AFFARI ESTERI, EMIGRAZIONE (3a)

MERCOLEDI' 15 MARZO 2000

282a Seduta

Presidenza del Vice Presidente
BOCO


Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri Ranieri.

La seduta inizia alle ore 15,15.



IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo concernente la disciplina del personale assunto localmente dalle rappresentanze diplomatiche, dagli uffici consolari e dagli istituti italiani di cultura all'estero (n. 636)
(Parere al Ministro degli affari esteri, ai sensi dell'articolo 4 della legge 28 luglio 1999, n. 266: favorevole con osservazioni)


Riferisce alla Commissione la senatrice DE ZULUETA, che ricorda in primo luogo i rilievi formulati sullo schema di decreto legislativo dalle organizzazioni sindacali, nel corso dell'audizione svoltasi nella seduta di ieri. In particolare, sottolinea la posizione fortemente critica del SICIS (Sindacato degli impiegati contrattualizzati italiani e stranieri) che rappresenta gran parte di questa categoria di dipendenti.
Premesso che l'articolo 1 del testo in esame sostituisce interamente il Titolo VI del DPR 5 gennaio 1967, n. 18, ritiene che il regime dei contratti previsto all'articolo 154 – ivi richiamato – sia un'opportuna innovazione, in quanto stabilisce in via generale che i contratti sono regolati dalla legge locale e, in ogni caso, assicura l'applicazione delle norme locali più favorevoli al lavoratore in luogo delle disposizioni del decreto legislativo. Peraltro sarebbe opportuno estendere le disposizioni transitorie per i dipendenti di nazionalità italiana a coloro i quali siano stati già titolari di un contratto a tempo determinato, stipulato secondo la legge italiana, prevedendo quanto meno la possibilità di optare tra l'applicazione della legge italiana o di quella locale, al momento del rinnovo del contratto
Alcuni specifici rilievi delle organizzazioni sindacali sembrano meritevoli di essere condivisi dalla Commissione. In primo luogo non è accettabile che i contributi previdenziali continuino a essere commisurati a una retribuzione convenzionale, e non alla retribuzione imponibile, in netto contrasto con l'ordine del giorno del Senato – accettato dal Governo durante la discussione della legge-delega – nonché con l'impegno che il Segretario generale della Farnesina aveva personalmente assunto con i sindacati. A tal riguardo domanda se sia vero che il Ministero del tesoro si sia opposto all'attuazione di tali impegni, per la ragione che ciò avrebbe comportato maggiori oneri dell'ordine di 5 o 6 miliardi di lire all'anno.
Pone in risalto poi la mancanza di qualsiasi disposizione che garantisca anche al personale a contratto lo svolgimento di adeguate funzioni e mansioni, in analogia all'inquadramento previsto per i dipendenti di ruolo con il contratto integrativo del Ministero. Bisogna tener conto che gran parte del carico di lavoro degli uffici all'estero grava su questa categoria di dipendenti e che, in molti casi, essi hanno un titolo di studio superiore rispetto a quello richiesto nei contratti.
Infine la Relatrice ritiene opportuno adeguare agli standards nazionali le disposizioni concernenti il trattamento in caso di malattia, non essendo adeguatamente tutelato il diritto a mantenere il posto di lavoro.

Il senatore VERTONE GRIMALDI giudica del tutto inadeguato il trattamento complessivo dei dipendenti a contratto, soprattutto per quel che riguarda il diritto al mantenimento del posto di lavoro in caso di malattia, che andrebbe disciplinato con un rinvio alle stesse disposizioni applicabili ai dipendenti di ruolo dello Stato.
Osserva peraltro che il Governo non dovrebbe limitarsi a un riordino dello status giuridico ed economico dei dipendenti che lavorano negli uffici all'estero, ma dovrebbe porsi seriamente anche il problema dell'efficienza di tali uffici. In particolare, lamenta la situazione in cui versano gli istituti italiani di cultura, che non riescono neanche lontanamente a svolgere un'attività paragonabile a quella di analoghi istituti di altri paesi europei.

