IGIENE E SANITA' (12ª)

MARTEDÌ 20 GIUGNO 2017
461ª Seduta

Presidenza della Presidente
DE BIASI
indi del Vice Presidente
Maurizio ROMANI
Interviene il ministro della salute Beatrice Lorenzin.

La seduta inizia alle ore 20,20.


IN SEDE REFERENTE
(2856) Conversione in legge del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale
(Seguito dell'esame e rinvio)

Prosegue l'esame, sospeso nella seduta pomeridiana del 13 giugno.

La PRESIDENTE, accedendo a diverse richieste in tal senso, pervenute per le vie brevi, propone che il termine per la presentazione di emendamenti, già fissato alle ore 11 di domani, mercoledì 21 giugno, sia posticipato alle ore 18 della stessa giornata.

Conviene la Commissione.

La PRESIDENTE comunica che, alla luce del differimento appena concordato, l'illustrazione degli emendamenti si svolgerà nella seduta antimeridiana di giovedì 22 giugno per proseguire, se necessario, nella mattinata di martedì 27 giugno.
Soggiunge che, in relazione al calendario dei lavori d'Aula, occorrerà concludere l'esame del provvedimento in titolo entro la fine della prossima settimana.

La Commissione prende atto.

Quindi, avendo la ministra Lorenzin richiesto di intervenire, la PRESIDENTE cede a quest'ultima la parola.

La ministra LORENZIN ringrazia, anzitutto, per la preziosa opportunità di poter intervenire in Commissione, al fine di sgombrare il campo da equivoci presenti nel dibattito nazionale sul decreto e riportare la discussione su fatti ed elementi prettamente tecnici e scientifici. Da questo punto di vista, ribadisce che il decreto approntato dal Governo non ha natura politica ma è dettato dall’urgenza di far fronte agli allarmanti dati relativi alla diffusione del morbillo e alla tendenza generale relativa alla copertura nazionale di vaccinazione a cui occorre far fronte con pieno senso di responsabilità.
Si rammarica, in particolare, della diffusione di una serie di argomentazioni definibili come “fake news”, non fondate su dati scientifici comprovati, che si sono rivestite di carattere politico e hanno portato all’attuale situazione di una discussione non fondata esclusivamente sul metodo scientifico.
L’urgenza deriva dai dati che evidenziano una chiara evoluzione negativa della copertura vaccinale in Italia a partire da quando è stato abolito l’obbligo. Per esempio il Veneto, che era tra le regioni più virtuose, è passato da una copertura contro il morbillo del 91,7 per cento all’89,2 per cento del 2016. Ma la stretta correlazione tra obbligo e copertura è dimostrata da molti esempi anche al di fuori dell’Italia, come per esempio il caso della California, che quando ha reintrodotto l’obbligo vaccinale per alcuni vaccini, ha visto la copertura risalire dal 92,8 per cento al 95,6 per cento in 18 mesi.
Peraltro, la percentuale di copertura non è l’unico parametro posto dall’OMS per il raggiungimento di una situazione ottimale: sono importanti anche i tempi di interazione, le modalità di interazione e la concentrazione in un luogo. Per questo è stato importante introdurre norme sull'accesso a luoghi pubblici come le scuole. Per esempio, è importante che le scuole vigilino di non avere in classe più di un bambino che non sia vaccinato, per ridurre al minimo la possibilità di contagio.
Ritiene di dover ricordare che occorre far fronte con urgenza alla necessità di aumentare la copertura vaccinale in particolar modo per la tutela di quei bambini e di quegli adulti che non hanno la possibilità di vaccinarsi e che quindi sono da considerare come soggetti vulnerabili, che occorre proteggere dal rischio di infezione. In questo senso, evidenzia che la vaccinazione dovrebbe essere un gesto spontaneo di civiltà e non dovrebbe essere necessario ricorrere all’imposizione di un obbligo. Fu così che si decise nel 1999 di abbandonare l’obbligo e di tentare di percorrere le vie alternative delle politiche di prevenzione attiva, peraltro ampiamente sviluppate nel recente Piano nazionale vaccini per il 2017-2019. A tale riguardo, precisa che il Pano nazionale non si pone in contrasto con il decreto, ma che i due strumenti sono complementari tra loro, l’uno rivolto a più lungo termine, l’altro pensato per far fronte alla situazione d’urgenza.
Ribadisce, tuttavia, che l'attuale situazione epidemica del morbillo fa apparire inadeguate mere misure di persuasione. Dall’inizio dell’anno si sono infatti verificati circa 3.000 casi di morbillo contro i circa 600 della Germania. Inoltre è da considerare che l’insorgere dell’infezione può portare alla contrazione di ulteriori patologie come la pertosse e rendere la cura molto più difficoltosa e incerta.
Prosegue evidenziando altri punti che meritano chiarimento, come il fatto che in molti Paesi europei, cosiddetti avanzati, vi è l’obbligo vaccinale per uno numero di malattie paragonabili a quelle contemplate dal decreto e alcuni Paesi, tra cui la Francia, stanno valutando di aumentare il numero dei vaccini obbligatori.
Reputa che si debba confutare una volta per tutte la correlazione tra vaccini e autismo o altre patologie. Tale nesso, smentito in decenni di studi clinici, fu accreditato nel corso di un procedimento giurisdizionale, il cui esito ha poi confermato la assoluta inesistenza di legame.
Ritiene che debba essere inoltre sfatata la diceria secondo cui, in base al decreto, a chi non rispetta l’obbligo di vaccinare i propri figli viene automaticamente tolta la patria potestà. In realtà si tratta di un approdo previsto in casi estremi, dopo che la scuola ha coinvolto la ASL e la ASL ha messo in atto una procedura di verifica con i genitori e di indirizzamento nell’ambito di un percorso. Solo qualora i genitori si rifiutino in modo chiaro e definitivo, scattano le sanzioni pecuniarie e la ASL segnala al Tribunale dei minori per l’eventuale avvio di una procedura giurisdizionale.
Riguardo all’entità delle sanzioni, è dell'avviso che l’ampia forbice tra il minimo di 500 euro e il massimo di 7.500 euro consenta all’autorità di graduare la sanzione sulla base delle circostanze proprie del caso concreto.
Ricorda, inoltre, che l’obbligo è comunque commisurato agli scaglioni di età, per cui i nuovi vaccini obbligatori si applicheranno solo a chi rientra nelle previste fasce di età.
Conclude, infine, ribadendo che il decreto è stato elaborato in scienza e coscienza, sulla base di rigorosi dati scientifici, ed è motivato dalla consapevolezza dell’assoluta e urgente necessità di intervenire a livello nazionale per far fronte agli attuali dati epidemici e alle loro tendenze evolutive immediate.


