AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE (9a)


MERCOLEDI’ 4 GIUGNO 2003
156a Seduta (pomeridiana)


Presidenza del Presidente
RONCONI

indi del Vice Presidente
PICCIONI


Intervengono, ai sensi dell’articolo 48 del Regolamento, il signor Claudio Lucchetta di Adiconsum, il signor Pino Salomon di Adoc, la dottoressa Silvia Castronovi di Altroconsumo, l’avvocato Erminia Cozza di Codacons, il dottor Luca Agliocchi di Codacons, la dottoressa Mara Colla di Confconsumatori, l’avvocato Cecilia Di Stefano di Confconsumatori, il dottor Mario Sansolini di Federconsumatori; il presidente dell’AIAB dottor Vincenzo Vizioli, il presidente dell’ANABIO dottoressa Pina Eramo, il direttore dell’AMAB dottor Luigi Guarrera, il presidente di Anagribios, dottor Marco Camilli, il presidente della Federazione nazionale dell’agricoltura biologica, dottor Giuseppe Chiarini e il segretario della Federazione nazionale dell’agricoltura biologica signor Andreotto Gaetani.


La seduta inizia alle ore 14,55.


PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito dell’indagine conoscitiva sugli organismi geneticamente modificati:

audizione di rappresentanti del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti

Riprende l’indagine conoscitiva sospesa nella seduta di ieri.

Il presidente RONCONI, richiamato brevemente l’oggetto dell’indagine conoscitiva in atto, dà la parola ai rappresentanti del Consiglio nazionale consumatori e utenti, ringraziandoli per la loro presenza.

Il signor LUCCHETTA premette che l’associazione da lui rappresentata non è aprioristicamente contraria all’utilizzo delle biotecnologie, stigmatizzando peraltro la quasi totale assenza di forme di ricerca pubblica in materia. Cita a riguardo un documento pubblicato dal Ministero dell’ambiente, dal quale si evince che la ricerca scientifica in materia di OGM è pressoché interamente svolta e finanziata dalle multinazionali che operano in tale comparto produttivo e che la ricerca biotecnologica ha portato ad ottenere una grande varietà di specie resistenti a pesticidi brevettati dalle medesime multinazionali. Ritiene pertanto che la ricerca scientifica non sia, in questi casi, finalizzata alla risoluzione del problema della fame nel mondo, nè al raggiungimento di una migliore qualità dei prodotti.
Sottolinea inoltre che l’agricoltura italiana è caratterizzata da una produzione di qualità, la cui tipicità non necessita, a suo avviso, di biotecnologie, ribadendo l’opportunità di una maggior presenza di forme di ricerca pubblica, e pertanto imparziale.

L’avvocato COZZA, in rappresentanza del Codacons e dell’Adusbef, osserva che entrambe le associazioni sono sfavorevoli all’utilizzazione di OGM, non solo per le ragioni esposte dal rappresentante dell’Adiconsum, ma anche per preoccupazioni di carattere ambientale.
Rileva infatti che vi sono alcuni studi scientifici in materia che acclarano la resistenza agli antibiotici di taluni OGM, così come l’aumento di sindromi allergiche nelle aree nelle quali viene fatto ricorso alle biotecnologie.
Sottolinea inoltre la necessità di un’adeguata tutela della biodiversità: poiché gli studi allo stato disponibili sembrano dimostrare l’idoneità degli OGM a contaminare anche le colture biologiche, ritiene necessario adottare tutte le tecniche per impedire tale contaminazione, osservando che fenomeni di tal genere si sono verificati persino sotto un regime restrittivo quale quello operante sotto la moratoria della Comunità europea. Fa osservare inoltre la necessità di preservare la purezza delle sementi, per le quali eventuali fenomeni di contaminazione diverrebbero incontrollabili.
Esprime soddisfazione per la posizione assunta dal ministro Alemanno, che in una lettera di risposta alle associazioni dei consumatori ha rinnovato la posizione più volte espressa di “tolleranza zero” verso l’utilizzo delle biotecnologie. Aggiunge infine che - nell’ipotesi in cui il rilascio di OGM venisse consentito - si renderebbe, a suo avviso, necessario assicurare una piena e trasparente tracciabilità delle produzioni biotecnologiche, assicurando inoltre un efficace sistema di sanzioni per il caso di superamento dei limiti di legge previsti per le biotecnologie.

