LAVORO, PREVIDENZA SOCIALE (11a)
MARTEDÌ 25 NOVEMBRE 1997

170a Seduta
Presidenza del Presidente
SMURAGLIA


La seduta inizia alle ore 15,20.


PROCEDURE INFORMATIVE

Interrogazioni

Il sottosegretario PIZZINATO risponde alle interrogazioni 3-01096 e 3-01125, entrambe a firma dei senatori Manzi, Marchetti e Marino, concernenti la situazione occupazionale presso gli stabilimenti Fiat-Avio di Torino.
In tali interrogazioni si solleva il problema relativo all'eccedenza di personale denunciate dalla Fiat Avio SPA , ed in particolare si chiede di conoscere le modalità di gestione degli esuberi quantificati in 250 unità, così suddivisi: 100 unità presso lo stabilimento industriale di Corso Romani (30 impiegati e 70 operai); 150 unità presso i centri amministrativi di Corso Ferrucci.
Le ragioni che hanno determinato per l'Azienda l'esistenza dei predetti esuberi sono riassumibili nei termini seguenti.
La Fiat Avio SPA ha registrato un andamento involutivo del mercato nazionale ed internazionale nel quale opera, in particolare nel comparto energia, ove ha subito da quasi tre anni un pesante calo della domanda dei beni prodotti.
La necessità di assicurare la presenza dell'Azienda sul mercato anche internazionale, dove operano grandi costruttori quali la General Electric e la Siemens, altamente competitivi per tipologia di produzione ed entrature commerciali consolidate, ha determinato la società a rivedere la propria strategia produttiva.
La situazione di difficoltà attraversata si è tradotta in una riduzione dei margini operativi nel comparto ENERGIA, nel quale si è registrato un andamento negativo sia nel 1995 che nel 1996.
Ai primi segnali di crisi, la società ha iniziato a trasferire il personale da tale comparto al comprensorio Avio di via Nizza, il cui turn-over è stato interamente coperto con i trasferimenti operati.
L'aggravarsi della situazione, prosegue il sottosegretario Pizzinato, ha determinato il successivo ricorso, durante il 1996, alla cassa integrazione guadagni ordinaria per il personale impiegatizio ed operaio.
La situazione sin qui descritta è stata oggetto di confronto con le organizzazione sindacali dei lavoratori a partire dal mese di maggio del corrente anno.
Gli incontri tra le parti si sono tenuti il 10, il 18, il 20 e, da ultimo, il 23 giugno di quest'anno, data nella quale è stata avviata la procedura al fine di collocare in mobilità 100 lavoratori, dei 250 ritenuti strutturalmente in esubero.
La procedura si è conclusa il 27 giugno con la sottoscrizione tra le parti, in sede sindacale, di un verbale di accordo.
L'intesa prevede il ricorso alla mobilità (articoli 4 e 24 della legge n. 223 del 1991) per quei dipendenti che maturano i requisiti per accedere al pensionamento di vecchiaia o di anzianità entro il 31 dicembre 1997.
Il collocamento in mobilità dei lavoratori così individuati, a partire dal mese di luglio, sarà portato a termine entro il dicembre del corrente anno.
La Fiat Avio SPA si è impegnata a riconoscere ai detti lavoratori, oltre al trattamento di fine rapporto, una somma integrativa variabile in ragione sia della permanenza in mobilità necessaria al raggiungimento del pensionamento, sia della qualifica posseduta.
Le parti hanno convenuto, altresì, di incontrarsi nel caso in cui intervenissero nuove disposizioni legislative a modifica dei requisiti previsti dalla normativa vigente per il conseguimento della pensione. L'azienda si è dichiarata disponibile a trovare le soluzioni più idonee per affrontare le eventuali conseguenze che questi ipotizzati provvedimenti dovessero comportare.
Nel citato verbale di accordo, per quanto riguarda gli esuberi residuali, l'azienda dà atto di aver avanzato al Ministero del lavoro istanza per essere autorizzata ad avvalersi dello strumento della mobilità lunga (articolo 7, comma 7, della legge n. 223 del 1991) in base a quanto previsto dall'articolo 3 del decreto legge 19 maggio 1997, n. 129.
La società si è impegnata, nelle more, ad attivare ogni iniziativa utile ad assicurare una riduzione delle eccedenze di personale mediante l'incentivazione alle dimissioni, la mobilità tra le unità produttive del settore Fiat Avio, la mobilità all'interno del gruppo Fiat e la ricollocazione del personale anche in aziende esterne al Gruppo Fiat.
Da notizie assunte presso la Direzione provinciale del lavoro di Torino è emerso che l'accordo del 27 giugno scorso sta trovando piena attuazione.
Infatti, 40 lavoratori sono stati posti in mobilità, e l'azienda ha inoltre provveduto ad operare una mobilità interna sia alla Fiat Avio, per 44 dipendenti che al Gruppo Fiat, per 21 unità; infine, sono state incentivate le dimissioni di 44 lavoratori.
In relazione a ciò le parti hanno convenuto di reincontrarsi per la verifica degli esiti dell'accordo non appena definita l'istanza di mobilità lunga richiesta dall'azienda al Ministero, presso il quale tale istanza si trova, allo stato, nella fase istruttoria.
In conclusione, esprime il suo rincrescimento per il ritardo con il quale è stata data risposta alle interrogazioni.

