AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE (9ª)

MERCOLEDI' 11 NOVEMBRE 1998

210ª seduta

Presidenza del Presidente
SCIVOLETTO


Interviene, ai sensi dell'articolo 46 del Regolamento, il ministro per le politiche agricole De Castro.


La seduta inizia alle ore 14,40.


SULLA PUBBLICITA' DEI LAVORI
(R033 004, C09a, 0009°)

Il presidente SCIVOLETTO avverte che da parte di alcuni Gruppi parlamentari è pervenuta la richiesta di attivare l'impianto audiovisivo (come già convenuto per la seduta di ieri) per assicurare, ai sensi dell'articolo 33, comma 4, del Regolamento la speciale forma di pubblicità dei lavori ivi prevista per la presente seduta.
Il Presidente avverte, altresì, che la Presidenza del Senato, in previsione di tale richiesta, aveva preventivamente fatto conoscere il suo assenso.

Poiché conviene la Commissione, si procede all'attivazione dell'impianto audiovisivo.



PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito dell'audizione, ai sensi dell'articolo 46 del Regolamento, del Ministro per le politiche agricole sulle linee programmatiche del suo Dicastero.
(R046 003, C09a, 0002°)

Il presidente SCIVOLETTO ricorda che nella seduta di ieri il ministro DE CASTRO ha illustrato le linee di programma del dicastero per le politiche agricole, e sono intervenuti i senatori CUSIMANO e PREDA.

Il senatore BIANCO osserva innanzitutto come, tanto nell'intervento svolto ieri dal ministro, quanto nel documento da questi presentato non sia stato possibile rinvenire quegli elementi di novità che i senatori della Lega Nord si aspettavano. In altri termini, il programma del nuovo ministro non appare convincente, tenuto anche conto del fatto che l'attuale Dicastero per le politiche agricole, nonostante sia provvisto di un apparato di dimensioni considerevoli, non ha nè le competenze nè le risorse finanziarie per poter gestire una valida politica agraria a livello nazionale. Vi è quindi una evidente contraddizione tra la puntualità con cui si identificano gli scenari e la vacuità degli strumenti disponibili.
Ci si chiede, così, con quali risorse si immagina di perseguire l'obiettivo del processo di modernizzazione, tenuto conto che per le imprese agricole dover operare in un mercato globale significa anche adeguarsi alle logiche proprie delle grandi imprese, tenendo conto dei costi di produzione e delle esigenze di competitività, in un quadro caratterizzato dall'inefficienza della pubblica amministrazione, dall'inadeguatezza della rete di trasporti e delle infrastrutture, dall'eccessivo peso del regime fiscale. A fronte di tali problemi le risorse stanziate nei documenti di bilancio appaiono insufficienti, mentre il Ministero sembra del tutto impotente e le regioni per lo più inconcludenti.
Del tutto risibile - prosegue il senatore Bianco - è il riferimento fatto dal ministro all'esigenza di un adeguamento in senso federalista: infatti, o si conferisce una reale autonomia fiscale agli enti periferici, o tanto vale restituire al Ministero la pienezza delle competenze. In realtà il nuovo governo avrebbe fatto miglior figura se si fosse limitato a concentrare la propria attenzione su pochi punti, ed in particolare sugli aspetti che concernono la rappresentanza dell'agricoltura italiana nelle sedi comunitarie ed internazionali.
In conclusione, il senatore Bianco, pur augurando al nuovo ministro buon lavoro, non può non auspicare che il governo abbia vita breve, tenuto conto della scarsa consistenza delle sue linee programmatiche.