Il signor SALOMON si associa alle posizioni sostenute dai precedenti oratori, ritenendo plausibile il rischio che le modificazioni genetiche eventualmente apportate possano in seguito sfuggire al controllo dell’uomo.
Ritiene inoltre che l’immissione di OGM nell’ambiente potrebbe, a causa delle possibili contaminazioni, influenzare anche le produzioni biologiche, contrariamente agli attuali orientamenti produttivi, tesi alla conservazione e allo sviluppo di un’agricoltura diversificata. Sottolinea pertanto l’opportunità di un ricorso al principio di precauzione e al consenso informato, precludendo l’utilizzo di OGM nell’alimentazione degli animali e in luoghi quali le mense ospedaliere e scolastiche, almeno finché la scienza non dimostri in modo inequivoco l’innocuità di tali prodotti.

La dottoressa CASTRONOVI fa osservare che spesso le aziende indicano nelle etichettature che un dato prodotto non contiene OGM; tali indicazioni sono state a volte smentite dai risultati prodotti da alcune ricerche svolte dall’Associazione rappresentata, i quali invece sembrano dimostrare l’utilizzo di biotecnologie. Rileva l’opportunità di una regolamentazione che assicuri un’adeguata trasparenza, a tutela dei diritti di informazione e di scelta del consumatore, attraverso un’etichettatura idonea ad assicurare una precisa tracciabilità.
Sottolinea inoltre l’opportunità di evitare che i prodotti non biotecnologici si trasformino in produzioni di nicchia ad alti costi, e pertanto riservate solo alle fasce più abbienti.
Con riguardo al problema della sicurezza alimentare fa osservare la necessità di mantenere fermo il principio di precauzione, anche a seguito delle recenti, delicate vicende quale quella relativa alla BSE, auspicando che l’immissione di OGM sia consentita nel momento in cui vengano dimostrati effettivi vantaggi per il consumatore; sottolinea l’opportunità di strumenti atti a individuare chiaramente eventuali soggetti responsabili dei danni ambientali e di pregiudizi alla salute umana, auspicando, infine, che la soglia massima dell’1 per cento di OGM tollerati in alimenti convenzionali, venga al più presto ridotta fino ad essere eliminata.

La dottoressa COLLA ritiene opportuno assicurare la più ampia trasparenza ai risultati forniti dalle attività di sperimentazione, rendendo pubblici gli eventuali dati ottenuti. Auspica inoltre un maggior ricorso a forme di ricerca pubblica e imparziale.

Il dottor SANSOLINI dichiara l’assoluta contrarietà della Federconsumatori al ricorso alle biotecnologie, auspicando il rispetto del principio di precauzione, fin quando la scienza non abbia accertato in modo inconfutabile il carattere innocuo degli OGM, in quanto vi sono attualmente, a suo avviso, forti discordanze negli studi scientifici in ordine al carattere dannoso o benefico dei prodotti ottenuti grazie alle biotecnologie.

Il senatore MURINEDDU domanda se la posizione fortemente unitaria mostrata da tutte le associazioni presenti sia stata in qualche modo influenzata dai canali di informazione o se derivi dalla loro personale esperienza, chiedendo inoltre se essi ritengano, a titolo esemplificativo, più pericoloso per la salute umana un prodotto geneticamente modificato ovvero un prodotto tradizionale che subisce forti trattamenti anticrittogamici.