Il senatore MANZI ringrazia il sottosegretario Pizzinato per l'analiticità della sua esposizione e prende atto dell'avvenuta individuazione di una soluzione sulla quale i sindacati hanno espresso un consenso.
Non può però dichiararsi soddisfatto sulla sostanza del problema, in quanto restano aperti gli interrogativi circa le prospettive dell'occupazione nella città di Torino. Ciò appare paradossale, in una situazione nella quale la Fiat-Avio ha recentemente annunciato con grande enfasi la sottoscrizione di un accordo di lungo periodo di partnership internazionale, che dovrebbe garantire nuove opportunità occupazionali nel settore degli executive-jet e degli aerei regionali da 30-50 posti.

Comunicazioni del Sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale sull'inquadramento degli ispettori del lavoro
(R046 003, C11a, 0005o)

Il PRESIDENTE ricorda che, in sede di esame congiunto dei disegni di legge nn. 1698, 2017, 2088, 2131, 2291, la Commissione ha approvato lo scorso 18 giugno un ordine del giorno tendente fra l'altro ad impegnare il Governo a riferire entro la fine di novembre sulle iniziative assunte per la soluzione del problema dell'inquadramento degli ispettori del lavoro.

Il sottosegretario PIZZINATO ribadisce preliminarmente gli impegni già presi in relazione all'ordine del giorno in oggetto e alla posizione assunta, lo scorso 8 maggio, dal Ministero del lavoro nel corso della discussione sulle proposte di legge nn. 1698, 2017, 2088, 2121 e 2291, e riguardanti il potenziamento dell'Ispettorato del lavoro ed il nuovo inquadramento degli ispettori (della settima, ottava e nona qualifica).
Al riguardo, non può non riconoscersi che gli Ispettori si trovano in una situazione di inquadramento anomalo, se confrontato con le mansioni ad essi assegnate e che i problemi posti dalla categoria meritano attenta considerazione e, il prima possibile, una risoluzione.
Il Ministero del lavoro si è attivato per portare a compimento la rideterminazione delle piante organiche, che costituisce il presupposto giuridico per procedere a nuove immissioni di personale, sia attraverso il reclutamento esterno sia mediante percorsi interni.
La dotazione di personale previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per ispettorati del lavoro, a livello nazionale, è di 5999 unità , laddove la presenza effettiva in servizio è pari solo a 3178 unità. Quindi le carenze complessive ammontano a 2821 unità, concentrate soprattutto nelle qualifiche medio-alte.
Le esigue dotazioni di personale disponibili sono distribuite, sul territorio nazionale, in modo fortemente squilibrato, con carenze che al Nord si aggirano intorno al 50 per cento di quanto sarebbe necessario, sino a raggiungere, a Brescia, il 90 per cento.
I dati relativi alle carenze di organico, per la ottava qualifica funzionale, sono passati da 1337 unità, alla data del 31 luglio 1996, a 1317; il tutto, a fronte del dato fisiologico relativo al pensionamento di un centinaio di unità che sono state solo parzialmente recuperate con la mobilità interna.
A seguito dell'unificazione dei ruoli periferici (Ispettorati e Uffici del lavoro) e della mobilità interna si sono potuti avviare e concludere 11 corsi di formazione per le professionalità medio-alte, per un totale di 233 unità; altri 2 corsi sono in atto e vedono il coinvolgimento di ulteriori 53 dipendenti del Ministero del lavoro.
Sono stati portati a termine anche 4 corsi per gli appartenenti all'Arma dei Carabinieri che, in numero pari a 270 unità, costituiscono il Nucleo presso i Servizi ispettivi del Ministero del lavoro.
Nella legge collegata alla finanziaria 1997, è stato parzialmente accolto un emendamento, presentato dai Ministeri della funzione pubblica e del lavoro, di deroga al blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, per l'ispettorato del lavoro, limitatamente a 190 unità dell'ottava qualifica funzionale, a fronte di una richiesta di 1000 unità. Espletate le procedure di concorso pendenti, sono risultati vincitori per una quota molto elevata persone che già risultano dipendenti del Ministero, di modo che non si determinerà un incremento rilevante degli organici. Nel provvedimento collegato alla legge finanziaria 1998 è stata prevista un'ulteriore assunzione di 300 unità da destinare ai Servizi ispettivi delle direzioni provinciali e regionali del lavoro.
Il sottosegretario Pizzinato ricorda quindi di aver avuto più volte occasione di riaffermare, in entrambi i rami del Parlamento, la volontà del Governo, e segnatamente dei Ministri del lavoro e della funzione pubblica, di trovare una soluzione definitiva all'annoso problema, nell'ambito del prossimo rinnovo del contratto di lavoro, rientrando tale materia pienamente nell'autonomia contrattuale (ribadita anche dal decreto legislativo n. 396 del 4 novembre 1997).
