ISTRUZIONE (7
a
)
MERCOLEDÌ 18 MARZO 1998
180
a
Seduta
Presidenza del Presidente
OSSICINI
Intervengono i sottosegretari di Stato per la pubblica istruzione Soliani e per i beni culturali e ambientali Bordon.
La seduta inizia alle ore 15,30.
SUL PROCESSO VERBALE
(R032 000, C07
a
, 0001°)
Il senatore LORENZI prende la parola sul processo verbale per segnalare due imprecisioni contenute nel riassunto dell'intervento da lui svolto, nella seduta pomeridiana di ieri, relativamente all'esame in sede referente dei disegni di legge recanti la riforma delle Accademie e dei Conservatori. Da tale riassunto non risulta adeguatamente chiaro il contributo offerto in termini propositivi dal Gruppo Lega Nord-Per la Padania indipendente, su sua iniziativa, per la riforma dell'ordinamento scolastico e universitario, concretizzatosi nell'elaborazione e presentazione dell'atto Senato n. 1566 nella XII legislatura e dell'atto Senato n. 560 nella XIII. Inoltre il riferimento ai cicli formativi va inteso non ai cicli scolastici - considerati nel disegno di legge governativo presentato alla Camera dei deputati - bensì ai cicli universitari, al primo dei quali ricondurre l'ordinamento delle Accademie e dei Conservatori.
Il presidente OSSICINI dà atto al senatore Lorenzi delle sue precisazioni.
IN SEDE DELIBERANTE
(1032-B)
Norme sulla circolazione dei beni culturali
, approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati
(Discussione e approvazione)
Il relatore BRIENZA illustra il testo come modificato dalla Camera dei deputati, lamentando anzitutto la lentezza con cui quel ramo del Parlamento ha proceduto all'esame del disegno di legge a suo tempo licenziato dal Senato, tanto più che - a conclusione di un
iter
durato oltre un anno - le modifiche alla fine apportate appaiono del tutto irrisorie. Stigmatizza altresì l'atteggiamento del Governo, troppo spesso succube alla Camera dei deputati di atteggiamenti dilatori, mentre al Senato esso impone quasi sempre testi «blindati». Manifesta pertanto un certo imbarazzo nel riesaminare un provvedimento a suo tempo approfonditamente analizzato ed ora nuovamente sottoposto al vaglio del Senato a seguito dell'introduzione di modifiche del tutto marginali.
È appena il caso di ricordare, prosegue, che il disegno di legge in questione ha lo scopo di dare attuazione ad un regolamento e ad una direttiva CEE che, nella loro prima stesura, risalgono rispettivamente al 9 dicembre 1992 e al 15 marzo 1993. Analoghi disegni di legge erano stati altresì approvati dal Senato durante la XI e XII legislatura, ma decaddero presso la Camera dei deputati con la fine delle legislature stesse.
Il relatore ricorda altresì che, a fronte dell'inadempimento italiano, gli organi comunitari hanno avviato la procedura di infrazione: la Commissione delle Comunità europee ha dapprima invitato, nel giugno 1994, il Governo italiano a presentare le proprie osservazioni; perdurando l'inadempimento, essa ha inviato, nel dicembre 1996, un parere motivato, con il quale si invitava il Governo italiano a recepire la direttiva entro due mesi; infine, lo scorso 9 dicembre 1997, ha presentato un ricorso alla Corte di giustizia delle Comunità europee contro la Repubblica italiana, chiedendo la sua condanna. Ad una eventuale sentenza di condanna può fare seguito anche il comminamento di una multa.