Il senatore ANDREOTTI premette che provvedimenti come quello in esame non possono essere valutati soltanto dal punto di vista della categoria interessata, ma richiederebbero una più ampia visione che è propria delle confederazioni sindacali. Ritiene altresì apprezzabile che non vi sia una discriminazione tra i contrattisti locali e quelli di nazionalità italiana, tanto più che è previsto per questi ultimi l'obbligo di risiedere nel paese dove ha sede l'ufficio da almeno due anni.
Quanto al superamento della retribuzione convenzionale in ordine al trattamento pensionistico, ritiene teoricamente giusta la rivendicazione delle organizzazioni sindacali, ma fa presente che uno dei criteri della legge-delega è l'invarianza dell'onere complessivo a carico del bilancio dello Stato.

Il senatore SERVELLO auspica che le proposte dei sindacati siano attentamente valutate, verificando caso per caso se vi sia un reale contrasto con i principi della delega e se esse comportino effettivamente oneri privi di copertura. In particolare, richiama l'attenzione della Commissione sull'aspirazione degli impiegati a contratto a svolgere le mansioni garantite ai dipendenti di ruolo di pari livello, in base alla contrattazione collettiva di cui la stessa legge-delega impone di tener conto.
Ricorda inoltre la richiesta di commisurare alla retribuzione imponibile i contributi dovuti all'INPS dallo Stato e dagli stessi assicurati, nonché l'aspettativa dei contrattisti italiani di poter trasformare i contratti a tempo determinato in scadenza in contratto a tempo indeterminato, stipulati secondo la legge italiana.

Il senatore PORCARI si associa alle considerazioni del senatore Andreotti e, in particolare, sottolinea come sia opportuna la perequazione tra i contrattisti stranieri e quelli di nazionalità italiana, assunti in loco, che svolgono identiche mansioni. La congruità delle retribuzioni deve essere valutata ovviamente secondo i medesimi criteri, non potendosi certo sostenere che un determinato stipendio sia congruo per uno straniero e inadeguato per un italiano, a parità di sede e di mansioni.

Il senatore MISSERVILLE considera razionale e opportuno uniformare il regime previdenziale di tutti i dipendenti a contratto. Tenuto conto degli orientamenti generali che portano a valorizzare il ruolo della previdenza integrativa, ritiene che la soluzione preferibile consista in una polizza assicurativa, stipulata con istituzioni finanziarie private, il costo della quale dovrebbe essere in parte a carico del Ministero e in parte a carico del dipendente. Ove invece si restasse nell'ambito dell'assicurazione obbligatoria con l'INPS, avrebbero fondamento i rilievi delle organizzazioni sindacali, fatti propri dalla Relatrice.

La relatrice DE ZULUETA fa presente che, nel contesto della legislazione fiscale e previdenziale attualmente in vigore, è ben difficile mantenere la differenziazione tra la retribuzione imponibile e quella convenzionalmente determinata ai fini contributivi. La via maestra non può che essere l'identificazione di queste due grandezze, mentre la soluzione alternativa proposta dal senatore Misserville sarebbe accettabile solo se si abbassasse il prelievo tributario, come ha prospettato un rappresentante sindacale nell'audizione di ieri.
A tal riguardo ricorda che l'indennità di servizio all'estero, percepita dai dipendenti di ruolo dello Stato durante i periodi di servizio all'estero, non ha natura retributiva e non costituisce dunque base contributiva, ma per la stessa ragione non è assoggettata al prelievo fiscale, se non in minima parte. E' ben diverso il caso degli stipendi dei dipendenti a contratto, che sono la loro unica retribuzione e vengono normalmente sottoposti all'imposizione fiscale.