Il 22 settembre scorso è stata presentata la disdetta da parte delle organizzazioni sindacali, così come previsto dall'articolo 2, comma 2, del contratto collettivo nazionale del lavoro del comparto dei Ministeri attualmente in vigore che, come è noto, va comunicata tre mesi prima della scadenza prevista (31 dicembre 1997) per procedere al suo rinnovo. Sono già stati presentati i principali contenuti delle richieste sindacali che, tra l'altro, prevedono un nuovo inquadramento professionale attraverso la trasformazione dell'attuale sistema. È questa la sede naturale per dare soluzione all'inquadramento dei ispettori.
Il Ministero del lavoro d'intesa con il Ministero della funzione pubblica si farà promotore di tutte le iniziative necessarie per arrivare, con il rinnovo del contratto di lavoro, ad una definitiva risoluzione nell'ambito e nel rispetto dell'autonomia contrattuale.
Tutto ciò deve avvenire tenendo conto dell'intera riorganizzazione del Ministero del lavoro prevista dalla legge n. 59 del 1997 che, pur prevedendo la regionalizzazione del mercato del lavoro, ribadisce la statualità e centralità della funzione ispettiva.
Sulla base della delega contenuta nella legge n. 59 del 1997, si è predisposto il decreto legislativo che prevede il conferimento alle regioni e agli enti locali delle funzioni e compiti relativi al mercato del lavoro.
L'iter del decreto legislativo, il cui schema è stato approvato lo scorso mese dal Consiglio dei Ministri, si trova in fase di espressione di parere sia da parte della Conferenza Stato-Regioni-Città, sia della Commissione bicamerale, in vista della definitiva operatività prevista per il gennaio 1998.
Premessa indispensabile per la realizzazione di tale progetto è la necessità di prefigurare un conferimento in grado di armonizzare l'esistente con la futura distribuzione delle competenze tra i vari livelli di governo, restituendo e valorizzando le competenze centrali.
L'Ispettorato del lavoro, con il suo importante ruolo di vigilanza e controllo sul rispetto delle norme in materia di lavoro, previdenza e, in parte, di sicurezza, in stretto raccordo e sinergia - anche realizzando il coordinamento interministeriale e territoriale- con tutti gli altri organismi competenti in materia, costituirà il fulcro dell'attività del Ministero del lavoro su tutto il territorio nazionale.
La realizzazione di tale obiettivo richiede la completa riorganizzazione ed il potenziamento delle strutture periferiche del Ministero del lavoro, come della stessa Amministrazione centrale, che devono adeguarsi alle nuove esigenze stabilite dalla legge n. 59 del 1997, cominciando con la creazione, presso lo stesso Dicastero, della direzione generale per l'attività ispettiva. Tale struttura dovrebbe essere il mezzo naturale di collegamento tra il Ministero del lavoro e le altre pubbliche amministrazioni, con funzioni di indirizzo, di coordinamento e di controllo.
Sono state a tale fine insediate due commissioni, una di studio ed una politico-amministrativa, per elaborare entro il prossimo gennaio lo schema di decreto legislativo recante la riforma del Ministero del lavoro, e nel suo ambito dell'Ispettorato.
In conclusione sottolinea l'importanza del contributo fornito dai servizi ispettivi del Ministero alla lotta all'evasione contributiva, ricordando come, nel primo semestre del 1997, essi hanno recuperato, fra contributi evasi e contributi in ritardo, somme per un totale di oltre 271 miliardi, dei quali oltre 120 miliardi nelle aree del Sud.
È necessario utilizzare la meglio le risorse umane esistenti, motivandole con percorsi certi di carriera, ma i risultati maggiori si potranno ottenere solo informatizzando i servizi e completando rapidamente gli organici. Ciò può essere realizzato attivando la mobilità interministeriale e la relativa formazione professionale per completare rapidamente gli organici.
Per raggiungere questo obiettivo, è auspicabile che, alla Camera dei deputati, venga emendato, in tal senso, il disegno di legge collegato alla legge finanziaria 1998; al riguardo, ricorda che una proposta emendativa in tal senso è stata predisposta dal Ministro della funzione pubblica.
In conclusione, sottolinea come lo Stato, nella lotta all'evasione contributiva, possa conseguire rilevanti risultati attraverso l'istituzione di una struttura, fornita di organici finalmente adeguati, di coordinamento centrale e territoriale, che razionalizzi e programmi l'attività ispettiva della varie istituzioni.

