DIFESA (4a)


MERCOLEDÌ 9 OTTOBRE 2002
49a Seduta

Presidenza del Vice Presidente
PALOMBO


Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Bosi.

La seduta inizia alle ore 15,10.


IN SEDE REFERENTE
(1499) PERUZZOTTI ed altri. - Delega al Governo per il riordino dei corpi della Croce rossa italiana ausiliari delle Forze armate.
(Esame e rinvio)

Riferisce alla Commissione il senatore MELELEO, osservando che il provvedimento all'esame rappresenta il giusto riconoscimento a una istituzione nazionale che in guerra e in pace ha dato il più alto contributo umanitario, meritando numerosi riconoscimenti e attestazioni, sia in Italia che all'estero. La prospettata riforma dell'assetto organizzativo e funzionale del Corpo Militare e del Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana assume la veste di delega con l'intento di eliminare lacune e discriminazioni rispetto al personale delle Forze armate e rispetto all'analogo personale degli altri Paesi.
Ricorda inoltre che tale esigenza era peraltro già sentita nel corso della scorsa legislatura: la valutazione generale riportata dalla Commissione Sanità del Senato nell'indagine conoscitiva conclusa nel febbraio scorso recitava infatti che "L'indagine conoscitiva sulla Croce Rossa Italiana è stata avviata per … una serie di problemi organizzativi che impediscono il corretto svolgimento dell'attività amministrativa e operativa dell'ente, oltre che alimentare una eccessiva conflittualità tra le diverse strutture che compongono la Croce Rossa Italiana ".
Dopo una breve digressione storica in ordine ai numerosi riconoscimenti guadagnati dalla Croce Rossa Italiana, procede quindi ad una disamina dell'articolato, osservando che l'articolo 1 impegna il Governo ad emanare entro dodici mesi, a mezzo di uno o più decreti legislativi, la normativa definitiva dei Corpi della Croce Rossa Italiana, tenendo presente le funzioni preminenti, le esigenze attuali, sanitarie e umanitarie, i rapporti col servizio sanitario delle Forze armate, gli impegni in campo nazionale e internazionale, il supporto in azioni belliche e non, e ciò in conformità con la normativa nazionale vigente, le convenzioni di Ginevra e dei diritti internazionali umanitari. Tale norma contempla inoltre la riorganizzazione del Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana e i criteri di attuazione; l'articolo 2 regola le norme relative all'inquadramento in servizio permanente effettivo dei militari già in servizio continuativo; l'articolo 3 tratta l'adeguamento alla normativa relativa al personale militare volontario della Croce Rossa Italiana in congedo; infine l'articolo 4 si riferisce alla copertura finanziaria, per l'onere valutato in 10.000.000 di euro annui e imputabile al "Fondo Speciale" dello stato di previsione del ministero dell'Economia e delle finanze. Propone quindi alla Commissione una sollecita approvazione.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.


IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto ministeriale concernente il piano annuale di gestione del patrimonio abitativo della Difesa per l'anno 2001 (n. 139)
(Parere al Ministro della difesa, ai sensi dell'articolo 9, comma 7, della legge 24 dicembre 1993, n. 537. Esame. Parere favorevole con raccomandazioni)