La PRESIDENTE dichiara aperta la discussione generale.

Interviene, quindi, il senatore GAETTI (M5S), il quale ritiene di partire da elementi su cui vi è un consenso generale, fondato sull’evidenza scientifica, ovvero che l’urgenza di provvedere a rendere obbligatori ulteriori otto vaccini non c’è. L’inesistenza di condizioni di epidemia o di pandemia, escluso il morbillo, è pacifica. Peraltro, anche il riferimento alla soglia del 95 per cento è fuorviante, poiché, come ha riferito la dottoressa Salmaso, la percentuale di copertura considerata adeguata, per la poliomielite, varia dall’80 al 86 per cento.

Ribadisce, quindi, l’inopportunità dell’obbligatorietà come stabilita dal decreto-legge e propone di concentrare l’intervento su un livello di raccomandazione, accompagnata da azioni di comunicazione, informazione e persuasione. Cita, a tale proposito, un lavoro di metanalisi svolto nel 2017 dal gruppo Cochrane, che ha raccolto le opinioni e le esperienze dei genitori nella comunicazione di informazioni nella vaccinazione infantile routinaria e da cui possono essere tratti utili e importanti spunti e modalità di intervento. Dallo studio emerge, in sostanza, la piena disponibilità dei genitori ad essere informati e coinvolti nelle decisioni che riguardano i loro figli e, per converso, la valenza controproducente di un approccio prevalentemente coercitivo. Emerge, in particolare che i genitori chiedono informazioni specifiche e equilibrate, comunicate in modo chiaro e semplice, un linguaggio comprensibile sia sui benefici che sui danni della vaccinazione. Chiedono informazioni reali e personalizzate alla loro situazione, indipendentemente dal loro atteggiamento verso la vaccinazione. In sostanza, il genitore ben informato, da un professionista credibile, accetta il consiglio o meglio la raccomandazione della vaccinazione, mentre l’obbligo allontana la vaccinazione.