La senatrice DE PETRIS, nel ricordare che nel mese di luglio il Parlamento europeo porrà ai voti la bozza del regolamento relativo alla tracciabilità degli alimenti, domanda alle associazioni presenti quale posizione intendano assumere al riguardo, sottolineando inoltre che è stata di recente presentata una bozza che affronta il problema della coesistenza tra i diversi tipi di agricoltura.

Il senatore BONGIORNO domanda se le associazioni presenti, nell’effettuare i loro studi, abbiano ricompreso nei propri campi di indagine anche le possibili conseguenze finanziarie che possono ricondursi al ricorso o meno alle biotecnologie.

Il signor LUCCHETTA ritiene poco verosimile che nell’agricoltura tradizionale si verifichi un ricorso eccessivo ai pesticidi e agli anticrittogamici, sottolineando comunque che le piante geneticamente modificate sono in grado di resistere ai pesticidi ma non ai parassiti. Ritiene pertanto che il ricorso alle biotecnologie non permetta di evitare il ricorso agli antiparassitari.
Ribadisce che, a suo avviso, il problema va rinvenuto nel fatto che vi sono numerose ditte che producono sia gli OGM che i pesticidi, vendendo entrambi i prodotti in un pacchetto unitario.

Il presidente RONCONI fa osservare che in precedenti audizioni vi sono stati alcuni esperti che hanno riferito la capacità degli OGM, in taluni casi, di poter fare a meno di pesticidi, persino per le colture di frutta.

L’avvocato COZZA osserva che vi sono alcuni studi scientifici che dimostrano che la resistenza ai pesticidi può trasmettersi anche alle piante infestanti.

Il presidente RONCONI dichiara conclusa la prima parte dell’odierna procedura informativa.

Audizione di rappresentanti di AIAB, ANABIO, AMAB, ANAGRIBIOS, Federazione nazionale dell’agricoltura biologica

Il presidente RONCONI, richiamato brevemente l’oggetto dell’indagine conoscitiva in atto, dà la parola ai rappresentanti delle associazioni di produttori agricoli, ringraziandoli per la loro presenza.

Il dottor VIZIOLI, dopo aver espresso le proprie perplessità sui contenuti della revisione a medio termine della PAC, poco orientata, a suo avviso, alla tutela e valorizzazione dell’agricoltura biologica, sottolinea l’opportunità che il Parlamento valuti con attenzione il problema della diffusione delle sementi geneticamente modificate, precisando che tale diffusione si sta già verificando, sia pure in modo fraudolento.
Ritiene infondati i timori circa l’irreversibilità degli effetti già generati da tale circolazione, esprimendo inoltre apprezzamento per il regime fortemente restrittivo mantenuto dal ministro Alemanno. Osserva che le sementi geneticamente modificate non sono adatte ad un’agricoltura biologica e di qualità, in quanto generano un’omologazione nei sapori, anche a causa delle pratiche di “destagionalizzazione”. Sostiene inoltre che il criterio della soglia massima non è in grado di tutelare le colture biologiche dalla diffusione delle sementi biotecnologiche: ciò in quanto le analisi quantitative soffrono ancora di un margine di errore di circa il quaranta per cento.
Osserva inoltre l’opportunità di mantenere un atteggiamento cauto verso il rilascio di OGM nell’ambiente in quanto, se non ne è ancora stata dimostrata la dannosità per la salute, non sono state parimenti dimostrate le eventuali qualità benefiche.