Il senatore BARRILE sottolinea in primo luogo il nuovo metodo adottato dal ministro De Castro il quale, presentando un documento di ampio respiro, ha inteso confrontarsi con il Parlamento sul programma di politica agricola che, peraltro, va visto in un'ottica di continuità con quello del precedente governo. Uno degli obiettivi fondamentali che il nuovo governo si è correttamente posto è quello relativo alla forte esigenza di rinnovamento, nella considerazione che una nuova politica dell'impresa non può non passare attraverso l'inserimento dei giovani nell'agricoltura e l'intensificazione del processo di sburocratizzazione. Al di là della normativa sul decentramento, occorre poi concordare con le regioni, specie quelle a statuto speciale, opportune forme di decentramento tali da richiamare le regioni stesse alle proprie responsabilità. Nella politica di riorganizzazione degli enti, poi, il concetto di trasparenza deve necessariamente caratterizzare qualsiasi decisione.
Quanto al problema dell'accorpamento fondiario, se è condivisibile la necessità di ampliare la base fondiaria delle aziende, occorre peraltro tener conto anche dell'importante contributo che danno alla base produttiva italiana le piccole aziende agricole, che vanno quindi salvaguardate. Per altro verso, la filosofia progettuale del governo sembra basarsi essenzialmente sul concetto di agricoltura produttiva: va detto però che una delle peculiarità del settore primario italiano è la presenza di una significativa agricoltura di montagna, ancor più importante perché deve assolvere anche al compito di salvaguardia del territorio. L'Italia, va ricordato, è un paese a rischio ed il settore agricolo è particolarmente esposto alle calamità naturali; proprio per questo è assurdo che la legge n. 185 del 1992 sia stata applicata in modo parziale, mentre ci sono agricoltori che da molti anni attendono ancora che venga loro liquidato l'indennizzo per i danni subiti.
Il senatore Barrile conclude soffermandosi brevemente sull'esigenza di recuperare all'agricoltura il patrimonio immobiliare, nonché sulla necessità di varare l'attesa legge quadro sulla pesca ed il disegno di legge n. 3358, per quanto riguarda il finanziamento del progetto ADRIAMED.

Il senatore GERMANA' auspica in primo luogo che la linea politica del nuovo ministro si discosti sensibilmente da quella del precedente, che non ha saputo affrontare in modo adeguato problemi di grande rilievo come quelli delle quote latte, del settore agrumicolo o della cosiddetta mucca pazza. In particolare, il Sud del paese attende da tempo che venga adottata una seria politica di tutela della produzione agrumicola. Occorre inoltre sfruttare e valorizzare le risorse di cui il Dicastero dispone attualmente, istruendo gli oltre 60 componenti del nucleo di carabinieri costituito presso il Ministero per le politiche agricole. Sempre in tema di politica agrumicola, occorre evitare di commettere gli errori fatti in passato, come l'accordo con il Marocco promosso dal governo Dini che ha consentito l'importazione di ingenti quantità di agrumi, accordo sulla ratifica del quale la commissione agricoltura del Senato si era espressa all'unanimità in senso contrario, mentre la commissione affari esteri aveva espresso unanimemente avviso favorevole.
Il senatore Germana' si sofferma quindi sul problema della pesca - sottolineando come l'ex ministro Pinto non abbia avuto il coraggio di opporsi al blocco delle reti derivanti, come invece hanno saputo fare i francesi - nonché sul tema del fermo biologico, in relazione al quale sono state commesse nel passato vere e proprie scorrettezze. Quanto poi alla questione delle vongolare, è necessario che il governo faccia in modo che tutti gli operatori del settore possano raggiungere un reddito sufficiente a poter sopravvivere.
Dopo aver sottolineato come anche il mondo agricolo - analogamente agli altri settori produttivi - debba poter beneficiare di aiuti pubblici, il senatore Germana' richiama l'attenzione sui problemi dell'inadeguatezza della rete di trasporti e dell'elevato livello dei costi energetici, auspicando che venga finalmente esaminato il disegno di legge quadro sulla pesca, da lui presentato già nella precedente legislatura e riproposto nella legislatura in corso. Altre questioni su cui il governo dovrebbe appuntare la propria attenzione sono quelle della revisione del sistema del commercio con l'estero - di cui si parla a pagina 19 del documento presentato dal ministro - e soprattutto della caccia, problema che invece viene del tutto ignorato dal nuovo ministro , dimenticando forse che la caccia dava lavoro a moltissime piccole aziende e piccoli esercizi commerciali.