Riferisce sul provvedimento in titolo il relatore PERUZZOTTI, rilevando che esso è sicuramente un documento di grande interesse, in quanto consente al Parlamento di acquisire un quadro delle risorse immobiliari ad uso abitativo a disposizione della Difesa. Osserva quindi che tale patrimonio abitativo consta di 18.250 alloggi, ripartiti in 4 categorie corrispondenti a 4 differenti tipologie di destinatari, e precisamente alti ufficiali cui vengono assegnati alloggi dotati di locali di rappresentanza (si tratta dei cosiddetti alloggi ASIR); ufficiali che hanno necessità di disporre di alloggi in ragione del servizio svolto (sono i cosiddetti alloggi ASI); ufficiali e relative famiglie, per temporanea sistemazione (i cosiddetti alloggi AST); consegnatari e custodi (sono i cosiddetti alloggi ASGC).
Di tale patrimonio abitativo sono destinati a ufficiali e famiglie per temporanea sistemazione ben 10.627 alloggi, mentre sono 6991 gli alloggi attribuiti ad ufficiali per esigenze connesse al servizio. Molto inferiori numericamente gli alloggi di rappresentanza, che spettano generalmente ai Capi di Stato Maggiore ed agli ufficiali generali o ammiragli esercitanti particolari incarichi: si tratta infatti nel complesso di 46 alloggi. Sono infine 586 gli alloggi attribuiti gratuitamente a custodi e consegnatari.
Rileva quindi che la tendenza dell'amministrazione della Difesa è di contrarre l'entità di questo patrimonio. Ciò è, a suo avviso, un indirizzo condivisibile e del tutto in linea con l'auspicata riduzione delle strutture ridondanti e con il ridimensionamento complessivo degli organici delle Forze armate. Il piano di dismissioni, peraltro, è comunque contenuto e correlato alla rilevazione degli esuberi.
Lo schema di regolamento all'esame della Commissione rileva un esubero di 642 alloggi, in massima parte rientranti nelle due categorie degli alloggi conferiti per ragione di servizio o per temporanea sistemazione delle famiglie. Sono invece intatte le categorie degli alloggi di rappresentanza e degli alloggi dati in consegna o custodia. Simile, seppure leggermente inferiore, il numero degli alloggi effettivamente alienabili, pari a 611.
Ricorda inoltre che lo schema di decreto attenua parzialmente i requisiti richiesti per usufruire di un alloggio per temporanea sistemazione delle famiglie e prevede che la conduzione di detti appartamenti possa essere mantenuta dagli utenti anche qualora non abbiano più titolo alla concessione, qualora il loro reddito non superi la soglia dei 34.530,78 euro incrementati di altri 1.028,82 per familiare a carico oltre il terzo. Il privilegio tuttavia non opera se utenti o familiari conviventi dispongono di altro alloggio abitabile sul suolo nazionale.
Osserva infine che lo schema di decreto ministeriale giunto in Parlamento nel settembre 2002 riguarda un piano di gestione relativo al 2001, basato su dati riferiti alla fine dell'anno 2000, che impone alle Commissioni parlamentari competenti di ratificare dati di fatto e decisioni già prese, travisando forse lo spirito delle norme che hanno imposto la consultazione del Parlamento.
Propone, quindi, il seguente schema di parere favorevole con osservazioni:
“La Commissione Difesa del Senato,
esaminato in sede consultiva nella seduta del 9 ottobre 2002 lo schema di decreto in titolo esprime parere favorevole con le seguenti osservazioni:
1) che il Governo si adoperi già dal prossimo anno a varare un programma straordinario di manutenzione degli alloggi, in modo tale da accrescere il numero delle abitazioni da mettere rapidamente a disposizione del personale richiedente;
2) che il Governo adotti le misure necessarie ad accelerare al massimo il processo di alienazione degli immobili ritenuti non più utili all'amministrazione della Difesa, in particolare varando il regolamento previsto dall'articolo 43, comma 16, della legge 23 dicembre 2000, n. 388;
3) auspica, infine, una più tempestiva elaborazione e presentazione al Parlamento dei prossimi decreti concernenti il piano di gestione annuale del patrimonio abitativo della Difesa”.

Si apre la discussione generale.

Il senatore NIEDDU rileva che lo schema di decreto perviene all'esame della Commissione in un momento di particolare crisi per l'amministrazione della Difesa, chiamata a gestire un patrimonio complessivo di circa 19.000 alloggi senza le risorse sufficienti a garantire l'ordinaria manutenzione. Peraltro, a seguito delle nuove esigenze, scaturite dall'entrata in vigore del nuovo modello di Difesa, si renderebbe altresì necessaria la disponibilità di ulteriori nuovi alloggi, per un totale di circa 10.000.
Ricorda inoltre che nella seduta del 25 settembre il sottosegretario Bosi rispose alle interrogazioni 3-00586, da lui stesso presentata, e 3-00590 del senatore Bedin, vertenti sul patrimonio alloggiativo della Difesa ed in particolare sull'avvio della procedura di sfratto per numerose famiglie di ex-militari, non ponderando forse in maniera adeguata le problematiche ad esse sottese, e a tal riguardo invita nuovamente il Governo a considerare l'opportunità di una temporanea sospensione delle procedure di recupero coatto degli alloggi in questione.
Esprime comunque avviso favorevole sulla proposta di parere prospettata dal relatore, a condizione tuttavia che essa preveda, come ulteriori osservazioni, l'aumento della soglia di reddito, tenendo conto per intero degli indici ISTAT, a 38.000 euro; l'aumento della disponibilità, per la vendita agli utenti, di una parte più cospicua dell'attuale patrimonio in modo da reperire risorse per un piano-casa tale da consentire di corrispondere anche alle richieste dei volontari transitati nel servizio permanente ed infine la sospensione degli sfratti in corso proponendo agli assegnatari degli alloggi l'acquisto diretto sulla base del valore di mercato dell'immobile.

