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COMMISSIONE PARLAMENTARE PER LA SEMPLIFICAZIONE

Mercoledì 29 settembre 2010
64a seduta
Presidenza del Presidente
Intervengono il Sottosegretario per lo sviluppo economico SAGLIA, nonché, ai sensi dell’articolo 48 del Regolamento del Senato, il presidente del consiglio d'amministrazione e il direttore del Banco nazionale di prova per le armi da fuoco portatili e per le munizioni commerciali e i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Produttori Armi e Munizioni (ANPAM) e dell’Associazione nazionale dei commercianti, intermediari e appassionati di armi comuni da sparo (ASSOARMIERI)

La seduta inizia alle ore 14.

SULLA PUBBLICITA’ DEI LAVORI

Il PRESIDENTE comunica che sarà redatto il resoconto stenografico della procedura che sta per iniziare.

La Commissione prende atto.

PROCEDURE INFORMATIVE

Seguito dell'indagine conoscitiva sulla semplificazione normativa e amministrativa: audizione del presidente del consiglio d'amministrazione e del direttore del Banco nazionale di prova per le armi da fuoco portatili e per le munizioni commerciali e di rappresentanti dell’Associazione Nazionale Produttori Armi e Munizioni (ANPAM) e dell’Associazione nazionale dei commercianti, intermediari e appassionati di armi comuni da sparo (ASSOARMIERI).

Prosegue l'indagine conoscitiva in titolo, sospesa nella seduta del 23 giugno.

Il PRESIDENTE introduce i temi dell'audizione, incentrata sull'attuazione del cosiddetto procedimento "taglia-enti", di cui all'articolo 26 del decreto legge n. 112 del 2008, come successivamente modificato e integrato, con particolare riferimento allo schema di regolamento di riordino del Banco nazionale di prova per le armi da fuoco portatili e per le munizioni commerciali, di cui all'atto del Governo n. 247, all'ordine del giorno della Commissione.

Il presidente del Consiglio di amministrazione del Banco nazionale di prova per le armi da fuoco portatili e per le munizioni commerciali, Aldo REBECCHI, sottolinea come il riordino all'esame della Commissione non derivi da esigenze di risparmio, in quanto l'ente opera senza oneri per la finanza pubblica ed è da molti anni in attivo, né da una riconsiderazione sull'utilità delle sue funzioni, come è testimoniato dal provvedimento di recepimento della direttiva 2008/51/CE. Ricorda inoltre che il Banco svolge da tempo compiti anche non direttamente originati da obblighi di legge; l'unica ragione del riordino sarebbe quella di sottrarlo alla soppressione prevista dall'articolo 26, comma 1 del decreto-legge n. 112 del 2008, dalla quale peraltro lo escluderebbe comunque la norma interpretativa approvata con l'articolo 7, comma 30 del decreto-legge n. 78 del 2010. Conclude esprimendo un giudizio negativo sullo schema di regolamento all'esame della Commissione, a suo giudizio non necessario, manifestando invece pieno consenso a un'ipotesi - condivisa dal Governo - di trasformare il Banco nazionale di prova in azienda speciale della Camera di commercio di Brescia, una soluzione che raccoglierebbe anche il consenso degli enti locali, delle associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni sindacali. Deposita quindi un documento che illustra le considerazioni svolte.

Il Presidente PASTORE ripercorre le vicende che hanno interessato la norma che regola il procedimento "taglia enti", soffermandosi in particolare sull'articolo 10-bis del decreto legge n. 194 del 2009, derivante dall'approvazione di un emendamento a propria firma, confermato sul punto dalla norma richiamata del decreto-legge n. 78, alla luce del quale il Banco di prova, non essendo incluso nel conto consolidato delle pubbliche amministrazioni, risulterebbe altresì escluso dall'ambito di applicazione della "tagliola" destinata a scattare il prossimo 31 ottobre. Occorre a suo giudizio una ponderata riflessione, cui invita il Governo, sull'effettiva esclusione del Banco dall'ambito di applicazione del "taglia-enti" e sull'impatto delle norme concernenti la composizione degli organi collegiali e i compensi da loro percepiti da ultimo approvate con il decreto legge n. 78.