Il presidente SCIVOLETTO fa presente al senatore Germana' che si è unanimemente convenuto di riprendere l'esame dei disegni di legge in materia di pesca, una volta assegnati i disegni di legge preannunciati dai vari Gruppi.

Il senatore BEDIN osserva come il nuovo ministro per le politiche agricole possa beneficiare del proficuo lavoro compiuto negli ultimi due anni e mezzo dal ministro Pinto, il quale ha saputo restituire al settore primario un ruolo centrale nel sistema Italia, valorizzando nell'ambito europeo il ruolo dell'Italia. Il precedente ministro ha dovuto affrontare problemi assai delicati che hanno interessato l'opinione pubblica, come quelli delle quote latte o della cosiddetta mucca pazza; occorre quindi completare l'opera promossa dal ministro Pinto, eliminando in particolare ogni residua incertezza in tema di quote latte. E' necessario poi puntare sulla centralità dell'impresa in agricoltura, perseguendo una maggiore efficienza, l'incremento degli investimenti, la promozione dell'innovazione, la realizzazione di nuove infrastrutture, e soprattutto una nuova fiscalità e una maggiore efficienza della pubblica amministrazione.
Il ministro De Castro - prosegue il senatore Bedin - dovrà tener conto dell'esigenza di attuare la vigente normativa, anche in materia di anagrafe delle imprese agricole, difendendo nelle prossime settimane i maggiori stanziamenti previsti dai documenti di bilancio e concludendo il processo di riforma del Dicastero e degli enti sottoposti. Al riguardo, è necessario dar vita, nell'ambito del ministero, ad un nucleo di valutazione in grado di monitorare l'effettivo grado di applicazione di tutte le novità introdotte da governo e parlamento,; nel contempo per quanto riguarda la normativa comunitaria, è necessario valutare l'impatto delle nuove norme prima della loro adozione, potendo così intervenire nel processo di formazione delle decisioni comunitarie. Il governo, comunque, potrà godere dell'appoggio del Parlamento per quanto riguarda l'azione dell'Italia relativamente ad Agenda 2000, mentre il massimo impegno dovrà essere profuso affinché l'agricoltura mediterranea possa diventare un vero e proprio sistema, promovendo appositi accordi di collaborazione con gli altri paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. Particolare cura dovrà essere prestata alla politica della qualità, puntando sulla formazione professionale e sfruttando, all'uopo, anche i nuovi principi di autonomia scolastica. Purtroppo manca nel programma del nuovo ministro uno specifico riferimento al settore dell'agriturismo , che avrebbe meritato invece qualche spazio.

Ad avviso del senatore MINARDO il nuovo ministro per le politiche agricole dovrà impegnarsi per colmare i ritardi accumulati in passato, favorendo le riforme istituzionali e promuovendo la modernizzazione delle imprese agricole, in una logica di mercato. Alle indubbie potenzialità di molte imprese, fanno riscontro infatti non poche carenze: in particolare è evidente che l'agricoltura italiana stenta ancora a costituirsi in sistema, mentre il sistema produttivo va messo quanto prima in grado di rispondere alle esigenze poste dal processo di globalizzazione. La riforma degli enti va operata in modo da incrementarne l'efficienza, mentre problemi come quello delle quote latte - trattato in passato in modo insoddisfacente - vanno affrontati in un'ottica di confronto con gli altri paesi comunitari e tenendo conto delle esigenze dei produttori italiani.
Dopo aver sottolineato l'esigenza di valorizzare il settore della serricoltura, il senatore Minardo ricorda come nella prossima primavera siano in scadenza i negoziati che riguardano alcuni comparti importantissimi come quello vitivinicolo, mentre entro il 1999 dovranno essere iniziati importanti negoziati a livello internazionale in vista dei quali sarà ancor più indispensabile diminuire i costi di produzione delle imprese agricole, contenere la pressione fiscale e quella contributiva, ridurre il prezzo dei carburanti agricoli e migliorare la rete di trasporti e le infrastrutture .

