta

Presidenza del Presidente
PROVERA

Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Baccini.

La seduta inizia alle ore 15,15.

IN SEDE REFERENTE

(2538) Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 2 ottobre 2003, n. 272, recante differimento dei termini relativi alle elezioni per il rinnovo dei Comitati degli italiani all’estero, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito dell’esame e rinvio)

Prosegue l’esame, sospeso nella seduta del 23 ottobre scorso.

Il presidente PROVERA propone, come già preannunciato nella scorsa seduta di giovedì 23 ottobre, di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti, per mercoledì 29 ottobre prossimo alle ore 12.

Conviene la Commissione.



SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE RELATIVI ALLA PARTECIPAZIONE DI DELEGAZIONI DELLA 3A COMMISSIONE PERMANENTE AL VERTICE DELL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL COMMERCIO (CANCUN, 10-14 SETTEMBRE 2003) E ALLA 58A SESSIONE DELL'ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE (NEW YORK, 23-26 SETTEMBRE 2003)


Il presidente PROVERA domanda se vi sono senatori che intendano intervenire circa gli esiti delle recenti missioni a Cancun e a New York.

Ha la parola il senatore MORSELLI (AN) il quale preannuncia la propria intenzione di inviare una relazione scritta al Presidente del Senato, ritenendosi altamente offeso per la modalità con la quale la Commissione affari esteri ha posto all’ordine del giorno l’esame degli esiti della missione della delegazione di senatori recatasi a New York in occasione dell’inaugurazione della 58a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Infatti ritiene indispensabile che coloro i quali prendono parte a una missione siano avvertiti tempestivamente in modo da poter esprimere la propria opinione sullo svolgimento dei lavori della delegazione. In questa occasione afferma di essere stato avvisato tardivamente e di non essere stato consultato sul momento nel quale calendarizzare l’esame degli esiti della citata missione. E’ per questa ragione che, ribadendo il proprio forte dissenso verso siffatte modalità di organizzazione dei lavori e osservando come in passato non siano mancati episodi di "censura" nei verbali relativi ai suoi interventi nel corso dei lavori della presente Commissione, ribadisce la propria intenzione di presentare una relazione scritta alla presidenza del Senato sui fatti testè richiamati.

Ha la parola il senatore PELLICINI (AN) il quale, dopo aver ricordato che in molte occasioni ha avuto modo di apprezzare il contributo di analisi e il supporto operativo assicurato dal personale della segreteria, osserva come i rilievi del senatore Morselli debbano portare ad una riflessione sul modo di conseguire un maggior coinvolgimento dei componenti della Commissione nella programmazione dei lavori.

Il presidente PROVERA assicura al senatore Morselli che, una volta acquisiti i necessari elementi di fatto, sarà data risposta ai rilievi da lui formulati.

IN SEDE REFERENTE

(2092) Ratifica ed esecuzione del Protocollo di adesione del Principato di Monaco alla Convenzione sulla tutela delle Alpi, con allegato, fatto a Chambéry il 20 dicembre 1994, approvato dalla Camera dei deputati
(Seguito e conclusione dell’esame)

Riprende l’esame, sospeso nella seduta del 22 ottobre scorso.

Il presidente PROVERA annuncia che è pervenuto il parere di nulla osta della Commissione affari costituzionali sul disegno di legge in esame.

Verificata la presenza del numero legale, la Commissione conferisce mandato al relatore a riferire favorevolmente all’Assemblea sul disegno di legge in esame.

SULLA PARTECIPAZIONE DI UNA DELEGAZIONE DELLA TERZA COMMISSIONE PERMANENTE AD UNA MISSIONE IN ALBANIA (TIRANA 2-4 OTTOBRE 2003)