Il sottosegretario RANIERI prende atto con soddisfazione che la maggior parte dei sindacati ha riconosciuto i numerosi e significativi miglioramenti che lo schema di decreto legislativo introduce rispetto alla disciplina attuale dei dipendenti a contratto. Ricorda, tra l'altro, il nuovo orario di lavoro di 36 ore settimanali, la previsione di un numero di giornate di ferie pari a quelle godute dai dipendenti di ruolo, trattamenti più favorevoli nei casi di malattia e di gravidanza, l'estensione dell'assistenza sanitaria ai familiari, l'introduzione di assegni familiari in base alle stesse norme in vigore in Italia e una normativa più garantista per le sanzioni disciplinari.
Alcune rivendicazioni dei sindacati non sono state accolte, a causa del vincolo previsto dalla legge-delega, laddove si stabilisce che il decreto legislativo non può determinare maggiori oneri a carico del bilancio statale. In particolare, la commisurazione dei contributi alla retribuzione imponibile, per il personale di nazionalità italiana in servizio con contratto a tempo indeterminato regolato dalla legge italiana - originariamente prevista nel testo del disegno di legge recante la delega - è stata poi soppressa poiché il Ministero del tesoro ha segnalato l'impossibilità di compensare l'onere che ne sarebbe derivato.
Non costituirebbe una soluzione praticabile neppure la riduzione della base imponibile, prospettata nell'audizione dei sindacati, poiché comporterebbe minori entrate da coprire. Sembra quindi opportuno rinviare la soluzione di tale questione alla contrattazione collettiva nazionale. Quanto poi agli impegni assunti in proposito dal Ministero degli affari esteri, nella concertazione con i sindacati e accettando l'ordine del giorno del Senato, è evidente che essi hanno trovato un ostacolo insormontabile nel testo dell'articolo 4 della legge-delega.
Il Sottosegretario ribadisce poi che vi è un miglioramento nelle disposizioni relative ai casi di malattia e infortunio e fa presente che, all'articolo 157-sexies, è garantita la conservazione del posto di lavoro, per un periodo massimo di 180 giorni, in caso di malattia. Non può essere invece accolta, in via generale, la richiesta di consentire a tutti i dipendenti italiani con contratto a tempo determinato l'opzione per la legge italiana, al momento del rinnovo, poiché ciò sarebbe in contrasto con le disposizioni della legge-delega. Sono state previste limitate eccezioni soltanto per i dipendenti con doppia cittadinanza, titolari di un contratto stipulato secondo la legislazione locale, e per quelli che prestano servizio presso gli istituti di cultura, al fine di sanare situazioni peculiari.

Il senatore SERVELLO prende atto che, per ragioni finanziarie, non è possibile risolvere i problemi di ordine previdenziale dei contrattisti di nazionalità italiana, nell'ambito del decreto legislativo. E' però necessario che nel parere della Commissione si inviti il Governo a risolvere tale questione in altra sede.

Il senatore SCALFARO considera singolare che i rilievi tardivamente espressi dal Ministero del tesoro possano prevalere sugli impegni assunti dal Ministro degli affari esteri e dal Segretario generale della Farnesina, per una questione cui tutti sindacati sembrano attribuire grande rilievo. Sollecita pertanto il Governo a riesaminare con la dovuta attenzione la richiesta di commisurare i contributi alla retribuzione imponibile, al fine di individuare la sede e gli strumenti più opportuni per risolvere l'annoso problema.
Per quel che riguarda le osservazioni del senatore Vertone Grimaldi sugli istituti italiani di cultura, auspica che la Commissione possa discutere in maniera approfondita tutta la problematica relativa alla promozione culturale.

Il senatore PORCARI ritiene opportuno chiarire che con il decreto legislativo in esame si riordina il personale a contratto e non si creano invece i presupposti di ulteriori interventi legislativi. Fu proprio il proliferare di aspettative che creò gravi problemi in passato, trasformando la categoria dei dipendenti a contratto in una sorta di limbo, in attesa dell'inserimento nei ruoli del Ministero. Ciò non potrebbe però essere previsto, perché sarebbe in contrasto con le disposizioni costituzionali in materia di assunzioni nei pubblici uffici.

La relatrice DE ZULUETA fa presente al senatore Porcari che oggetto del parere della Commissione può essere soltanto il testo dello schema di decreto legislativo. Propone pertanto che si esprima un parere favorevole, con le osservazioni formulate nella sua relazione e nel dibattito.

Il sottosegretario RANIERI assicura che il Governo terrà nella massima considerazione l'invito rivoltogli dal senatore Scalfaro.

Il presidente BOCO, verificata la presenza del numero legale, pone ai voti la proposta di dare mandato alla Relatrice di redigere un parere favorevole, con le osservazioni formulate nel corso dell'esame.

La Commissione approva all'unanimità.

La seduta termina alle ore 16,10.