Ricorda, inoltre, che l’audizione del dottor Sarti ha sostanzialmente confermato la citata metanalisi, evidenziato la mancanza di credibilità dei soggetti coinvolti, sia degli operatori sanitari (in senso lato) che delle figure istituzionali. Ritiene che occorra lavorare molto sulla credibilità ed autorevolezza, a differenza del decreto in esame, e aumentare le risorse da destinare a tale scopo.

Propone poi di adottare maggiore uniformità nella raccolta dei dati relativi alla farmacovigilanza tra le varie istituzioni coinvolte, nonché di svolgere uno studio sui costi della mancata vaccinazione. Cita, inoltre, l’audizione dell’avvocato Giannelli, per invitare a rivedere molte disposizioni del decreto che potranno dar ruolo a contenziosi legali, in relazione per esempio ai criteri di ragionevolezza e di eguaglianza che appaiono alquanto labili, o all’obbligo di segnalazione, per i direttori didattici, la cui dimenticanza li sottopone all’articolo 338 del codice penale, che prevede due anni di reclusione.

Conclude auspicando che il cittadino sia rimesso al centro delle scelte politiche, fondate su elementi scientifici, incentivando il cittadino disciplinato, che rispetta le regole, che crede nel sociale ed accetta un rischio seppur piccolo per una visione sociale; una deontologia sociale imperniata sul dovere alla salute da parte del cittadino da intendersi non come obbligo di legge ma come obbligo morale che in quanto tale preluda ad una scelta libera responsabile e consapevole.

Il senatore D'AMBROSIO LETTIERI (GAL (DI, GS, MPL, RI)) ricorda alcuni passaggi del percorso storico dei vaccini, che a suo avviso costituiscono alcune tra le pagine più belle della nostra sanità.

Non nasconde il clima teso in cui si svolge l’attuale dibattito sul decreto in esame, testimoniato anche dalla tensione che traspariva in coloro che sono stati auditi, segno di uno stato di malessere diffuso.

Ricorda, a tale proposito, come nel 1800, nel Regno Unito, gli antivaccinisti riuscirono a far abrogare l’obbligo che era vigente, procurando così un decremento delle coperture e un chiaro aumento delle infezioni.

Rileva che oggi sussiste un diffuso senso di sospetto che si concentra soprattutto sull’industria e sul commercio farmaceutico, i quali hanno un duplice obiettivo: il contrasto alle malattie e al contempo uno scopo legittimo di lucro e di aumento del Pil. Contribuisce a tale situazione anche la cosiddetta cultura medica profana, che attinge le sue conoscenze su Internet.

Ritiene, quindi, che in queste condizioni sia più utile usare la persuasione che la coercizione. A suo giudizio, il Piano nazionale vaccini è eccellente nel sintetizzare i valori richiamati dal senatore Gaetti, nel senso dell’umanizzazione della medicina.

Sottolinea che vi è bisogno di attingere maggiormente a una cultura bioetica: come affermato dal Comitato nazionale di bioetica, occorre potenziare i programmi di educazione pubblica e di formazione degli operatori sanitari, e solo in extrema ratio ricorrere allo strumento coercitivo dell’obbligatorietà.

Propone, pertanto, di irrobustire in tal senso le misure previste dal decreto, stanziando risorse più adeguate rispetto ai 200 mila euro previsti.

Annuncia, inoltre, la presentazione di emendamenti che vanno nel senso di demandare a successivi decreti una revisione periodica e puntuale sullo stato di copertura vaccinaria, fatti comunque salvi i quattro vaccini obbligatori.