Il presidente PROVERA rileva che, dati i solidi e continui rapporti nonché le frequenti missioni in Albania di delegazioni della Commissione affari esteri, si limiterà a fornire una sintetica esposizione dei lavori svolti durante i tre giorni di permanenza a Tirana della delegazione composta anche dai senatori Bonfietti e Pianetta, per lasciare spazio ad un eventuale dibattito.
Le ragioni della visita a Tirana andavano al di là della tradizionale relazione speciale tra Italia ed Albania sulle cui radici storiche, politiche e geografiche è superfluo soffermarsi. Infatti, l'Albania attraversava una fase politica di particolare delicatezza e complessità date le imminenti elezioni amministrative previste per il 12 ottobre, in esito alle quali si è dato vita al rinnovo di molte delle amministrazioni locali del Paese.
Non deve certamente ingannare il fatto che non si trattava di elezioni politiche: le elezioni in questione però giungevano in una fase di particolare delicatezza per la posizione albanese nei confronti dell'Unione europea. Il Governo di Tirana, ma anche i più autorevoli membri dell'opposizione, aspirano a poter presto entrare a far parte dell'Unione europea. In proposito, un Accordo di stabilizzazione ed associazione è in un'avanzata fase di negoziato.
Dato il passato anche recente, il processo elettorale albanese non manca di essere soggetto a dubbi quanto alla legittimità, al rigore ed alla trasparenza delle procedure di voto.
Anche per questa ragione, dunque, il Paese considerava le consultazioni amministrative svoltesi il 12 ottobre come un importante banco di prova per testare la propria credibilità in termini di standard democratici ed esercizio dei diritti politici di fronte all'Europa. In proposito non si può negare che la situazione alla vigilia della consultazione elettorale fosse estremamente complessa ed al centro di un duello tra maggioranza ed opposizione dagli ambigui connotati.
Il Governo Nano, che detiene saldamente la leadership politica incontra però due livelli di opposizione: quello tradizionale rappresentato dal Partito democratico guidato da Sali Berisha e quello interno allo stesso Partito socialista che ha nella persona di Meta un leader carismatico che contende allo stesso Nano anche la guida del partito. In questo contesto l'opposizione di Berisha, che pareva destinata ad una sconfitta quasi certa nelle elezioni amministrative, ha lamentato forti e gravi irregolarità nella condotta del Governo che, a suo dire, avrebbe manipolato la formazione dell'organo di controllo centrale per la legittimità delle elezioni, alterandone i necessari requisiti di imparzialità; inoltre avrebbe fatto in modo di penalizzare l'opposizione sul piano della corresponsione dei fondi necessari alla campagna elettorale.
Tali considerazioni, che Sali Berisha ha espresso con molta forza, tratteggiando le "tinte fosche" del contesto politico albanese, sono state invece recisamente negate dal Primo Ministro Nano, il quale ha sostenuto di aver mosso concreti passi nella direzione delle richieste avanzate dell'opposizione per lo svolgimento corretto e legale delle elezioni del 12 ottobre. In questo contrasto di vedute che ha fatto da leit motiv ai dialoghi politici con le autorità albanesi, la delegazione ha mantenuto un atteggiamento di imparzialità ed equidistanza, avendo tra l'altro avuto modo di ascoltare, sia pure informalmente, alcuni dei funzionari dell'Osce chiamati a vigilare sul regolare svolgimento delle elezioni amministrative.
Da questi punti di vista terzi ed imparziali, è sembrato emergere il quadro di una situazione che, pur non priva di irregolarità e zone d'ombre (i profili problematici attendono alla formazione delle liste elettorali ed allo svolgimento della propaganda politica), non ha assunto quei connotati allarmistici espressi nelle doglianze dell'opposizione. In particolare, la Commissione centrale di vigilanza sullo svolgimento delle elezioni sembra, pur nella complessa vicenda relativa alla sua formazione, lungi dal poter essere manovrata agilmente dall'attuale Esecutivo albanese.
In termini generali, l'impressione è che il Governo Nano debba guardarsi dall'avanzata sul fronte interno della corrente di Meta e non solo dalla storica rivalità con Berisha, la cui forza politica, ictu oculi, potrebbe apparire in parabola calante.
Queste impressioni, paiono almeno in parte confermate dagli esiti della consultazione elettorale resi noti dopo il 13 ottobre.
Nella difficoltà di decifrare politicamente l'esito della consultazione si possono comunque intravedere due aspetti rilevanti: il primo attiene al fatto che i candidati del Partito socialista sono risultati vincitori a Tirana, Durazzo e Valona. Sali Berisha ha però annunciato il ricorso all'impugnazione degli esiti delle elezioni in molti comuni nei quali, a suo dire, si sarebbero verificate manipolazioni. Inoltre, ha sottolineato in vari comunicati stampa e dichiarazioni ai mass-media un dato aggregato da non sottovalutare: il Partito democratico è tornato ad essere il primo partito in Albania.
Il secondo aspetto da evidenziare attiene, invece, ai rivolgimenti che anche in questi giorni stanno caratterizzando la vita delle istituzioni albanesi: il Governo Nano ha subito una pesante sconfitta in Parlamento, dove, a causa dell'astensione di una fronda di 12 deputati socialisti fedeli a Meta, è stata bocciata la proposta di nomina presentata dal Governo, dei nuovi Ministri dell'Interno e degli Affari Esteri. Appare chiaro, dunque, che la verifica finale sul peso politico di Nano e Meta si avrà solo con il prossimo Congresso del Partito socialista albanese.
Per quanto attiene alle relazioni in ambito economico e ai profili specifici emersi dai colloqui, passa ad elencare i punti salienti emersi dai numerosi incontri con le autorità governative e parlamentari. Gli incontri con la Commissione affari esteri hanno rivelato i termini del citato contrasto di opinioni sulla formazione della Commissione Elettorale centrale. Sul piano della contingenza internazionale, l'Albania mantiene una posizione di solidarietà con la "Coalition of the willing", dimostrata con la partecipazione di un contingente albanese alle operazioni di peace keeping in Afghanistan ed Iraq.
L'incontro con il Ministro dell'Economia Malaj si è rivelato interessante per la proposta da questi avanzata, di organizzare un incontro operativo tra rappresentanti dell'Esecutivo albanese e delle organizzazioni imprenditoriali italiane al fine di verificare quali concreti incentivi possano essere offerti per stimolare gli investimenti italiani in loco.
Con il Ministro della difesa Majko è riemersa, invece, l'ipotesi di inserire unità albanesi nel quadro di reparti italiani impegnati in operazioni di peacekeeping, che, tra l'altro, avevano formato oggetto di una precedente intesa con il ministro della Difesa Martino.
Infine, sul piano della situazione economica, specialmente da parte dello stesso Ministro Majko, si è molto insistito sulla possibilità di sviluppare ed incentivare l'intervento del capitale italiano nei grandi processi di privatizzazione dei settori strategici albanesi, quali in particolar modo, quello energetico e quello delle telecomunicazioni.
Sull'attuale situazione in Kosovo, il Primo Ministro Nano ha riaffermato l'ipotesi di una cooperazione su base regionale al fine di facilitare il dialogo tra Belgrado ed i leaders albanesi kosovari, sempre nell'ottica generale di rispettare la formula "standards before status" per l'avvenire dei Balcani.
Spunti ulteriori hanno poi riguardato il piano della tutela dei diritti umani sui quali le risposte suscitate dagli interventi del senatore Pianetta e della senatrice Bonfietti si sono rivelate interessanti e ricchi di stimoli.