Il senatore SARACCO esprime innanzitutto il proprio apprezzamento per il programma dei cento giorni e per quello di medio- lungo periodo messi a punto dal nuovo ministro per le politiche agricole, che potrà beneficiare delle maggiori energie di cui dispone la nuova maggioranza di governo per far si che il sistema agroalimentare italiano aumenti il proprio livello di competitività nei confronti degli altri paesi. Al riguardo, va ricordato che l'agricoltura italiana viene praticata per circa i due terzi su terreni di collina e di montagna: di ciò deve pertanto tenersi conto anche a livello comunitario. Purtroppo però in Europa, fino ad oggi, il pieno riconoscimento delle specificità come quelle dell'agricoltura italiana ha incontrato non poche difficoltà (basti pensare ai problemi delle quote latte e dell'etichettatura dell'olio d'oliva).
Il nuovo ministro dovrà quindi affrontare con impegno alcune delicate tematiche come la riforma del ministero, l' OCM vino, l'adeguamento dell'aliquota I.V.A. sul vino, l'assicurazione contro le avversità atmosferiche, l'invarianza dell'IRAP (peraltro già avviata), la registrazione dei contratti d'affitto dei terreni agricoli, le quote latte (accertando le penali da pagare e ricontrattando le quote spettanti all'Italia). In vista di tale impegno potrebbe essere utile un apposito dibattito parlamentare da svolgere in Assemblea sulle problematiche dell'agricoltura italiana.

Il senatore BUCCI sottolinea come il settore agricolo italiano stia attraversando una fase assai difficile, mentre alcuni comparti produttivi rischiano addirittura di essere espulsi dal mercato. Basti pensare all'effetto dirompente della diminuzione drastica dei prezzi di numerosi prodotti agricoli, con pesanti ripercussioni sugli equilibri finanziari delle aziende. La verità è che il settore primario italiano sta pagando lo scotto dei ritardi accumulati nel processo di modernizzazione, ed incontrerà presumibilmente non poche difficoltà con l'avvio dell'EURO.
Mentre ci si può attendere qualche altra sorpresa negativa nei comparti lattiero-caseario e dell'olio d'oliva, le linee di programma del nuovo ministro appaiono piuttosto deludenti, guardando anche ai risultati conseguiti dall'azione del Gabinetto uscente; l'azione del precedente governo si è infatti caratterizzata per non pochi ritardi ed inadempienze, in particolare per quanto riguarda la riforma del ministero, quella dell'AIMA, nonchè la riduzione del disavanzo commerciale del settore agricolo. Perplessità desta anche il programma dei cento giorni, visto che sarebbe preferibile concentrare ogni sforzo su pochi punti, come la riforma degli istituti di ricerca e sperimentazione, l'abbattimento dei costi di produzione e la promozione della modernizzazione del sistema paese, la semplificazione amministrativa. Quanto poi al programma di medio-lungo periodo, se gli obiettivi enunciati sono in astratto condivisibili, forti dubbi permangono sull'attuabilità del programma stesso, anche per via della cronica carenza di risorse finanziarie. Occorre invece affrontare con urgenza delicati problemi come quello delle quote latte, quello della produzione di olio d'oliva ed in particolare quello della produzione agrumicola che sta colpendo in modo serio le economie della Calabria e della Sicilia. Quanto invece al problema delle quote latte, è assolutamente indispensabile procedere ad una loro ricontrattazione, superando le resistenze opposte dalla Germania.
In conclusione, i senatori di Forza Italia guardano con attenzione alle linee di programma del nuovo ministro per le politiche agricole, ma potranno esprimere un giudizio meditato soltanto alla luce dei risultati che verranno effettivamente conseguiti.