Il senatore DI GIACOMO (FL (Id-PL, PLI)) dichiara di condividere lo spirito dell’intervento del senatore D’Ambrosio Lettieri e di voler aggiungere qualche considerazione sul citato senso di sospetto diffuso tra i cittadini. In particolare, ritiene che si percepisca un’intromissione nella sanità di istanze politiche nazionali che non hanno a che vedere con la salute dei cittadini. Cita, a titolo di esempio, il recente inserimento in un d.l. dell'approvazione dei Piani operativi sanitari del Molise.

Quanto al provvedimento in esame, manifesta disaccordo sul numero così elevato di vaccini da sottoporre all’obbligatorietà, per di più con sanzioni che, a suo avviso incostituzionalmente, dividono le persone tra chi può e chi non può pagare e minacciano perfino la perdita della potestà genitoriale.

Condivide, inoltre, il sospetto di quanti temono che l’urgenza del provvedimento sia dovuta anche a motivi non espressi, connessi, in particolare, alla crescente presenza di migranti e richiedenti asilo che non sono vaccinati. Al riguardo riferisce di segnali che indicherebbero l’insorgenza di nuove patologie.

Conclude ribadendo che dalle audizioni sono emerse indicazioni che inducono a riconsiderare diverse parti del decreto, e auspica che si voglia evitare di creare contrapposizioni nel Paese e dare più spazio al coinvolgimento e all’informazione dei cittadini, piuttosto che all’imposizione di obblighi.

La senatrice RIZZOTTI (FI-PdL XVII) ritiene che il Paese abbia bisogno di una comunicazione di migliore qualità e rivolge, in questo senso, i suoi complimenti alla Ministra per l' intervento svolto, pur ribadendo la propria contrarietà ai contenuti e alla formulazione del decreto-legge in esame.

Osserva che, invero, nel 2012 si è verificato un calo delle vaccinazioni, legato a suo avviso all’inchiesta di Trani sulle presunte connessioni tra vaccinazione e insorgenza di autismo, poi del tutto smentita nello stesso procedimento. D’altra parte, ritiene che non si possano neanche bollare come ridicoli i timori circa le possibili complicazioni conseguenti alla vaccinazione.

Reputa, tuttavia, che il ricorso allo strumento del decreto-legge non fosse probabilmente necessario.

Segnala che le istituzioni sanitarie regionali paventano difficoltà a dare attuazione alle norme del decreto, nei tempi previsti.

Il decreto, a giudizio dell'oratrice, alimenta il senso di sospetto nei cittadini, anche se è noto che il fatturato dell’industria farmaceutica legata al settore dei vaccini è di circa l’uno per cento.

Inoltre, fa rilevare che non è scontato che l’introduzione dell’obbligo porti al raggiungimento dell’obiettivo di copertura prefissato, come insegna il caso della Romania. D’altra parte, l’obbligo non dovrebbe riguardare solo i bambini, ma anche gli operatori sanitari e scolastici.

Ritiene, in conclusione, necessario trovare dei punti di equilibrio su diversi aspetti del decreto, ad esempio riducendo il numero dei vaccini obbligatori ed eventualmente dando un anno in più di tempo per adeguarsi alla nuova normativa.