Il PRESIDENTE dichiara aperta la discussione sulle comunicazioni del sottosegretario Pizzinato.

Il senatore BONATESTA rileva come la vicenda dell'inquadramento degli ispettori del lavoro stia assumendo ormai contorni grotteschi. La risposta del sottosegretario Pizzinato prefigura infatti una sorta di esproprio da parte dello Stato rispetto ai diritti di un consistente gruppo di funzionari pubblici, nei confronti dei quali ci si limita a riconoscere l'erroneità dell'inquadramento in essere, senza andare al di là di una generica dichiarazione d'intenti in ordine a future iniziative di riequilibrio. In questo modo si protrae ulteriormente una situazione profondamente ingiusta, insorta ormai da vari anni, che ha prodotto effetti economici penalizzanti nei confronti degli ispettori del lavoro, i quali oltretutto restano privi di un quadro normativo di riferimento affidabile rispetto a scelte essenziali, come quella se chiedere o meno il collocamento di quiescenza.
Il Gruppo di Alleanza Nazionale intende esprimere, in tali condizioni, la sua ferma protesta rispetto all'atteggiamento del Governo, e chiede quindi che venga ripreso senza indugio l'esame dei disegni di legge concernenti l'inquadramento degli ispettori del lavoro; si augura, comunque, che anche nelle more dell'approvazione del provvedimento, il Governo adotti iniziative idonee a risolvere l'annosa questione.