Egli si sofferma quindi sulle modifiche introdotte dalla Camera dei deputati, segnalando che, durante l'
iter
del disegno di legge, tanto il regolamento quanto la direttiva originari hanno subito limitate modifiche ad opera di un nuovo regolamento e una nuova direttiva, rispettivamente del 16 dicembre 1996 e del 17 febbraio 1997. Conseguentemente la Camera dei deputati ha modificato l'articolo 1 del disegno di legge, laddove fa rinvio alle norme comunitarie, nonchè la tabella allegata all'articolo 2, aggiungendo una voce relativa agli acquerelli, guazzi e pastelli. Una seconda modifica è stata apportata all'articolo 3, comma 2, lettera
d)
, concernente la collaborazione che lo Stato italiano si impegna a prestare agli altri Stati membri per agevolare il ritrovamento e la restituzione dei beni culturali loro sottratti e ritrovati nel territorio italiano: qui la Commissione cultura della Camera dei deputati ha dimezzato il tempo (tre mesi invece di sei mesi) concesso allo Stato membro per verificare che il bene ritrovato in Italia è effettivamente un proprio bene culturale illecitamente uscito dal territorio nazionale. All'articolo 19 e all'articolo 26 sono state invece modificate le previsioni di spesa, peraltro sempre modestissime, nonchè la copertura finanziaria. All'articolo 23, recante una norma penale, la Commissione cultura della Camera ha infine accolto una richiesta della Commissione giustizia.
Ribadendo le osservazioni critiche sulla mancanza di sensibilità dimostrata dall'altro ramo del Parlamento per il lavoro svolto dal Senato e richiamando il Governo all'esigenza di assicurare uguale rispetto e considerazione ad entrambe le Camere nel corso del procedimento legislativo, conclude proponendo di approvare definitivamente il provvedimento.
Si apre il dibattito.
Ai rilievi mossi dal relatore si associano con convinzione i senatori ASCIUTTI, BISCARDI, OCCHIPINTI, PAGANO (la quale ricorda che il Senato, per motivi di urgenza, aveva a suo tempo rinunciato ad introdurre nel provvedimento alcune importanti norme contenute in un disegno di legge di iniziativa della senatrice Bucciarelli vertente sulla stessa materia e che anche adesso esso si assume la responsabilità di licenziare con sollecitudine il testo in via definitiva onde non incorrere nelle sanzioni comunitarie), MONTICONE e BEVILACQUA (il quale sottolinea a sua volta il diverso atteggiamento tenuto dal Governo presso i due rami del Parlamento, osservando che al Senato vengono sempre trasmessi testi «blindati», come ad esempio nel caso del disegno di legge Veltroni sui beni culturali).
Concluso il dibattito, replica il sottosegretario BORDON, il quale ringrazia anzitutto il Senato per la celerità con cui procede all'approvazione del provvedimento. Non compete peraltro al Governo, osserva, dare giudizi sulla attività dei due rami del Parlamento, nè può essere ad esso addebitata l'introduzione o meno di modifiche a provvedimenti già licenziati da una Camera, dal momento che ciò dipende solo dalla responsabilità dell'atteggiamento assunto dai parlamentari.
Avendo il relatore rinunciato alla replica, il PRESIDENTE pone ai voti gli articoli modificati dalla Camera dei deputati. Con separate votazioni la Commissione accoglie quindi gli articoli 1, 2, 3, 19, 23 e 26.
Previa dichiarazione di astensione dei senatori MARRI (che stigmatizza l'irrilevanza delle modifiche apportate dalla Camera dei deputati), BRIGNONE e LORENZI (a nome del Gruppo Lega Nord - Per la Padania indipendente), la Commissione accoglie altresì il disegno di legge nel suo complesso.
IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Consuntivo scientifico e finanziario del Programma nazionale di ricerche in Antartide 1985-1997 (n. 223)
(Parere al Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, ai sensi dell'articolo 5, comma 3, della legge 7 agosto 1997, n. 266: favorevole)
(R139 b00, C07
a
, 0023°)
Riferisce alla Commissione il senatore RESCAGLIO, il quale ricorda che, ai sensi della legge n. 266 del 1997 (cosiddetta legge Bersani), l'esame dell'atto in titolo rappresenta un presupposto necessario per l'autorizzazione al prosieguo del programma. L'Antartide è peraltro una regione di estrema importanza nel sistema climatico globale, rappresentando un sito di elezione per valutare i cambiamenti in atto a livello planetario, quali ad esempio gli effetti sulla temperatura del pianeta in relazione all'incremento dei gas serra. Inoltre, la scoperta dell'impoverimento della fascia di ozono ha posto l'Antartide sul palcoscenico mondiale in quanto il «buco dell'ozono» continua ad essere argomento di ampie discussioni a livello internazionale.