La senatrice TAVERNA (M5S) rileva che l'intervento della Ministra, di cui auspica sia messo a disposizione il testo integrale, non ha fatto che confermare le profonde perplessità nutrite dal Movimento 5 Stelle rispetto al provvedimento in esame: si tratta di un decreto-legge che, trincerandosi dietro la necessità di tutelare i soggetti più fragili (necessità che nessuno invero nega), impone un numero esorbitante di obblighi vaccinali, in contrasto con sensibilità e convincimenti diffusi in larga parte della popolazione e fondati spesso su dolorose esperienze personali.
Ritiene che, ammesso e non concesso che vi fossero la necessità e l'urgenza di intervenire, tali condizioni discenderebbero dal mancato perseguimento, nel corso degli ultimi anni, di adeguate politiche informative.
Osserva che sarebbe stato preferibile evitare il ricorso alla decretazione d'urgenza, che inevitabilmente comprime lo spazio d'esame e le possibilità d'approfondimento, e consentire l'esame dei disegni di legge d'iniziativa parlamentare già presentati in materia.
Sottolinea che in nessun altro Paese è previsto un numero così alto di vaccinazioni obbligatorie (dodici, in base al testo in esame) e che diversi degli esperti auditi hanno manifestato perplessità per la riconduzione all'elenco delle vaccinazioni in questione della anti-meningococcica B (per la quale mancano sufficienti riscontri di carattere scientifico).
Meglio sarebbe stato, ad avviso dell'oratrice, impegnarsi in una seria attuazione del piano nazionale vaccinale e solo successivamente, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, prendere in considerazione un intervento di urgenza.
Quanto all'andamento decrescente delle coperture vaccinali in Veneto, reputa che l'esempio addotto dalla Ministra non sia probante, in quanto occorre tenere conto anche dell'influsso esercitato sull'opinione pubblica da alcune decisioni della magistratura che, nel corso degli ultimi anni, hanno accreditato l'esistenza di una correlazione tra alcuni vaccini e disturbi dello spettro autistico.
In conclusione, stigmatizza in maniera particolare la previsione della possibile perdita della potestà genitoriale quale conseguenza della esitazione vaccinale, formulando l'auspicio che il Governo mostri maggiore rispetto e apertura verso il Parlamento e verso le proposte di modifica che da esso saranno avanzate.


La senatrice BIANCONI (AP-CpE-NCD) concorda con quanti hanno evidenziato la perdita di percezione del rischio di epidemie in larga parte della popolazione, sottolineando che i decisori pubblici devono invece tenere sempre a mente tali pericoli.
Ricorda che la recente introduzione, in Emilia Romagna, dell'obbligo di vaccinazione ai fini dell'iscrizione ai gradi iniziali dell'istruzione, non ha creato le fratture sociali che taluno paventa, in quanto adeguatamente motivata e fondata su basi scientifiche.
Segnala altresì che, anche a livello europeo, vi sono forti sollecitazioni all'innalzamento delle coperture vaccinali, alla luce degli accresciuti pericoli per la salute pubblica derivanti dai massicci fenomeni migratori in atto.
Rileva che nel corso degli ultimi vent'anni la cogenza reale delle vaccinazioni obbligatorie è grandemente scemata, sia per l'emergere di infondate teorie no-vax, sia per talune improvvide decisioni giudiziarie prive di solido fondamento scientifico, sia per la situazione di forte disomogeneità derivata dalla riforma del Titolo V della Parte II della Costituzione: la situazione venutasi a creare pone a repentaglio soprattutto i soggetti più fragili.
Per questo, esprime il convincimento che il provvedimento in esame sia necessario e opportuno, quale intervento di fine legislatura volto a mettere in sicurezza le future generazioni.
Al contempo, ritiene che il testo sia suscettibile di modifiche migliorative, soprattutto con riferimento all'articolo 1, alle tematiche del consenso e della formazione e alle disposizioni in senso lato sanzionatorie: a tale ultimo riguardo, manifesta profonda perplessità per la previsione della possibile perdita della potestà genitoriale, tema sul quale invita il Governo ad un ripensamento.

La seduta, sospesa alle ore 22,25, riprende alle ore 22,30.

La senatrice PADUA (PD) rileva anzitutto che i vaccini sono i farmaci più utilizzati al mondo, caratterizzati da un rapporto costi benefici del tutto favorevole, anche con riguardo al numero limitato di effetti avversi accertati.
Comprende che l'introduzione di un elevato numero di obblighi vaccinali possa essere avvertita come una fastidiosa limitazione della libertà personale, ma sottolinea che in questo caso deve accordarsi priorità all'esigenza di tutelare la salute dei soggetti più fragili.
Considerato che il dualismo tra vaccinazioni obbligatorie e vaccinazioni raccomandate non ha prodotto buoni risultati, trova nel complesso condivisibile la scelta del Governo di eliminare tale dualismo facendo una scelta di campo nel senso dell'obbligatorietà.
Ritiene che all'introduzione degli obblighi debba accompagnarsi un sostanziale potenziamento dei servizi sanitari e delle relative risorse di personale, al fine di rendere possibili quelle campagne e quelle attività continue di informazione e sensibilizzazione che probabilmente nel recente passato sono mancate, soprattutto in alcuni territori che versano in uno stato di maggiore difficoltà finanziaria e organizzativa.
In tema di farmaco vigilanza, reputa necessario perseguire un regime di massima trasparenza, anche al fine di dissipare dubbi e visioni complottistiche, rendendo pubbliche le reali ed accertate correlazioni tra eventi avversi e vaccini.
Rilevato che l'anti-Haemophilus B dovrebbe essere somministrato in maniera tempestiva, risultando che non vi sia allo stato autorizzazione al suo utilizzo oltre il quinto anno di età del soggetto, auspica che anche il personale sanitario sia coinvolto nell'attività di profilassi vaccinale.
In conclusione, ribadisce l'apprezzamento complessivo per il provvedimento in esame, anche alla luce della necessità di porre fine al pernicioso 'federalismo vaccinale' in atto da alcuni anni.