Il senatore ORSI (PdL) chiede se la differenza di disciplina in materia di verifica delle armi nei vari Paesi produttori possa costituire un elemento di distorsione del mercato italiano, con particolare riferimento alla possibilità che all'estero tali verifiche siano effettuate non su ogni arma ovvero con costi minori.

Risponde il direttore del Banco nazionale di prova, Antonio GIRLANDO, il quale rammenta i compiti svolti dall'ente derivanti da convenzioni o accordi internazionali e quelli che invece originano dalla normativa interna, imponendo obblighi a carico dei produttori di armi, come quello di cui alla legge n. 110 del 1975.
Rispondendo a un quesito del presidente PASTORE, il direttore del Banco GIRLANDO chiarisce poi che l'obbligo di catalogazione delle armi è imposto dalla richiamata legge n. 110, in assenza di vincoli internazionali.

Il presidente del Banco REBECCHI osserva incidentalmente che tali questioni attengono ad aspetti funzionali e non organizzativi del Banco.

Ha quindi la parola il senatore GALPERTI (PD), il quale sottolinea come il Banco nazionale di prova abbia operato sempre in modo eccellente e senza oneri per la finanza pubblica, manifestando un convinto favore per il mantenimento dell'ente stesso.

L'onorevole BECCALOSSI (PdL), dopo aver ricordato la validità dell'opera svolta dal Banco nazionale di prova, che risponde alle esigenze delle aziende di un settore assai importante per l'economia italiana, ritiene che il Governo stesso si sia reso conto che tale ente non avrebbe dovuto essere inserito fra quelli sottoposti alle norme del "taglia-enti", in quanto il suo funzionamento non comporta oneri per la finanza pubblica. Preso atto dell'innegabile utilità dell'ente, della sua natura e dell'assenza di eventuali risparmi derivanti dal suo riordino, nonché del grave rischio di danneggiare le imprese del settore, ella riterrebbe utile invitare il Governo a valutare le soluzioni più idonee, dichiarando di aderire all'ipotesi illustrata nell'intervento del presidente del Banco Rebecchi, che riconducendo la competenza alla Camera di commercio di Brescia consentirebbe, fra l'altro, di dar voce alle realtà territoriali.

Dopo una breve interlocuzione del presidente del Banco REBECCHI volta a chiarire che non è previsto alcun gettone di presenza per i componenti del consiglio di amministrazione, interviene l'onorevole LOVELLI (PD) suggerendo che nella proposta di parere sull'atto del Governo n. 247 il relatore esprima il convincimento, che sta emergendo dai lavori della Commissione, che il Banco nazionale di prova sia estraneo all'ambito di applicazione del procedimento taglia-enti e manifesti il favore per l'ipotesi ricordata da ultimo nell'intervento dell'onorevole Beccalossi, condivisa dal Governo, il quale dovrebbe individuare lo strumento normativo più idoneo per attuarla con la massima sollecitudine.

Il sottosegretario per lo sviluppo economico SAGLIA precisa che l'adozione dello schema di regolamento all'esame della Commissione è stata prudenzialmente decisa all'approssimarsi della data del 31 ottobre, trascorsa la quale gli enti non riordinati saranno soppressi; dichiara inoltre che, ove il parere che la Commissione formulerà sull'atto di Governo n. 247 desse un'indicazione nel senso di escludere l'applicabilità dell'articolo 26 ricordato al Banco, tale circostanza potrebbe costituire un utile elemento per orientare le scelte del Governo. Ribadisce il favore dell'Esecutivo all'ipotesi di ricondurre il Banco nazionale di prova alla competenza della Camera di commercio e l'intendimento di approvare una norma in tal senso, non appena ve ne sarà la possibilità.