Si apre quindi la discussione generale.

Ha la parola il senatore PELLICINI (AN) il quale, avendo già preso parte a tre precedenti missioni in Albania rispettivamente nel 1995, nel 1997 e nel 1999, osserva che avrebbe desiderato unirsi anche in questa occasione alla delegazione recatasi a Tirana nei primi giorni di ottobre. Tuttavia, impegni parlamentari gli hanno impedito di partecipare alla missione, sui cui esiti, comunque, la relazione svolta dal presidente Provera è stata puntuale ed esaustiva.
In particolare, osserva come il maggior rilievo politico rivestito dall’onorevole Meta, va guardato con favore poiché questi rappresenta l’ascesa di una classe media di cui l’Albania è stata priva per molti anni. Questo fatto è di particolare rilievo anche in relazione al ruolo di Sali Berisha un personaggio discusso e controverso sotto molti punti di vista e segnatamente per la sua linea politica in occasione della gestione del ruolo albanese ai tempi della guerra del Kossovo. Per anni quel conflitto, così come l’idea di una grande Albania capace di svolgere un ruolo di attore principale nello scacchiere balcanico, hanno rappresentato i temi più delicati e complessi nell’analisi del contesto albanese.Oggi, la situazione appare almeno in parte mutata. Tuttavia, per quanto attiene alla lotta contro l’immigrazione clandestina, lo scenario attuale non deve essere sottovalutato, poiché i flussi migratori coinvolgono l’Albania in modo indiretto e attraverso nuovi canali. In particolare, si deve prestare attenzione alla immigrazione clandestina che sembra svilupparsi attraverso il canale montenegrino.
In generale, comunque, i rapporti italo-albanesi sembrano ancora in parte caratterizzati da una sorta di protettorato di fatto che l’Italia ha esercitato sin dal secondo dopo-guerra. Prima in quel ruolo e poi mantenendo comunque una particolare attenzione verso gli sviluppi della vita civile e politica albanese, l’Italia ha fattivamente contribuito al rafforzamento delle risorse e delle infrastrutture in Albania. Questo è un dato che implica, dunque, le necessità di mantenere forte la partecipazione italiana nel paese balcanico così come anche nei paesi del Corno d’Africa, ove il ruolo italiano affonda le poprie radici nella storia.