Il senatore BIANCO (PD) sottolinea che nel corso delle audizioni è emerso quanto sia difficile far comprendere la portata e i fondamenti del provvedimento in esame, anche per la progressiva perdita di fiducia dei cittadini nei riguardi del sistema sanitario.
Osserva che la profilassi vaccinale si basa su grandi numeri e su indicatori statistici, necessariamente, ma le relative politiche non dovrebbero mai dimenticare che dietro tali numeri vi sono delle persone, che devono essere persuase e accompagnate nel percorso vaccinale.
Ritiene che il piano nazionale vaccinale, recentemente approvato, rappresenti un ottimo documento di sanità pubblica ed un esempio di come tali complesse problematiche debbano essere affrontate: a suo giudizio è questa la piattaforma sulla quale edificare la normativa d'urgenza in esame.
Sottolinea l'opportunità di interventi migliorativi e integrativi del testo, finalizzati al potenziamento dei servizi sanitari, delle reti multi professionali e multi disciplinari funzionali alla profilassi vaccinale, dei sistemi di rilevazione degli andamenti epidemiologici e di monitoraggio degli eventi avversi.
Rileva che il tema degli obblighi e delle correlate sanzioni è importante ma non decisivo, se si pone mente al fatto che anche le vaccinazioni già obbligatorie in base alla normativa previgente hanno fatto registrare livelli di aderenza non soddisfacenti. In ogni caso, reputa necessario sopprimere la previsione delle segnalazioni obbligatorie e della conseguente possibilità di perdita della potestà genitoriale: è un meccanismo che desta la preoccupazione degli stessi servizi sanitari, anche per considerazioni di carattere penalistico.
Auspica che possa essere riconsiderato l'elenco delle vaccinazioni obbligatorie, prevedendo in alcuni casi la possibilità di una promozione attiva da parte dei servizi vaccinali.
Infine, segnala l'opportunità di inserire un riferimento espresso, nel testo, al tema degli indennizzi ai soggetti danneggiati, sottolineando al contempo la necessità di un impegno attivo del Governo per rendere disponibili vaccini monovalenti, ciò che a suo giudizio toglierebbe molto materiale di propaganda alle teorie riconducibili alle visioni complottistiche.