Sull'Antartide, ricorda il relatore, sono state espresse rivendicazioni territoriali da parte di sette paesi, rivendicazioni peraltro superate dal Trattato Antartico, stipulato nel 1959 ed entrato in vigore nel 1961, con il quale i circa 40 paesi attualmente aderenti di fatto gestiscono politicamente la regione: i dati rilevati in Antartide sono infatti cruciali per accertare la reale prospettiva di processi determinanti quali l'impoverimento dell'ozono, l'inquinamento atmosferico, la crescita del livello del mare e i cambiamenti climatici. L'Italia è stata ammessa quale membro consultivo con diritto di voto nel sistema del Trattato Antartico nel 1987, a seguito dell'avvio, ai sensi della legge n. 284 del 1985, del Programma nazionale di ricerche scientifiche e tecnologiche in Antartide (PNRA). La legge n. 284 ha affidato al Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica il compito di organizzare le attività italiane in Antartide e all'ENEA quello di attuare i programmi esecutivi annuali, gli obiettivi scientifici dei quali sono individuati in collaborazione con il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR). A partire dal 1985-86, l'Italia svolge dunque con regolarità attività di ricerca scientifica in Antartide e ha anche installato una Base permanente. L'Italia ha altresì rappresentanti in ciascuno degli 8 gruppi di lavoro permanenti a livello internazionale e in alcuni gruppi di specialisti. Le ricerche condotte hanno in particolare riguardato, a livello disciplinare e multidisciplinare, quasi tutte le opportunità scientifiche offerte dall'Antartide ed hanno prodotto addirittura 2500 pubblicazioni. I finanziamenti del PNRA, nel periodo 1985-97, sono stati determinati dalla già ricordata legge n. 284 del 1985, nonchè dalla legge n. 380 del 1991, per l'ammontare, rispettivamente, di 230 miliardi e di 390 miliardi. Le leggi finanziarie del periodo 1992-96 hanno poi ridotto tali stanziamenti a 307 miliardi ed esteso i periodi del loro utilizzo in modo da comprendere anche la campagna 1997-98. Le nuove norme che il Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica è delegato ad emanare ai sensi della legge n. 266 del 1997 dovranno poi prefigurare compiti ed obiettivi per una presenza italiana che sia trainante nella politica e nella scienza antartiche degli anni 2000.
Il relatore si sofferma quindi sul consuntivo delle attività scientifiche svolte nel periodo 1985-97, osservando in primo luogo che il PNRA ha inteso sviluppare le potenzialità nazionali attraverso uno stretto coordinamento fra università ed enti di ricerca. Fra le principali ricadute di carattere generale del PNRA segnala poi la costituzione del Museo nazionale dell'Antartide «Felice Ippolito», quale consorzio fra le sedi universitarie di Genova, Siena e Trieste. Ripercorre quindi le 13 spedizioni succedutesi dal 1985 ad oggi, soffermandosi in particolare sulla dodicesima che, pur avendo avuto il tipico carattere interdisciplinare delle precedenti, è stata prevalentemente dedicata alle scienze della terra.
Quanto ai principali risultati scientifici conseguiti, il relatore ricorda quelli nei settori dell'atmosfera, delle interazioni fra il mare, il ghiaccio marino e l'atmosfera, dell'ecologia marina, degli osservatori e quelli sugli studi giuridici ed ambientali che, in particolare, hanno contribuito allo sviluppo del sistema del Trattato Antartico inteso come un grande esperimento di gestione internazionale pacifica di un bene comune dell'intera umanità.
Dopo aver brevemente dato conto delle ulteriori attività di supporto, il relatore passa ad esaminare il consuntivo economico-finanziario, chiarendo che la differenza fra il totale delle disponibilità finanziarie e gli impegni assunti (pari a circa 58 miliardi) è legata al fatto che la situazione riferita si ferma al 17 settembre scorso e non considera quindi molti degli impegni assunti dopo detta data, per la realizzazione della campagna in corso.