Il senatore BEDIN pone l'accento sulla necessità di procedere con sollecitudine alla prevista alienazione degli immobili disponibili, allo scopo di procedere ad un sostanziale ammodernamento dell'intero patrimonio abitativo della Difesa. A tal riguardo dichiara di condividere il punto b) della proposta di parere prospettata dal relatore. Ritiene inoltre che, in attesa dell'emanazione del regolamento di cui alla legge n. 388 del 2000, sarebbe opportuno prevedere una temporanea sospensione delle procedure di recupero coatto di alcuni alloggi attualmente poste in essere dalla Difesa. Condivide altresì le osservazioni svolte dal senatore Nieddu in ordine alla necessità di elevare il limite massimo di reddito per il mantenimento dell'alloggio.

Il senatore COLLINO si sofferma sulla necessità di prevedere un forte sostegno economico mirato a rafforzare la disponibilità alloggiativa della Difesa. Ciò da un lato permetterebbe di far fronte al crescente e legittimo disagio manifestato dagli appartenenti alle Forze armate e dall'altro consentirebbe di rimediare ad anni di trascuratezza da parte dei precedenti governi.

Poiché nessun altro chiede di intervenire, il PRESIDENTE dichiara chiusa la discussione generale.

Replica agli intervenuti il relatore PERUZZOTTI, dichiarando di non poter accogliere le osservazioni formulate dal senatore Nieddu. In primo luogo osserva che l'elevazione del limite massimo di reddito per il mantenimento dell'alloggio risulterebbe incompatibile con le disposizioni di legge vigenti in materia; in secondo luogo rileva che non sarebbe possibile, sul piano pratico; prevedere una maggiore disponibilità di patrimonio abitativo disponibile per la vendita agli utenti, stante i ritmi diversi con cui si compirebbero le operazioni di alienazione e di nuova acquisizione degli alloggi. Infine, relativamente alla proposta di sospensione temporanea delle procedure di recupero coatto di alloggi da parte della Difesa, osserva che essa potrebbe, paradossalmente, dar luogo a forti sperequazioni, in quanto risulta che molti degli assegnatari hanno elevati livelli di reddito, nonché ulteriori immobili in proprietà.

Replica anche il sottosegretario BOSI, osservando che il ritardo nella presentazione al Parlamento dello schema di decreto all'esame deriva dalla obiettiva difficoltà incontrata dagli organismi della Difesa nella determinazione del fabbisogno abitativo degli appartenenti alle Forze armate a seguito della profonda ristrutturazione in atto.
Relativamente alle procedure di recupero coatto degli immobili poste in essere dalla Difesa, ricorda che esse non sono attuate in base a criteri arbitrari, ma sottoposte al verificarsi di requisiti oggettivi, quali l'assoluta necessità della disponibilità dell'alloggio e le condizioni patrimoniali dei soggetti assegnatari.
Rammenta infine che, in base al recente provvedimento sulla cartolarizzazione dei beni demaniali, tutte le risorse derivanti dall'alienazione degli immobili sono poste giuridicamente sullo stesso piano ed assorbite dal Tesoro senza riserva alcuna per gli altri ministeri. In base a ciò, un reinvestimento specifico dei proventi derivanti dall'alienazione del patrimonio abitativo della Difesa risulterebbe di difficile attuazione.