La senatrice DIRINDIN (Art.1-MDP) esprime amarezza per l'approccio sanzionatorio del provvedimento in esame: non è mostrando il pugno di ferro, a suo giudizio, che si possono raggiungere risultati apprezzabili nel perseguimento dell'obiettivo, da tutti condiviso, di adeguate coperture vaccinali. Al contrario, vi è il rischio che siffatta impostazione sia percepita come funzionale non già alla protezione dei soggetti più deboli, ma ad altri interessi di varia natura (economici, di visibilità politica, di ritorno elettorale).
Manifesta amarezza anche per l'abilità con cui, nei documenti ufficiali, si scelgono le parole per suffragare discutibili scelte di politica vaccinale.
Pone in rilievo che, in base agli studi dell'OMS che la stessa Ministra cita, ben quindici Paesi europei sono privi di sistemi obbligatori per ciò che attiene alle vaccinazioni; la previsione di obblighi vaccinali non è che una delle diverse opzioni, spesso concorrenti, che l'OMS suggerisce per implementare le coperture.
Paventa, inoltre, che l'imposizione di un numero così elevato di obblighi, con provvedimento d'urgenza, possa sortire l'effetto di acuire i dubbi, lo scetticismo e gli atteggiamenti esitanti già presenti in una parte della popolazione.
Sottolinea che il decreto-legge in conversione si pone peraltro in contro tendenza rispetto all'impostazione del piano nazionale sui vaccini recentemente approvato, risolvendo nel peggiore dei modi il problema del dualismo tra vaccinazioni obbligatorie e vaccinazioni raccomandate; inoltre, stando alle numerose audizioni svolte, esso è caratterizzato anche da diverse criticità di tipo eminentemente tecnico (specie per ciò che attiene all'imposizione dei vaccini anti-Haemophilus, anti-meningococcica, anti-tetanica).
In conclusione, invita il Ministro a evitare affermazioni scientificamente non fondate, come quella secondo cui è necessario perseguire il cento per cento di copertura vaccinale: per conseguire l'auspicato 'effetto gregge' è necessario raggiungere il novantacinque per cento, per le malattie caratterizzate da maggiore diffusività, mentre per le altre possono essere adeguati anche livelli di copertura inferiori.

Il senatore Maurizio ROMANI (Misto-Idv) evidenzia in primo luogo che nessuno, salvo pochi soggetti non attrezzati culturalmente, discute dell'utilità dei vaccini; ciò che è in discussione è solo la necessità e l'opportunità di obblighi assistiti da sanzioni per assicurare adeguate coperture vaccinali: non a caso, il piano nazionale dei vaccini recentemente approvato è caratterizzato da un approccio diverso, senz'altro preferibile.
Sottolinea che nessuno degli esperti auditi ha suffragato l'esistenza di emergenze epidemiologiche in atto (neppure con riguardo al morbillo) e che pertanto l'introduzione di obblighi vaccinali con provvedimento d'urgenza appare sotto molteplici profili discutibile, anche per ciò che attiene al corretto dispiegarsi del rapporto tra medici e pazienti.
Stigmatizza le affermazioni secondo cui vi sarebbe una correlazione tra la diffusione delle cosiddette medicine alternative e il livello crescente di esitazione vaccinale.
Osserva che, mentre occorrerebbe perseguire l'umanizzazione delle cure, il testo in esame prefigura in maniera del tutto irragionevole conseguenze inaccettabili per chi esiti nell'ottemperanza agli obblighi vaccinali: dalla possibile perdita della potestà genitoriale alla configurazione di una sorta di trattamento sanitario obbligatorio nei riguardi del minore, lesivo della sua stessa dignità.
Contesta, in conclusione, l'affermazione secondo cui sarebbe necessario perseguire coperture vaccinali del cento per cento: un approccio scientificamente fondato conduce a conclusioni del tutto diverse, quali quelle già evidenziate dalla senatrice Dirindin.

Il senatore ROMANO (Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) premette che l'esame del decreto-legge in conversione risente del clima di conflittualità tra la sfera della politica e la sfera tecnico scientifica, clima che a suo giudizio occorrerebbe, nell'interesse collettivo, superare.
Sottolinea che, nell'affrontare problemi complessi come quelli trattati dal provvedimento in esame, è necessario contemperare le esigenze sottese ai principi etici di autonomia, giustizia, non maleficialità e beneficialità, nel rispetto dei principi giuridici sottesi all'articolo 32 della Costituzione.
Quanto alla previsione di obblighi giuridici in tema di vaccinazioni, reputa non decisiva la notazione della loro assenza in quindici Paesi europei: l'assetto ordinamentale va valutato alla luce dei livelli reali di copertura vaccinale presenti in ciascun Paese (se sono adeguati, si può anche optare per le raccomandazioni).
Il problema, a giudizio dell'oratore, è che in Italia i livelli di copertura vaccinale sono attualmente al di sotto di standard accettabili; né si può pretendere che gli obblighi vaccinali vengano introdotti nell'ordinamento solo a seguito di accertate situazioni di epidemia: trattandosi di strumenti di prevenzione primaria, essi hanno senso in quanto adottati anteriormente al determinarsi di situazioni di pericolo per la salute pubblica.
In conclusione, nel ribadire la propria valutazione complessivamente positiva del testo, segnala l'opportunità di evitare eccessi nella prefigurazione delle risposte sanzionatorie, che in alcuni casi appaiono ai limiti della vessatorietà e potrebbero fornire argomenti propagandistici ai propugnatori delle cosiddette teorie no-vax.