In conclusione, il relatore propone di esprimere un parere positivo sull'atto in titolo, tanto più che le ricerche antartiche costituiscono un banco di prova scientifico e tecnologico indispensabile per il sistema di ricerca nazionale e che, nei suoi 13 anni di attività, il PNRA ha conseguito numerosi risultati di grande rilevanza, come lo sviluppo di robot di superficie e sottomarini, di vari tipi di sensori e di sistemi di gestione a distanza di esperimenti scientifici.
I ricercatori italiani godono d'altronde - sottolinea il relatore - di grande stima e rispetto all'estero ed è indispensabile non far mancare loro il convinto sostegno delle forze politiche.
Si apre il dibattito.
Il senatore LORENZI lamenta il ritardo con cui l'Italia è giunta a partecipare a questo grande impegno internazionale, ritardo dovuto all'incapacità - a tutti i livelli istituzionali e mass mediali - di comprendere l'importanza di tale appuntamento. Ciò consegue del resto ad una concezione tradizionale della cultura, che disconosce pari dignità ai settori scientifici, come testimoniato - tra l'altro - dalla partecipazione, ai lavori della Commissione, del Sottosegretario per la pubblica istruzione anzichè di quello per l'università e la ricerca scientifica.
Quanto al merito dell'atto in titolo, esso deve invece essere valutato molto positivamente, dal momento che dà atto con serenità e dovizia di particolari delle attività svolte e dei risultati conseguiti. Esso dovrebbe peraltro essere sottoposto altresì al vaglio dei settori più produttivi della società, al fine di una valutazione più proficua.
Il Trattato Antartico rappresenta d'altronde, prosegue, un importante esempio di collaborazione internazionale che potrebbe essere riproposto anche in altri contesti. Egli stesso ha ad esempio presentato al Consiglio d'Europa una proposta per una base permanente sulla luna, con riferimento alla quale potrebbe essere utile trarre vantaggio dall'esperienza dell'Antartide. Si tratta, in entrambi i casi, di individuare le modalità migliori per una collaborazione pacifica fra diverse nazioni, volta all'acquisizione di risultati scientifici essenziali per il futuro dell'umanità. Per quanto riguarda in particolare l'Antartide, si tratta di monitorare fenomeni epocali, come lo scioglimento dei ghiacciai, che potranno avere conseguenze planetarie in particolare nei paesi più poveri. Auspica quindi una maggiore sensibilità politica e parlamentare sulla questione, che consenta all'Italia di essere nei prossimi anni protagonista sullo scenario mondiale.
Il senatore TONIOLLI registra con soddisfazione i brillanti risultati conseguiti dalle spedizioni italiane, nonostante i ritardi iniziali. Ciò testimonia dell'estremo valore della ricerca italiana e richiama l'attenzione sull'esigenza di migliorare i contenuti della formazione scolastica, senza dimenticare che già oggi è comunque possibile conseguire risultati eccellenti.
Il senatore MASULLO preannuncia il proprio voto favorevole sulla proposta del relatore, dal momento che l'atto in titolo rappresenta a suo giudizio un esempio illuminante di transizione da una politica di competizione ad un sistema di collaborazione pacifica fra nazioni, nell'interesse dell'intera umanità.
Non va tuttavia dimenticato, prosegue, che tanto maggiore è il progresso scientifico e tecnologico, tanto inferiore diventa la capacità umana di valutare gli effetti di tale progresso nel futuro. È comunque senz'altro giunto il momento di «sprovincializzare» l'Italia che da troppi anni segna il passo nella comunità scientifica internazionale a causa della incapacità del ceto politico di offrire agli scienziati italiani il respiro che meritano. In questo senso, l'adesione dell'Italia al Trattato Antartico è il segno, forse non ancora sufficiente ma senz'altro importante, di una maggiore sensibilità e di una migliore capacità di utilizzare le risorse intellettuali in un contesto di rapporti internazionali pacifici.
Concluso il dibattito, il sottosegretario SOLIANI ringrazia il relatore e la Commissione per l'approfondita analisi e per l'interesse manifestato.
La Commissione accoglie infine all'unanimità la proposta di parere favorevole avanzata dal relatore.
La seduta termina alle ore 16,30.