Il senatore MURINEDDU rivolge preliminarmente auguri di buon lavoro al ministro De Castro, al quale assicura fattiva e leale collaborazione, sottolineando che dalla esposizione effettuata nella seduta di ieri delle Linee programmatiche emerge un progetto, pienamente condivisibile, per il superamento dei ritardi accumulati e per la realizzazione delle indispensabili riforme strutturali, a partire da quella relativa all'organizzazione del Dicastero. Altrettanto condivisibile è, a suo avviso, l'impegno per assicurare la concertazione con le forze sociali e il sistema produttivo nel suo complesso, al fine di imprimere una svolta significativa a favore del settore primario. Auspica inoltre che le priorità - incluse nel programma con particolare riferimento al settore lattiero-caseario, al riso, al vino, ai seminativi e agli altri settori indicati - possono avere una soluzione positiva per gli interessi degli agricoltori italiani; dichiara peraltro di nutrire preoccupazioni, qualora gli obiettivi preannunciati non possano essere raggiunti. Stigmatizza quindi i ritardi e le inefficienze non solo della struttura ministeriale, ma anche dell'AIMA che nega risposte anche alle richieste che provengono dai parlamentari, una situazione che a suo avviso, richiede una profonda modernizzazione. Dopo essersi soffermato sui problemi del credito agrario (in particolare in relazione alle garanzie sussidiarie non più prestate, in alcune situazioni, dal Fondo interbancario di garanzia), esprime un contenuto pessimismo in relazione alla grave situazione che comunque attraversa il settore agricolo, pur ribadendo il più pieno sostegno alle politiche preannunciate dal ministro De Castro.

Il senatore BONATESTA osserva preliminarmente che bene ha fatto il ministro De Castro a tenere distinto il programma dei cento giorni da quello di medio-lungo periodo, in quanto è assai probabile che la compagine governativa non duri in carica per un periodo superiore, come d'altronde è auspicato dalle forze di opposizione. A tale riguardo si chiede come si possa chiedere, proprio alla luce di queste considerazioni, una sorta di voto di fiducia, tanto più in quanto, molte delle priorità annunciate nel programma (quali la prioritaria riforma del MIPA e lo stesso conclamato obiettivo di modernizzazione delle strutture agricole) si configurano, a suo avviso, come mere enunciazioni di principio, difficilmente realizzabili in soli cento giorni: si tratta forse di speranze, di una sorta di libro dei sogni e delle buone intenzioni che possono forse richiedere da cento a mille giorni.
Il senatore Bonatesta si richiama quindi pienamente alle considerazioni svolte dal senatore Cusimano e dichiara di attendere risultati concreti - se tali risultati mai ci saranno - in ordine alle enunciazioni fatte in materia di difesa degli interessi italiani in sede UE, di politica fiscale, di incentivazioni e di promozione della competitività di sistema del mondo agricolo. Auspica in particolare un deciso cambio di indirizzo in politica agraria rispetto alle opzioni effettuate dal governo Prodi e dal ministro Pinto che non solo non ha avviato alcuna riforma, ma ha prodotto risultati negativi: come in tema di riclassificazione delle zone svantaggiate, prevista dall'articolo 2 del decreto legislativo n. 146 del 1997. Se l'ipotesi di riclassificazione proposta dal MIPA dovesse entrare in vigore il 1° gennaio 1999, si determinerebbero gravissime conseguenze per molti comuni (come in particolare avverrebbe nel Lazio) espunti dal novero delle zone svantaggiate, mentre occorre avviare una profonda revisione dei parametri che hanno ingiustamente penalizzato così tanti comuni. Nel chiedere piena attenzione per una agricoltura che non vuole più essere "cenerentola", auspica infine che possano pervenire adeguate risposte alle interrogazioni presentate, senza attendere tempi biblici.