Il senatore MONTAGNINO, nel ricordare di essere firmatario di uno dei disegni di legge volti a definire un nuovo e più equo inquadramento degli ispettori del lavoro, dichiara di condividere la sostanza, anche se non del tutto i toni, dell'appello rivolto dal senatore Bonatesta, poichè, a suo avviso, il Governo deve fare quanto è in suo potere per sanare tempestivamente la attuale situazione di grave lesione dei diritti degli ispettori, senza farsi condizionare dalle scadenze e dai termini connessi al rinnovo del contratto collettivo di lavoro.

Il senatore MANZI fa presente che la questione degli ispettori del lavoro è dibattuta da molto tempo, non soltanto per quel che riguarda il profilo degli inquadramenti, ma anche per il problema delle vistose carenze dell'organico. A tale ultimo proposito le soluzioni proposte dal Governo non appaiono del tutto soddisfacenti. Infatti, il controllo sul rispetto della legislazione vigente da parte degli imprenditori richiede professionalità ed esperienza non comuni, mentre attualmente la parte più preparate ed esperta degli ispettori, fortemente demotivata, o è in pensione o è in procinto di recarvisi. Occorre quindi che il Governo formuli al più presto una proposta organica per quel che riguarda la copertura degli organici e la qualificazione o riqualificazione professionale del personale ispettivo.

Il senatore PELELLA, dopo aver osservato di non condividere l'inasprimento dei toni che gli è sembrato di cogliere nell'intervento del senatore Bonatesta, dichiara di ritenere utile l'iniziativa di procedere alla riqualificazione professionale di soggetti provenienti da altre amministrazioni per colmare almeno in parte i vuoti nell'organico degli ispettori del lavoro. Peraltro, è necessario, in generale, procedere ad una ridefinizione degli ambiti di intervento e delle competenze delle strutture ispettive, anche per evitare sovrapposizioni e duplicazioni di compiti rispetto ad altre amministrazioni. È bene altresì che il Governo provveda in tempi ragionevolmente contenuti a definire il nuovo inquadramento per la categoria, poichè il rinvio di una risposta a un'istanza di cui il Governo stesso riconosce la fondatezza potrebbe condurre a un negativo incancrenimento di una situazione che si trascina già da molto tempo.

Secondo il senatore MANFROI, attualmente si assiste ad una vera e propria violazione dei diritti degli ispettori, i quali subiscono le conseguenze negative di decisioni arbitrarie, analogamente a quanto avviene per altre categorie di lavoratori, dagli autonomi agli allevatori. Di questa situazione peraltro sono in larga misura responsabili anche le organizzazioni sindacali, che hanno accettato un inquadramento da tutti riconosciuto profondamente ingiusto. Alle carenze degli organici si può invece far fronte attivando i procedimenti di mobilità, anche non volontaria, come previsto dalla normativa vigente, e a tale proposito va ricordato che la sua parte politica si è adoperata, senza successo, per trovare una soluzione nell'ambito del disegno di legge collegato alla legge finanziaria per il 1998, attraverso la previsione di un meccanismo di mobilità a livello regionale, in modo da assicurare una equilibrata distribuzione del personale sul territorio. La ridefinizione delle competenze degli ispettori in rapporto a quelle analoghe di altre amministrazioni è senza dubbio opportuna, anche al fine di evitare il moltiplicarsi di funzione ispettive, che ha l'effetto di ripercuotersi negativamente sull'andamento delle attività degli imprenditori e dei lavoratori autonomi.