Interviene quindi il PRESIDENTE, appellandosi allo spirito bipartisan che ha caratterizzato fin dall'inizio della legislatura i lavori della Commissione, ed invitando il relatore ad un parziale accoglimento delle osservazioni formulate dal senatore Nieddu.

Il relatore PERUZZOTTI, accogliendo l'invito formulato dal presidente Palombo, propone quindi un nuovo schema di parere dal seguente tenore:

"La Commissione Difesa del Senato,
esaminato in sede consultiva nella seduta del 9 ottobre 2002 lo schema di decreto in titolo, concernente il piano annuale di gestione del patrimonio abitativo della difesa per l'anno 2001, pur rilevando il ritardo con il quale il documento le è stato sottoposto, esprime parere favorevole con le seguenti raccomandazioni:
a) che il Governo si adoperi già dal prossimo anno a varare un programma straordinario di manutenzione degli alloggi, in modo tale da accrescere il numero delle abitazioni da mettere rapidamente a disposizione del personale richiedente;
b) che il Governo adotti le misure necessarie ad accelerare al massimo il processo di alienazione degli immobili ritenuti non più utili all'Amministrazione della Difesa, in particolare varando il regolamento previsto dall'articolo 43, comma 16, della legge 23 dicembre 2000, n. 388;
c) che il Governo assicuri una più tempestiva elaborazione e presenti in tempi brevi al Parlamento gli schemi di decreti concernenti il piano di gestione annuale del patrimonio abitativo della Difesa;
d) che il Governo, anche con appositi provvedimenti legislativi, garantisca il reimpiego delle risorse derivanti dalle alienazioni degli alloggi nel patrimonio abitativo della Difesa."

Si procede quindi alle dichiarazioni di voto.

Il senatore NIEDDU osserva che l'utenza degli alloggi è caratterizzata da una forte eterogeneità, comprendendo sia gli operai dei cantieri militari, sia gli alti ufficiali, sia, infine, le vedove ed i relativi familiari degli appartenenti alle Forze armate, con redditi variabili da un minimo di circa 13.000 ad un massimo di circa 67.000 euro. La normativa vigente, incentrata sulle leggi n. 537 del 1993 e n. 724 del 1994, ha peraltro correttamente interpretato questo spaccato sociale. Inoltre, molte delle famiglie utilizzatrici degli alloggi presentano livelli di reddito compatibili con i limiti fissati dal decreto ministeriale del 2001, (riferito, a sua volta, ai redditi dell'anno 2000), mentre, per l'utenza con livelli di reddito non compresi nei limiti citati, è prevista una maggiorazione del canone del cinquanta per cento. Tale contesto andrebbe, a suo avviso, ponderato attentamente nel valutare la conformità della prima osservazione proposta alla normativa vigente.
Osserva quindi che negli stessi stabili in cui risiedono i nuclei familiari soggetti alla procedura di sfratto sono presenti numerosi alloggi inutilizzati. Ciò renderebbe, a suo avviso, assolutamente non condivisibile l'avviamento di procedure di recupero coatto delle abitazioni per il soddisfacimento di esigenze di servizio.
Ricorda infine che la sua parte politica espresse, a suo tempo, numerose riserve in ordine all'approvazione del provvedimento di cartolarizzazione dei beni demaniali.
Conclude esprimendo, a nome del Gruppo DS-L'Ulivo, avviso contrario sulla proposta di parere formulata dal relatore.

Il senatore BEDIN osserva che i rilievi formulati dal sottosegretario Bosi in ordine all'impossibilità di un reinvestimento nell'ambito della Difesa dei proventi derivanti dall'alienazione del proprio patrimonio immobiliare rendono di fatto inoperante il secondo punto dello schema di parere prospettato dal relatore.
Esprime quindi, a nome del Gruppo Margherita-DL-L'Ulivo, avviso contrario.

Poiché nessun altro chiede di intervenire, il PRESIDENTE, previa verifica del numero legale, pone ai voti la proposta di parere favorevole con raccomandazioni formulata in sede di replica dal relatore, che risulta approvata a maggioranza.


La seduta termina alle ore 16.30.