Ha la parola la senatrice BONFIETTI (DS-U) la quale osserva come la Commissione affari esteri debba prestare particolare attenzione alla proposta avanzata dal ministro Malaj di aprire un canale privilegiato che rinforzi i contatti tra l’imprenditoria italiana ed il governo albanese, in vista delle rilevanti opportunità di investimento che si profilano in quel Paese.
Infatti, osserva come sia della massima importanza la partecipazione del capitale italiano nell’ambito dei procedimenti di privatizzazione dei settori chiave dell’economia albanese ai quali, molte delle autorità incontrate in occasione della visita della delegazione, hanno fatto riferimento.
Per ciò che concerne l’esito della consultazione elettorale svoltasi il 12 ottobre in Albania saranno solamente le relazioni svolte dagli osservatori dell’ODHIR e dell’OSCE, a poter fornire i chiarimenti indispensabili per comprendere se esse si siano svolte regolarmente o meno.
Conclude ribadendo come l’obiettivo principale sia quello di rinforzare la presenza dell’impresa italiana in loco e, in tale prospettiva, la Commissione affari esteri dovrà chiedersi quale sia il mezzo più adeguato per facilitare un adeguato flusso di informazioni e pubblicità verso gli operatori economici italiani. In questa prospettiva è auspicabile che si dia seguito all’ipotesi di una giornata di incontri tra le autorità albanesi e gli imprenditori italiani eventualmente interessati ad avviare un’attività sul territorio albanese; si tratta di un’ipotesi fortemente caldeggiata dalle autorità albanesi e sostenuta anche dall’ambasciata italiana a Tirana.

Il senatore PIANETTA (FI) ricorda che nell’ambito dei numerosi incontri effettuati dalla delegazione in Albania, sono emersi molteplici punti di vista sia sul contesto generale dei rapporti bilaterali tra Italia e Albania sia sul quadro politico interno in costante sviluppo.
Peraltro, afferma che lo stesso svolgimento della missione alla vigilia di un delicato snodo istituzionale attraversato dal paese balcanico è da considerarsi un significativo segnale di attenzione da parte italiana cui, peraltro, la stampa e la televisione del luogo hanno dato notevole rilievo. A suo giudizio, è da tenere in particolare risalto lo sviluppo dei distretti industriali sul territorio albanese. Si tratta di aree da aggiudicare sulle quali gli investitori potranno ottenere convenienti facilitazioni. Tale soluzione, finalizzata ad incrementare lo sfruttamento dei terreni per il settore industriale, più volte citata nel corso degli incontri con i ministri albanesi, dovrebbe essere oggetto di un’adeguata pubblicità verso gli investitori italiani.
Inoltre, passando ai rilievi emersi circa il contesto politico nell’intera aerea balcanica, si dichiara favorevole al sostegno manifestato dalle autorità albanesi al principio “standars before status” per la soluzione del problema Kosovaro. Auspicabile è poi l’integrazione di un battaglione albanese nell’ambito delle forze italiane coinvolte in operazioni di “peace keeping” in ambito internazionale di cui ha riferito il presidente Provera. Tale proposta, già oggetto di un’intesa fra i ministri della difesa dei due paesi, merita di essere sostenuta sia per il suo significato simbolico che per la concreta possibilità di una sempre maggior integrazione anche in ambito militare.
Come già rilevato dal presidente Provera, le elezioni appena svoltesi, rappresentavano per l’Albania un vero e proprio banco di prova in termini di credibilità internazionale, soprattutto in vista del prosieguo della negoziazione dell’accordo di stabilizzazione ed associazione con l’Unione europea.
In generale, osserva come l’intero contesto civile istituzionale e politico albanese possa dirsi in grande trasformazione e l’evoluzione economica abbia bruciato le tappe rispetto al 1996 anno in cui aveva avuto modo di prendere contatto per la prima volta con la realtà di quel Paese. Conclude osservando come, in questo quadro, lo sviluppo dei diritti umani, pur avendo fatto segnare notevoli passi avanti in Albania, rappresenta ancora una questione delicata nell’intera aerea balcanica ove si registrano ancora seri problemi che il rafforzamento dei già solidi rapporti bilaterali tra l’Italia e l’Albania potranno in minima parte contribuire a risolvere.

Il presidente PROVERA dichiara che la Commissione è aperta a prendere in considerazione ogni iniziativa volta a incrementare le già solide relazioni tra Italia e Albania nella prospettiva, più volte delineata negli interventi dei partecipanti della missione a Tirana, di garantire adeguata pubblicità alle occasioni di investimento che il prossimo programma di privatizzazioni in Albania sembra offrire al capitale italiano.

Il senatore RIGONI (Mar-DL-U), ringraziando i senatori che hanno illustrato con dovizia di particolari gli esiti della missione a Tirana, auspica che quanto prima si possa concordare, in sede di Ufficio di presidenza allargato ai capigruppo, la prossima agenda dei lavori della terza Commissione, per poter prendere in considerazione anche i progetti per ulteriori missioni all’estero.

Il PRESIDENTE assicura che provvederà a dar seguito alla istanza proposta dal senatore Rigoni, procedendo a convocare un Ufficio di presidenza allargato ai capigruppo, compatibilmente con il calendario dei lavori della Commissione e dell’Aula.

La seduta termina alle ore 16,05.