Replica quindi agli intervenuti il sottosegretario PIZZINATO, il quale ricorda che il Governo non è venuto meno agli impegni assunti nel corso dell'esame congiunto, in sede referente, dei disegni di legge sull'inquadramento degli ispettori del lavoro, impegni assunti nel rispetto delle norme in materia di contrattazione collettiva nel settore pubblico, e connessi al rinnovo del contratto collettivo di lavoro del comparto dei Ministeri, che dovrebbe decorrere dal 1 gennaio 1998. Le richieste delle organizzazioni sindacali contengono già alcune indicazioni in merito a una revisione complessiva dell'attuale sistema dell'inquadramento professionale, ed è prevedibile che la questione degli ispettori possa essere affrontata e risolta in questo contesto, insieme ad altri profili, in particolare per quel che concerne i trattamenti economici di missione.
Occorre altresì tenere presente che, nel quadro del riordino dell'Amministrazione centrale del lavoro e della previdenza sociale, è prevista una Direzione generale per le attività ispettive, in quanto tale funzione, che deve essere complessivamente riorganizzata, non può più fare capo alla Direzione generale per il personale.
Dopo aver ricordato, per quel che riguarda le attività di formazione e riqualificazione, che stanno per concludersi tredici corsi, il rappresentante del Governo si sofferma sui positivi risultati conseguiti grazie ad interventi realizzati spesso con un numero assai esiguo di ispettori, ricordando in particolare il buon esito delle ispezioni svolte la scorsa estate nella provincia di Verona, nonchè nelle città di Rimini e Riccione. Occorre poi sottolineare la soddisfacente situazione di efficienza del Nucleo dell'Arma dei carabinieri costituito presso i servizi ispettivi del Ministero del lavoro, nonchè i passi in avanti nel processo di informatizzazione dei servizi stessi, che dovrebbe essere completato entro il prossimo anno.
Per fare fronte alle gravi carenze degli organici è però necessario ricorrere ampiamente alla mobilità interministeriale - anche in ambito regionale, secondo la proposta ricordata dal senatore Manfroi - e alle attività di formazione e riqualificazione, con corsi di durata semestrale.

Il senatore BONATESTA osserva che il suo intervento, del quale qualcuno ha criticato i toni, ritenendoli eccessivi, ha però avuto l'effetto di dare vita a un dibattito non rituale.

Il PRESIDENTE, dopo aver fatto osservare al senatore Bonatesta che il dibattito odierno si è concluso con la replica del Sottosegretario, fa presente che in sede di comunicazioni del Governo non è possibile adottare deliberazioni in merito alla prosecuzione dell'esame congiunto dei disegni di legge in materia di inquadramento degli ispettori del lavoro. Quest'ultimo tema peraltro era l'oggetto delle comunicazioni odierne, anche il dibattito si è esteso fino ad affrontare la questione degli organici. I disegni di legge sopra ricordati saranno comunque iscritti nuovamente all'ordine del giorno non appena il relatore Ripamonti - impossibilitato a prendere parte alla seduta odierna - avrà avuto modo di riflettere su quanto è stato comunicato oggi dal Sottosegretario e di avanzare una sua proposta in merito alla richiesta di prosecuzione dell'esame congiunto.
Ringrazia quindi il Sottosegretario e dichiara concluso il dibattito sulle comunicazioni del Governo.

IN SEDE REFERENTE
(2882) Conversione in legge del decreto-legge 13 novembre 1997, n. 393, recante interventi urgenti in materia di occupazione e di trattamenti di integrazione salariale nelle aree di crisi
(Seguito dell'esame e rinvio)

Riprende l'esame del provvedimento in titolo, sospeso nella seduta del 19 novembre 1997.