Il senatore PIATTI dichiara di condividere pienamente le Linee programmatiche esposte dal ministro De Castro convenendo anche sulla esigenza di dare continuità alle iniziative, in particolare in relazione al processo di riforma, già avviate nei vari settori. Non può pertanto condividere la valutazione negativa fatta dagli esponenti dell'opposizione, anche perchè molte delle iniziative sono state assunte in sede parlamentare con il concorso delle varie forze politiche. Certo, prendendo in esame ad esempio il settore delle quote latte, non si potevano sciogliere, se non con tempi adeguati, nodi lasciati irrisolti per quasi tredici anni e non affrontati nemmeno dal ministro pro-tempore del governo Berlusconi. Va quindi dato atto al governo Prodi di avere avviato un processo di modernizzazione per la realizzazione di interventi a favore di alcuni settori, quali l'olio, i consorzi agrari (sui quali si è realizzata in Senato un'importante convergenza), gli agrumi (per i quali è in itinere un apposito disegno di legge), mentre altrettante iniziative sono state assunte in tema di imprenditoria giovanile e denominazioni di origine protetta, per i quali auspica ci sia, da parte dell'opposizione, disponibilità a procedere in sede deliberante. Occorre pertanto superare la fase dell'emergenza per definire iniziative politiche e strategiche, nella consapevolezza che le proteste di piazza sono mosse da reali esigenze di fronte alla difficoltà di ricollocare il sistema primario nel mercato globale. Nel condividere l'esigenza di modernizzazione delle strutture del Dicastero e di riforma di tutti gli enti collegati, valuta positivamente la realizzazione di una gestione più regionale della politica agricola, da collocare in una dimensione europea, costruendo modelli di maggiore collaborazione, a livello internazionale, per la commercializzazione dei prodotti nazionali. Osserva quindi che, se si vuole veramente costruire la filiera, occorre prendere atto della posizione di forza attualmente rivestita dalla grande distribuzione e dalla grande industria agroalimentare e quindi dell'esigenza di rafforzare anche la posizione dei produttori agricoli (attraverso la creazione di organizzazioni di prodotto e un approccio territoriale, che faccia leva sui patti territoriali e sui distretti agroalimentari di qualità, così come anche previsto con un disegno di legge di cui è primo firmatario il presidente Scivoletto). Nell'esprimere quindi apprezzamento anche per gli interventi di riduzione dei costi in agricoltura, come previsto dal decreto legislativo n. 173 del 1998 e per la creazione di un tavolo fiscale, ribadisce conclusivamente l'esigenza di mettere allo studio, per avviare a soluzione il problema delle quote latte, di ipotesi di rateizzazione, individuando una adeguata soluzione di compromesso, conclusivamente ribadendo l'importanza di pervenire all'approvazione di una legge di orientamento in agricoltura.

Il presidente SCIVOLETTO, tenuto conto del prossimo inizio dei lavori dell'Aula e che risultano ancora iscritti a parlare alcuni senatori, rinvia il seguito dell'audizione a una delle sedute da convocare nella prossima settimana, dando quindi la parola al ministro De Castro per un breve chiarimento.

Il ministro DE CASTRO, nell'assicurare disponibilità ad intervenire, anche nella seduta di martedì prossimo per la conclusione dell'audizione, precisa che, per quel che riguarda l'IRAP, è stato conseguito un significativo risultato di riduzione dell'aliquota per il settore agricolo, facendo peraltro osservare che a decorrere dall'anno 2000 la regionalizzazione dell'imposta consentirà ulteriori modulazioni. Informa altresì che nella seduta odierna del CIPE è stata adottata una delibera che estende la programmazione negoziata alla pesca e all'agricoltura, consentendo così a tali settori di accedere alle rilevante risorse disponibili per tali finalità. Informa infine che in sede di provvedimento collegato, in discussione alla Camera dei deputati, è stato accolto un emendamento, di iniziativa parlamentare, volto a prorogare di due anni l'entrata in vigore della nuova classificazione per le zone svantaggiate, al fine di riesaminare tale delicata questione. Assicura infine che in uno dei prossimi Consigli dei ministri potrà essere varato lo schema di decreto legislativo per il riordino dell'AIMA, improntato ad un nuovo spirito federalista che restituisca al nuovo ente nazionale compiti di garanzia e verifica, come pure ricorda che è in itinere il provvedimento relativo alla istituzione degli addetti agricoli presso l'amministrazione degli Affari esteri.

Il PRESIDENTE rinvia quindi il seguito dell'audizione.

La seduta termina alle ore 16,30.