Il senatore FLORIS (FI-PdL XVII) dichiara di essere un convinto sostenitore delle vaccinazioni ma, personalmente, nutre forti perplessità riguardo alla previsione di obblighi in materia, per di più assistiti da sanzioni di varia natura, in alcuni casi finanche sproporzionate.
Meglio sarebbe, a suo giudizio, investire risorse in attività di educazione e formazione e nel potenziamento dei servizi sanitari, anziché dare l'idea di supplire alle lacune del sistema mostrando un atteggiamento inutilmente rigoristico.
Esprime il convincimento che la previsione di obblighi potrebbe essere giustificata solo in presenza di rischi epidemiologici concreti, legati ai massicci fenomeni migratori in atto.

Non essendovi altri iscritti a parlare, la PRESIDENTE dichiara conclusa la discussione generale.

Il seguito dell'esame è, quindi, rinviato.

SCONVOCAZIONE DELLA SEDUTA ANTIMERIDIANA DI DOMANI

La PRESIDENTE avverte che la seduta antimeridiana già convocata alle 8,30 di domani, mercoledì 21 giugno, non avrà più luogo.

La Commissione prende atto.


SULLA PUBBLICAZIONE DI DOCUMENTI ACQUISITI

La PRESIDENTE comunica che, nelle riunioni dell'Ufficio di Presidenza tenutesi il 15 giugno e in data odierna, nell'ambito dell'istruttoria sul disegno di legge n. 2856 (decreto-legge n. 70/2017 obbligo vaccinazioni), è stata depositata o annunciata documentazione da parte: del professor Silvio Garattini, della dottoressa Stefania Salmaso, del professor Pier Luigi Lopalco, del dottor Sauro Scarpeccio, del dottor Vittorio Demicheli, del dottor Claudio Simion, del dottor Paolo Sarti, dell'avvocato Marcello Stanca, del dottor Marco Cossolo, della dottoressa Federica Zanetto, di rappresentanti del Comitato per la libertà di scelta vaccinale, di rappresentanti dell'Associazione Autismo, Ricerca e Terapie di Perugia (AURET), del professor Maurizio Bonati, di rappresentanti del Coordinamento nazionale danneggiati da vaccino (CONDAV), di rappresentanti dell'Associazione "Liberi dalla meningite" Comitato nazionale contro la meningite, di rappresentanti dell'Associazione Vita al Microscopio, di rappresentanti del Gruppo diritti umani, di rappresentanti della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), di rappresentanti dell'Associazione giuristi democratici di Modena, di rappresentanti della CODACONS, di rappresentanti della Fondazione allineare sanità e salute, di rappresentanti dell'Associazione di Promozione Sociale “Io Vaccino”.
Inoltre, nell'ambito dell'istruttoria sullo stesso disegno di legge, è pervenuta documentazione da parte del dottor Robb Butler, programme manager Vaccine- preventable diseases and Immunization programme dell'OMS.

Comunica inoltre che, nell'ambito dell'istruttoria per il disegno di legge n. 2801 e connessi (disposizioni anticipate di trattamento), è stata inviata documentazione da parte: del professor Franco Balzaretti, del professor Franco Contaldo, del dottor Mario Riccio, del professor Donato Carusi, del dottor Antonello Soro, presidente del Garante per la protezione dei dati personali, dell'avvocato Francesco Napolitano, del dottor Fabrizio Moggia, della professoressa Grazia Zuffa, del professor Paolo Maria Rossini, del professor Carlo Antonio Mario Barone e del professor Luciano Eusebi.

Tale documentazione, ove nulla osti, sarà resa disponibile alla pubblica consultazione sulla pagina web della Commissione.

La Commissione prende atto.


La seduta termina alle ore 23,35.