Il senatore PELELLA rileva come il provvedimento rivesta indubbio carattere di urgenza, ma non sia di per sè idoneo a rimuovere le condizioni che determinano periodicamente la necessità di prorogare l'operatività della Cassa integrazione guadagni straordinaria.
La scelta di adottare una proroga degli interventi di sostegno sul reddito appare probabilmente necessaria, ma non ci si può nascondere come, nel persistere delle condizioni di crisi occupazionale, alla scadenza del termine di efficacia delle misure potrebbe rendersi necessario rinnovarle.
Con riferimento alla nuova concessione della cassa integrazione a favore degli stessi lavoratori di cui al comma 21 dell'articolo 4 della legge n. 608 del 1996, andrebbero individuati meccanismi maggiormente omogenei rispetto alla logica che ha presieduto all'elaborazione dello schema di decreto legislativo sui lavori socialmente utili. Dovrebbe quindi raccordarsi l'accesso alle agevolazioni per le nuove imprese ad un impegno al reimpiego di manodopera in cassa integrazione, beninteso previa adeguata riqualificazione.
Più in generale, l'applicazione delle misure in esame dovrebbe essere strettamente correlata allo stato di attuazione dei programmi dei lavori socialmente utili e di lavori di pubblica utilità. Per altro verso, la proroga degli ammortizzatori sociali andrebbe comunque raccordata sotto il profilo temporale all'individuazione di un'opportunità di reimpiego, anche al fine di prevenire forti tensioni sociali.
In tale ottica, la soluzione prescelta assegnando un termine uniforme alla proroga, quello del 31 marzo 1998, appare ispirata ad eccessiva rigidità, in quanto il termine dovrebbe essere più articolato, a seconda dei settori produttivi e delle aree geografiche. Ove si ritenesse peraltro di dover mantenere un limite temporale unico, questo dovrebbe più ragionevolmente essere fissato al giugno 1998.
Andrebbe inoltre condotta una puntuale verifica dello stato di attuazione dei vari progetti di reindustrializzazione delle aree di crisi.
In conclusione, auspica che il Governo si renda disponibile ad introdurre appropriate modifiche al provvedimento, al fine di rafforzarne la capacità di promuovere il superamento delle situazioni di crisi occupazionale.

Interviene quindi il senatore MANFROI, il quale esprime forti riserve sul metodo che si è seguito anche nella presente occasione con l'adozione di disposizioni a tutela di singoli settori, il che finisce per alimentare pratiche clientelari e determina comunque ingiustificate disparità di trattamento. Al riguardo, non va dimenticato che i lavoratori che beneficeranno della proroga sono già stati presi in considerazione ai fini del trattamento di integrazione salariale da precedenti provvedimenti; essi si vengono quindi obiettivamente a trovare in una condizione di privilegio rispetto ad altri cittadini che pure si trovano in situazione di difficoltà, come ad esempio i disoccupati e i giovani in cerca di prima occupazione.
Per altro verso, non si comprende perchè le persone coinvolte da situazioni di crisi occupazionale possano avvalersi di strumenti di sostegno del reddito soltanto ove risiedano in talune aree geografiche, e ne siano per contro esclusi ove risiedano in altre zone del paese, e segnatamente nel Settentrione.
Infine, appare evidente il rischio che la nuova proroga non sia risolutiva, e che quindi analoghe misure debbano essere introdotte nel prossimo futuro.

Il senatore FILOGRANA sottolinea come il provvedimento finisca per privilegiare taluni settori produttivi a scapito di altri. In tali condizioni, la soluzione più trasparente sarebbe quella di prorogare il trattamento di CIGS per la generalità delle aziende, ma ovviamente ciò finirebbe per determinare un eccessivo onere per la finanza pubblica.

Il senatore MANZI, nell'auspicare che il provvedimento contribuisca al superamento delle situazioni di crisi occupazionale, sottolinea come l'obiettivo dovrebbe essere quello di una soluzione definitiva del problema dei lavoratori ammessi al trattamento di integrazione salariale.

Il sottosegretario PIZZINATO fa presente preliminarmente che la competenza relativa alla materia in titolo spetta al sottosegretario Gasparrini, che non ha potuto partecipare alla seduta a causa di impegni concomitanti. Ritiene comunque utile fornire in questa sede alla Commissione qualche elemento di valutazione.
In primo luogo, fa presente che delle proroghe dei trattamenti di integrazione salariale straordinaria beneficeranno lavoratori di imprese situate nelle aree di crisi di cui all'articolo 1-ter della legge n. 236 del 1993.
Per quanto riguarda le disposizioni di cui all'articolo 2, osserva come risponda a criteri di evidente equità la previsione di misure di sostegno del reddito nei confronti di lavoratori già posti in mobilità, e successivamente collocati in quiescenza, i quali, in mancanza di misure speciali, potrebbero trovarsi costretti a restituire le somme già percepite, restando per di più privi di trattamento pensionistico.

Il PRESIDENTE avverte che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per venerdì 28 novembre, alle ore 14.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,20.