Il dottor GUARRERA ritiene che una scelta orientata verso l’immissione di OGM nell’ambiente possa generare degli effetti irreversibili, non arginabili anche qualora si volesse accedere ad una limitata produzione di tipo biotecnologico. Cita inoltre la posizione del Presidente dell’Unione degli agricoltori degli Stati Uniti, Bill Christianson, il quale ha recentemente precisato che la scelta di coltivare liberamente OGM e prodotti OGM-free nella stessa area agricola produce risultati irreversibili, perché una volta introdotti gli OGM nell’ambiente, anche se in aree ristrette, questi ultimi tenderanno a colonizzare in breve tempo ogni area. Sottolinea inoltre che i prodotti geneticamente modificati non contribuiscono, a suo avviso, ad aumentare la produttività, in quanto nonostante tale caratteristica sia stata pubblicizzata in varie occasioni dalle multinazionali produttrici, l’aumento della produttività non è stato ancora documentato in modo inequivoco. Ritiene inoltre che l’immissione di biotecnologie possa generare dei rischi di tipo ecologico, in quanto l’inserimento di geni nelle sementi che inducono la produzione di tossine, quali agenti pesticidi contro insetti che danneggiano i raccolti, risulta nocivo anche per popolazioni di insetti benefici, dei quali vengono distrutte le larve, nonché per gli uccelli predatori di insetti dannosi, alterando così importanti equilibri ecologici. Ritiene pertanto necessario compiere le più approfondite e attente verifiche attraverso sperimentazioni di lungo termine. In particolare, a suo avviso, istituzioni comunitarie non dovrebbero precludere agli Stati membri la possibilità di impedire la coltivazione e la produzione di sementi inquinate da OGM.

La dottoressa ERAMO, premesso che il comparto dell’agricoltura biologica sembra essere contrario all’immissione di OGM in tutta l’area europea, prospetta l’opportunità di favorire le cosiddette azioni di area, attraverso un aumento delle incentivazioni, allo scopo di creare delle isole territoriali in cui praticare omogeneamente l’agricoltura biologica, preservandola dall’inquinamento OGM da polline. Ritiene inoltre auspicabile la promozione dello sviluppo di produzioni di soia biologica, da destinare all’alimentazione animale, garantendone la tracciabilità e l’etichettatura, oltre all’opportunità di istituire una piattaforma tecnica che affronti il problema delle sementi, sottolineando infine l’opportunità dell’introduzione di una moratoria della soglia in agricoltura biologica e dell’incentivazione della ricerca sulle produzioni foraggere alternative.

Il dottor CAMILLI osserva che i risultati delle più recenti sperimentazioni relative al problema della coesistenza, dimostrano il verificarsi del fenomeno delle contaminazioni, sottolineando pertanto l’assoluta contrarietà della propria associazione al rilascio di OGM e rilevando l’opportunità del massimo rispetto dei principi di precauzione e di tutela della biodiversità. Fa inoltre osservare che le etichettature non sempre riportano l’utilizzo di OGM nella fase della trasformazione, pregiudicando in tal modo la tracciabilità dell’alimento.

Il dottor CHIARINI, richiamando i documenti già consegnati alla Commissione, ribadisce l’assoluta contrarietà della sua Associazione al rilascio di OGM. Esprime inoltre preoccupazione in ordine ai possibili profili di responabilità che potrebbero incorrere per il produttore che accidentalmente superi la percentuale di OGM previsti dalla legge.

Il signor GAETANI rileva che in una recente circolare del MIPAF, nella quale verrebbero definiti i parametri distintivi tra prodotti OGM e prodotti OGM free, ritiene poco precisa la definizione normativa per i prodotti non biotecnologici: ciò potrebbe generare, a suo avviso, problemi di identificazione dei prodotti e di correlativa responsabilità dei produttori.

Il senatore BONATESTA domanda ai rappresentanti delle Associazioni dei produttori quale sia il numero, in Italia, delle imprese che operano nel campo dell’agricoltura biologica, e che percentuale occupi tale agricoltura nell’ambito dell’intero comparto.

Il presidente RONCONI informa la Commissione che, tenuto conto dell’imminente inizio dei lavori dell’Assemblea, si rende necessario rinviare il seguito dell’audizione dei rappresentanti dei produttori del comparto dell’agricoltura biologica ad altra seduta.

Il seguito della seconda parte dell’odierna procedura informativa è quindi rinviato.

Il seguito dell'indagine conoscitiva è poi rinviato.


La seduta termina alle ore 16.