Il presidente PASTORE, dopo aver risposto a un quesito dell'onorevole FERRARI (PD) in merito alla norma interpretativa dell'articolo 26 comma 1 citato, ringrazia i rappresentanti del Banco nazionale di prova e informa che è pervenuto un documento del Consorzio Armaioli Italiani nel quale, tra l'altro, si manifesta il favore per il mantenimento dell'attuale assetto del Banco nazionale di prova, paventando altrimenti il rischio che da un suo riordino possano derivare maggiori oneri a carico degli operatori del settore, suggerendo in alternativa che il Banco stesso possa essere configurato come azienda speciale della Camera di commercio di Brescia. Introduce quindi i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Produttori Armi e Munizioni (ANPAM) e dell’Associazione nazionale dei commercianti, intermediari e appassionati di armi comuni da sparo (ASSOARMIERI).

Il presidente dell'ANPAM, Nicola PERROTTI si dichiara sorpreso per l'inserimento del Banco nazionale di prova tra gli enti soggetti al procedimento "taglia-enti". Ricorda le principali funzioni svolte dal Banco, tra cui quella di garantire la sicurezza delle armi prodotte, come previsto dalla normativa italiana - la legge n. 110 del 1975 - nonché da obblighi internazionali, i quali impongono ai Paesi aderenti il ricorso a un Banco per la prova di armi e munizioni, con la conseguenza che l'eventuale venir meno delle competenze del Banco nazionale di prova costringerebbe gli operatori a rivolgersi a Banchi di altri Paesi, con inevitabile aggravio di costi e conseguente perdita di competitività. Altra funzione di grande rilievo è quella di assicurare la tracciabilità delle armi, garantendo la raccolta di informazioni essenziali per la pubblica sicurezza e verificando la conformità al prototipo catalogato. Auspica, in prospettiva, una diversa articolazione di tali funzioni, attualmente esercitate in forma "accentrata", affidando al Banco la certificazione circa l'adeguatezza ai criteri di qualità non della singola arma, mediante prova, bensì del ciclo produttivo e del prodotto medesimo, agevolando così anche i tempi di produzione. Conclude depositando un documento che illustra le considerazioni svolte.

Ha quindi la parola il presidente dell'ASSOARMIERI, Edgardo FEGRO, il quale giudica necessario e insostituibile il ruolo tecnico svolto dal Banco, peraltro imposto dalla normativa vigente; si sofferma poi sulle funzioni di polizia amministrativa assegnate a quell'ente, le quali comportano adempimenti - peraltro non previsti dagli altri paesi dell'Unione europea - suscettibili di provocare ritardi e confusione nel controllo e nella prova delle armi. Conclude ribadendo l'esigenza di mantenere al Banco nazionale le sue funzioni indispensabili e auspicando invece che quelle non connotate da tale caratteristica, ora ricordate, possano essere eliminate, in quanto foriere di difficoltà per gli operatori e per il Banco stesso; deposita infine un documento che illustra le considerazioni svolte.

Il senatore ORSI (PdL) chiede una valutazione circa l'impatto della direttiva comunitaria 2008/51/CE e delucidazioni in merito alle modalità con le quali vengono svolte le verifiche sulle armi all'estero, paventando il rischio che, ove queste ultime fossero meno capillari e meno onerose di quelle svolte in Italia, ciò possa comportare una distorsione del mercato.

Risponde il presidente dell'ANAM, Nicola PERROTTI, osservando come le funzioni del Banco non comportino costi eccessivi per le imprese; l'eventuale soppressione del Banco nazionale di prova creerebbe, a suo giudizio, un aggravio per le imprese italiane le quali essendo comunque tenute a conseguire le verifiche richieste dalla legge, si vedrebbero costrette a ricorrere ai Banchi di prova di altri Paesi. L'aspetto più critico è costituito, a suo avviso, dall'esistenza di un solo ente competente, con conseguenti inevitabili ritardi, soprattutto in corrispondenza dei picchi di produzione; ribadisce l'auspicio per una soluzione che, senza rinunciare alle essenziali esigenze di sicurezza, sia connotata da maggiore flessibilità, come quella precedentemente illustrata e indicata anche nel documento depositati.

Il presidente PASTORE ringrazia gli intervenuti, e li congeda, dichiarando conclusa l'audizione, assicurando che la documentazione presentata sarà resa disponibile alla pubblica consultazione.

Il seguito dell'indagine conoscitiva è quindi rinviato